Nono Mese
Segnai
un altro giorno, sul calendario. Ero ormai giunta all’ultimo
mese di gravidanza
e mi sentivo serena e agitata al tempo stesso. Mancava davvero poco
alla
nascita della mia piccola e immaginavo continuamente il suo viso, le
sue piccole
mani, i suoi occhi…
Sospirai
con un sorriso e mi sedetti al tavolo della cucina, bevendo una tazza
di caffè.
Gettai un occhiata all’orologio appeso alla parete, poco
sopra la cappa della
cucina e vidi che mancava poco al risveglio di Robert. Quando era
libero non si
svegliava mai prima delle undici.
Oggi
l’avrei avuto finalmente tutto per me, dato che era riuscito
a prendersi una
pausa dal suo nuovo progetto. Era il giorno del suo compleanno e gli
avevo
preparato una piccola sorpresa. Lui mi aveva fatto promettere che
avremmo
passato la giornata insieme e senza nessun festeggiamento. Solo noi
due. Però
avevo incrociato le dita mentre recitavo la mia promessa e gli avevo
organizzato una piccola festa con i nostri amici più stretti
e con i nostri
genitori. Essendo a Los Angeles con me e non volendomi lasciare neanche
per un
momento aveva rinunciato ad andare a Londra dalla sua famiglia e
nonostante
fosse un bravo attore sapevo che gli dispiaceva molto.
L’idea
iniziale era di organizzare tutto a Londra, ma sarebbe stato molto
complicato
per me portare i nostri amici lì, ma soprattutto Rob non me
l’avrebbe mai
permesso.
La
data del parto era fissata tra due settimane, quindi dovevo stare
attenta e a
riposo.
Mi
sembrava impossibile che finalmente tra pochi giorni avrei potuto
vedere la mia
piccola Angel.
Posai
la mia tazza di caffè e mi alzai lentamente. Presi con
attenzione il piccolo
vassoio, con sopra poggiata la colazione che avevo preparato per Robert
e mi
diressi in camera da letto.
Lo
trovai naturalmente addormentato, con un braccio sopra gli occhi. Posai
il
vassoio sul letto, nella parte dove dormivo io, facendo in modo che non
si
rovesciasse e poi mi andai a sedere dall’altra sponda del
letto, accanto a
Robert.
Gli
accarezzai i capelli con una mano e lui tolse lentamente il braccio da
sopra il
viso e si girò di qualche grado per passarlo sotto al
cuscino. Quella visione
quasi mi tolse il respiro. Il suo viso era leggermente imbronciato e
una
leggera barba gli copriva la parte inferiore del viso.
Non
mi sarei mai abituata a tanta bellezza. Ancora mi stupivo come un
ragazzo così
bello e così dolce avesse scelto proprio me e la mia vita
difficile, invece di
qualcosa di più semplice e normale.
Presi
un bel respiro e gli carezzai una guancia, strofinando le dita sulla
sua barba.
Mi piaceva molto quel contatto. Robert si mosse ancora e poi sorrise
leggermente, aprendo gli occhi e coprendo la mia mano con la sua.
<<
Buongiorno Cucciola. >> disse con voce arrochita dal
sonno, mentre era intento
a stropicciarsi gli occhi come un bambino.
<<
Buongiorno Amore mio, tanti auguri! >>
Gli
cinsi il collo con le braccia e gli tempestai il viso di piccoli baci,
che lo
fecero ridacchiare, fin quando non mi fermai definitivamente sulle sue
labbra.
Ci baciammo lentamente per quelle che mi parvero ore, fin quando Robert
non
tuffò il viso tra i miei capelli e sospirò
più volte, stringendomi a lui.
<<
Questo si che è un bel risveglio! >> disse con
voce più sveglia.
Risi
e mi sollevai un po’, mentre lui faceva lo stesso,
appoggiandosi alla testiera
del letto. Nel fare quel movimento si accorse del vassoio e mi
lanciò uno
sguardo interrogativo.
<<
Lo sai che quando posso mi piace viziarti. Poi oggi sono a tua completa
disposizione, dato che è il tuo compleanno. >>
Il
mio fidanzato sorrise sornione e mi guardò con aria
maliziosa.
<<
E’ proprio a mia completa disposizione, signorina Stewart?
>>
Annuì
con la stessa espressione, fin quando non risi di nuovo e gli stampai
un bacio
sulle labbra. Afferrai il vassoio e sempre con attenzione lo posizionai
sulle
sue gambe.
<<
Beh, questo vuol dire che anche lei è a mia completa
disposizione, Signor
Pattinson. >>
Lui
rise sotto i baffi, mentre finiva di bere il suo caffè.
<<
Lo sono sempre, mia dolcissima musa. >>
<<
Tu sei proprio un adulatore. >> pronunciai, facendolo
ridere.
Aspettai
che finisse la sua colazione e poi feci per portare di nuovo in cucina
il
vassoio, ma lui me lo impedì e lo mise a terra. Mi prese per
i fianchi e mi
fece sedere sulle sue gambe, con molta attenzione per la mia pancia.
