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Autore: Stella Di Mezzanotte    16/05/2010    4 recensioni
Non riuscivo a capacitarmi di come tutto questo potesse essere successo proprio a me. Avevo sempre immaginato una situazione del genere, ma in modo diverso. [...]...era la cosa pił bella che potesse succedere... Storia scritta da me e lisepotter. Robert e Kristen insieme in una prova difficile...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                       Nono Mese

 

Segnai un altro giorno, sul calendario. Ero ormai giunta all’ultimo mese di gravidanza e mi sentivo serena e agitata al tempo stesso. Mancava davvero poco alla nascita della mia piccola e immaginavo continuamente il suo viso, le sue piccole mani, i suoi occhi…

Sospirai con un sorriso e mi sedetti al tavolo della cucina, bevendo una tazza di caffè. Gettai un occhiata all’orologio appeso alla parete, poco sopra la cappa della cucina e vidi che mancava poco al risveglio di Robert. Quando era libero non si svegliava mai prima delle undici.

Oggi l’avrei avuto finalmente tutto per me, dato che era riuscito a prendersi una pausa dal suo nuovo progetto. Era il giorno del suo compleanno e gli avevo preparato una piccola sorpresa. Lui mi aveva fatto promettere che avremmo passato la giornata insieme e senza nessun festeggiamento. Solo noi due. Però avevo incrociato le dita mentre recitavo la mia promessa e gli avevo organizzato una piccola festa con i nostri amici più stretti e con i nostri genitori. Essendo a Los Angeles con me e non volendomi lasciare neanche per un momento aveva rinunciato ad andare a Londra dalla sua famiglia e nonostante fosse un bravo attore sapevo che gli dispiaceva molto.

L’idea iniziale era di organizzare tutto a Londra, ma sarebbe stato molto complicato per me portare i nostri amici lì, ma soprattutto Rob non me l’avrebbe mai permesso.

La data del parto era fissata tra due settimane, quindi dovevo stare attenta e a riposo.

Mi sembrava impossibile che finalmente tra pochi giorni avrei potuto vedere la mia piccola Angel.

Posai la mia tazza di caffè e mi alzai lentamente. Presi con attenzione il piccolo vassoio, con sopra poggiata la colazione che avevo preparato per Robert e mi diressi in camera da letto.

Lo trovai naturalmente addormentato, con un braccio sopra gli occhi. Posai il vassoio sul letto, nella parte dove dormivo io, facendo in modo che non si rovesciasse e poi mi andai a sedere dall’altra sponda del letto, accanto a Robert.

Gli accarezzai i capelli con una mano e lui tolse lentamente il braccio da sopra il viso e si girò di qualche grado per passarlo sotto al cuscino. Quella visione quasi mi tolse il respiro. Il suo viso era leggermente imbronciato e una leggera barba gli copriva la parte inferiore del viso.

Non mi sarei mai abituata a tanta bellezza. Ancora mi stupivo come un ragazzo così bello e così dolce avesse scelto proprio me e la mia vita difficile, invece di qualcosa di più semplice e normale.

Presi un bel respiro e gli carezzai una guancia, strofinando le dita sulla sua barba. Mi piaceva molto quel contatto. Robert si mosse ancora e poi sorrise leggermente, aprendo gli occhi e coprendo la mia mano con la sua.

<< Buongiorno Cucciola. >> disse con voce arrochita dal sonno, mentre era intento a stropicciarsi gli occhi come un bambino.

<< Buongiorno Amore mio, tanti auguri! >>

Gli cinsi il collo con le braccia e gli tempestai il viso di piccoli baci, che lo fecero ridacchiare, fin quando non mi fermai definitivamente sulle sue labbra. Ci baciammo lentamente per quelle che mi parvero ore, fin quando Robert non tuffò il viso tra i miei capelli e sospirò più volte, stringendomi a lui.

<< Questo si che è un bel risveglio! >> disse con voce più sveglia.

Risi e mi sollevai un po’, mentre lui faceva lo stesso, appoggiandosi alla testiera del letto. Nel fare quel movimento si accorse del vassoio e mi lanciò uno sguardo interrogativo.

<< Lo sai che quando posso mi piace viziarti. Poi oggi sono a tua completa disposizione, dato che è il tuo compleanno. >>

Il mio fidanzato sorrise sornione e mi guardò con aria maliziosa.

<< E’ proprio a mia completa disposizione, signorina Stewart? >>

Annuì con la stessa espressione, fin quando non risi di nuovo e gli stampai un bacio sulle labbra. Afferrai il vassoio e sempre con attenzione lo posizionai sulle sue gambe.

<< Beh, questo vuol dire che anche lei è a mia completa disposizione, Signor Pattinson. >>

Lui rise sotto i baffi, mentre finiva di bere il suo caffè.

