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Autore: Dita    18/05/2010    2 recensioni
Questa è la mia prima fan fiction su True Blood. Anzi, questa è la mia prima fan fiction. E’ un racconto che all'inizio sembrerà sospeso... ma che poi troverà la giusta collocazione all'interno della saga. La fanfic è ispirata (più per la struttura, che per la trama) all'omonimo film "Before Sunrise - Prima dell'Alba" di Richard Linklater. La fan fiction non ha scopi di lucro ecc ecc, i personaggi appartengono a C. Harris, (a parte qualche piccolo personaggio di mia invenzione). Commentate senza pietà e buona lettura!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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TB2 Eric accostò sul ciglio della strada. 
“Sookie…” mi guadava, rimanendo al suo posto. 
“Io non penso che tu sia una creatura assurda e tu non pensi che io sia sbagliata. Bene, abbiamo chiarito. Mi riporti a casa ora?” risposi cercando di non far trasparire nulla. 
“Perché finiamo sempre per litigare?” mi chiese. 
Si aspettava davvero una risposta? 
“Senti, so di non avere molto tatto, non come lo intendi tu…” 
“No, decisamente no” lo interruppi. 
“Forse è la mia natura di vampiro che implica questo mio modo di fare, ma…” cercò di giustificarsi. 
“No” lo interruppi di nuovo. “Ne ho abbastanza, voi vampiri cercate sempre di ridurre tutto a questo: voi siete diversi e gli altri si devono adeguare. Fottiti!” stavo vomitando parole e rabbia senza contegno. “Questa è una scusa bella e buona. E’ troppo facile giustificare le proprie azioni dicendo io sono fatto così! Perché la parte più difficile deve sempre aspettare agli altri?! Fino all’anno scorso non esistevate nemmeno! Ma dobbiamo convivere, bhe, allora l’adeguamento deve essere reciproco”. 
Avevo gli occhi in fiamme, e se avessi avuto i denti giusti, lo avrei anche sbranato. 
Eric mi guardava con aria corrucciata. 
“Che tu ci creda o no, io sto facendo l’impossibile per essere carino con te” disse con voce calma, sporgendosi verso di me. 
“No Eric, tu stai facendo l’impossibile per portarmi a letto” lo corressi. 
“Bhe, qual è la differenza?!” 
“Ah!” ebbi una risata isterica. 
“Ti servi delle persone, e se non ne puoi ottenere qualcosa, te ne sbarazzi!” dovetti controllarmi per non urlare. 
“Tutti si servono di qualcuno. Per soldi, per amore, per una conversazione, per un attimo d’attenzione. Tra noi e voi, cambiano solo i mezzi, non i fini” stava alzando la voce. 
Non l’avevo mai visto scomporsi. Quando se ne accorse, calmò il tono. 
“Io mi servo di te per… perché mi fai stare bene” disse a bassa voce, guardandomi negli occhi. 
Non risposi. 
“E quando mi rifiuti” continuò “mi fai male”. 
Non seppi spiegarmi perché sentii male pure io a quelle parole. 
“Perché?” chiesi istintivamente. 
Aveva lo sguardo turbato. 
“Non lo so” rispose semplicemente. 
Allungai una mano verso di lui, per accarezzarlo, ma si divincolò riaccendendo il motore della macchina. 
Rimanemmo in silenzio per quasi tutto il viaggio. Io guardavo la notte dal finestrino, ed Eric guardava fisso davanti a sé. Non ero tanto sicura che guardasse la strada. 
C’era solo la musica della radio ad accompagnarci. 
Avevo la mano di Eric appoggiata sul ginocchio. Non la tolsi. 
  
I'm so tired of playing, 
playing with this bow and arrow. 
Gonna give my heart away, 
leave it to the other girls to play, 
for I've been a temptress too long. 
 
So don't you stop, being a man, 
just take a little look from our side when you can, 
sow a little tenderness. 
No matter if you cry. 
 
Just, give me a reason to love you, 
give me a reason to be a woman. 
I just wanna be a woman. 
 
  
Arrivammo davanti a casa mia. 
Bontemps era deserta, a quell’ora non c’era mai in giro nessuno. Normalmente la cittadina si svuotava al chiudere del Merlotte’s, e il Merlotte’s era chiuso già da un pezzo.  
Spense il motore, rimanemmo seduti per un po’ a guardare il vuoto. 
Fui la prima a spezzare il silenzio. 
“Allora, cosa farai domani con le streghe?” 
“Vedrò a che tipo di accordo si può arrivare, ma nel caso ti dovesse capitare, non spartire mai nulla con le streghe. Anzi, cerca di non averci mai nulla a che fare” disse con aria molto seria. 
“Va bene” gli risposi con un sorriso incerto. 
“Ah” iniziai a frugare nella mia borsetta “le chiavi della mia macchina” gliele porsi. 
“Per che ora ti serve la macchina?” 
“Alle otto devo essere da Sam.” 
“Alle sette sarà qui fuori” mi sorrise. 
All’improvviso mi accorsi che la serata stava giungendo al termine, e che Eric se ne sarebbe andato. 
“Ti va di entrare a bere qualcosa?” gli chiesi all’improvviso. 
Non credetti nemmeno di essere stata io a parlare. Non l’avevo ancora pensato, e già l’avevo detto. 
Spalancò gli occhi quanto me. 
Cercai velocemente nella mia testa una giustificazione. 
“Devo darti una cosa da dare a Pam” farfugliai. 
“Ma davvero?” mi sorrise. 
Rovistai nella mia mente ancora più a fondo. 
“Si, tempo fa mi aveva prestato un suo vestito. Sai, la notte del fattaccio di Long Shadow. Mi sono sempre scordata di restituirglielo, se entri ti offro qualcosa, così intanto lo cerco”. 
“E cosa mi offri?” mi chiese, con il suo solito sorriso sghembo. 
“Un tru:blood” 
“Peccato.”







Piccolo ponticello per passare al capitolo finale. 
Eh si, care fangbangers, si avvicina l'alba!
Sarà più lungo degli altri, ma sarà l'ultimo.

Grazie alle commentatrici!!!

Ah, ho modificato qualcosina nei capitoli  precedenti...
 

 
  
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