Poggiò una
mano su di essa mentre io mi accoccolavo sul suo petto e nascondevo il
viso sul
suo collo.
Mi
beai del suo profumo, che avrei riconosciuto tra mille e mi rilassai
sentendo
il calore della sua pelle.
<<
Amore come ti senti oggi? Tra poco vedremo la nostra Angel.
>>
Sospirai
deliziata dalle sue parole. Adoravo il modo in cui diceva che Angel era
sua,
nonostante tutto.
<<
Sì e sono molto agitata. >>
Lui
mi strinse più forte e mi baciò i capelli.
<<
Sei preoccupata per il parto? >>
Come
faceva ad essere così dolce e gentile? Alzai il viso verso
di lui e gli lasciai
un bacio sul mento.
<<
Un po’, ma sarà una cosa naturale e poi ho te
vicino, quindi andrà tutto bene.
>>
Mi
guardò con il suo sorriso speciale e mi accarezzò
la fronte e le guance con una
mano. Ci fissammo per lungo tempo, fin quando il mio cellulare non
cominciò a
suonare. Robert si allungò sul comodino e fece per
rispondere ma io fui veloce
nel levarglielo dalle mani e rispondere.
<<
Pronto? >>
Come
mi aspettavo era Ashley e anche se tutti sapevano di non dover dire
nulla al
mio fidanzato riguardo alla sua festa, non volevo rischiare. Per cui
sorrisi al
suo sguardo interrogativo e gli accarezzai il viso.
<<
Si, certo. Va benissimo ciò che stai facendo, mi fido
assolutamente! Allora vengo
per il solito orario? Perfetto! Sei un amica fantastica Ash! A dopo.
>>
Chiusi
il cellulare e lo buttai sul letto mentre mi stiracchiavo come una
gatta.
<<
Amore? >>
<<
Sì? >>
Sorridemmo
entrambi. Spesso lo chiamavo così solo per sentire la sua
voce rispondermi. Mi
piaceva avere la sua attenzione.
Mi
baciò il naso e si alzò.
<<
Senti Rob, più tardi devo andare da Ashley perché
mi ha fatto il favore di
comprarmi delle cose che mi servivano assolutamente per la bambina.
Purtroppo
mia madre non ha potuto e io non volevo arrivare all’ultimo
momento. Il parto è
tra due settimane ma non si sa mai! >>
<<
Certo tesoro, ti accompagno. >>
Mi
alzai anch’io e dopo aver posato il vassoio in cucina e aver
sistemato la
camera da letto, mentre lui si faceva una doccia, presi
dall’armadio il mio
regalo. Glielo volevo dare prima anche perché portarmelo
senza destargli
sospetti sarebbe stato impossibile. Fortuna che avevamo due parti
separate
dell’armadio perché non avrei potuto nascondere
una chitarra come se niente
fosse! Gli avevo regalato una chitarra vintage che lui cercava da
diversi anni.
La tenevo d’occhio da diverso tempo e grazie a un amico di
mio fratello ero
riuscita ad averla e la tenevo per questa importante occasione.
Dovetti
sforzarmi per non ridere quando un giorno era tornato a casa con
l’umore a
terra dicendomi che la sua chitarra vintage era stata acquistata da
qualcuno e
che non c’era più in giro. Per tutta la sera si
era lamentato del fatto che lui
non era riuscito a capire dove si trovasse e chi l’avesse
mentre chi l’aveva
comprata se la stava godendo in pace. Era veramente dispiaciuto e io mi
dovetti
trattenere nel non dargliela subito. Chissà che faccia
avrebbe fatto quando tra
poco avrebbe scoperto che ero io la persona da lui tanto maledetta
quella sera!
Fortuna che ero un attrice e mi ero dimostrata più
dispiaciuta di lui!
Posizionai
la chitarra incartata in modo da non far capire subito
cos’era dalla sua forma,
sul letto e aspettai che uscisse dal bagno. Pochi minuti dopo accadde e
io
dovetti respirare più volte per riuscire a sopportare la
vista di Robert con il
corpo umido, con solo uno striminzito asciugamano attorno alla vita.
Osservai
ipnotizzata il movimento della sua mano mentre frizionava i capelli con
un
asciugamano.
Mi
guardò malizioso e si avvicinò a me,
abbracciandomi.
<<
Sono onorato del tuo sguardo. >>
Lo
guardai interrogativa.
<<
Mi osservi come se fossi un gelato da… >>
<<
Robert!!! >> lo bloccai prima che riuscisse a finire la
frase.
Lui
rise e mi scombinò i capelli mentre portava il suo sguardo
verso l’oggetto
ingombrante che si trovava sul nostro letto.
<<
E quello? >>
Sorrisi
e gli feci cenno di aprirlo.
<<
E’ tuo. >>
Mi
lanciò uno sguardo di rimprovero e si sedette, iniziando a
strappare la carta.