<< Lo sono sempre, mia dolcissima musa. >>

<< Tu sei proprio un adulatore. >> pronunciai, facendolo ridere.

Aspettai che finisse la sua colazione e poi feci per portare di nuovo in cucina il vassoio, ma lui me lo impedì e lo mise a terra. Mi prese per i fianchi e mi fece sedere sulle sue gambe, con molta attenzione per la mia pancia. Poggiò una mano su di essa mentre io mi accoccolavo sul suo petto e nascondevo il viso sul suo collo.

Mi beai del suo profumo, che avrei riconosciuto tra mille e mi rilassai sentendo il calore della sua pelle.

<< Amore come ti senti oggi? Tra poco vedremo la nostra Angel. >>

Sospirai deliziata dalle sue parole. Adoravo il modo in cui diceva che Angel era sua, nonostante tutto.

<< Sì e sono molto agitata. >>

Lui mi strinse più forte e mi baciò i capelli.

<< Sei preoccupata per il parto? >>

Come faceva ad essere così dolce e gentile? Alzai il viso verso di lui e gli lasciai un bacio sul mento.

<< Un po’, ma sarà una cosa naturale e poi ho te vicino, quindi andrà tutto bene. >>

Mi guardò con il suo sorriso speciale e mi accarezzò la fronte e le guance con una mano. Ci fissammo per lungo tempo, fin quando il mio cellulare non cominciò a suonare. Robert si allungò sul comodino e fece per rispondere ma io fui veloce nel levarglielo dalle mani e rispondere.

<< Pronto? >>

Come mi aspettavo era Ashley e anche se tutti sapevano di non dover dire nulla al mio fidanzato riguardo alla sua festa, non volevo rischiare. Per cui sorrisi al suo sguardo interrogativo e gli accarezzai il viso.

<< Si, certo. Va benissimo ciò che stai facendo, mi fido assolutamente! Allora vengo per il solito orario? Perfetto! Sei un amica fantastica Ash! A dopo. >>

Chiusi il cellulare e lo buttai sul letto mentre mi stiracchiavo come una gatta.

<< Amore? >>

<< Sì? >>

Sorridemmo entrambi. Spesso lo chiamavo così solo per sentire la sua voce rispondermi. Mi piaceva avere la sua attenzione.

Mi baciò il naso e si alzò.

<< Senti Rob, più tardi devo andare da Ashley perché mi ha fatto il favore di comprarmi delle cose che mi servivano assolutamente per la bambina. Purtroppo mia madre non ha potuto e io non volevo arrivare all’ultimo momento. Il parto è tra due settimane ma non si sa mai! >>

<< Certo tesoro, ti accompagno. >>

Mi alzai anch’io e dopo aver posato il vassoio in cucina e aver sistemato la camera da letto, mentre lui si faceva una doccia, presi dall’armadio il mio regalo. Glielo volevo dare prima anche perché portarmelo senza destargli sospetti sarebbe stato impossibile. Fortuna che avevamo due parti separate dell’armadio perché non avrei potuto nascondere una chitarra come se niente fosse! Gli avevo regalato una chitarra vintage che lui cercava da diversi anni. La tenevo d’occhio da diverso tempo e grazie a un amico di mio fratello ero riuscita ad averla e la tenevo per questa importante occasione.

Dovetti sforzarmi per non ridere quando un giorno era tornato a casa con l’umore a terra dicendomi che la sua chitarra vintage era stata acquistata da qualcuno e che non c’era più in giro. Per tutta la sera si era lamentato del fatto che lui non era riuscito a capire dove si trovasse e chi l’avesse mentre chi l’aveva comprata se la stava godendo in pace. Era veramente dispiaciuto e io mi dovetti trattenere nel non dargliela subito. Chissà che faccia avrebbe fatto quando tra poco avrebbe scoperto che ero io la persona da lui tanto maledetta quella sera! Fortuna che ero un attrice e mi ero dimostrata più dispiaciuta di lui!

Posizionai la chitarra incartata in modo da non far capire subito cos’era dalla sua forma, sul letto e aspettai che uscisse dal bagno. Pochi minuti dopo accadde e io dovetti respirare più volte per riuscire a sopportare la vista di Robert con il corpo umido, con solo uno striminzito asciugamano attorno alla vita. Osservai ipnotizzata il movimento della sua mano mentre frizionava i capelli con un asciugamano.

Mi guardò malizioso e si avvicinò a me, abbracciandomi.

<< Sono onorato del tuo sguardo. >>

Lo guardai interrogativa.

<< Mi osservi come se fossi un gelato da… >>

<< Robert!!! >> lo bloccai prima che riuscisse a finire la frase.

Lui rise e mi scombinò i capelli mentre portava il suo sguardo verso l’oggetto ingombrante che si trovava sul nostro letto.

