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Autore: MrEvilside    14/05/2010    6 recensioni
È tempo che gli spettatori applaudiscano e le tende calino sul palco, Ciel Phantomhive. Bye bye chu~!
[Grell/Ciel; accenni Sebastian/Grell non-con]
[III classificata e Vincitrice del Premio per la Trattazione dei Personaggi al contest Through the Window indetto da DarkRose86]
Genere: Malinconico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Sanguina, l’Umiliazione


Umilialo, Sebastian.
Yes, my Lord.

Era l’occhio della magione Phantomhive, quella finestra.
Un occhio dall’iride del nero colore legnoso delle persiane chiuse che aveva inghiottito interamente la cornea, sfregiato da una lunga cicatrice che l’attraversava diagonalmente. Recentemente avevano montato delle sbarre di ferro per impedire l’accesso ed ora la parete intorno, che un tempo era stata d’un bianco candore, era screziata di grigio, come fosse pelle malata.
Talvolta Grell faceva ritorno in quel luogo, a contemplare la villa che cadeva in pezzi ed in particolare quella finestra, che dava sulla camera da letto che cinquant’anni prima era appartenuta a Sebastian. Inizialmente aveva atteso che il demone tornasse, sebbene non potesse essere sicuro che avrebbe scelto la dimora dell’ultima anima che aveva divorato per ripresentarsi; dopo trent’anni aveva smesso di aspettare, eppure aveva continuato a far visita alla finestra.
Limitandosi ad osservare da lontano, per qualche anno aveva visto e deriso l’ingenua ignoranza di quella sgraziata cameriera che apriva le imposte ed ogni volta piangeva la scomparsa del conte e del maggiordomo, aggrappandosi convulsamente alle lenzuola che avrebbe dovuto stendere ad asciugare sul davanzale – quella sciocca non aveva mai saputo nulla di Sebastian: come poteva definirsi innamorata di lui?
Poi anche lei e gli altri domestici se n’erano andati e la casa aveva cominciato a morire.
Ed ora la Morte avanzava nella sua direzione, calpestando l’erba secca sotto i tacchi a spillo, per strapparle l’anima. Stringeva una motosega per recidere lo spirito e stirava un angolo della bocca in una smorfia, disgustato dalla tetra decadenza del luogo.
-Dannato William.- sibilò, tendendo una mano a spingere la porta d’ingresso, che scivolò cigolando su cardini che non funzionavano da decenni. -Costringere una damigella in un posto tanto orribile… Avrebbe quantomeno potuto accompagnarmi, il gentiluomo-. Controllò che il sudiciume del quale il battente era ricoperto non avesse intaccato la lucida pelle nera dei suoi guanti e mosse qualche passo nell’ingresso immerso nell’oscurità, lasciandosi sfuggire un gemito nel constatare che la porta era forse quanto di più pulito avrebbe potuto trovare in quella magione.
-Rivoltante.- commentò, prestando un’attenzione ossessiva a dove poggiava i piedi, nel timore di sporcarsi le scarpe – e non si sarebbe stupito se fosse anche riuscito a spezzarsi un tacco, o magari entrambi.
La coltre di silenzio che pesava sulla villa, intervallata soltanto al rumore del suo incedere sulle scale, attutito dalla polvere, lo turbava. Non era la squisita assenza di suoni dall’aroma di sangue che segue un omicidio; era il decadente silenzio del cimitero, accompagnato dall’olezzo dei cadaveri in decomposizione.
Oltre quel nauseante velo di fetore, fu il sentore d’un’anima ciò che condusse lo Shinigami al piano superiore, dinanzi una porta di scrostato legno nero, al di là della quale v’era la finestra della camera da letto di Sebastian.
Il Dio della Morte contrasse la mascella in un’espressione indignata, masticando la forma delle parole piccolo bastardo nell’avvolgere la maniglia con le dita.
Esitò a contatto con il metallo gelido, poi aprì il battente e varcò la soglia.
