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Autore: shanna_b    14/05/2010    8 recensioni
Una semplice storia d'amore.
Ho iniziato a scrivere questa storia l'anno scorso a settembre (2009) e per tanto tempo è rimasta ferma, schiacciata da altre. Ogni tanto decido, quasi senza motivo, di terminarla e pubblicarla. E ogni volta mi fermo. Prima poi metterò la parola "Fine".
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Atto secondo

 

Jared, i capelli ossigenati raccolti a coda di cavallo, aveva fame. Incredibile ma vero, ogni tanto accadeva anche a lui di avere fame. “Si fa pausa pranzo?”, chiese allora a Tomo, seduto vicino al mixer ed intento ad accordare la sua Gibson.

Tomo annuì, scuotendo i lunghi capelli neri e chiedendo di rimando, l’occhio improvvisamente attento: “Sì. E dove si va?”

“Non si va da nessuna parte finchè TU…”, Shannon, spuntato dalla stanza accanto, indicò il loro chitarrista, “…non finisci di registrare quello che non hai finito ieri… e nemmeno stamattina, visto che sei appena arrivato!”

Tomo sbuffò, preso di sprovvista come uno scolaretto che non ha fatto per bene i compiti assegnati: “Mi sono preso a letto, la sveglia non ha suonato e siccome sono stanco ho dormito e…”

Shannon sogghignò, senza lasciarlo finire: “Sì sì, c’era Vicki da te, vero? Risparmiaci i particolari, va’… Tu e Tim state qui e finite. Io e Jared usciamo a prendere la pizza. Ho visto passando in auto che qui vicino, a un paio di isolati, c’è una pizzeria d’asporto. Che pizza volete?”

“Quella con tutto il possibile sopra…”, rispose Tim, spuntato da dietro una pila di scatoloni, visto che era solo da una settimana che erano lì, nello studio nuovo sulle colline di Los Angeles, e ne stavano ancora prendendo possesso. “E non come l’altra volta che mancavano le acciughe…”

Shannon alzò gli occhi al cielo e non volle nemmeno mettersi a ricordare che però mancavano SOLO quelle, a fronte di TUTTO il resto, e lasciò correre scuotendo la testa, mentre Jared scoppiava a ridere all’espressione del fratello e si alzava: “Tu, Tomo?”

“Uhm… Margherita gigante abbondante cipolla rossa e peperoni, direi… Non ho tanta fame.”

“Dovremmo vendere cinquecento milioni di CD per mantenere due affamati come voi…”, sghignazzò Jared, mettendosi la felpa,  gli occhiali da sole e avviandosi all’uscita. “Dai, Shannon, muoviti che ho fame…”

La pizzeria effettivamente distava meno di un chilometro dallo studio di registrazione ed i fratelli Leto ne approfittarono per fare una passeggiata discutendo su come arrangiare una canzone su cui erano particolarmente dubbiosi.

All’arrivo al negozio, su cui incombeva un’insegna ovviamente fatta a forma di pizza colante mozzarella, i due entrarono, si guardarono un attimo attorno e poi presero posto su due sgabelli attorno ad uno dei pochi tavolinetti alti, in attesa. Il negozio sembrava vuoto, non fosse che una leggera musica pervadeva l’aria, l’odore di pizza si spargeva per l’ambiente e qualche voce proveniva dal retrobottega.

Ma quando una ragazza uscì e prese posto alla cassa, gettando loro un’occhiata curiosa, Shannon esclamò, sorpreso: “Ehi! Ciao, Christine!”

Lei, con i capelli raccolti da una pinza, blue-jeans, magliettina nera attillata e un grembiule bianco con tante piccole pizze disegnate, ricambiò un sorriso sincero, spalancando gli occhi: “Shannon! Ciao!”, poi uscì da dietro il banco e si avviò verso di loro.

“Ma… ma lavori qui?”, chiese subito Shannon, alzandosi dallo sgabello e notando che Christine, con i sandali col tacco, era alta quanto lui.

“Sì! E tu… sei passato per caso?”

Già, per caso. Che coincidenza strana. “Sì! Abbiamo appena preso in affitto uno studio di registrazione proprio qui vicino e per i prossimi sei mesi!”

“Ma dai? Tu e il tuo gruppo? I 30 Seconds to Mars, giusto?”

“Sì, sì e… beh questo è mio fratello Jared, il nostro cantante, chitarrista, bassista se serve, autore di canzoni… insomma, il nostro tuttologo personale.”

La ragazza, ridendo divertita, strinse la mano di Jared, che nel frattempo aveva incenerito il fratello maggiore con lo sguardo, dicendo “Molto piacere.”, ma poi cominciò a passare gli occhi scuri da uno all’altro per un lungo momento per poi dire: “Uhm… fratelli?”