<< E quello? >>

Sorrisi e gli feci cenno di aprirlo.

<< E’ tuo. >>

Mi lanciò uno sguardo di rimprovero e si sedette, iniziando a strappare la carta.

<< Amore ti avevo detto di non fare nulla. >>

<< E io naturalmente non ti ho dato ascolto. >>

Lui sorrise ma continuò nella sua opera. Mi guardò curioso e io lo aiutai a scartare il suo regalo. Era pieno di carta e cellofan per non far capire di cosa si trattasse ma quando Robert vide la custodia della chitarra e di conseguenza la sua forma, si fermò a guardarmi impressionato. Scartò più velocemente la carta facendomi ridere e infine liberò la custodia. Quando l’aprii rimasi quasi abbagliata dal suo sorriso.

<< Amore mio! >>

Mi abbracciò di slancio sempre facendo attenzione alla mia pancia ormai di grandi dimensioni e mi baciò più volte.

<< Vita mia è bellissima, ma sei matta? Dove l’hai trovata? >>

<< Segreto. L’importante è che tu sia contento. >>

<< Contento è troppo poco. Ti Amo Kris. >>

Continuò a baciarmi e accarezzarmi per molto tempo, fin quando non mi lasciò e cominciò a vestirsi. Io tolsi tutta quella carta dal letto e la buttai nel cestino in cucina. Quando tornai lo trovai in piedi mentre studiava i particolari della sua chitarra.

Aveva il colletto della camicia messo male, sicuramente per la fretta di mettere mano al suo regalo, proprio come un bimbo davanti a un nuovo giocattolo. Mi avvicinai a lui e lo sistemai. Lui ne approfittò per darmi un ennesimo bacio e io risi rilassata.

<< Non finirò mai di ringraziarti. >>

<< No Rob, sono io che non smetterò mai di ringraziare te. >>

Lui posò la chitarra a un lato della stanza e tornò da me, stringendomi tra le sue braccia.

<< Smettila di dire queste cose. Sei la mia vita, come te lo devo dire? >>

Sospirai e lo abbracciai, felice. In quel momento sentii Angel scalciare ed essendo abbracciata a lui, anche Robert se ne accorse.

<< Ehi piccolina, hai fretta di uscire? >> disse alla mia pancia.

<< Mi sa di si. Sai ultimamente mi sento un po’ strana, ma penso sia perché sta per nascere. >>

Lui mi guardò con un cipiglio.

<< In che senso ti senti strana? >>

Io mi sedetti sul letto e mi accarezzai la pancia, sentendo ancora Angel scalciare.

<< Stai tranquillo amore, ho parlato con la dottoressa e mi ha detto che essendo vicina al parto è normale sentire la bambina muoversi di più. Però mi sembra di avvertire sempre qualche contrazione in più. >>

Ripensai alle parole della dottoressa, quando mi disse che ancora mancavano due settimane al parto e una strana sensazione mi avvolse. In certi momenti mi sembrava che le contrazioni fossero più forti e frequenti ma se lei diceva così, significava che non era ancora il momento. In fondo questa era la mia prima gravidanza per cui non riuscivo a capire appieno i sintomi.

<< Kristen, sei preoccupata. >>

Non era una domanda e io lo osservai per qualche minuto.

<< Vuoi che ti porti in ospedale? >>

<< No, non c’è ne bisogno. Adesso sto bene. >>

<< Se senti che c’è qualcosa che non va dimmelo subito, piccola. >>

<< Certo. >>

Gli sorrisi e si sedette accanto a me e mi accarezzò la schiena lentamente. Mi tranquillizzai e dopo mi diressi in cucina per preparare i suoi piatti preferiti. Lui non voleva farmi stancare ma io ci tenevo, così non sentii storie. Avvertii ancora qualche calcio da parte di mia figlia ma sapevo che era presto così mi imposi calma.

Durante il pomeriggio sembrava che mi sentissi meglio e nonostante tutti i miei propositi mi addormentai per qualche ora. Quando mi risvegliai vidi Robert che suonava qualcosa con la sua chitarra.

<< Amore come ti senti? >>

<< Bene, scusa se mi sono addormentata. >>

Lui mi guardò esasperato e mi diede un colpetto sul naso.

<< Oggi voglio solo passare una giornata con te e vederti dormire è la cosa più dolce che io possa osservare. >>

Gli sorrisi  e pensai che non c’era fine alla dolcezza di questo ragazzo. Si poteva essere più fortunate?

Una lieve fitta mi sorprese e quando Rob mi stava per dire qualcosa io lo presi per mano per farlo alzare.

<< Ricordi che mi dovevi accompagnare? >>

Lui annuii e io andai in bagno per prepararmi. Indossai un abito semplice ma dovendo rinunciare alle mie decolté indossai un paio di stivaletti comodi. Mi truccai leggermente e raggiunsi Robert che armeggiava con il cellulare.