L’assenza di Sebastian era palese in quella stanza più che in ogni altra dell’abitazione: il letto a baldacchino un tempo perfetto sembrava essere sorretto più dalle ragnatele che dal legno del quale era composto e le lenzuola apparivano un ammasso di polvere grigio scuro anziché candido lino; il sudiciume rivestiva un po’ tutto quel poco di mobilio presente ed i vestiti per un giorno seguente che mai sarebbe arrivato, sistemati sul cassettone di mogano nero mezzo secolo prima – quando questo ancora non scricchiolava –, erano lerci e sembravano rischiare di ridursi in polvere al solo sfiorarli.
A separarlo dalla finestra v’era quel che agli occhi d’un umano sarebbe apparso come una lieve distorsione nell’aria appesantita dall’odore di chiuso; lui, al contrario, poteva distinguere chiaramente una figura avvolta da una camicia di seta che raggiungeva a stento le cosce.
Eppure non aveva la consistenza d’uno dei consueti fantasmi infestatori, spiriti che non avrebbero ottenuto la pace sino a quando non avessero adempiuto al compito che avevano lasciato incompleto in vita.
Era solo lo spettro d’un’anima, un frammento di qualcosa che avrebbe potuto essere ma che in realtà era ormai poco più che nulla.
-Prenderti gioco di me malgrado il tuo stato pietoso ti dà forse sollievo?- lo schernì il mietitore in tono velenoso, incrociando le braccia al petto di modo che la lama della motosega s’innalzasse in diagonale oltre la sua spalla – un macabro presagio della ragione che l’aveva costretto in quella dimora dimenticata.
-Sei tu a sentirti preso in giro, Grell Sutcliffe-. Sebbene gli desse la schiena, il semi Dio percepì distintamente il sogghigno nella sua voce pacatamente distaccata.
-Sei patetico, moccioso-. Grell gli restituì il ghigno, leccandosi le labbra. -Perché continuare a negare che di te non è rimasto niente? La Morte in persona- accennò un vezzoso inchino, lasciando che una risata si elevasse nell’aria dalla bocca socchiusa -è venuta soltanto per te-.
-Sei patetico, Shinigami.- lo canzonò Ciel, voltandosi infine nella sua direzione. -Sono trascorsi cinquant’anni, eppure le tue mani continuano a tremare-. Inclinò il capo da un lato, distendendo i lineamenti del viso in un caldo sorriso dal retrogusto amaro.
Frusciò, l’impermeabile che adornava le spalle del Dio della Morte, mentre questi si accostava al giovane conte e si chinava su di lui, stringendogli il mento fra le dita, di modo da costringerlo a sostenere il suo sguardo pregno d’odio ed il gelo della motosega contro il petto inadeguatamente protetto dal tessuto della camicia – peccaminosamente vicino.
-E tu sei finito, ragazzino.- soffiò sulle sue labbra semi trasparenti. -Sfortunatamente la mia adorata Falce ne risentirebbe, se non ti liberassi dalle catene che ti tengono legato a questa terra – oh, sarebbe così piacevole poter semplicemente lasciarti qui a marcire. Il tuo tempo è terminato da molti anni: oggi dovrai cedere al richiamo della Morte-. Gli angoli della sua bocca, sospesa ad una distanza irrisoria da quella del nobile, si arcuarono in un sogghigno morbidamente crudele. -Anche se, prima, farò in modo che il tuo corpo conosca l’umiliazione che hai costretto il mio a subire, cinquant’anni fa-.
-Oh-. Ciel si concesse una risatina di scherno, imponendosi di manifestare il proprio disgusto per la loro prossimità soltanto in minima parte ed unicamente nell’atto distaccatamente disinvolto di ritrarsi e sfuggire alla stretta sul mento. -Ti infastidisce tanto la consapevolezza che il tuo amato Romeo abbia obbedito al mio ordine, anziché risparmiare una simile vergogna alla sua cara Giulietta?-.
