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Autore: najaran    14/05/2010    7 recensioni
[A/R] Basta un pretesto, piccolo ed insignificante, per sviarci dalle nostre decisioni. [Season 03]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Syra, perché è una ragazza speciale.



Sic ego sine te nec tecum vivere possum
Et videor voti nescius esse miei.
[Ovidio, Amores, III, vv. 39-40]

Si mosse il più silenziosamente possibile, cercando di recuperare le scarpe nel buio della tenda, ma venne distratto da un leggero mormorio alle sue spalle seguito da un colpo di tosse.
Laura dormiva leggermente rannicchiata su un fianco con i capelli ricci sparsi sul cuscino. Prese una coperta dalla cassapanca e ve l'avvolse, certo che con quel razza di clima che si ritrovava New Caprica si sarebbe congelata nonostante fosse vestita di tutto punto. Non appena lei percepì inconsciamente il calore della lana grezza si arrotolò nella pesante coperta come in un bozzolo, mugolando soddisfatta.
Bill sorrise. "Eccolo l'ex-Presidente delle Dodici Colonie: una lumaca nel guscio". Abbottonò la giacca della divisa e uscì all'aria aperta. Che paesaggio desolante. Era trascorso quasi un anno dall'insediamento sul pianeta e la gente era costretta ancora a vivere di stenti in tende di plastica scura come quella da cui era appena uscito.
"Ammira il 'luminoso futuro' di Gaius Baltar?".
Non aveva certo bisogno di voltarsi per riconoscere quel tono burbero. "Salve, dottore" lo salutò, accendendosi un sigaro e porgendogli un fiammifero. Non lo preoccupava minimamente che Cottle lo avesse visto uscire alle cinque del mattino da quella tenda.
Fumarono in silenzio per qualche minuto uno di fianco all'altro, immersi nel torpore mattutino che avvolgeva l'accampamento. Si udivano solo sporadici rumori e qualche richiamo assonnato, segno che la gente cominciava a risvegliarsi. Adama lanciò via il sigaro consumato.
"Jack, io la saluto. Torno a bordo del Galactica" disse scrutando le minacciose nuvole grigie che oscuravano completamente il cielo di New Caprica. "Può farmi un favore? Più tardi passi a darle un'occhiata, ha una tosse che non mi piace".
"Come vuole Ammiraglio" assentì Cottle con un grugnito accendendosi un'altra sigaretta. Tirò una boccata di fumo e chiese alla sua schiena: "Si può sapere perché non si trasferisce quaggiù e basta?" – stessa domanda, praticamente ogni mattino, da un mese a questa parte. Sarebbe stata la cosa più sensata da fare dal momento che ogni due per tre Adama saliva su un Raptor e scendeva sul pianeta a far visita alla Roslin. Ed il dottor Cottle ormai non era l'unico ad aver intuito che c'era qualcosa di più tra quei due.
L'Ammiraglio scosse la testa mentre si allontanava. "Non posso abbandonare il Galactica" – stessa risposta, quasi una formula standard che aveva adottato.
La realtà? Quando era con Laura, le parlava, le dormiva accanto, si sentiva in pace con se stesso, era felice – che per i tempi che correvano era davvero una parola grossa. Ma non appena si allontanava da lei, la fede che si ostinava ancora a portare tornava a pesare come un macigno, così come quegli sciocchi sensi di colpa verso la defunta ex-moglie. Così non scendeva stabilmente a terra per non tradire Carolanne, ma ogni volta ritornava immancabilmente da Laura perché aveva bisogno della sua presenza. Gli tornarono alla mente le parole di un poeta antico che aveva studiato al Liceo:

"Così non riesco a vivere né con te né senza di te, e mi sembra di non sapere cosa voglio davvero".

Era patetico, doveva dare un taglio a quel frak di carosello una volta per tutte. Sarebbe rimasto a bordo del Galactica, scendendo solo il minimo indispensabile.
Forte di questa decisione, montò sul Raptor e richiuse il portello pressurizzato.


"Faccia dei respiri profondi" ordinò Cottle posandole sulla schiena lo stetoscopio ghiacciato. Ignorando le proteste borbottate della sua paziente, le ascoltò i polmoni per una manciata di secondi. "Ha solo un po' di catarro, nulla che non si possa curare con del banale sciroppo e una sciarpa. Può ricomporsi, signora maestra" concesse alla fine prendendo un'altra sigaretta.
"Dovrebbe fumare di meno, dottore" lo rimproverò Laura infagottandosi nuovamente nei suoi due maglioni. "E comunque sarà difficile anche trovare un 'banale sciroppo'. Posso sapere il motivo di questa visita inaspettata?". Non era rimasta particolarmente sorpresa nel risvegliarsi sola quella mattina, dopotutto Bill l'aveva già fatto altre volte, sparire senza dire una parola.
"Me l'ha chiesto l'Ammiraglio prima di tornare a bordo" comunicò lo scontroso dottore senza troppi giri di parole, ignorando a bella posta la sfumatura particolarmente rosata delle guance della Roslin.
"Capisco".
Cottle la seguì dall'altra parte della tenda, osservandola attentamente mentre sistemava matite e fogli di carta riciclata sui banchi della sua scuola improvvisata. I suoi movimenti erano calmi e precisi come al solito, pareva avere la certezza che di lì a qualche ora avrebbe rivisto il Vecchio, mentre lui stesso non ne era così sicuro.
"Io vado, non mi deve niente: è stato Adama a richiedere la mia consulenza e lui pagherà".
Laura rise guardandolo di sottecchi. "Suona quasi come una minaccia… Grazie Jack, arrivederla".
Uscendo, l'occhio gli cadde sulla cattedra di lei. Adama sarebbe tornato ancora una volta con un pretesto diverso. Consciamente o inconsciamente – chi poteva dirlo? – aveva lasciato lì i suoi occhiali.





14 maggio 2010

Ed eccola, la mia prima fan fiction su Battlestar Galactica, ambientata su New Caprica nel periodo precedente all’occupazione Cylon – fine della 2^ e inizio della 3^ stagione.
Ovviamente, non poteva che essere A/R. ♥ Li amo profondamente, sia presi singolarmente che in coppia sono due personaggi meravigliosi, caratterizzati ed interpretati (Mary McDonnell & Edward James Olmos) perfettamente. E sono incredibilmente da sbavo. *muore*
L’ispirazione è nata studiando gli “Amores” di Ovidio e, anche sapendo che quest’uomo non era esattamente il massimo del romanticismo, mi ha colpito molto in cui ha posto il famoso carme catulliano “odi et amo”… aggiungete a ciò la mia mente svalvolata e otterrete una fiction di questo genere. Meglio che mi tenga lontana dal Latino, eh?

Come al solito, commenti e/o critiche sono graditi. :>

Giulia <3
   
 
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