<< I miei genitori e le mie sorelle mi hanno mandato gli auguri. Mi dispiace non poterli vedere ma stare con te ha la priorità assoluta. >>

Mi intristii alle sue parole. Rinunciava a tanto per me eppure non mi faceva pesare nulla e mi trattava come una regina. Poche donne potevano dire di avere la mia stessa fortuna, specie nella mia situazione.

<< Sei il miglior fidanzato che una donna possa avere e un papà incredibile. >>

Sorrise alle mie parole e dopo aver preso le chiavi della macchina mi raggiunse e mi prese per mano. Il viaggio in macchina durò una buona mezz’ora a causa del traffico, ma a quell’ora del pomeriggio a Los Angeles era normale.

Quando scendemmo dalla macchina per raggiungere la casa di Ashley mi sentii pervadere da una strana ansia. Sperai che tutto fosse pronto ed eravamo in perfetto orario. Strinsi più forte la sua mano e suonai alla porta. Sentii vari rumori provenire dall’interno e poi qualche secondo di silenzio improvviso. Robert stava per suonare di nuovo, ma la porta si aprii e un Ashley trafelata e ansante ci apparve davanti. Si rimise a posto un ciuffo scompigliato di capelli e mi fulminò con lo sguardo per poi sorridere amabilmente a Robert.

Quella ragazza a volte mi faceva paura. Che fossi arrivata troppo presto? Eppure l’orario era quello stabilito!

<< Auguri Robert! Che bello vedervi, non vi aspettavo così presto >> disse guardandomi dopo aver sottolineato l’ultima parola.

<< Mi sembra di essere in perfetto orario, Ash. >> sottolineai quel perfetto per farmi intendere da lei.

Ci sorridemmo ma poi lei si allungò verso il braccio di Robert e mi portò il suo orologio davanti agli occhi.

<< Che ore sono signorina? >>

Vidi con orrore che in effetti mancavano venti minuti all’appuntamento. Evidentemente l’orologio di casa mia andava indietro oppure…

Oppure quella volta che avevo mandato indietro l’orologio per evitare che Robert uscisse troppo presto, qualche giorno prima, mi ero dimenticata di rimetterlo a posto.

Robert aveva scoperto di questa cosa e io feci la finta tonta fin quando lui non mi fece notare il suo orologio! Beh, una donna incinta per giunta avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di stare un po’ di più con il suo fidanzato, no?

<< Amore mi sa che ti sei dimenticata di mettere a posto l’orologio della cucina. >>

Gli detti una gomitata e riportai lo sguardo su Ashley, dispiaciuta. Lei mi strizzò l’occhio e ci fece cenno di entrare.

<< Fortuna che io sono sempre preparata! >>

Quando passai le lasciai un bacio sulla guancia, riconoscente e portai Robert al salone, come stabilito. Delle grida di giubilo ci sorpresero e Robert capita la situazione mi guardò con rimprovero anche se un sorriso gli incurvava appena le labbra.

<< Questa me la paghi Kristen. >>

Subito dopo mi fu strappato via da Kellan e Jackson. Mi avvicinai ai miei genitori che mi domandarono continuamente come stavo e se andava tutto bene per poi andare a salutare Robert, stretto in un abbraccio collettivo con i suoi genitori e le sue sorelle. Ero emozionata nell’osservarli, erano davvero una famiglia unita e Robert era dolcissimo con i suoi parenti.

Quando tornò da me mi avvolse in un abbraccio, ringraziandomi per quella sorpresa. Come se c’è ne fosse bisogno! Era niente in confronto a tutto ciò che lui faceva per me ogni giorno.

Mi rilassai anch’io e mi sedetti su una sedia, nel terrazzo della casa di Ashley. Era davvero molto bella e c’era una piscina molto grande dove Kellan e Jackson si divertivano a lanciare schizzi ai presenti.

Risi quando vidi Kellan infastidire con una pistola ad acqua Ashley e Nikky, sedute vicino a me. Grazie alla mia condizione e alle minacce di Robert ero immune agli attacchi dello zio orso. Potevo stare seduta e godermi in tutta tranquillità la festa di Robert, attorniata da amici e parenti.

Gli ultimi mesi erano passati in un lampo e grazie alle cure e all’amore di Robert non avevo avuto grossi problemi con la gravidanza, la bambina era sana e forte e tra meno di due settimane l’avrei tenuta tra le braccia. Non ero troppo in ansia per il parto e il travaglio, quello era un problema secondario, il mio unico pensiero era il viso della mia bambina, a come sarebbe stato. Tra noi due il più ansioso era Robert.

Angel… il nostro piccolo angelo, il centro della nostra vita.

