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Autore: MiYaKoo    17/05/2010    3 recensioni
Cosa significa amare, quando tutto ciò che provi è solo dolore, e tutto fa male? Me lo sono chiesto tante volte. Cosa significa amare, quando lei è lontana e non rimane nient' altro da fare che farsi da parte, lasciandola vivere la propria vita, ed essere felice senza di te? Pensieri messi per iscritto ascoltando musiche meravigliose dai suoni celestiali. Parole d'amore, forse. Perché sognare non è mai troppo difficile, quando per farlo bastano una foto, un ricordo sbiadito, una ferita ancora fresca.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COME SEI VERAMENTE


-Gio', me lo fai un favore? Ho lasciato i bracciali in sala...-
Ed io di corsa di nuovo nella sala di danza, interrompendo una lezione iniziata senza alcun imbarazzo, tornando nello spogliatoio con i famosi bracciali. Glieli porgo, e lei sorride.
-Ah, grazie, ti amo!-
-Sì...- rispondo io, ridacchiando imbarazzata. -Anch'io...- mormoro, guardandola con malizia. Lei abbazza lo sguardo e un po' del suo buonumore sembra svanire. Annuisce, poi si volta in fretta e comincia a cambiarsi. La imito, rivestendomi distrattamente.

Ogni volta è una tortura, e lei lo sa. Quando si avvicina per salutarmi, stampandomi due baci sulle guance -due baci che chissà perché sono sempre più esitanti, le sue labbra premono ogni volta un istante in più sulla mia pelle- io dentro muoio. Mandorle e fiori freschi vagheggiano nell'aria, il suo collo, le sue labbra, la sua pelle color miele mi tentano più di ogni altra cosa. E io sorrido ogni volta, rispondendo al saluto. 
-Ciao, Ro'- faccio, arrossendo, ma cercando di far finta  che non stia succedendo nulla, che lei non sia vicinissima e indifesa accanto a me. Strano come un semplice saluto possa risvegliare in me tante emozioni così forti -eccitazione paura batticuore. Ma è sempre così. Succede ogni volta. Quando una cosa è stata tua per un periodo breve e terribilmente intenso, come puoi riuscire a non subirne ancora degli effetti?  Quando, soprattutto, hai sentito la sua pelle ardere su di te, le sue labbra sfiorare le tue, le sue mani deliziarti con il loro tocco impreciso ed inesperto... Come riuscire a non eccitarsi ancora e ancora, desiderando solo di provare ancora e ancora quelle prime sensazioni di puro piacere? Se me l'avessero chiesto prima, forse avrei risposto "No, non sono innamorata, che cos'è l'amore?". Ma adesso lo so che l'amore è lei, quando ride e balla e scherza, lei con il suo sguardo penetrante e sincero, lei che sincera con me non è mai stata. Lei che è forte e stronza solo per nascondere la fragilità, lei che è diventata grande così presto perché bambina non poteva esserlo, non glielo hanno permesso. Lei che però è la mia bambina. Mia, e di nessun altro. Lei che doveva prendere la mia mano e condurmi più in alto di quanto potesse fare chiunque altro, per crescere insieme...
Lei che adesso è vicina, ma così lontana. E che mi manca da morire.

Amore, come sei veramente? Io non lo so. Non ti conosco ancora. Sei il mio più grande desiderio. Sei il pensiero con il quale non mi addormento la notte, perché se lo facessi non riuscirei a dormire. Ma non voglio obbligarti a tornare. Mi basta che tu mi parli e mi sorrida, mi basta che tu eserciti la tua esistenza non troppo lontano da me. Mi basta continuare a percepire il tuo profumo ovunque. Anche se so che mi ucciderà, alla lunga, mi trascinerà nell'ultimo limbo dell'inferno fra il fuoco e la polvere di peccati mai commessi. "Tu, non lasciarmi mai". Questa è stata l'unica cosa che ti ho chiesto, in quei pochi giorni in cui ti ho avuta accanto come non mai. Eppure mi hai lasciata. Sei fuggita via. Il perché non lo so, e forse non m'interessa più. Non è importante. L'importante è che tu sia felice. Che magari trovi qualcun altro da amare, che ti ami almeno un po' di come ti amo io. Se il prezzo da pagare per la tua felicità è questo, allora forse non è poi così alto...
Ti amo, bambina. Non sai quanto.



