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Autore: Silva    29/08/2005    2 recensioni
Chiara, ragazza sognatrice e decisamente goffa, vedrà la sua vita cambiare per uno scherzo del fato. Saprà gestire i cambiamenti con i suoi comici modi di fare o si arrenderà alla grigia vita senza sogni? LEGGETE, LEGGETE, LEGGETE! RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE! CI TENGO MOLTO!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve. Non so bene come presentarmi…Non sono mai stato particolarmente portato per queste cose, quindi tendo immediatamente ad essere imbranato, a dire le cose sbagliate, a mancare tempi verbali. Un disastro. Eppure il primo impatto che si ha con una persona è fondamentale: oggi come oggi se non fai subito il botto, sei fregato. Nel mondo del lavoro, nel campo sentimentale, in tutto! Io non ci riesco mai, risulto sempre goffo, fuori luogo e fuori tempo massimo Ecco, come al solito mi sto dilungando e comincio ad andare completamente fuori tema. Mi succede abitualmente, oramai ci sono abituato: comincio un discorso e alla fine arrivo a parlare di tutt’altra cosa senza aver poi concluso nulla..e la gente si annoia, puntualmente. E chi può darli torto?

Tutti voi vi chiederete dunque chi sono, che senso ho, perché state ancora qui ad ascoltarmi, che cosa c’è stasera in televisione…

Tutto ciò che vi basta sapere è che io conosco molto delle persone, anche se queste spesso e volentieri a me neanche ci pensano, sono talmente scontato che si dimenticano della mia esistenza..ho solo una stretta cerchia d’amici, niente di più

…Ho un senso ed un obiettivo: io sono un narratore, anzi Il Narratore, delle volte modifico però a piacimento alcune storie...si mi ritengo anche un po’ scrittore e Burattinaio quindi come tutti quelli che fanno il mio lavoro sono qui per intrattenervi con una storia, un racconto che mi sta molto a cuore, poiché sono stato testimone degli avvenimenti e forse, anche un po’ la causa…

 

Tutto comincia da Chiara.

Chiara è una delle poche persone sulla terra che amano il traffico. Non sto scherzando è la verità. Mentre tutti sbraitano, fumano, piangono e parlano nevroticamente al telefono per rimandare cene, importanti riunioni ed appuntamenti con l’amante, Chiara utilizza in maniera sapiente il tempo che perde in macchina durante le infinite code della mattina e della sera., perché alla fin fine il traffico non è niente di diverso che una perdita di tempo. Per chi non lo sa sfruttare naturalmente. La nostra ragazza, quasi del tutto immune alla melodia un tantino snervante dei clacson e degli insulti sogna, canta, si trucca e legge, tutto nello spazio della sua maestosa Mitsubishi Pajero che considera un po’ la sua seconda casa. Sui sedili posteriori, accuratamente impilate sulla sinistra, stanno una decina di riviste di moda, alcune vecchie anche mesi, ma comunque salutari per rilassarsi un po’durante le balsamiche immersioni nei gas di scarico di decine di auto; la nostra Chiara tiene amorevolmente riposti alcuni trucchi e le pinzette per le sopracciglia nel cruscotto, sempre a portata di mano per un ritocchino qua e la; sempre nel cruscotto troviamo una decina di custodie equamente distribuite per circa trentacinque CD che possono variare dal pop melodico sino alla folkroristica musica irlandese capace di svegliare, la mattina presto, anche un morto. Ed è proprio in questi momenti che Chiara si riduce a sognare ad occhi aperti, senza che nessuno la guardi stranito, indignato perché una giovane ragazza perde tempo ad immaginare una vita non sua, conversazioni che non intraprenderà mai, vestiti che non si potrà mai permettersi e ragazzi che in condizioni normali, molto probabilmente neanche si accorgerebbero della sua esistenza. Chiara ama immergersi in questa sorta di mondo dolce e un tantino viscoso nel quale nessuno potrà mai ferirla, insultarla e denigrarla, dove va sempre tutto bene ed i cattivi vengono sempre puniti.