Avevo sempre sentito dire che un figlio ti cambiava la vita e solo adesso riuscivo veramente a capire il senso di quelle parole. Osservai Robert mostrare orgoglioso a suo padre e a Tom l’ultima ecografia della sua piccola.

Mi accarezzai la pancia dove la bambina aveva scalciato ancora una volta, togliendomi il fiato. Decisi di alzarmi per sgranchirmi un po’ le gambe, ma quando scesi quei pochi gradini che conducevano in piscina una contrazione fortissima mi piegò in due dal dolore.

<< Kristen! >>

L’urlo di Robert mi giunse da lontano, il dolore fortissimo mi impediva di parlare. Lo sentii stringermi la mano e abbracciarmi. Tremava. La contrazione era passata, il respiro stava tornando regolare, così alzai lo sguardo su Robert per dirgli che stavo bene ma lui non mi guardava, fissava il pavimento o meglio quella piccola pozza d’acqua che si stava formando attorno a me.

<< Robert la bambina sta per nascere, dobbiamo portarla in ospedale. >> gli disse sua madre, toccandogli una spalla. Quando capii il senso di quelle parole, l’ansia mi assalì.

<< Non è il momento, è troppo presto. >> dissi aggrappandomi alla sua maglietta.

<< Amore non agitarti, non ti fa bene . Pensa alla nostra bambina, tra poco sarà qui con noi. >> mi disse con gli occhi lucidi, stringendomi a sé.

Tutto quello che successe dopo fu un susseguirsi di eventi così veloci che non mi accorsi bene di cosa stava succedendo: la corsa in ospedale, le mie urla dovute alle fortissime contrazioni, le maledizioni verso mio fratello quando sbagliò strada! Tutto era molto confuso.

Robert mi stette accanto per tutto il tempo, stringendomi la mano e accarezzandomi la fronte. I dolori furono molto forti, ma tutto questo venne dimenticato quando mi misero tra le braccia la mia bambina. Le sue dolci urla che si placarono quando la strinsi a me.

Mi ricorderò per sempre la sua espressione quando la prese per la prima volta in braccio.

<< Questo è il più bel regalo di compleanno della mia vita. >> Sussurrò per poi posarmi un dolce bacio sulle labbra.

<< Ciao amore della mamma, finalmente ci conosciamo. >> dissi alla mia piccola stringendola a me.

Robert era andato a chiamare parenti ed amici per fargli conoscere la nostra principessa. Osservai mia figlia fin nei minimi particolari. Era davvero un angelo. I suoi occhi erano tra il verde e l’azzurro, un nasino all’insù che sembrava essere come il mio, così come le labbra. Aveva dei lineamenti delicati e perfetti.

<< Disturbiamo? Qui c’è un sacco di gente che vuole conoscere un piccolo angelo. >> disse Robert, aprendo la porta con un sorriso. Dietro di lui c’erano proprio tutti e con un cenno li invitai ad entrare.

Per poco non mi misi a ridere quando vidi le due nonne entrare per mano e avvicinarsi al mio letto. Osservarono la mia piccola per lunghi ed intensi minuti con le lacrime agli occhi.

<< E’ la bambina più bella che abbia mai visto. >> disse mia madre abbracciandomi per poi baciare la fronte di Angel.

<< Mi sembra di rivivere una scena di venticinque anni fa. Robert questa bambina è identica a te. >>

A quelle parole sia io che Robert guardammo sua madre e io portai lo sguardo di nuovo su mia figlia. La forma del viso e i suoi lineamenti effettivamente sembravano richiamare quelli di Robert, soprattutto gli occhi, ma mi ero detta che era tutto frutto del mio desiderio che Angel fosse davvero figlia sua.

<< Chissà se ha anche la voglia dei Pattinson. Posso controllare un attimo? >> continuò ancora, osservandomi in attesa di una risposta.

Mi scambiai uno sguardo con Robert che mi guardava con uno sguardo indecifrabile, dietro sua madre.

<< Mamma è impossibile che abbia la voglia. >> disse, quando vide che sua madre stava levando la tutina alla bambina con gesti esperti.

<< Quale voglia? >> dissi osservando lo sguardo scocciato di Robert.

<< La voglia dei Pattinson, come la chiamo io. C’è l’hanno tutti nella coscia destra, c’è l’ha mio marito, c’è l’hanno i miei figli e… c’è l’ha anche tua figlia. Avevo ragione! La vedi? E’ questa qui! >>

Mi indicò una macchia un po’ più scura sulla coscia destra della mia bambina. Incredula osservavo mia figlia, che sgambettava felice nella sua copertina e poi Robert che guardava stupito e affascinato quella piccola voglia, che aveva cambiato in pochi secondi tutta la nostra vita.

Com’è possibile che Angel avesse la voglia? Questo voleva dire che Robert era… oddio Robert era.

