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Autore: Joannah Mary Grace    18/05/2010    2 recensioni
La storia è ambientata nel medioevo, è la fiaba di Hansel e Gretel ( non so come si scrivono i nomi) un po' modificata ;) per adattarsi ai My Chemical Romance
Genere: Comico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prigionieri in dolci sogni al gusto di cioccolato.

 

L'antefatto

 

 

I found myself in Wonderland
Get back on my feet, on the ground
Is this real?
Is this pretend?
                      I'll take a stand until the end.                        

 (Alice by Avril Lavigne)

 

 

C'era una volta in un paese alquanto sconosciuto e poco abitato una famigliola felice ma particolarmente povera.
Il padre ahimè, faceva di tutto per poter far mangiare i suoi due figli e sua moglie anche, non dimentichiamola..non è che può vivere di aria, ma soprattutto quei due furbacchioni di Gerard e Mickey.
Gerard era il più grande e come narra la storia fin dai tempi dei cavernicoli il più grande sottomette il più piccino. E' brutto da dire..ma come definireste voi tutti i dispetti, gli insulti e le botte che Mickey, povera stella, subiva da Gerard?
Ma infondo erano bravi fratelli, premurosi e affettuosi, infondo infondo, ma proprio nel più profondo dell'anima.
Il maggiore era alto, robusto, con lunghi, neri capelli lisci e morbidi e i suoi occhi erano verdi e lucenti come gli smeraldi. Suo fratello non è che gli assomigliasse tanto e questa era sempre stata una questione che aveva suscitato parecchi dubbi nel padre che vedeva il suo volto ringiovanito in quello di Gerard ma in quello Mickey davvero no.

" Quella sera Arthur aveva bevuto fin troppo, emanava un puzza sconcertante di alcool, e la sua testa volle che si accanisse contro sua moglie Juditte.
< Ora basta! Dimmelo! Non me lo puoi tenere nascosto ancora per molto! Il biondino non è mio figlio! Tutti nella nostra famiglia sono sempre stati scuri e con occhi chiari, Juditte! > E la moglie indifferente borbottava stanca: < Su via tesoro, non puoi pretendere che le generazioni non cambino! Quando era nato non era così chiaro..> E allora il marito sarcasticamente : < Ah... ho capito! Caspita Mickey, potevi dirmelo prima che ti eri fatto la tinta, anche se non parlavi perchè avevi solo anno! > < Bè caro, è sempre stato un bambino sveglio, al contrario di suo fratello!! > Urlò la madre calcando le ultime parole verso un Gerard indaffarato a versare tranquillamente dell'inchiostro in testa al fratellino. < Certo..sveglio come sua madre, siamo nel medioevo e la tinta per i capelli ancora non l'hanno inventata! Trovatene un 'altra di scusa, magari che ne so sight, sei andata sight, con il sight, contadino Mario sight? o con il signor Franco, il biondino con gli azurri sight, è? sight, Zzzzzz > "

Episodi del genere avvenivano almeno tre o quattro volte alla settimana.
Juditte tutte le mattine andava a mungere le vacche e a controllare le galline e le loro uova. I suo figli, ai tempi di quattordici e dieci anni, andavano a far pascolare le capre nelle colline aldilà della fattoria.
Per Mickey era un suicidio andare con Gerard a far pascolare le bestiole.  Come quella volta che dovette raccontare alla madre disperata che aveva fatto a pugni con un caprone per coprire il fratello più grande.

" Come tutte le mattine i due fratelli si incamminarono nelle verdi colline, morbide e soffici, almeno fino a quel giorno.  Arrivati alla grande grotta si distesero entrambi all'ombra e ridacchiavano su stupide storielle che sentivano in taverna. Ma quel giorno, Gerard non era soddisfatto abbastanza, voleva ridere di più. Così escogitò un piano malefico per sbellicarsi dalle risate. Durante un momento di silenzio imbarazzante, Gerard ruppe la calma: < Sono sicuro che il forte caprone delle montagne non lo batterà più nessuno a parte me. Sai, l'ho battuto ieri, e mi ha regalato un cosa molto molto bella. Fantastica. > Il fratello cominciò ad interessarsi: < Assì...e cosa è, cosa è?? > Chiedeva a mo di cantilena. < Mi dispiace ma è un segreto. Non posso dirlo a nessuno, a meno che questaaaa persona mi batterà > Il fratellino si alzò in pieni e cominciò a saltellare, allora Gerard capì di averlo ormai in pugno : < Ti prego, dai dai, posso farlo anch'io! Voglio battere il caprone! Dai dai, anch'io sono forte come te! > e Gerard recitò: < E vedremo, Mic, vuoi davvero provare?> Per tutta risposta Mickey annuì velocemente tirando su di peso il fratello.  Gerard cominciò a scendere controllando che il fratello restasse lì ad aspettarlo.
Una volta arrivato alla fattoria gridò al fratello di partire, cercando di trattenere le risate. Mickey si lanciò a rotolare giù per la collina sdraiato una volta a pancia in giù e una volta a pancia all'aria. La collina può semprare soffice e delicata. Ma non lo è. E Mickey lo sapeva. Quando arrivò giu e si alzò tutto rintontito e distrutto e per lo più Gerard era sparito ma davanti a lui si trovò la madre esterrefatta, vedendosi un omino tutto lividi e dolorante. < Mickey ch..che cosa hai fatto??!  > Chiese urlando. < E sai mamma..ho..ho ho fatto a pugni con il caprone signore delle montagne..ma non ho vinto. Però shh...non lo dire ne a papà perchè è un segreto! > E per l'ennesima volta dalla bocca della madre scappò il solito grido < Geraaaaaard!!! > "

