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Autore: Ai_Sellie    19/05/2010    2 recensioni
La paura rende ciechi davanti a tutto; l'amore fa il resto.
[Ha partecipato alla challenge di 1frase, 5o Original Sentences. \w/]
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#o1. Angelo. Non ti sei mai posta il problema di cosa potesse significare ricevere un regalo da qualcuno, prima di allora e, forse, è solamente per questo motivo che lo hai accettato; voleva solo disfarsene, tutto qui, ti ripeti, e intanto lui resta lì, a tintinnare intorno al tuo polso tutte le volte che cambi pagina.

#o2. Sorriso. Ogni tanto ti capita ancora di intravedere lo spettro del suo sorriso sporgersi, gentile, oltre la tua spalla; avviene di rado ma durante precisi momenti della giornata; quando sei al buio rannicchiata sotto le coperte, per esempio, e a bassa voce, conti i regolari tum tum di quel cuore che da troppo tempo, ormai, batte nel corpo sbagliato.

#o3. Felicità. Sono felice di averti incontrata, recita il biglietto che hai trovato allegato al mazzo di girasoli, e tu inarchi un sopracciglio, mentre lo ripieghi e sistemi i fiori in un vaso; chissà cosa vorrà dire, essere felici.

#o4. Pericolo. La paura rende ciechi davanti a tutto; l’amore fa il resto.

#o5. Confusione. Quando l’insegnante presentò Haruka alla classe, fu già un evento insolito che sollevasti la testa per incrociare i suoi occhi e non ti sfiorò neanche per un secondo il pensiero che quello sconosciuto potesse diventare qualcuno di speciale; il problema, è che adesso non sapresti più dire se sia stato un bene o un male.

#o6. Mondo. “Come ti chiami?” “Bijou” “Bij…” “E’ francese”, sorride, Haruka, osservando con interesse crescente quella stramba compagna di classe che ancora non ha alzato gli occhi dal suo Roméo et Juliette, “Io sono Haruka, piacere di conoscerti Bijou”, le tende la mano e semplicemente aspetta; quando le loro dita si stringono, ad Haruka sembra che il mondo sia diventato improvvisamente più luminoso.

#o7. Finestra. Il tuo primo sorriso di una vita non è stupendo ed è anche un po’ tirato ma per Haruka è il più bello che abbia mai visto; è come la finestrella di una piccola baita abbandonata tra le montagne, che cigola appena quando viene socchiusa per permettere a qualche raggio di Sole di scivolare all’interno dopo un Inverno particolarmente gelido.

#o8. Spazio. Pur di racimolare qualche coccola, Haruka riesce sempre a farsi bastare l’angusto quadratino di spazio che le tue gambe incrociate sul pavimento gli concedono; così mentre tu persisti a non voler mai più avere a che fare con qualcuno, lui continuerà a rimanere l’unica compagnia gradita.

#o9. Vista. La sensazione che ti prende lo stomaco quando stringi la sua mano dopo le presentazioni è insolita, strana, talmente nuova che, per un attimo, ti si appanna la vista e la testa ti gira.

#1o. Pace. Quando il freddo si fa troppo pungente, ti capita ancora di desiderare di non averlo mai conosciuto; anche solo per poter smettere di soffocare e tornare a quell’incapacità di provare emozioni che tanto ti faceva stare bene.

#11. Sbaglio. Il tuo unico, vero sbaglio è stato quello di essere nata; così ti è stato insegnato e per questo devi pagare.

#12. Occhio. Ieri notte, appena tornata dal ballo della scuola, hai trovato il tuo peluche preferito ad attenderti seduto sul cuscino del letto, dove lo avevi lasciato, ma con un occhio scucito; benché tu non sia mai stata tipo da credere a forze sovrannaturali o coincidenze di qualsiasi tipo, la brutta sensazione che quel ritrovamento ti ha lasciato, tuo malgrado, addosso sparisce solo il pomeriggio successivo, quando, appena arrivata, Haruka ti saluta con la sua solita carezza sul collo.

#13. Mare. Dovevi essere davvero troppo stanca se permisi al sonno di vincere sulle tue difese e ti addormentasti con la testa poggiata sulle sue gambe; di quella giornata in spiaggia rammenti giusto il rumore delle onde ed un intossicante profumo dolciastro che non lasciò più le tue narici per lo meno per i cinque anni avvenire.

#14. Folla. Se prima parlavi poco, adesso ti si potrebbe benissimo scambiare per una ragazza muta senza difficoltà alcuna; non che la cosa ti importi, comunque, e con il tempo, oltre alla folla di sconosciuti che ti circonda, anche tu hai finito con il dimenticare quale sia il suono della tua voce.

#15. Gabbiano. “Io… ti amo”, ti confida, leggermente rosso in viso, poco prima di sostituire il tomo che avevi in mano con un delicato mazzetto di gigli e sorridere; è buffo che di quella dolce dichiarazione sulla spiaggia, ricordi più il gabbiano che gli fece i bisogni tra i capelli piuttosto che il calore del suo abbraccio.

#16. Sogno. Da bambina, ad un qualsiasi adulto insulso che ti chiedeva cosa volessi diventare da grande, tu rispondevi , convinta e sicura: “un fantasma, così nessuno sarà in grado di vedermi e io potrò leggere tutti i libri che voglio senza che qualcuno venga più a disturbarmi”; Haruka fu il primo a non ridere di gusto davanti a quel tuo sogno da molti ritenuto assurdo.

#17. Libertà. Il suo stupido gesto insensato ti ha condannata a patire per sempre pene peggiori dell’inferno stesso: o vivi o vivi; non ti ha lasciato libertà di scelta, questa volta.