<< Mamma ha ragione Robert, la piccola ti assomiglia come una goccia d’acqua. >> disse Victoria, osservando la nipotina dalla spalla del fratello.

Non prestavo attenzione a ciò che mi succedeva attorno. Lasciai la piccola alle cure della nonna e cercai Robert con lo sguardo. Ci fissammo per lunghi minuti in silenzio, fin quando non mi sorrise e mi ritrovai tra le sue braccia. Ripeteva il mio nome continuamente tra le lacrime e i singhiozzi fin quando non mi sciolsi anch’io in un pianto a dirotto.

<< Kris, Angel è… Angel è… oddio è possibile che io sia suo padre? >> disse con un filo di voce.

<< Anche tu hai la voglia? >> gli chiesi accarezzandogli il viso. Mi rispose con un cenno del capo per poi scoppiare a ridere nervosamente. Guardò per un attimo mio padre che aveva la bambina in braccio e poi si avvicinò al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa che sentissi solo io.

<< Dobbiamo fare il test, voglio chiarire questo dubbio una volta per tutte. >> mi disse stringendomi la mano.

<< Magari la dottoressa ha sbagliato la data, è l’unica spiegazione e il test ci aiuterà a capire >> gli risposi accarezzandogli il viso.

Lui mi diede un piccolo bacio e poi lo vidi avvicinarsi a mio padre per prendere Angel. Lo vidi sorridergli e parlargli dolcemente mentre tornava da me.

<< Non potete immaginare quanto vi amo. Tutte e due. >>

Stavo per rispondergli quando Kellan entrò correndo nella stanza e per poco non travolse Jackson che era vicino all’entrata.

<< Dov’è la mia nipotina? >> disse con il fiatone, guardando tutti i presenti.

Appena ci vide nel letto mi fece l’occhiolino. Un attimo dopo, come per magia, un enorme panda si materializzò dietro la porta. Incredula guardavo quell’enorme pupazzo che a fatica passava dalla porta, dietro di lui il viso di Taylor, arrossato dallo sforzo.

<< Kel, ma non ti sembra un po’ troppo grande? >> disse Robert con un sorriso, riferendosi al panda.

<< Volevo il meglio per la mia nipotina. Preferivo l’orso ma non c’era. >> disse avvicinandosi al letto e tendendo le braccia per afferrare la piccola.

<< Ma come siamo belle! Ciao Signorina, io sono lo zio Kellan, quello più bello e più forte. >>

Un coro di proteste si levò alle sue parole.

<< Non prenderli in considerazione, sono solo degli invidiosi. Mio Dio Robert, hai voluto fare tua figlia a tua immagine e somiglianza? Però il naso è della mamma, meno male! >> disse osservando attentamente Angel.

<< Vi siete dati da fare alla grande il giorno della festa. Anche se eravate ubriachi fradici tutti e due avete fatto un capolavoro. E’ una bambina stupenda. Un Angelo di nome e di fatto. >> disse restituendoci la bambina.

<< Ma di cosa stai parlando? Di che festa parli? >> gli domandò serio Robert, dando voce ai miei pensieri.

<< Sto parlando della festa a casa di Nikky, quando ti abbiamo fatto quello scherzo sulla terrazza e ti abbiamo legato alla sedia, in mutande. >> disse ridendo come un cretino.

Sentendo quelle parole mi si strinse il cuore, non era un bel ricordo.

<< Come sai che la bambina è stata concepita a quella festa? >> domandò ancora una volta il mio fidanzato. Era ansioso, proprio come me.

<< Basta fare due calcoli, vi abbiamo trovato a letto insieme e dopo nove mesi il frutto di quella notte c’è l’hai tra le braccia. Non abbiamo interrotto nulla, eravate addormentati quando siamo arrivati. Fortuna che eri già in mutande, avevo perso contro questi due >> disse indicando Jackson e Taylor, dietro di lui.

<< Toccava a me spogliarti e sinceramente non sei il mio tipo! >> continuò.

Quelle parole cancellarono in un secondo tutto il dolore che avevo provato quando pensavo che la bambina non fosse di Robert.

Non ci sarebbe più stato bisogno di fare il test. Robert era il padre biologico di Angel non c’era più alcun dubbio. Per colpa dell’alcool avevamo sofferto per mesi, ma nonostante tutto e grazie all’amore di Robert unito con la sua testardaggine eravamo qui, con il nostro miracolo.

Una felicità incontrollabile si fece largo dentro di me.

<< Ti amo Robert. >>

Il suono della mia voce interruppe i suoi pensieri e in un attimo mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Fu un bacio carico di tutte le emozioni che avevamo vissuto in questo giorno indimenticabile per noi.

<< Ti amo anch’io >> disse dandomi un bacio sul naso e stringendomi sé, in un abbraccio carico d’amore.

