L'anima di Sigan si è impossessato del corpo del giovane mago, Merlin. I suoi occhi cerulei hanno lasciato posto al colore nero della notte.
La nebbia fitta avvolge la piazza piena di corpi, tra i quali c'è anche quello del principe erditario, Arthur Pendragon.
Gauis vede avvicinare una figura dal manto nero: è il suo apprendista.
Basta uno sguardo sul viso per capire che quello davanti  a lui non è Merlin. Un brivido di paura attraversa il suo corpo.
- Gaius - una voce spettrale esce dalle labbra violacee del giovane mago. - Che piacere rivederti. -
- Non direi lo stesso per me, Sigan! Lascia andare il ragazzo! -
- E perchè sprecare tutto questo potere, mettendolo al servizio di quell'ottuso di un Pendragon?  Se solo avesse capito l'opportunità che gli era stata concessa, avrebbe potuto avere il mondo ai suoi piedi. -
- Che cosa vuoi fare ora? -
- Ho promesso al giovane mago, che il suo nome sarebbe stato ricordato nelle epoche a venire e ho intenzione di mantenere
la parola data. -
- Non ti permetterò di fare del male al ragazzo! -  pronunciò, serrando i denti.
- Mi dispiace caro Gaius, ma sei troppo debole per potermi fermare. Saluta il principe da parte mia! Ci rivedremo presto, non preoccuparti . -
  Si trasforma in una corvo nero e vola via nel cielo.
Questa notte il Destino ha fallito: il doppio filo, che legava i due giovani, si è spezzato.


***

L'indomani mattina quando Arthur si risvegliò nelle sue stanze, si chiese come c' era finito e cosa fosse successo
la notte prima.
Chiamò il nome di Merlin, ma nessuno rispose a quel richiamo. Lui continuò a invocare quel nome, come ogni
volta aveva bisogno di lui. Nessuno rispose.
Il vecchio Gaius si recò da lui e gli raccontò tutto l'accaduto e per la prima volta accusò il principe per le colpe commesse.
- Se aveste ascoltato le accuse di Merlin contro Cedric, a quest'ora lui sarebbe qui. Lui vi ha sempre servito fedelmente e voi che fate?...  Credete al primo che vi fa delle lusinghe. -
- Gaius, voi non potete parlarmi in questo modo! - sbottò adirato il giovane Arthur.
- Sapete: il destino vi aveva messo al vostro fianco colui che vi avrebbe permesso di essere il più grande Re che Camelot abbia  mai conosciuto. E voi l'avete gettato come un oggetto . Forse ve lo siete  meritato. Voi siete come vostro padre. -
Quelle parole ferirono l'animo del principe, in fondo Gaius aveva ragione.