A propria volta rise, il mietitore, e ghignò all’ombra di sorpreso disappunto che per un breve istante velò gli occhi del giovane conte. -Non sei che un moccioso: non puoi renderti conto di che cosa significhi ciò che gli ordinasti.- commentò con una punta d’impercettibile, amaro rancore. Allungò un indice guantato a tracciare il profilo della sua mascella e poi, inaspettatamente, lo lasciò scivolare a stringersi sul colletto della camicia da notte insieme al medio ed al pollice, attirandolo contro di sé ed al contempo deponendo la motosega a terra per concedergli lo spazio necessario contro il proprio petto. -Sai che cosa vuol dire essere violati da colui che si ama?- sputò velenosamente sul suo volto, contratto in un’espressione di presunzione.
Il ragazzino non rispose, ridotto al silenzio da un’affermazione della quale non poteva comprendere la reale gravità se non cercando d’afferrarla nel tono del semi Dio.
Grell approfittò della sua esitazione ed il nobile sussultò nell’avvertire le sue mani introdursi sinuosamente oltre il proprio abito e sfiorargli la pelle incorporea. Volse il capo da un lato, costringendosi a guardare la parete, nauseato da quel che lo Shinigami gli stava facendo – e tuttavia non poteva opporsi: non adesso che il suo tocco non aveva più il potere d’essere percepito, non adesso che era poco meno d’un ricordo sbiadito dell’erede dei Phantomhive di mezzo secolo prima, a stento in grado di non dissolversi nell’aria. Non v’era più alcun Sebastian al quale fare appello ed era totalmente in balia della volontà della Morte, comprese con ripugnanza.
-Ti darà conforto ripagarmi con la stessa moneta per ciò che il demone ti ha fatto?- domandò infine, rivolto al muro giallastro.
-Solitamente i bambini non rientrano fra le mie prede,- ammise il Dio della Morte, chinandosi a posare baci beffardi sul suo collo pallido ed ingenuamente esposto -ma in questo modo riuscirò a garantirti l’Inferno al quale questo pezzo della tua anima è stato in grado di sottrarsi, e non potrei chiedere di meglio, malgrado questo non possa restituirmi la dignità. Quella me l’hai tolta per sempre-.
Ciel non avrebbe mai immaginato di poter riconoscere nella voce di quel mietitore una tale amarezza, che andava a riflettersi in ogni suo gesto – per quanto ostentatamente canzonatorio –, donando ad esso una vena di delicatezza, quasi.
E così avrebbe anche potuto essere una morbida carezza il depravato scendere dei palmi del semi Dio lungo il suo ventre, sull’inguine, per avvolgere infine le cosce lasciate scoperte dalla veste.
-Guardami, moccioso.- ordinò Grell; il giovane conte sentì il suo respiro sul collo e sui capelli scuri, che danzarono lievemente sulla sua guancia, e scosse la testa.
-Non ne ho la minima intenzione.- sentenziò con fermezza.
Non voleva vedere l’acre risentimento negli occhi verdi della Morte – avrebbe preferito che godesse nello strappargli l’innocenza, come peraltro avrebbe ritenuto più conforme al suo carattere.
-Non hai più alcuna autorità per decidere cosa puoi e non puoi fare.- obiettò lo Shinigami, tagliente. -Devi guardarmi. Ora, Ciel Phantomhive-.
Il ragazzino voltò repentinamente la testa, immergendosi nelle sue iridi per non cedere alla tentazione d’abbassare lo sguardo sui loro corpi addossati l’uno all’altro. -Sei soddisfatto?- sibilò con fare ostile, mordendosi un labbro – poiché forse v’era un poco di senso di colpa, insito nella sua voce; e tuttavia, perché avrebbe dovuto essere in torto per essersi vendicato dell’assassinio di Madame Red?
-Bravo bambino.- approvò sarcasticamente il Dio della Morte, accostando la bocca alla sua. -Non chiudere gli occhi.- aggiunse. -O forse hai timore di contemplare la tua eterna dannazione?-.
Ed il nobile attese, altezzosamente immobile come un Phantomhive avrebbe dovuto essere in qualunque occasione – ancora aggrappato a quell’orgoglio che il semi Dio desiderava distruggere –, mentre il mietitore si abbassava su di lui e la presa sulle sue gambe si faceva più stretta.
