Ettore, non andare
Io mi alzai presto, quella mattina. Dovevi andare via, dovevi andare in battaglia, e forse non saresti più tornato.
Mi sedetti sul panchetto di faggio nella nostra camera –
presto sarebbe stata solo mia. Ti osservai mentre
ti infilavi l’armatura e ti aiutai ad allacciare gli schinieri e i bracciali.
Ettore, perché sei così? Perché non puoi rimanere
indietro, qualche volta? Amore mio, perché sei il maggiore dei principi
troiani? Preferirei che tu fossi un povero contadino, così potremmo scappare
via e nessuno biasimerebbe il tuo comportamento. Lo so che è l’ultima volta che
ti vedo, me lo sento. Il mio amore non si lascia ingannare, nemmeno dalle tue
promesse.
Da quando hai ucciso quel ragazzo, Patroclo, il tuo destino
è segnato. Achille non ti perdonerà mai, ti strapperebbe
il cuore – ti strapperebbe me – se riuscisse a metterci le mani. Grande eroe,
Achille. Grande quasi come te. La differenza è che lui ha lottato per sé
stesso, te lotti per me e Astianatte
e per Troia. Adesso che lotta per il morto Patroclo, nessuno, nemmeno Ettore figlio di Priamo, può fargli fronte. Quanto tremo nel
vederti sulla soglia! Devo fermarti, devo fermarti.
- Ettore, aspetta! -.
- Andromaca…-.
- Fermati, non andare questa volta! Solo oggi, ti prego,
resta! Resta…-. Dissi singhiozzando.
Tu sorridesti tristemente. - Non posso -. Scostata la mia
mano, uscisti senza voltarti.
Perché sei così? Perché
non mi dai mai retta? Quanto sei stupido, Ettore. Ma ti amo tanto, e se tu dovessi rimanere ucciso ne morirei.
Mi vestii in fretta, afferrai il piccolo Astaniatte –
lo chiamano così ,“difensore di mura”, perché è tuo
figlio – e ti corsi dietro, fino a raggiungerti sopra le porte Scee.
- Andromaca, che ci fai qui? -.
Io ti abbracciai e ti porsi Astaniatte,
che piagnucolò, spaventato dal tuo aspetto truce per via dell’armatura. Vidi
l’espressione sul tuo viso, e per un secondo, un meraviglioso bellissimo secondo, pensai che avessi deciso di restare.
- Anche se non resti per me, resta
per lui -. Mormorai.
- Andromaca…lo sai, io ti amo,e amo
nostro figlio, ma ciò che devo fare…-.
- E’ più importante? E’ più importante di
tua moglie e di tuo figlio? -. Strillai disperata.
Te non rispondesti. Lo sanno gli
dei, quanto ho provato a convincerti, implorando e
minacciando, ma eri irremovibile. Mi hai baciato e sei sceso. Ettore, io ho
fissato ogni passo che hai fatto. Era l’ultima volta che avrei visto la vita
nei tuoi occhi, e lo sapevamo entrambi.