Quella notte il cielo era adorno di nubi scure, distese lungo lo sprazzo visibile della volta celeste. Adombravano di tanto in tanto, sospinte dalla brezza fresca della stagione, la pallida luce lunare, rapendola allo sguardo senza malizia o cattive intenzioni.
La Vita aveva dischiuso gli occhi all’oblio dell’incoscienza e, sonnecchiante, riposava tranquilla nel proprio giaciglio, avvolta da una calda protezione chiamata sogno.
Tutto taceva, placidamente.