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Autore: Slits    11/05/2010    11 recensioni
« La cicogna come fa a farlo entrare tutto qui dentro » continuò poi, alludendo con un cenno del capo all’ortaggio stretto fra le mani del padre « senza romperlo o mangiare l’intero cavolo? »
L’uomo si portò stancamente una mano alle tempie, riappoggiando il cespo verde a terra.
« Perché mai dovrebbe volersi mangiare l’intero cavolo? »

Diffidate dalle semplici domande.
[Roy/Riza]
{Children Cycle}
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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How about children?


- Chiaro adesso? -
Reed Mustang inarcò un sopracciglio e rimase a fissare interdetto il padre per una discreta manciata di secondi.
L’odore terroso della frutta appena colta era fastidioso, quasi inappropriato nel tiepido tepore che investiva il soggiorno della casa.
- No. – ribattè candidamente.
- La cicogna come fa a farlo entrare tutto qui dentro – continuò poi, alludendo con un cenno del capo all’ortaggio stretto fra le mani del padre – senza romperlo o mangiare l’intero cavolo? -
L’uomo si portò stancamente una mano alle tempie, riappoggiando il cespo verde a terra.
- Perché mai dovrebbe volersi mangiare l’intero cavolo? – chiese.
Per essere una domanda suonava stranamente disinteressata.
Il bambino scrollò le spalle, risoluto.
- Fame. -
A quella risposta Roy Mustang si abbandonò mollemente sulla sedia, prendendosi la faccia fra le mani. Nulla, nessuna alchimia, nessun prodigio, niente di tutto questo avrebbe più potuto salvarlo da quella situazione.
Che il diavolo se lo portasse via.
Il bambino lo fissò in silenzio ancora per alcuni istanti, per poi scuoterlo con decisione per la manica della camicia.
- Tanto scommetto che non lo sai neanche tu. – sentenziò sicuro.
Roy sollevò stancamente una palpebra.
- Ti ricordo che sei figlio tanto mio quanto di tua madre. -
- Veramente son figlio di mamma e della cicogna, pa’. – constatò atono – Tu non c’entri assolutamente niente con me. -
Vi fu un attimo, durante il breve intervallo di quelle parole, in cui le speranze di Roy riuscirono a riaccendersi, tutte insieme, come un faro nell’oscurità.
Forse ancora qualcosa si poteva fare.
- Allora perché non lo chiedi direttamente alla mamma? – propose con fare disinteressato, lanciando un sorrisino tronfio ed insospettabilmente traboccante di sfida alla donna seduta compostamente al suo fianco.
Il bambino parve riflettervi su per alcuni istanti, poi annuì, convinto.
- Mamma, come nascono i bambini? -
Riza Hawkeye si limitò ad inarcare leggermente gli angoli della bocca.
- Sesso, tesoro. –
- Oh! -
- E se vuoi sapere cosa sia di preciso, son più che certa che tuo padre sarà entusiasta all'idea di spiegartelo accuratamente. – concluse poi, alzandosi ed andandosene subito dopo.
Un nuovo, fastidioso attimo di silenzio squarciò l’atmosfera della camera.
E per un’ultima volta Roy Mustang osò sperare.
- …
Papà, cos’è il sesso? –
Eppure, le speranze di quel pomeriggio non somigliavano affatto ad un faro nell’oscurità.
Puzzavano soltanto di verdura ammuffita.



---
U
na RoyAi. Cristo. .-.
* si accascia al suolo

L’idea per questa è piuttosto semplice; la fatidica domanda che terrorizza metà delle coppie con figli.

Per quanto riguarda il nome del figlio, Reed, posso assicurarvi che a differenza di quanto possa sembrare non è stato affatto scelto a casaccio.
Ha anzitutto la stessa iniziale del padre.
Roy, che almeno secondo il mio modo di vedere le cose, è un arrivista convinto, dubito che in una possibile relazione si limiterebbe a dare unicamente parte di sé alla propria progenie.
Lascerebbe un marchio, ben distinto. Ed in questo caso ho voluto renderlo con l’iniziale.

Continuando, Reed potrebbe essere anche ricollegato alla pietra filosofale.
Reed -> Red -> Rosso -> Pietra

Ho voluto crearlo come una sorta di monito, un invito a non commettere più gli stessi errori per assicurare un futuro alle nuove generazioni.
E qualcosa che gli ricordasse costantemente le atrocità della pietra, mi è parso il minimo.

In terzo luogo è un sottilissimo omaggio a Hughes, con la “E” in terza posizione, esattamente come per Maes.
* rilegge tutto

No, questa non è ossessione ._.
E’ una vostra impressione.

P.S.
Colgo l'occasione per puntualizzare, in seguito ad una recensione incentrata proprio su questo, la motivazione della risposta di Riza.
Ovvio che fra i suoi intenti non vi fosse sottointeso quello di illustrare esplicitamente il sesso al figlio.
Con una risposta simile, sufficientemente elusiva per un bambino ignaro del reale significato della termine, mi son semplicemente limitata a farle rendere ancor più gravoso il compito di Roy.
Ovvio che poi il padre, inchiodato dalle domande incalzanti del figlio, si ritroverà costretto a ricorrere ad uno dei classici stratagemmi usati dai genitori, quali, ad esempio, api, fiori, polline e così via.
   
 
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