Jared la guardò subito male: “Non ci assomigliamo?”

“Uhm… N-no… direi di no. Ma… non vorrei essere scortese… scusate…”

Shannon fece spallucce: “Non preoccuparti, non sei l’unica che lo dice… E comunque quando eravamo più giovani ci assomigliavamo molto di più, poi siamo cambiati in modo diverso…”, concluse rapidamente, prima che il fratello cominciasse una qualche filippica delle sue.

Ma Jared non fece nemmeno in tempo a prendere fiato, né Christine a rispondere, che un sonoro “CHRISTINE! SONO PRONTE LE PIZZE!!!” si sentì gridare dalla cucina.

“Ops… Scusate, devo andare… la voce del pizzaiolo di Ade dall’oltretomba chiama!”, affermò la ragazza, sbarrando gli occhi spaventata, scherzando, e porgendo loro un foglietto preso da una tasca del grembiule: “Voi intanto compilate questa scheda con le pizze che volete, poi portate il foglio al bancone, OK?”

Shannon lo prese e lo allungò a Jared che cominciò a passare subito in rassegna la lista: “OK, grazie Christine.”

La ragazza estrasse anche una penna e la porse a Shannon: “Grazie a voi. Mettete anche il cognome e appena pronte le pizze vi chiamiamo.”

“OK.”

Christine si allontanò e Shannon la seguì con lo sguardo mentre entrava in cucina, mentre Jared, notando l’occhio molto interessato del fratello, chiese subito, guardandolo in viso e togliendogli la penna di mano: “Chi sarebbe?”

Shannon si accese una sigaretta ma non gli riusciva di staccare gli occhi dalla porta in cui era entrata Christine: “E’… è la motociclista di cui ti avevo detto l’altro giorno…”

“Aaaah sì… sì, mi ricordo! L’amichetta di Steve, quella che ti ha battuto con la moto…”

“Sì, proprio lei… Comunque non è l’amichetta di Steve; è una sua amica e basta, non ‘amichetta’… Carina e simpatica, vero?”

Anche Jared si girò verso la porta di uscita di Christine: “Uhm… adesso ho capito perché hai preso la sconfitta con tanta leggerezza e filosofia… bel corpo e bel sorriso, anche se non proprio giovane…” Jared si fermò un attimo: “Però…”

“‘Però’ cosa?”

“Beh a vederla non rientra in nessuna delle categorie di donne che frequenti di solito…”

Shannon si grattò la fronte: “Già.”

“Tu non hai mezze misure. O le ignori o opti per il genere ‘minorenne di bella presenza che te la dà all’ingrosso’...”

Il batterista scoppiò a ridere: “E invece tu no, vero?”

“No, io di solito ci vedo anche un background culturale…”

“Sì, sì… CUL-turale, vorrai dire… come no?”

Jared si mise a ridere, ma poi ritornò serio per dire “Lasciala perdere, quella…”

Shannon scosse la cenere della sigaretta, fumata a metà, nel posacenere: “E perché? Non me la voglio portare  a letto…”

“Appunto. Ti stai allontanando dai tuoi standard. E può essere pericoloso…”

L’uomo sbuffò: “Uhm… boh… però… è una con cui si può parlare un po’, non tenta di infilarmi le mani ogni momento nella patta dei pantaloni come certe troie…”

“Ma credevo ti piacesse quel genere…”

“I primi due minuti, sì… ma poi… boh… non so… E comunque sono anche agro di donne che mi fanno la dichiarazione d’amore eterno come certe echelon, anche senza conoscermi…”

Jared scoppiò a ridere, prima di cominciare a compilare il foglietto di richiesta pizze: “Ma se sono proprio quelle che comprano i nostri CD, tutto il merchandising possibile e vengono ai concerti, dovresti essere contento e ringraziare, invece...”

Shannon non rispose, ma si limitò a fissare Christine che, nel frattempo, era uscita dalla cucina e, sul bancone, inscatolava le pizze da consegnare ai clienti, parlando con il fattorino della pizzeria.

Christine.

Che in fondo gli piaceva e aveva una bellezza tutta sua, ma che non gli provocava pensieri particolarmente sensuali o osceni.

Che forse poteva considerare come sua sorella minore, magari quella che non aveva mai avuto.

Che non conosceva quasi per nulla e sulla quale si era fatto poche idee, anche se era stato divertente sentirla parlare di moto per ore con la banda di motociclisti.

Che ora si girava e gli sorrideva, mentre lui, strappato il foglio dalle mani di Jared, si avvicinava con l’ordine delle pizze e glielo porgeva ricambiando il sorriso.

‘Scopabili’ e ‘ignorabili’: queste erano le categorie in cui metteva tutte le donne, lui.

E lei?

Dov’era, Christine?

 









   
 
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