<<
Amore ti avevo detto di non fare nulla. >>
<<
E io naturalmente non ti ho dato ascolto. >>
Lui
sorrise ma continuò nella sua opera. Mi guardò
curioso e io lo aiutai a
scartare il suo regalo. Era pieno di carta e cellofan per non far
capire di
cosa si trattasse ma quando Robert vide la custodia della chitarra e di
conseguenza la sua forma, si fermò a guardarmi
impressionato. Scartò più
velocemente la carta facendomi ridere e infine liberò la
custodia. Quando
l’aprii rimasi quasi abbagliata dal suo sorriso.
<<
Amore mio! >>
Mi
abbracciò di slancio sempre facendo attenzione alla mia
pancia ormai di grandi
dimensioni e mi baciò più volte.
<<
Vita mia è bellissima, ma sei matta? Dove l’hai
trovata? >>
<<
Segreto. L’importante è che tu sia contento.
>>
<<
Contento è troppo poco. Ti Amo Kris. >>
Continuò
a baciarmi e accarezzarmi per molto tempo, fin quando non mi
lasciò e cominciò
a vestirsi. Io tolsi tutta quella carta dal letto e la buttai nel
cestino in
cucina. Quando tornai lo trovai in piedi mentre studiava i particolari
della
sua chitarra.
Aveva
il colletto della camicia messo male, sicuramente per la fretta di
mettere mano
al suo regalo, proprio come un bimbo davanti a un nuovo giocattolo. Mi
avvicinai a lui e lo sistemai. Lui ne approfittò per darmi
un ennesimo bacio e
io risi rilassata.
<<
Non finirò mai di ringraziarti. >>
<<
No Rob, sono io che non smetterò mai di ringraziare te.
>>
Lui
posò la chitarra a un lato della stanza e tornò
da me, stringendomi tra le sue
braccia.
<<
Smettila di dire queste cose. Sei la mia vita, come te lo devo dire?
>>
Sospirai
e lo abbracciai, felice. In quel momento sentii Angel scalciare ed
essendo
abbracciata a lui, anche Robert se ne accorse.
<<
Ehi piccolina, hai fretta di uscire? >> disse alla mia
pancia.
<<
Mi sa di si. Sai ultimamente mi sento un po’ strana, ma penso
sia perché sta
per nascere. >>
Lui
mi guardò con un cipiglio.
<<
In che senso ti senti strana? >>
Io
mi sedetti sul letto e mi accarezzai la pancia, sentendo ancora Angel
scalciare.
<<
Stai tranquillo amore, ho parlato con la dottoressa e mi ha detto che
essendo
vicina al parto è normale sentire la bambina muoversi di
più. Però mi sembra di
avvertire sempre qualche contrazione in più. >>
Ripensai
alle parole della dottoressa, quando mi disse che ancora mancavano due
settimane al parto e una strana sensazione mi avvolse. In certi momenti
mi
sembrava che le contrazioni fossero più forti e frequenti ma
se lei diceva
così, significava che non era ancora il momento. In fondo
questa era la mia
prima gravidanza per cui non riuscivo a capire appieno i sintomi.
<<
Kristen, sei preoccupata. >>
Non
era una domanda e io lo osservai per qualche minuto.
<<
Vuoi che ti porti in ospedale? >>
<<
No, non c’è ne bisogno. Adesso sto bene.
>>
<<
Se senti che c’è qualcosa che non va dimmelo
subito, piccola. >>
<<
Certo. >>
Gli
sorrisi e si sedette accanto a me e mi accarezzò la schiena
lentamente. Mi
tranquillizzai e dopo mi diressi in cucina per preparare i suoi piatti
preferiti. Lui non voleva farmi stancare ma io ci tenevo,
così non sentii
storie. Avvertii ancora qualche calcio da parte di mia figlia ma sapevo
che era
presto così mi imposi calma.
Durante
il pomeriggio sembrava che mi sentissi meglio e nonostante tutti i miei
propositi mi addormentai per qualche ora. Quando mi risvegliai vidi
Robert che
suonava qualcosa con la sua chitarra.
<<
Amore come ti senti? >>
<<
Bene, scusa se mi sono addormentata. >>
Lui
mi guardò esasperato e mi diede un colpetto sul naso.
<<
Oggi voglio solo passare una giornata con te e vederti dormire
è la cosa più
dolce che io possa osservare. >>
Gli
sorrisi e pensai
che non c’era fine alla
dolcezza di questo ragazzo. Si poteva essere più fortunate?
Una
lieve fitta mi sorprese e quando Rob mi stava per dire qualcosa io lo
presi per
mano per farlo alzare.
<<
Ricordi che mi dovevi accompagnare? >>
Lui
annuii e io andai in bagno per prepararmi. Indossai un abito semplice
ma
dovendo rinunciare alle mie decolté indossai un paio di
stivaletti comodi. Mi
truccai leggermente e raggiunsi Robert che armeggiava con il cellulare.
<<
I miei genitori e le mie sorelle mi hanno mandato gli auguri. Mi
dispiace non
poterli vedere ma stare con te ha la priorità assoluta.