Non riuscivo ancora a credere a ciò che era successo quel giorno. Non mi aspettavo che succedesse tutto questo: la nascita prematura di Angel, la scoperta che Robert era suo padre… perché lo era davvero ormai, anche se era ancora difficile crederlo. Ma se Kellan ci aveva trovati in quel modo non potevano esserci ancora dei dubbi.

La mezz’ora successiva passò tra le visite di amici e altri parenti e dovemmo chiamare qualcuno del servizio d’ordine quando un paparazzo riuscì ad entrare nel reparto.

A un certo punto arrivò un infermiera per prendere la bambina e farle fare il bagnetto. L’avrebbe riportata per la prossima poppata. Avvertì anche che l’orario di visite era finito e che poteva rimanere solo il papà. Pian piano le persone se ne andarono e rimanemmo soli. Quando anche l’ultima persona se ne andò Robert si appoggiò alla porta, sospirando.

<< Questa giornata la ricorderò per tutta la vita >> disse con un sorriso, avvicinandosi piano a me.

Aveva una nuova luce negli occhi, da quando avevamo scoperto la verità, rendendoli ancora più belli. Rimasi incantata a guardarlo. Robert si sedette sul letto, accanto a me e mi abbracciò forte. Sentivo il suo respiro caldo tra i capelli.

<< Non ci sono parole per ringraziarti per tutto quello che mi hai dato oggi Kristen. >>

Non risposi ed entrammo rimanemmo in quella posizione a goderci quel momento.

<< Robert ti ricordi qualcosa di quella notte? >> chiesi con un filo di voce.

Lui mi spostò da sé e mi mise le mani sulle spalle per guardarmi bene negli occhi.

<< Ad essere sincero ho sempre sentito mia questa bambina, non solo per il bisogno di starti accanto. Avrei amato incondizionatamente tutto ciò che era tuo, di conseguenza anche Angel se non fosse stata mia figlia, ma era qualcosa che non sapevo spiegarmi… che sentivo con grande forza dentro di me. >>

Gli sorrisi, anche se stancamente. Tutta quella storia mi aveva lasciato perplessa. Stavo per dire qualcosa quando sentimmo bussare alla porta. Sorrisi alla vista della mia piccola in braccio a quella che sembrava essere un medico, supposi una pediatra, e dietro di lei il medico che mi aveva fatto partorire.

<< Qui c’è una bella pupa che chiede di voi! >>

Robert si alzò con un sorriso, prese Angel dalle braccia della dottoressa e la portò a me.

<< Come si sente Signorina Stewart? >> mi chiese il medico

<< Bene, credo. >> risposi alzando il viso verso di lui, ricevendo una carezza sul capo da parte di Robert.

<< Certo, dovrà riprendersi, ma mi sembra che il suo fisico abbia reagito abbastanza a bene. Abbiamo fatto un controllo dettagliato della bambina e non sembra affatto una nascita prematura. Due settimane però non sono poche come anticipo, di conseguenza riteniamo che la data prefissata dalla sua ginecologa era errata. >>

Io e Robert ci scambiammo uno sguardo significativo. Pensai alle parole che mi aveva appena detto il dottore e all’improvviso sgranai gli occhi. Facendo due calcoli, se la bambina non era nata prematuramente e la ginecologa aveva sbagliato la data, le due settimane di anticipo non ci sarebbero mai dovute essere. Tutto questo significava che Angel era stata concepita due settimane prima di quella notte, di cui non ricordavo nulla.

Dopo tutto quello che ci aveva detto Kellan, avevo la certezza che io e Robert avevamo passato la notte insieme e quindi eravamo in ogni caso i genitori di Angel, ma sapere che l’avevamo concepita in una notte speciale come quella che avevamo passato due settimane prima era qualcosa di meraviglioso. Volevo ricordare la notte in cui io e Robert avevamo dato alla luce il frutto del nostro amore.

Io e Robert avevamo, per la prima volta, lasciato spazio ai nostri veri sentimenti e avevamo condiviso una notte indimenticabile. Eravamo perfettamente lucidi e ricordavo ogni cosa, così come Robert a giudicare dal modo in cui mi stava guardando. Aveva di sicuro fatto i miei stessi ragionamenti, i suoi occhi erano lucidi e splendevano di una luce particolare.

I medici, dopo averci dato qualche raccomandazione su Angel, se ne andarono con la promessa di tornare qualche ora dopo. Rimanemmo da soli e in silenzio guardammo la nostra bambina.

<< Pensi anche tu a quello che sto pensando io? >> mi chiese in un sussurro.