Infine, il viso di Grell fu solo una confusa macchia rosea, verde e rossa – gli occhiali? – e le loro labbra aderirono le une alle altre.
Lo Shinigami non si fece strada violentemente nella bocca di Ciel; si limitò a carezzargli le labbra con le proprie, leccandole piano e gustando il più possibile il loro sapore appena percettibile.
Il giovane conte aspettò in silenzio che quella menzognera dolcezza si rivelasse per il preludio all’umiliazione che il Dio della Morte voleva imporgli che doveva essere e che quelle dita sciogliessero la sorta d’abbraccio che le legava alle sue cosce per rubargli la dignità – perché, d’improvviso, aveva realizzato come Sebastian avesse obbedito al suo ordine, cinquant’anni prima.
Al contrario, avvertì semplicemente una sorta di vuoto all’altezza dello stomaco e la bocca della Morte che si scostava dalla sua.
Stillava sangue, dal foro che la lama della motosega aveva scavato nel suo ventre, ma – per una seconda volta – il ragazzino non provò alcuna sofferenza. Solo una vaga sensazione di stupore, l’ultima emozione che sarebbe rimasta di lui su quella terra, nel guardare la pellicola che colava dalla ferita, intrecciandosi alla linfa vitale.
-I bambini non rientrano fra le mie prede,- ribadì il mietitore, scrollando le spalle -né è mia consuetudine rivestire il ruolo più attivo in un rapporto di coppia. Non fa per me. Inoltre, se faccio tardi William mi sequestrerà la Falce, dunque non posso trattenermi oltre-.
Il nobile scosse lentamente la testa.
-Io non ti capisco, Grell Sutcliffe.- commentò nello scrutare il semi Dio che liberava l’arma dal suo corpo e passava la lingua sul metallo della lama, bollente di sangue cremisi, abbracciandola con amorevole passione – era davvero l’essere ultraterreno che un istante prima voleva violentarlo?
-Sei ordinariamente cieco, parimenti la tua cara zia.- affermò Grell, portando una mano alla fronte in un gesto degno d’un attore consumato – Ciel non avrebbe saputo dire se il suo era un insulto od un complimento; qualcosa nel mezzo, probabilmente. -Oh, a proposito: se dovessi incontrarla, là dove andrai, ti prego di porgerle i più sentiti omaggi da parte mia.- aggiunse, strizzandogli l’occhio.
Avrebbe potuto essere una sadica presa in giro – in fondo, quello era l’assassino di Angelina –, eppure il tono dello Shinigami non era di scherno, bensì frivolamente vezzoso – come di consueto – ed anche inaspettatamente, impercettibilmente malinconico – che gli Dei della Morte cambino come gli umani, con lo scorrere del tempo?
-Ero convinto che l’avessi uccisa poiché la ritenevi noiosa.- gli fece notare il giovane conte.
-È così.- ammise il mietitore con semplice onestà. -Tuttavia la mia è un’esistenza infinita, moccioso: non dimentico tanto in fretta quanto voi mortali, che siete sempre così presi dal vostro presente da lasciarvi alle spalle tutto il resto. E come potrei lasciarmi indietro la passione scarlatta che condivisi con Madame Red?- declamò teatralmente.
Ed il ragazzino avrebbe replicato, se il semi Dio non avesse posato un dito sulla sua bocca socchiusa. -È tempo che gli spettatori applaudiscano e le tende calino sul palco, Ciel Phantomhive.- annunciò in tono di congedo. -Bye bye chu~!-.
Come ultimo atto, il nobile stava per fargli notare che non era affatto cambiato ed accompagnarsi ad un sospiro, ma poi si sentì afferrare da qualcosa d’indefinito che lo trascinò con sé in un tiepido oblio prim’ancora che potesse avvedersene, permettendogli di conservare soltanto l’immagine della Morte che si chinava e raccoglieva il suo Cinematic Record dal pavimento.