>>
Mi
intristii alle sue parole. Rinunciava a tanto per me eppure non mi
faceva
pesare nulla e mi trattava come una regina. Poche donne potevano dire
di avere
la mia stessa fortuna, specie nella mia situazione.
<<
Sei il miglior fidanzato che una donna possa avere e un papà
incredibile.
>>
Sorrise
alle mie parole e dopo aver preso le chiavi della macchina mi raggiunse
e mi
prese per mano. Il viaggio in macchina durò una buona
mezz’ora a causa del
traffico, ma a quell’ora del pomeriggio a Los Angeles era
normale.
Quando
scendemmo dalla macchina per raggiungere la casa di Ashley mi sentii
pervadere
da una strana ansia. Sperai che tutto fosse pronto ed eravamo in
perfetto
orario. Strinsi più forte la sua mano e suonai alla porta.
Sentii vari rumori
provenire dall’interno e poi qualche secondo di silenzio
improvviso. Robert
stava per suonare di nuovo, ma la porta si aprii e un Ashley trafelata
e ansante
ci apparve davanti. Si rimise a posto un ciuffo scompigliato di capelli
e mi
fulminò con lo sguardo per poi sorridere amabilmente a
Robert.
Quella
ragazza a volte mi faceva paura. Che fossi arrivata troppo presto?
Eppure
l’orario era quello stabilito!
<<
Auguri Robert! Che bello vedervi, non vi aspettavo così presto
>> disse
guardandomi dopo aver sottolineato l’ultima parola.
<<
Mi sembra di essere in perfetto
orario, Ash. >>
sottolineai quel perfetto per farmi intendere da lei.
Ci
sorridemmo ma poi lei si allungò verso il braccio di Robert
e mi portò il suo
orologio davanti agli occhi.
<<
Che ore sono signorina? >>
Vidi
con orrore che in effetti mancavano venti minuti
all’appuntamento.
Evidentemente l’orologio di casa mia andava indietro
oppure…
Oppure
quella volta che avevo mandato indietro l’orologio per
evitare che Robert
uscisse troppo presto, qualche giorno prima, mi ero dimenticata di
rimetterlo a
posto.
Robert
aveva scoperto di questa cosa e io feci la finta tonta fin quando lui
non mi
fece notare il suo orologio! Beh, una donna incinta per giunta avrebbe
fatto
qualsiasi cosa pur di stare un po’ di più con il
suo fidanzato, no?
<<
Amore mi sa che ti sei dimenticata di mettere a posto
l’orologio della cucina.
>>
Gli
detti una gomitata e riportai lo sguardo su Ashley, dispiaciuta. Lei mi
strizzò
l’occhio e ci fece cenno di entrare.
<<
Fortuna che io sono sempre preparata! >>
Quando
passai le lasciai un bacio sulla guancia, riconoscente e portai Robert
al
salone, come stabilito. Delle grida di giubilo ci sorpresero e Robert
capita la
situazione mi guardò con rimprovero anche se un sorriso gli
incurvava appena le
labbra.
<<
Questa me la paghi Kristen. >>
Subito
dopo mi fu strappato via da Kellan e Jackson. Mi avvicinai ai miei
genitori che
mi domandarono continuamente come stavo e se andava tutto bene per poi
andare a
salutare Robert, stretto in un abbraccio collettivo con i suoi genitori
e le
sue sorelle. Ero emozionata nell’osservarli, erano davvero
una famiglia unita e
Robert era dolcissimo con i suoi parenti.
Quando
tornò da me mi avvolse in un abbraccio, ringraziandomi per
quella sorpresa.
Come se c’è ne fosse bisogno! Era niente in
confronto a tutto ciò che lui
faceva per me ogni giorno.
Mi
rilassai anch’io e mi sedetti su una sedia, nel terrazzo
della casa di Ashley.
Era davvero molto bella e c’era una piscina molto grande dove
Kellan e Jackson
si divertivano a lanciare schizzi ai presenti.
Risi
quando vidi Kellan infastidire con una pistola ad acqua Ashley e Nikky,
sedute
vicino a me. Grazie alla mia condizione e alle minacce di Robert ero
immune
agli attacchi dello zio orso. Potevo stare seduta e godermi in tutta
tranquillità la festa di Robert, attorniata da amici e
parenti.
Gli
ultimi mesi erano passati in un lampo e grazie alle cure e
all’amore di Robert
non avevo avuto grossi problemi con la gravidanza, la bambina era sana
e forte
e tra meno di due settimane l’avrei tenuta tra le braccia.
Non ero troppo in
ansia per il parto e il travaglio, quello era un problema secondario,
il mio
unico pensiero era il viso della mia bambina, a come sarebbe stato. Tra
noi due
il più ansioso era Robert.
Angel…
il nostro piccolo angelo, il centro della nostra vita.
Avevo
sempre sentito dire che un figlio ti cambiava la vita e solo adesso
riuscivo
veramente a capire il senso di quelle parole. Osservai Robert mostrare
orgoglioso a suo padre e a Tom l’ultima ecografia della sua
piccola.