Ma in quella mattina di fine settembre, ogni suo tentativo d’immergersi in una fantomatica storia d’amore con il classico bello e dannato di nome Xander o Daniel o Joshua naufragava miseramente: non serviva a niente respirare profondamente, concentrarsi, fare qualche breve pausa e continuare le prove. Tutto ciò a causa a causa del proprietario della macchina proprio dietro quella di Chiara, un irritante omuncolo che continuava imperterrito a premere con insistenza sul clacson della sua Panda dal colore imprecisato, non riuscendo a comprendere che forse, se avesse atteso pazientemente come del resto tutti stavano facendo, l’atmosfera sarebbe come per magia divenuta un tantino più sopportabile. Chiara sbuffò nervosamente, accantonando il suo rapimento d’amore da parte di Xander/Daniel/Joshua (terribilmente passionale, ma anche un poco romantico) per la coda del rientro che certamente avrebbe trovato, salutare e rilassante come al solito. La ragazza espirò lentamente, poggiandosi adesso più comodamente allo schienale del guidatore, le braccia distese verso il volante, dove con le dita della mano destra cominciò a tamburellare sulla superficie di pelle con fare noncurante, sempre concentrata nel tentativo d’ignorare il pressante tentativo dell’uomo di crearle degli scompensi psicofisici dovuti alla prolungata  esposizione all’irritante suono del clacson. Strano perché solitamente gli attacchi isterici di altri sfortunati conducenti d’auto non le facevano ne caldo ne freddo. Chiara prese a guardarsi attorno, cercando malamente di celare la crescente irritazione che pareva impossessarsi di ogni singola cellulare celebrare e non del suo corpo: con un gesto sbrigativo premette il pulsante d’accensione del lettore CD. Immediatamente le voci di Melanine C e Brian Adams uscirono dalle casse poste sulle portiere e anche Chiara, dopo qualche secondo di sprezzante indifferenza cominciò a canticchiare con loro, anche se a dirla tutta la ragazza non dimostrava poi doti canore così eccelse e soprattutto non conosceva le parole della canzone -Now baby when you’re gone..nanannnaaaaaaaaa everybood tools… feel …and the night seems sooooooooo loong even full papapapa- il brio e la carica animalesca della canzone stavano cominciando a prendere possesso di Chiara che oltre a cantare a squarciagola cominciò anche a battere il piede sul tappetino, davanti al freno: ben presto iniziò anche il movimento della teste, ondeggiante da destra verso sinistra, prima lieve e solo accennato, poi sempre più forte accompagnato anche dal spostamento della mano destra, avvicinata alla bocca come se in mano stringesse un immaginario microfono. Era partita: in quel momento Chiara non era più dentro l’abitacolo della sua Mitsubishi Papero, bensi..in un palco, no no in mondovisione! Stava duettando con un bellissimo cantante dai lunghi capelli neri, leggermente ondulati, legati con una coda bassa sulla nuca: lui la fissava romanticamente con gli occhi blu, intensi e passionali e lei, magnifica in un vestito di Dior dava sfogo al suo talento innato, immaginandosi le facce di quelle vacche delle sue arcinemiche che la guardavano da casa, rosicandosi silenziosamente i gomiti perché lei, Chiara, stava cantando in mondovisione con il cantante più bello del creato mentre loro erano costrette a vegetare sui loro divani. Era quasi arrivata al momento di maggior tensione, dove il cantante si avvicinava a lei, non riuscendo più a trattenere la passione,  quando..quando un tizio con i capelli untuosi, un paio di occhiali dalla montatura molto retrò ed un completo giacca e cravatta bussò insistentemente con le nocche al suo finestrino nel tentativo di attirare la sua attenzione. E c’era riuscito, visto che in un paio di secondi il palco, il cantante (ribattezzato Brad) ed il vestito di Dior evaporarono come acqua a 100°. Con movimenti goffi Chiara abbassò il finestrino, sporgendosi leggermente verso l’ometto che non aveva l’aria di essere affatto entusiasta dal suo spettacolo canoro -Ehm, si?