Grell soffiò sul retro del volume che aveva cozzato contro il suolo sporco nel tentativo di ripulirlo dalla polvere, lo sistemò sotto il braccio e mosse qualche passo sino alla finestra, oltrepassando la macchia scura che stava già svanendo sul legno marcio – in ogni caso, gli umani non avrebbero potuto vedere il sangue d’un fantasma – ed arrestandosi dinanzi la cornice sbarrata dalle persiane e, al di là di esse, dalle sbarre di ferro.
Mezzo secolo prima, Sebastian l’aveva violentemente sbattuto contro quella stessa finestra, sorridendo divertito mentre obbediva all’ordine del suo padrone nel modo più spietatamente crudele, affinché non dimenticasse mai l’odore del liquido color vino – e, tuttavia, dall’aroma ben più amaro – che, misto allo sperma del demone, aveva imbrattato le sue gambe, il bacio al quale era stato costretto perché il suo grido di dolore venisse soffocato ed il corpo del maggiordomo dentro di sé, che spingeva così forte che si era sentito soffocare.
Appoggiò la fronte contro la cornice di legno, esalando un lento sospiro.
Gli erano sempre piaciuti i bambini – quelli che non lo additavano sgarbatamente apostrofandolo come impuro, ovviamente – e, dopotutto, Ciel Phantomhive gli faceva pena.
Non avrebbe esitato ad affogarlo nel rosso del suo stesso sangue, fosse stato ancora in vita, ma non avrebbe marchiato disgustosamente il suo essere come Sebastian aveva fatto con lui.
Tese un braccio e graffiò con rabbia la persiana chiusa.
In fondo era stato il demone a decidere che cosa fargli; il giovane conte non aveva precisato alcuna particolare tortura: era stato guidato dal momentaneo, ardente desiderio di punirlo per la morte di Angelina – accecato dallo sdegno per non essere stato in grado d’impedirla.
Vendicarsi sul ragazzino non avrebbe avuto alcun senso – e non avrebbe fatto altro che infangare il suo onore di cortese dama, peraltro: probabilmente quanto di più divertente Sebastian avesse potuto aspettarsi da lui come vendetta.
Sollevò il Cinematic Record all’altezza del petto e lo sfogliò: da qualche parte avrebbe dovuto essere rimasta impressa la via che aveva condotto il nobile all’Inferno.
La stessa che avrebbe guidato lui dal suo adorato Romeo.
La finestra affiancò al suo il proprio sguardo silenzioso in quella ricerca: mai prima d’allora era stata testimone dell’esilarante follia d’un così stravagante personaggio che, pur di castigare il ladro del suo orgoglio, si sarebbe lasciato bruciare senz’indugio nelle fiamme dell’Inferno.
Infine, la bocca della Morte s’incavò in un ghigno.
-Ti ringrazio, moccioso-.



Sanguina, l'Umiliazione
di signorino

Correttezza grammaticale: 10/10 
Stile e lessico: 9/10 
Trattazione dei personaggi: 10/10 
Attinenza al tema ( l'immagine ): 10/10 
Originalità: 9/10 
Apprezzamento personale: 4,5/5 

Voto complessivo: 52,5/55 

Giudizio: la prima cosa che ho pensato è stata " Wow ". 
Sinceramente non me la sarei mai aspettata, una fanfiction su questa coppia. Partiamo però dall'aspetto tecnico, parlerò dopo del pairing. 
Grammaticalmente è perfetta, non ho trovato errori, come al solito, del resto; è proprio vero che tu non ti smentisci mai. 
Anche sotto l'aspetto stilistico è veramente ben scritta, scorrevole e pulita, e il lessico che utilizzi è decisamente ricco. Di solito le tue storie non presentano mai pecche riguardo la loro forma e la grammatica, e questa non fa eccezione. 
Così come per la caratterizzazione dei personaggi, sulla quale non ho nulla da dire se non complimenti. Mi ha molto colpita come sei riuscita a trattare Ciel e Grell in questo contesto, li trovo entrambi dei personaggi complessi ma tu ci sei riuscita benissimo, senza sfociare nell'OOC e rendendo le scene splendidamente realistiche. 