Mi
accarezzai la pancia dove la bambina aveva scalciato ancora una volta,
togliendomi il fiato. Decisi di alzarmi per sgranchirmi un
po’ le gambe, ma
quando scesi quei pochi gradini che conducevano in piscina una
contrazione
fortissima mi piegò in due dal dolore.
<<
Kristen! >>
L’urlo
di Robert mi giunse da lontano, il dolore fortissimo mi impediva di
parlare. Lo
sentii stringermi la mano e abbracciarmi. Tremava. La contrazione era
passata,
il respiro stava tornando regolare, così alzai lo sguardo su
Robert per dirgli
che stavo bene ma lui non mi guardava, fissava il pavimento o meglio
quella
piccola pozza d’acqua che si stava formando attorno a me.
<<
Robert la bambina sta per nascere, dobbiamo portarla in ospedale.
>> gli
disse sua madre, toccandogli una spalla. Quando capii il senso di
quelle
parole, l’ansia mi assalì.
<<
Non è il momento, è troppo presto.
>> dissi aggrappandomi alla sua
maglietta.
<<
Amore non agitarti, non ti fa bene . Pensa alla nostra bambina, tra
poco sarà
qui con noi. >> mi disse con gli occhi lucidi,
stringendomi a sé.
Tutto
quello che successe dopo fu un susseguirsi di eventi così
veloci che non mi
accorsi bene di cosa stava succedendo: la corsa in ospedale, le mie
urla dovute
alle fortissime contrazioni, le maledizioni verso mio fratello quando
sbagliò
strada! Tutto era molto confuso.
Robert
mi stette accanto per tutto il tempo, stringendomi la mano e
accarezzandomi la
fronte. I dolori furono molto forti, ma tutto questo venne dimenticato
quando
mi misero tra le braccia la mia bambina. Le sue dolci urla che si
placarono
quando la strinsi a me.
Mi
ricorderò per sempre la sua espressione quando la prese per
la prima volta in
braccio.
<<
Questo è il più bel regalo di compleanno della
mia vita. >> Sussurrò per
poi posarmi un dolce bacio sulle labbra.
<<
Ciao amore della mamma, finalmente ci conosciamo. >>
dissi alla mia
piccola stringendola a me.
Robert
era andato a chiamare parenti ed amici per fargli conoscere la nostra
principessa. Osservai mia figlia fin nei minimi particolari. Era
davvero un
angelo. I suoi occhi erano tra il verde e l’azzurro, un
nasino all’insù che
sembrava essere come il mio, così come le labbra. Aveva dei
lineamenti delicati
e perfetti.
<<
Disturbiamo? Qui c’è un sacco di gente che vuole
conoscere un piccolo angelo.
>> disse Robert, aprendo la porta con un sorriso. Dietro
di lui c’erano
proprio tutti e con un cenno li invitai ad entrare.
Per
poco non mi misi a ridere quando vidi le due nonne entrare per mano e
avvicinarsi al mio letto. Osservarono la mia piccola per lunghi ed
intensi
minuti con le lacrime agli occhi.
<<
E’ la bambina più bella che abbia mai visto.
>> disse mia madre
abbracciandomi per poi baciare la fronte di Angel.
<<
Mi sembra di rivivere una scena di venticinque anni fa. Robert questa
bambina è
identica a te. >>
A
quelle parole sia io che Robert guardammo sua madre e io portai lo
sguardo di
nuovo su mia figlia. La forma del viso e i suoi lineamenti
effettivamente
sembravano richiamare quelli di Robert, soprattutto gli occhi, ma mi
ero detta
che era tutto frutto del mio desiderio che Angel fosse davvero figlia
sua.
<<
Chissà se ha anche la voglia dei Pattinson. Posso
controllare un attimo?
>> continuò ancora, osservandomi in attesa di
una risposta.
Mi
scambiai uno sguardo con Robert che mi guardava con uno sguardo
indecifrabile,
dietro sua madre.
<<
Mamma è impossibile che abbia la voglia. >>
disse, quando vide che sua
madre stava levando la tutina alla bambina con gesti esperti.
<<
Quale voglia? >> dissi osservando lo sguardo scocciato di
Robert.
<<
La voglia dei Pattinson, come la chiamo io. C’è
l’hanno tutti nella coscia
destra, c’è l’ha mio marito,
c’è l’hanno i miei figli e…
c’è l’ha anche tua
figlia. Avevo ragione! La vedi? E’ questa qui!
>>
Mi
indicò una macchia un po’ più scura
sulla coscia destra della mia bambina.
Incredula osservavo mia figlia, che sgambettava felice nella sua
copertina e
poi Robert che guardava stupito e affascinato quella piccola voglia,
che aveva
cambiato in pochi secondi tutta la nostra vita.
Com’è
possibile che Angel avesse la voglia? Questo voleva dire che Robert
era… oddio
Robert era.
<<
Mamma ha ragione Robert, la piccola ti assomiglia come una goccia
d’acqua.
>> disse Victoria, osservando la nipotina dalla spalla
del fratello.