PRELUDE NO.5 IN G MINOR


L'ultima volta che ti ho vista ridere, ma ridere sul serio, sai, amore, non la ricordo. Ridere sinceramente, mandando indietro la testa, lasciando brillare i tuoi occhi nocciola . Non ricordo davvero. Chissà, forse sono io che ti impedisco di ridere ed essere felice. Sono io che ti impedisco di essere ingenua e bambina. Me la sento ancora sulla pelle quella sensazione di peccato provata in quello sporco pomeriggio nel quale sei stata mia -mia soltanto. Perché io ti ho portato via il tuo essere ancora ragazzina -io e la mia eccitazione, e io e la mia irruenza abbiamo fatto sì che tu diventassi una donna anche nel corpo, oltre che nel cuore, come sei già da tempo. Sei rimasta, docile, fra le mie braccia, lasciandomi fare, lasciando che io ti rovinassi per sempre. Lasciando che la foga del mio movimento ti entrasse nel corpo fino a toccarti l'anima, lasciando che la tua pelle venisse insozzata dalla mia lussuria. Ti sentivo ansimare sotto di me, reprimere i gemiti, chiudere gli occhi, spingerti verso di me alla ricerca di contatto. Ti ho sentita gemere, poi, contraendoti, socchiudendo gli occhi e mordendoti le labbra. E, soddisfatta, appagata, hai insistito per andarcene da quel posto che romai sapeva di sesso. No, ti ho detto, toccami, ti ho pregata. Non avrei saputo tornare a casa in quelle condizioni, ma era tardi, dovevi tornare a casa. Hai riso quando ti ho detto "Ti stuprerei se avessimo tempo", ho riso anch'io. Ormai era già andata, vero? Quella mezza e violenta scopata in quel buco di stanza era l'inizio della tragedia. Sono tornata a casa, cercando di respirare e di calmare i bollenti spiriti. Mi chiamasti al cellulare, dicesti "Rifacciamolo, mi è piaciuto". Okay. Altroché se era okay. Sei così erotica, non te ne rendi conto? In quel periodo, poi, io che scoprivo il sesso poco alla volta ti trovavo eccitantissima, di fuoco. Anche adesso, figurati. Non è cambiato niente. 
Ci siamo messe d'accordo per vederci il pomeriggio seguente. Pregustavo già l'idea, l'idea di possederti ancora, di sentirti gemere sotto il mio tocco, di godere io stessa del contatto con la tua pelle bollente. Ma qualcosa è andato storto. Si è spezzato un filo, si è rotto un equilibrio. Il famoso pomeriggio ti chiamai dicendoti che non sarei potuta venire. Tu mi dicesti "Okay, fa nulla". E lo avevo già capito che qualcosa non andasse. "Sei triste, posso aiutarti in qualche modo?"
"No" risposi. "Vorrei risolvere senza metterti in mezzo"
Io?
"Non voglio che tu soffra per me. Lasciamo perdere. Tutto."
Bang.
Capii. mi lasciai scivolare a terra, accanto al mio letto, in lacrime. Perché?? Mi chiedevo perché. Era il massimo di felicità concessami, quei pochi giorni con te? Evidentemente, sì. Perché? Cosa c'era che non andava -cosa c'è, perchè non mi vuoi nemmeno adesso, non mi vorrai mai più, lo so. Ovviamente il motivo è il mio essere donna, come te. E quale altro, altrimenti? Strano. Eppure sei stata tu a venire da me dicendo che quando parlavo di altri eri gelosa, che "forse...forse io ti amo". E me lo hai detto tante volte, ti amo, nei giorni successivi -ed io che ci credevo. Chissà, forse sono solo la delusione e la diffidenza di adesso a farmi parlare così, però non credo, adesso, che tu mi abbia mai amata. Se mi avessi amata davvero, non mi avresti mai lasciata senza spiegazioni. O forse sì, ma non mi avresti mai detto "restiamo amiche". Come poter restare amiche se ogni abbraccio è un incubo, ogni sorriso un arresto cardiaco? Però adesso lo siamo, amiche. Tanto quasi come quando di sentimenti non ce n'erano, in mezzo, quando ci volevamo bene e niente più. Siamo amiche perchè dopotutto non ci va di rimanere lontane. Siamo amiche perché io ti amo e perché, in fondo in fondo, tu non puoi fare a meno di me. Ma se così sei felice, te l'ho detto, allora va tutto bene. Se così ti senti bene...sto bene anch'io. Davvero. Ti amo, piccola. 