La coppia è indubbiamente delle più originali in assoluto, per questo il tuo voto a tal voce è molto alto, non avevo mai letto una Grell/Ciel ( sebbene in questo caso non si tratti di un "rapporto" - anche se questa non è la definizione giusta - consensuale da entrambe le parti, ma più una forzatura per tutti e due ) e sinceramente ne sono rimasta entusiasmata. 
Ottima l'idea, ben delineata la trama, affascinante la scena narrata. Tutto è perfetto, anche l'attinenza al tema. Mi piace parecchio come hai deciso di utilizzare l'elemento finestra nella storia, e anche come hai descritto quest'ultima nella parte iniziale; è come se, grazie alle tue parole, l'immagine che ti ho inviato avesse preso vita. Questo ti fa onore e ti meriti il voto massimo, senz'ombra di dubbio. 
Sinceramente non c'è molto da dire, quando una storia è così bella e ben scritta le parole spese in un giudizio talvolta risultano superflue, dato che il racconto parla da solo e consiglio vivamente a tutti di leggerlo. 
Però voglio andare un attimo ad analizzare a fondo questo tuo ipotetico "seguito": sai che l'ho trovato veramente appropriato? A parer mio potrebbe essere uno spin off ideale e perfetto, e ce lo vedo proprio Sebastian ad umiliare Grell in quel modo. 
Solo un'altra cosa mi sento di dirti: come penso si sia capito dal mio commento e dai miei voti, la fanfiction mi è piaciuta veramente molto, sotto ogni aspetto, però devo ammettere che rispetto ad altre tue opere l'ho "sentita" di meno. Come posso spiegarti... mi è parso di notare una sorta di "distanza" fra te e la tua storia, mentre in altre si può leggere in ogni parola e in ogni riga il tuo amore per quello che scrivi. Ma forse sono io che mi sbaglio, questa è una mia sensazione e potrebbe non corrispondere a verità, e comunque non ha influito nel giudizio. 
A parte questo, rinnovo i miei complimenti. 
Bravissima, come al solito.



Note pre-consegna:
Credo sia abbastanza chiaro il perché infine lo Shinigami decida di non violentare Ciel ed il perché io lo considero IC; più che per il suo “amore materno” nei confronti dei bambini, è per il suo desiderio di vendicarsi di Sebastian e consapevolezza che il demone riderebbe di lui se si vendicasse sul ragazzino – e, inoltre, per il fatto che, in virtù d’un’orribile esperienza quale lo stupro, qualsiasi carattere, anche quello degli immortali, cambia.

Note post-consegna:
Sapere che una fanfiction su questa coppia - che nessuno, fandom inglese o italiano che sia, ha mai trattato a parte me e Kuri Monaka in una doujinshi <3 - si è classificata tanto in alto, be', per me è una soddisfazione enorme, considerato che penso che questi due personaggi insieme siano davvero complessi da trattare - e, Dio, quanto mi fa brillare gli occhi, il Premio per la Trattazione dei Personaggi? Anche troppo *_*
Quanto alla "distanza dalla fanfiction" citata nel giudizio, ho una spiegazione: ho cercato di mantenermi il più possibile "estranea" alla vicenda, non tanto perché non mi piaceva quel che avevo scritto, quanto perché non volevo mostrare il profondo dolore di Grell o quello che Ciel si porta dentro pur nascondendolo, bensì il sogghigno sardonico di Sebastian impresso sulle loro carni - ectoplasmatiche o meno -, e quindi capisco che per "trattare lui in maniera indiretta", non so se mi spiego, la distanza dalla fanfiction sembri "disumana", dal momento che cercavo d'inquadrare il suo carattere privo d'emozioni nei confronti degli altri. Non so se è chiaro XD.
Voglio tanto bene a questa fanfiction e che si sia classificata terza su diciotto partecipanti è troppo, troppo bello.
Ringrazio dunque la giudice, la bannerista che ha creato dei banners meravigliosi <3, le altre partecipanti per aver condiviso la sfida e gli scleri pre-risultati, ed infine chi passerà a commentare. Inoltre, complimenti alle altre due podiste, Red Diablo e _Christine_
Chu.
  
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