Non
prestavo attenzione a ciò che mi succedeva attorno. Lasciai
la piccola alle
cure della nonna e cercai Robert con lo sguardo. Ci fissammo per lunghi
minuti
in silenzio, fin quando non mi sorrise e mi ritrovai tra le sue
braccia.
Ripeteva il mio nome continuamente tra le lacrime e i singhiozzi fin
quando non
mi sciolsi anch’io in un pianto a dirotto.
<<
Kris, Angel è… Angel è…
oddio è possibile che io sia suo padre? >>
disse
con un filo di voce.
<<
Anche tu hai la voglia? >> gli chiesi accarezzandogli il
viso. Mi rispose
con un cenno del capo per poi scoppiare a ridere nervosamente.
Guardò per un
attimo mio padre che aveva la bambina in braccio e poi si
avvicinò al mio
orecchio per sussurrarmi qualcosa che sentissi solo io.
<<
Dobbiamo fare il test, voglio chiarire questo dubbio una volta per
tutte.
>> mi disse stringendomi la mano.
<<
Magari la dottoressa ha sbagliato la data, è
l’unica spiegazione e il test ci
aiuterà a capire >> gli risposi
accarezzandogli il viso.
Lui
mi diede un piccolo bacio e poi lo vidi avvicinarsi a mio padre per
prendere
Angel. Lo vidi sorridergli e parlargli dolcemente mentre tornava da me.
<<
Non potete immaginare quanto vi amo. Tutte e due. >>
Stavo
per rispondergli quando Kellan entrò correndo nella stanza e
per poco non
travolse Jackson che era vicino all’entrata.
<<
Dov’è la mia nipotina? >> disse con
il fiatone, guardando tutti i
presenti.
Appena
ci vide nel letto mi fece l’occhiolino. Un attimo dopo, come
per magia, un
enorme panda si materializzò dietro la porta. Incredula
guardavo quell’enorme
pupazzo che a fatica passava dalla porta, dietro di lui il viso di
Taylor,
arrossato dallo sforzo.
<<
Kel, ma non ti sembra un po’ troppo grande? >>
disse Robert con un
sorriso, riferendosi al panda.
<<
Volevo il meglio per la mia nipotina. Preferivo l’orso ma non
c’era. >>
disse avvicinandosi al letto e tendendo le braccia per afferrare la
piccola.
<<
Ma come siamo belle! Ciao Signorina, io sono lo zio Kellan, quello
più bello e
più forte. >>
Un
coro di proteste si levò alle sue parole.
<<
Non prenderli in considerazione, sono solo degli invidiosi. Mio Dio
Robert, hai
voluto fare tua figlia a tua immagine e somiglianza? Però il
naso è della
mamma, meno male! >> disse osservando attentamente Angel.
<<
Vi siete dati da fare alla grande il giorno della festa. Anche se
eravate
ubriachi fradici tutti e due avete fatto un capolavoro. E’
una bambina
stupenda. Un Angelo di nome e di fatto. >> disse
restituendoci la
bambina.
<<
Ma di cosa stai parlando? Di che festa parli? >> gli
domandò serio
Robert, dando voce ai miei pensieri.
<<
Sto parlando della festa a casa di Nikky, quando ti abbiamo fatto
quello
scherzo sulla terrazza e ti abbiamo legato alla sedia, in mutande.
>>
disse ridendo come un cretino.
Sentendo
quelle parole mi si strinse il cuore, non era un bel ricordo.
<<
Come sai che la bambina è stata concepita a quella festa?
>> domandò
ancora una volta il mio fidanzato. Era ansioso, proprio come me.
<<
Basta fare due calcoli, vi abbiamo trovato a letto insieme e dopo nove
mesi il
frutto di quella notte c’è l’hai tra le
braccia. Non abbiamo interrotto nulla,
eravate addormentati quando siamo arrivati. Fortuna che eri
già in mutande,
avevo perso contro questi due >> disse indicando Jackson
e Taylor, dietro
di lui.
<<
Toccava a me spogliarti e sinceramente non sei il mio tipo!
>> continuò.
Quelle
parole cancellarono in un secondo tutto il dolore che avevo provato
quando
pensavo che la bambina non fosse di Robert.
Non
ci sarebbe più stato bisogno di fare il test. Robert era il
padre biologico di
Angel non c’era più alcun dubbio. Per colpa
dell’alcool avevamo sofferto per
mesi, ma nonostante tutto e grazie all’amore di Robert unito
con la sua
testardaggine eravamo qui, con il nostro miracolo.
Una
felicità incontrollabile si fece largo dentro di me.
<<
Ti amo Robert. >>
Il
suono della mia voce interruppe i suoi pensieri e in un attimo mi
ritrovai le
sue labbra sulle mie. Fu un bacio carico di tutte le emozioni che
avevamo
vissuto in questo giorno indimenticabile per noi.
<<
Ti amo anch’io >> disse dandomi un bacio sul
naso e stringendomi sé, in
un abbraccio carico d’amore.
