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Autore: Eles Weasley    14/05/2010    7 recensioni
Mi hai baciato e sei sceso. Ettore, io ho fissato ogni passo che hai fatto. Era l’ultima volta che avrei visto la vita nei tuoi occhi, e lo sapevamo entrambi.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ettore, non andare

Ettore, non andare

 

Io mi alzai presto, quella mattina. Dovevi andare via, dovevi andare in battaglia, e forse non saresti più tornato. Mi sedetti sul panchetto di faggio nella nostra camera – presto sarebbe stata solo mia. Ti osservai mentre ti infilavi l’armatura e ti aiutai ad allacciare gli schinieri e i bracciali. Ettore, perché sei così? Perché non puoi rimanere indietro, qualche volta? Amore mio, perché sei il maggiore dei principi troiani? Preferirei che tu fossi un povero contadino, così potremmo scappare via e nessuno biasimerebbe il tuo comportamento. Lo so che è l’ultima volta che ti vedo, me lo sento. Il mio amore non si lascia ingannare, nemmeno dalle tue promesse.

Da quando hai ucciso quel ragazzo, Patroclo, il tuo destino è segnato. Achille non ti perdonerà mai, ti strapperebbe il cuore – ti strapperebbe me – se riuscisse a metterci le mani. Grande eroe, Achille. Grande quasi come te. La differenza è che lui ha lottato per sé stesso, te lotti per me e Astianatte e per Troia. Adesso che lotta per il morto Patroclo, nessuno, nemmeno Ettore figlio di Priamo, può fargli fronte. Quanto tremo nel vederti sulla soglia! Devo fermarti, devo fermarti.

- Ettore, aspetta! -.

- Andromaca…-.

- Fermati, non andare questa volta! Solo oggi, ti prego, resta! Resta…-. Dissi singhiozzando.

Tu sorridesti tristemente. - Non posso -. Scostata la mia mano, uscisti senza voltarti.

Perché sei così? Perché non mi dai mai retta? Quanto sei stupido, Ettore. Ma ti amo tanto, e se tu dovessi rimanere ucciso ne morirei. Mi vestii in fretta, afferrai il piccolo Astaniatte – lo chiamano così ,“difensore di mura”, perché è tuo figlio – e ti corsi dietro, fino a raggiungerti sopra le porte Scee.

- Andromaca, che ci fai qui? -.

Io ti abbracciai e ti porsi Astaniatte, che piagnucolò, spaventato dal tuo aspetto truce per via dell’armatura. Vidi l’espressione sul tuo viso, e per un secondo, un meraviglioso bellissimo secondo, pensai che avessi deciso di restare.

- Anche se non resti per me, resta per lui -. Mormorai.

- Andromaca…lo sai, io ti amo,e amo nostro figlio, ma ciò che devo fare…-.

- E’ più importante? E’ più importante di tua moglie e di tuo figlio? -. Strillai disperata.

Te non rispondesti. Lo sanno gli dei, quanto ho provato a convincerti, implorando e minacciando, ma eri irremovibile. Mi hai baciato e sei sceso. Ettore, io ho fissato ogni passo che hai fatto. Era l’ultima volta che avrei visto la vita nei tuoi occhi, e lo sapevamo entrambi.

 

 

 

  
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