<< Sì, se pensi alla nostra prima notte insieme. >>

<< La stessa in cui abbiamo dato vita al nostro piccolo Angelo? >>

Il mio sguardo valse più di mille parole e lui mi strinse a se, baciandomi con dolcezza. Non seppi quanto tempo passammo in quella posizione, fin quando non sentii qualcosa di umido sulla mia guancia. Mi allontanai piano da Robert e mi si strinse il cuore quando vidi che aveva il viso bagnato dalle lacrime. Gliele asciugai con le dita mentre sentivo anche i miei riempirsi di lacrime.

Non seppi cosa dire e Robert mi baciò le mani più volte per poi prendere Angel in braccio, cullandola.

La piccola era sveglia e si lamentava sommessamente. Robert con un dito giocava con la sua manina e Angel lo fissava, con i suoi grandi occhi verde acqua. Era proprio l’unione di entrambi, sia nei lineamenti che nel colore degli occhi, tuttavia era vero assomigliava tantissimo a Robert.

Sorrisi e sospirai serena nel guardarli.

<< Mia figlia… la mia piccola Angel. >> sentii sussurrare dal mio fidanzato.

Doveva essere un emozione incredibile per lui aver scoperto che Angel era davvero sua figlia, come lo era per me. Mi aveva amato in maniera indiscussa nonostante all’inizio credessimo che non fosse sua figlia e mi era stato accanto nei momenti buoni e in quelli cattivi. Aveva sopportato ogni cosa e aveva rispettato la mia condizione. Era tutto ciò che avrei potuto desiderare. Rappresentava insieme a mia figlia tutta la mia vita.

Si avvicinò a me, mentre teneva Angel accoccolata sulla sua spalla, mentre con la mano libera le teneva la piccola testa. Era davvero una visione guardarli.

Si sedette accanto a me e dopo avermi dato la piccola, mi abbracciò, circondando così sia me che Angel.

<< Ti Amo Kristen… Vi amo, siete il regalo più bello che la vita potesse darmi. >>

<< Ti Amo anch’io. >> dissi,guardandolo intensamente per poi appoggiarmi alla sua spalla.

Restammo in quella posizione, per molti secondi, minuti o forse ore, fin quando entrambi non abbassammo lo sguardo sulla piccola Angel che ora dormiva placidamente tra di noi. Robert mi strinse più forte e io mi addormentai serena tra le braccia dell’uomo che amavo e con il nostro piccolo Angelo.

 

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Ciao a tutti!

Il ritardo con cui sto postando è dovuto soprattutto alla notevole difficoltà che mi ha dato scrivere questo capitolo. Una parte, la seconda, era stata già scritta dalla mia co-autrice, ovvero lisepotter, quindi ho dovuto unire la mia e la sua parte!

Come sempre vi ringrazio per avermi seguito e spero lo farete ancora per l’epilogo di Angel!

E’ comunque un emozione essere arrivata fin qui! Angel è finalmente nata e come molti pensavano è figlia di Robert! Potevo fare diversamente?!!!

Nell’epilogo ci sarà anche il loro matrimonio, quindi spero di ritrovarvi tutti per l’ultima volta!

Rispondo per l’ultima volta alle vostre recensione e spero di ritrovarvi per l’epilogo che ho pensato di scrivere per voi!

Nessie93: Ciao nessie! Sono sempre molto contenta delle tue recensioni, nell’epilogo si vedrà il loro matrimonio, mentre che mi dici di questo ultimo capitolo? Grazie di tutto, un bacio ciao^^

Midnightsummerdreams: Ciao Carla! ( oddio spero di non aver sbagliato nome xD) Beh sono felicissima che il capitolo ti sia piaciuto e spero di non averti deluso con questo capitolo. Angel è sempre stata di Robert e ho fatto un po’ come pollicino… lasciando molliche in giro… ehehe… alla fine era davvero sua figlia. Spero di trovarti anche per l’epilogo, un bacio ciao^^

Ledyang: Ciao tesoro! Ehhh, che strano… sai credevo che tu avessi chiesto di aspettare almeno un mese, poi rileggendo adesso mi sono accorta che non era cosi ma il contrario * risata sadica * scherzo!!! Cercavo un modo per sfuggire alle mie colpe, eheh. Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere e grazie per avermi seguito e per avermi dato il tuo supporto, un bacione ciao!

Serve: Ciao cara^^ Beh non stavano propriamente insieme ma erano innamorati quindi lei comunque si sente di averlo tradito. Robert è stato davvero un uomo, a tutti gli effetti, nel senso che molti se ne fregano e abbandonano le loro responsabilità e Robert pure non avendone ( apparentemente ) è stato vicino a lei perché la amava. Questo è il mio concetto di amore. Spero che questo capitolo ti piaccia, un bacio ciao^^

Marikina: Ciao! Con questo capitolo ti ho dato la risposta alla tua recensione e spero di non averti deluso. Grazie di tutto, un bacio^^

 

 

 

 

 

 

 

  
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