Una mattina di Agosto in capagna il sole cuoceva e gli uccellini cantavano allegri nel cielo. A meno che l'annoiato Gerard non gli avesse letteralmente distrutto il nido o addirittura, se gli uccilini era instupiditi dalle irritanti risatine di Mickey, non li avesse spennati tutti.
Juditte e i ragazzi erano più felici del solito perchè il padre aveva annunciato loro che presto, quella mattina, sarebbero arrivati i nuovi servetti che si sarebbero accampati, alla meglio,  nella loro fattoria.
La carrozza si fermò davanti al cancello nero e alto da cui scesero veloci due ragazzi indaffarati con i loro piccoli bagagli e molto stanchi.
Il padre chiamò il figlio quindicenne per aiutare e accogliere i due.
Il più alto dei due era probabilmente il più grande e lo dimostravano le rughe sotto gli occhi e i ciuffi di capelli bianchi dietro le orecchie. Simpaticamente Gerard lo aveva soprannominato lo zio Tom.  Il più basso, nonchè il più giovane, aveva i capelli scuri e corti e gli occhi color nocciola, il fisico era di uno che lavorava con fatica ogni mattina, perciò era tremendamente scolpito dalla testa ai piedi. Il visino era dolce e lo sguardo stanco ma attraente.
Gerard ovviamente corse in aiuto del giovane che alla sua vista sorrise e lo seguì nella sua stanza, dovre avrebbe dormito da lì ad altri tre anni.

< Piacere Gerard. > Fece il ragazzo con un sorriso amichevole e accogliente.
< Il piacere è tutto mio, io sono Frank > Rispose il più basso abbandonandosi nel lettone dietro di lui.
< Emm.. ecco.. quello sarebbe il mio di letto, il tuo e l'altro dietro ma se vuoi puoi restare lì, non fa niente..> Parlava veloce e timido Gerard.
Mickey osservava la scena da dietro e rimase inorridito dall'accoglienza e dal comportamento del fratello, avrebbe giurato di vederli fare a botte.
< Io invece sono Mickey! Sono suo fratello e dormo nel letto..quello contro il muro, felice di conoscerti! > Mickey era sempre tuttofare...e si intrometteva sempre.
< Oh ciao Mickey, scusa ma non ti avevo visto..anche per me è un bel piacere! Oh...ragazzi sono davvero stanco..vi dispiace se dormo per un po'? >

Tutto sembrava tranquillo come sempre nella vecchia fattoria di Arthur e Juditte.
Finchè un pomeriggio come tanti, gli ormai grandi amici Gerard, Frank e Mickey si imbatterono in un angusto sentiero di collina che, brullo e buio, si snodava immenso verso l'orizzonte.

< Ragazzi, che ne dite? Mamma, papà e zio Tom sono di nuovo arrabbiati con noi...e io non ho la minima intenzione si subirmi l'ennesima ramanzina..perciò..> Gerard cercò con diplomazia di sersuadere i due ragazzi ma solo Frank lo ascoltava forse veramente, dato che Mickey era occupato a lavarsi i piedi in una pozzanghera.
< Io credo che tu..> Lo interuppe Gerard voltandosi verso il fratello.
< Mic, Mickey! Ciao...scusa il disturbo, ti volevo chiedere.. pensi che mettendo i tuoi luridi piedi in quella pozzanghera di fango migliorerà la situazione?> Gerard lo interrogò alzando un ciglio e mostrando una smorfia di disgusto.
< No. Però se devono essere sporchi e puzzolenti, meglio che lo siano con classe.> Disse Mickey sbattendo le ciglia con orgoglio.
< Gerard ora ascoltami! Allora..> Frank richiamò l'attenzione di entrambi < Primo il mio amico non si chiama Tom e non è tuo zio. Secondo, in questo sentiero ci sono un sacco di deviazioni e ci perderemmo. Terzo zio Tom non è cattivo e non mi farà una altra volta la ramanzina, mi spedirà direttamente dai nonni malefici in Russia. Quarto è buio e non si vede un accidenti.> Tossì alla fine incrociando le braccia sul petto.
< E allora? La conclusione? > Lo esortò a continuare Gerard mentre con uno strattone alzo Mickey e lo schiaffeggiò per via dei piedi puzzolenti.
< Bè la conclusione è ...che dobbiamo muoverci ad andare prima che i vecchi se ne accorgano. Le mie osservazioni mi spingono ad andare nel sentiero.>  Concluse Frank.

Era ormai mezz'ora che camminavano e le tenebre erano calate gelide e silenziose, se non fosse per quelle urla che si sentivano in lontananza.
I ragazzi cominciarono a perdere la speranza di poter ritornare a casa, ma era da pazzi ritornare indietro, e loro non era pazzi. No.
< Ehy guardate! > Gerard indicò con l'indice una casina tutta illuminata che si vedeva alla fine del sentiero, dietro un macabro cipresso. Decisero di andare lì a chiedere riparo.

E non lo avessero mai fatto.


E allora? Che ne dite continuo? Ieri non sapevo cosa fare e mi sono messa a scrivere questa storiella così..in mezz'oretta. Spero vi sia un po' piaciuta, l'idea me l'ha data mio fratello...in effetti per prendermi in giro, ma poi l'idea mi era davvero piaciuta così ho scritto... spero commentiate comunque.

Baciii :D

   
 
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