Non
riuscivo ancora a credere a ciò che era successo quel
giorno. Non mi aspettavo
che succedesse tutto questo: la nascita prematura di Angel, la scoperta
che
Robert era suo padre… perché lo era davvero
ormai, anche se era ancora
difficile crederlo. Ma se Kellan ci aveva trovati in quel modo non
potevano
esserci ancora dei dubbi.
La
mezz’ora successiva passò tra le visite di amici e
altri parenti e dovemmo
chiamare qualcuno del servizio d’ordine quando un paparazzo
riuscì ad entrare
nel reparto.
A
un certo punto arrivò un infermiera per prendere la bambina
e farle fare il
bagnetto. L’avrebbe riportata per la prossima poppata.
Avvertì anche che
l’orario di visite era finito e che poteva rimanere solo il
papà. Pian piano le
persone se ne andarono e rimanemmo soli. Quando anche
l’ultima persona se ne
andò Robert si appoggiò alla porta, sospirando.
<<
Questa giornata la ricorderò per tutta la vita
>> disse con un sorriso,
avvicinandosi piano a me.
Aveva
una nuova luce negli occhi, da quando avevamo scoperto la
verità, rendendoli
ancora più belli. Rimasi incantata a guardarlo. Robert si
sedette sul letto,
accanto a me e mi abbracciò forte. Sentivo il suo respiro
caldo tra i capelli.
<<
Non ci sono parole per ringraziarti per tutto quello che mi hai dato
oggi
Kristen. >>
Non
risposi ed entrammo rimanemmo in quella posizione a goderci quel
momento.
<<
Robert ti ricordi qualcosa di quella notte? >> chiesi con
un filo di
voce.
Lui
mi spostò da sé e mi mise le mani sulle spalle
per guardarmi bene negli occhi.
<<
Ad essere sincero ho sempre sentito mia questa bambina, non solo per il
bisogno
di starti accanto. Avrei amato incondizionatamente tutto ciò
che era tuo, di
conseguenza anche Angel se non fosse stata mia figlia, ma era qualcosa
che non
sapevo spiegarmi… che sentivo con grande forza dentro di me.
>>
Gli
sorrisi, anche se stancamente. Tutta quella storia mi aveva lasciato
perplessa.
Stavo per dire qualcosa quando sentimmo bussare alla porta. Sorrisi
alla vista
della mia piccola in braccio a quella che sembrava essere un medico,
supposi
una pediatra, e dietro di lei il medico che mi aveva fatto partorire.
<<
Qui c’è una bella pupa che chiede di voi!
>>
Robert
si alzò con un sorriso, prese Angel dalle braccia della
dottoressa e la portò a
me.
<<
Come si sente Signorina Stewart? >> mi chiese il medico
<<
Bene, credo. >> risposi alzando il viso verso di lui,
ricevendo una carezza
sul capo da parte di Robert.
<<
Certo, dovrà riprendersi, ma mi sembra che il suo fisico
abbia reagito
abbastanza a bene. Abbiamo fatto un controllo dettagliato della bambina
e non
sembra affatto una nascita prematura. Due settimane però non
sono poche come
anticipo, di conseguenza riteniamo che la data prefissata dalla sua
ginecologa
era errata. >>
Io
e Robert ci scambiammo uno sguardo significativo. Pensai alle parole
che mi
aveva appena detto il dottore e all’improvviso sgranai gli
occhi. Facendo due calcoli,
se la bambina non era nata prematuramente e la ginecologa aveva
sbagliato la
data, le due settimane di anticipo non ci sarebbero mai dovute essere.
Tutto
questo significava che Angel era stata concepita due settimane prima di
quella
notte, di cui non ricordavo nulla.
Dopo
tutto quello che ci aveva detto Kellan, avevo la certezza che io e
Robert
avevamo passato la notte insieme e quindi eravamo in ogni caso i
genitori di
Angel, ma sapere che l’avevamo concepita in una notte
speciale come quella che
avevamo passato due settimane prima era qualcosa di meraviglioso.
Volevo
ricordare la notte in cui io e Robert avevamo dato alla luce il frutto
del
nostro amore.
Io
e Robert avevamo, per la prima volta, lasciato spazio ai nostri veri
sentimenti
e avevamo condiviso una notte indimenticabile. Eravamo perfettamente
lucidi e
ricordavo ogni cosa, così come Robert a giudicare dal modo
in cui mi stava
guardando. Aveva di sicuro fatto i miei stessi ragionamenti, i suoi
occhi erano
lucidi e splendevano di una luce particolare.
I
medici, dopo averci dato qualche raccomandazione su Angel, se ne
andarono con
la promessa di tornare qualche ora dopo. Rimanemmo da soli e in
silenzio
guardammo la nostra bambina.
<<
Pensi anche tu a quello che sto pensando io? >> mi chiese
in un sussurro.
<<
Sì, se pensi alla nostra prima notte insieme.
>>
<<
La stessa in cui abbiamo dato vita al nostro piccolo Angelo?