MY SECRET GARDEN


Un prato. Un prato grande e verdissimo, colore intenso, quasi irreale. Un albero, al centro, un ciliegio, di quelli che io amo tanto, di quelli che lasciano cadere una pioggia di petali rosa che forma un tappeto, a terra, un tappeto di fiori bellissimi, dal profumo perfetto. Fiori gialli, sparsi qua e là, di quel giallo che invece piace  tanto a te, intenso, allegro, che mette il buonumore alla sola vista. Un vento fresco che soffia, leggero, portando il profumo di fiori ovunque. Magari al tramonto, quando il cielo è d'oro e il sole rossissimo, quando tutto assume una nuova forma, una nuova luce, e cambiano i colori e le prospettive. 
Ecco. Sotto questo cielo prezioso, io e te. Vicine, felici, innamorate. Resteremo in silenzio, abbracciate, staccando gli occhi dalla meraviglia intorno a noi solo per agganciare i nostri sguardi, perché le parole non servono, non sono importanti come la lucentezza commovente delle iridi lucide, la dolcezza delle ciglia che si sfiorano, socchiuse, quando sono quelle labbra mute a toccarsi e a raccontarsi una vita fatta di sogni e speranze. È questo, il nostro Giardino Segreto. Noi, il vento, il sole e nessun altro a spezzare l'incantesimo che ci siamo create, nessuno a interrompere la magia. Io prenderò la tua mano e tu, emozionata, la porterai al tuo cuore per farmene sentire il battito, come a voler dire "batte solo per te", ma senza dirlo veramente, tacendo. Sorriderò, avvicinandomi alle tue labbra, toccandole dolcemente con le mie. Aprirai la bocca, intrufolando nella mia la lingua per approfondire il bacio. Sfiorerò la tua lingua, la accarezzerò leggermente, mentre la mia mano andrà a toccare i tuoi capelli, delineando i contorni dei tuoi boccoli castani. E sarà quella, allora, la vera magia. Non il ciliegio e non il tramonto, ma noi due, i nostri cuori che battono all'unisono, i fili delle nostre vite intrecciati. 
Quando allora mi sveglierò, forse non sarà così difficile accettare la realtà. Non ci sarà nessun giardino, nessun prato. Non ci saranno fiori gialli, né distese di petali rosa. E non sarà il tramonto. Aprirò gli occhi in una fredda mattinata d'inverno. Sarò sola, non ci sarà nessuna principessa persiana dal nome esotico accanto a me. Ma non ne farò una tragedia. In fondo, non è poco tempo che sono sola, a sognare la mia Soraya (*), sognarla e basta. Averla non posso. Non serve rimurginarci sopra più di tanto. Lei, il giardino e la brezza di primavera, solo sogni. Dolcissimi sogni, incubi meravigliosi. 



SOGNO AD OCCHI APERTI


,perché ormai è solo questo. Perché posso solo che sognarla, che bramarla, e non averla, posso solo pensare a niente tranne che a lei, posso solo...smettere di respirare e guardarla negl' occhi, sorriderle trattenendo le lacrime e ripetere  a me stessa quanto io sia stupida e incapace di gestire quel luogo della mia mente chiamato "dimenticatoio". Lei là dentro proprio non vuole entrarci. Si oppone con tutta se stessa, scalcia e si dimena tentando di uscire fuori per gettare sale sulle mie ferite aperte e sanguinanti. 