- domandò con fare falsamente naturale la nostra ragazza, poggiando evasivamente il gomito fuori dall’abitacolo e posando la mano sinistra sulla guancia. –Ha finito con il suo ridicolo spettacolino?- domandò questo con voce sgradevolmente stridula e con il naso aquilino arricciato in un espressione che ricorda vagamente quella di un uomo che ha bevuto una bottiglia di olio di ricino e che non sa dove sia un bagno. Chiara rimase interdetta per qualche secondo alle parole dell’uomo, profondamente umiliata per essere stata colta in flagrante durante uno dei suoi numerosi voli d’immaginazione ed arrossì vistosamente –S-si- proferì sperando in cuor suo di diventare piccola come un puffo e di sparire alla vista di tutti gli automobilisti, che in quel momento si erano voltati per osservare la scena: un’appetitosa lite tra conducenti, un mezzo per far svanire la noia. L’uomo continuò a fissare Chiara con la sua solita aria acida e purgativa per poi continuare –Come se non bastasse la fila chilometrica che mi devo sorbire, ci si mette anche una stupida ragazzetta che improvvisa la sua pessima esibizione canora alla 7.30 della mattina-. La nostra cantante osservò con la bocca leggermente socchiusa e con un’aria imprudentemente inebetita il suo sgradevole interlocutore, non capacitandosi bene di ciò che le aveva appena detto: furono i borbottii di stizza degli altri automobilisti, che lei interpretò come un incoraggiamento, a riportarla sulla terra con un po’ di coraggio in più. Chiara si sporse un poco oltre il finestrino per verificare se la sua intuizione, ovvero che l’uomo che aveva davanti fosse proprio il conducente della Panda, fosse fondata: una breve occhiata le suggerì un esito positivo, quindi la ragazza con un tono di voce leggermente meno impaurito dichiarò letteralmente  -Senta mio caro signore, io non le ho detto niente mentre strombazzava come un esagitato al volante del suo topo- con un cenno della mano sinistra indicò la Panda monocromatica e con più vigore riprese –Tutti noi stiamo pazientemente aspettando che la fila proceda e come lei stiamo andando a lavoro! Causare danni all’udito altrui, non migliora l’umore e non fa scorrere il traffico più veloce!- esclamo con un patriottico gesto della mano sinistra. Dagli altri automobilisti si levò un coro d’incitamento e gioia, indirizzato alla sua persona o forse, molto più probabilmente, allo scorrere del traffico. Con la coda dell’occhio vide che finalmente la sua corsia cominciava a muoversi come si deve e si preparò ad accendere il motore quando l’uomo esclamò –Brutta ragazzina impertinente e pure stonata, come ti permetti di..- il resto della frase fu tempestivamente interrotto da un getto di caffè orami freddo lanciato con precisione marziale sulla camicia immacolata del tizio:la mano che aveva commesso il fattaccio era proprio quella di Chiara che colta da un raro momento di violenza aveva impunemente afferrato il bicchiere di cartone del liquido e lanciato in direzione dell’antagonista mattiniero. che scena ragazzi! E poi in un men che non si dica, in un’azione degna di un film di Bruce Willies Chiara aveva accelerato ed era sparita dalla circolazione, inoltrandosi poi in una viuzza sterrata che sapeva condurre più lestamente all’agenzia dove lavorava. Quell’atto di vandalismo mattutino l’aveva fatta sentire un po’ una cattiva ragazza: ridacchiando Chiara pensò che neanche la miglior bella e dannata che impersonava in alcuni suoi sogni avrebbe potuto fare di meglio.

  
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