>>
Il
mio sguardo valse più di mille parole e lui mi strinse a se,
baciandomi con
dolcezza. Non seppi quanto tempo passammo in quella posizione, fin
quando non
sentii qualcosa di umido sulla mia guancia. Mi allontanai piano da
Robert e mi
si strinse il cuore quando vidi che aveva il viso bagnato dalle
lacrime. Gliele
asciugai con le dita mentre sentivo anche i miei riempirsi di lacrime.
Non
seppi cosa dire e Robert mi baciò le mani più
volte per poi prendere Angel in
braccio, cullandola.
La
piccola era sveglia e si lamentava sommessamente. Robert con un dito
giocava
con la sua manina e Angel lo fissava, con i suoi grandi occhi verde
acqua. Era
proprio l’unione di entrambi, sia nei lineamenti che nel
colore degli occhi,
tuttavia era vero assomigliava tantissimo a Robert.
Sorrisi
e sospirai serena nel guardarli.
<<
Mia figlia… la mia piccola Angel. >> sentii
sussurrare dal mio fidanzato.
Doveva
essere un emozione incredibile per lui aver scoperto che Angel era
davvero sua
figlia, come lo era per me. Mi aveva amato in maniera indiscussa
nonostante
all’inizio credessimo che non fosse sua figlia e mi era stato
accanto nei
momenti buoni e in quelli cattivi. Aveva sopportato ogni cosa e aveva
rispettato la mia condizione. Era tutto ciò che avrei potuto
desiderare.
Rappresentava insieme a mia figlia tutta la mia vita.
Si
avvicinò a me, mentre teneva Angel accoccolata sulla sua
spalla, mentre con la
mano libera le teneva la piccola testa. Era davvero una visione
guardarli.
Si
sedette accanto a me e dopo avermi dato la piccola, mi
abbracciò, circondando
così sia me che Angel.
<<
Ti Amo Kristen… Vi amo, siete il regalo più bello
che la vita potesse darmi.
>>
<<
Ti Amo anch’io. >> dissi,guardandolo
intensamente per poi appoggiarmi
alla sua spalla.
Restammo
in quella posizione, per molti secondi, minuti o forse ore, fin quando
entrambi
non abbassammo lo sguardo sulla piccola Angel che ora dormiva
placidamente tra
di noi. Robert mi strinse più forte e io mi addormentai
serena tra le braccia
dell’uomo che amavo e con il nostro piccolo Angelo.
******************************************************
Ciao
a tutti!
Il
ritardo con cui sto postando è dovuto soprattutto alla
notevole difficoltà che
mi ha dato scrivere questo capitolo. Una parte, la seconda, era stata
già
scritta dalla mia co-autrice, ovvero lisepotter, quindi ho dovuto unire
la mia
e la sua parte!
Come
sempre vi ringrazio per avermi seguito e spero lo farete ancora per
l’epilogo
di Angel!
E’
comunque un emozione essere arrivata fin qui! Angel è
finalmente nata e come
molti pensavano è figlia di Robert! Potevo fare
diversamente?!!!
Nell’epilogo
ci sarà anche il loro matrimonio, quindi spero di ritrovarvi
tutti per l’ultima
volta!
Rispondo
per l’ultima volta alle vostre recensione e spero di
ritrovarvi per l’epilogo
che ho pensato di scrivere per voi!
Nessie93:
Ciao
nessie! Sono sempre molto contenta delle tue recensioni,
nell’epilogo si vedrà
il loro matrimonio, mentre che mi dici di questo ultimo capitolo?
Grazie di
tutto, un bacio ciao^^
Midnightsummerdreams:
Ciao Carla! ( oddio spero di non aver
sbagliato nome xD) Beh sono felicissima che il capitolo ti sia piaciuto
e spero
di non averti deluso con questo capitolo. Angel è sempre
stata di Robert e ho
fatto un po’ come pollicino… lasciando molliche in
giro… ehehe… alla fine era
davvero sua figlia. Spero di trovarti anche per l’epilogo, un
bacio ciao^^
Ledyang:
Ciao
tesoro! Ehhh, che strano… sai credevo che tu avessi chiesto
di aspettare almeno
un mese, poi rileggendo adesso mi sono accorta che non era cosi ma il
contrario
* risata sadica * scherzo!!! Cercavo un modo per sfuggire alle mie
colpe, eheh.
Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere e grazie per avermi
seguito e per
avermi dato il tuo supporto, un bacione ciao!
Serve:
Ciao
cara^^ Beh non stavano propriamente insieme ma erano innamorati quindi
lei
comunque si sente di averlo tradito. Robert è stato davvero
un uomo, a tutti
gli effetti, nel senso che molti se ne fregano e abbandonano le loro
responsabilità e Robert pure non avendone ( apparentemente )
è stato vicino a
lei perché la amava. Questo è il mio concetto di
amore. Spero che questo
capitolo ti piaccia, un bacio ciao^^
Marikina:
Ciao! Con questo capitolo ti ho dato la
risposta alla tua recensione e spero di non averti deluso. Grazie di
tutto, un
bacio^^