Ti stai chiedendo perché, vero?, perché innamorarsi un giorno sembri la cosa più bella del mondo -ti luccicano gli occhi e sorridi continuamente, sospiri invocando il suo nome, ridi sognando i suoi capelli sfiorarti il viso- mentre il giorno dopo già ne hai abbastanza, già cominci a premerti il cuore per cercare di riempirlo, già ti senti incapace di tutto e inferiore a tutti, inferiore a lei, perché non sarai mai alla sua altezza, perché per lei non sarai mai abbastanza. Lei ha bisogno d'altro, lo sai, lei ha bisogno di una persona sicura e capace. Tu non lo sei, mettitelo bene in testa. Tu sei tremolante e paurosa, vigliacca, spesso vittima, egoista e fin troppo fragile. A lei non servi. Lei è così forte e bella, come può volere accanto una persona come te?, mediocre, banale? 

Ma io la amo.

Sono cose che succedono. Chissà quante persone avranno pensato la tua stessa cosa, non credere di essere speciale perché sei innamorata follemente e completamente, non credere di essere diversa. Non credere che lei non soffra. Lo sai benissimo che ti odia, quando le ripeti continuamente di amarla. Sai che ti ucciderebbe quando la guardi assorta, quando le sorridi, quando trattieni il fiato se ti passa accanto o ti giri a guardarla se le cammini davanti. La tormenti fin troppo. Se n'è accorta, sai? Anche se i discorsi non cadono mai su quell'argomento - e forse non ci cadranno mai più- c'è comunque qualcosa di elettrico nell'aria che non vi permette di essere quelle di sempre, quelle di prima, oserei dire. Anche quando parlate di converse e smalti blu alga marina, anche quando discutete sulla serie animata che la fa impazzire tanto e ti senti superiore perché sei stata tu a fargliela conoscere. Non tornerete mai più come prima. Forse è meglio che tu cominci ad abituarti all'idea di averla persa per sempre.

Non è vero. Io non l'ho persa. Lei mi vuole bene. Lei è felice quando parla con me, è così leggero e piacevole ridere insieme. Lei mi vuole bene.

Ma tu la ami.

Lo so. Ma ormai forse non ha significato. Cosa significa amare, quando tutto ciò che provi è solo dolore, e tutto fa male?

Non fa male. Fa paura. Fa paura perché sei arrivata a un punto tale che tornare indietro sarà difficile.

Lo so, ahimé, che fare? L'hai detto tu, no? Io a lei non servo, sono banale e insignificante, non ha bisogno di una persona fragile come me. Quindi prima comincerò a dimenticarla, meglio sarà. E lo so che è difficile, lo so che la mente non vuole, l'anima ne ha bisogno e il corpo la brama, ma io non sono qua per costringere nessuno. Quindi, piantala. Io continuerò a starle vicino e a parlarle di converse e smalti blu alga marina perché semplicemente...mi basta che lei mi respiri accanto. Non esagero. Va tutto bene. Tutto bene.

Lo sai che non è così. Ma sei testarda, come riuscirei a farti ambiare idea? Pensa ciò che vuoi. Non distruggerti per lei. Non ne vale la pena.

Ma, ma la sai una cosa? Non ne vale la pena, no. Per questo io continuerò a sperare che lei un giorno torni, perché la speranza è sempre l'ultima a morire, e i ricordi non si cancellano con mezza giornata, quando fuori piove e il mondo ce l'ha con la tua felicità. 

Che discorsi da grandi. La felicità. L'amore.

Sì..stupefacente, vero? So essere matura, quando voglio. 
Ora lasciami stare. Voglio pensare a lei. Disegnare il suo volto illuminato dai raggi del sole, nel nostro giardino segreto. Voglio circondarla di fiori e parole meravigliose perché è ciò che io desidero per lei e ciò che vorrei qualcuno le donasse, visto che io non posso farlo. Proteggerla...ecco cosa farò. La proteggerò da tutto ciò che è più grande di lei, e di noi, perchè nessuno sopravvive bene se non c'è qualcun altro a indicargli il cammino e a reggergli la mano quando cade. Io sarò lì a far sì che lei si rialzi. Senza chiedere nulla in cambio...che un sorriso. è la cosa più meavigliosa del mondo, a questo punto. Un sorriso. Non chiedo altro. Ti amo. 






* Soraya è un nome persiano, e significa appunto principessa.



  
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