#18. Gelato. Haruka arriva trafelato, all’appuntamento, e con una mezz’oretta buona di ritardo; per farsi perdonare decide di offrirti un enorme cono gelato che ti compra con i risparmi del suo ultimo lavoretto e costringe a farti assaggiare solo per il gusto di poterti, poi, pulire la bocca con il suo fazzoletto.

#19. Controllo. Ti volti un po’ impacciata tra le sue braccia ed il tuo corpo nudo sfrega appena contro le lenzuola; “Come ci si sente?” sussurra gentile, per poi sorridere della confusione che ti ha letto negli occhi, prenderti la mano e posarsela sul petto, “Come ci si sente ad avere il pieno controllo sul mio cuore e la mia mente?”

#2o. Pesce. Non essendo per nulla abituata a relazionarti con le persone, quando è arrivato il tuo turno di comprargli un regalo sei letteralmente andata nel pallone; hai ripiegato su uno strambo pigiama tappezzato di pesciolini colorati che Haruka accetta come se fosse il regalo più bello del mondo perché sa che hai sacrificato un intero pomeriggio di lettura, per sceglierlo, e questo gli basta.

#21. Sole. L’amore nei suoi confronti si è radicato nel tuo cuore in maniera così forte e discreta che quando te ne sei resa conto era già troppo tardi; adesso non riesci più nemmeno a guardare un banalissimo tramonto senza che il rosso delle nuvole non ti ricordi in continuazione quello dei suoi capelli.

#22. Brezza. La brezza invernale ti sfiora con la sua carezza gelida la pelle delle gambe, mentre tornate a casa dopo la scuola, e tu ti stringi un pelo più del solito al suo braccio, quasi con naturalezza, arrossendo subito dopo.

#23. Costa. Haruka ti ama con una forza ed un’intensità che proprio non riesci a comprendere, per quanto ti sforzi, e continua a farlo nonostante lo scorrere del tempo e qualche piccola disavventura; non ha smesso nemmeno quando lo hai accidentalmente spinto giù dalle scale ed è stato costretto un mese in ospedale con una costola incrinata, e tu cominci seriamente a crogiolarti nella rassicurante certezza che mai lo farà.

#24. Città. Qualche settimana dopo il vostro incontro, scese sulla città una pesante coltre di nebbia tanto densa da sembrare quasi finta e Haruka ti convinse a passare da lui il pomeriggio; si tinse i capelli di un insolito celeste pastello, durante le ore che passaste assieme, e non si sa bene come riuscì anche a strapparti il tuo primo sorriso.

#25. Casa. Sono un paio di minuti circa che Haruka ha messo su il broncio perché tu ti eri dimenticata di dirgli dove abiti e lui ha impiegato, quindi, un’intera giornata per trovare l’indirizzo esatto, “Da domani ti accompagno a casa tutti i giorni” decide; ha mantenuto fino all’ultimo, la sua promessa.

#26. Bugia. “… ieri sera ti ho ascoltata mentre canticchiavi durante il turno di pulizie; hai una voce stupenda, dovresti studiare canto”, ti rivela con una punta di imbarazzo, qualche minuto prima che la campanella segni la fine delle lezioni, ma tu non fai neanche lo sforzo di alzare la testa per incrociare il suo sguardo, tanto è solo un’altra delle molteplici bugie che il mondo ti propina; tu non sei buona a niente, è stato il terzo insulto ad aver trovato posto nella tua personale collezione oltre che il preferito di tua madre.

#27. Telefono. Il giorno del vostro primo appuntamento, Haruka ti regalò uno di quei ciondolini in metallo da appendere al telefonino senza sapere che tu, per mancanza di amici, non ne possedevi uno; quando lo scoprì smise di prendere l’autobus tutte le mattine e un paio di mesi più tardi aveva risparmiato soldi sufficienti per regalarti anche il cellulare a cui attaccarcelo.

#28. Orizzonte. All’anulare della tua mano sinistra non è infilato alcun anello d’oro tempestato di chissà quante pietre preziose né brilla un diamante da un numero spropositato di carati –non ancora, almeno-, ma la possibilità di passare il resto della tua vita assieme a lui è talmente tangibile e reale che non ti serve un inutile pezzo di metallo per piangere di gioia stretta al suo petto.

#29. Stile. La tua vita è un vero schifo, o per lo meno, questo è quel che tua madre continua ad urlarti contro praticamente da quando sei venuta al mondo e, con il tempo, hai finito con il crederci anche tu; così tanto che ormai è diventato quasi facile convincerti che le sue parole ti entrino da un orecchio ed escano dall’altro.

#3o. Malinconia. “Quando ti sembra di soffocare, chiamami” ti sussurra dolce all’orecchio, carezzandoti intanto un fianco nudo, con delicatezza, “Adesso che mi hai trovato, non ti permetterò più di cadere da sola”

#31. Bacio. “Vero o di cioccolato?” sussurra, “E’ tradizione” aggiunge subito dopo, alludendo al vischio che penzola allegro sopra le vostre teste; “Al cioccolato” rispondi con la calma glaciale che ti caratterizza fin da quando sei bambina, senza alzare gli occhi dal romanzo che hai appena preso in prestito dalla biblioteca; il giorno dopo, Haruka si presenta a scuola con letteralmente un camion di cioccolatini.

#32. Mano. Bijou ha dita sottili, bianche come la neve, e Haruka ha promesso a sé stesso che farà di tutto purché quelle mani così delicate non si macchino mai.

#33. Caduta. Lo stesso giorno in cui consumaste la vostra prima volta insieme, davanti alla porta di casa trovasti un uccellino morto, probabilmente caduto dal ramo di un qualche albero; Haruka lo raccolse con una delicatezza che ti lasciò perplessa, a quel tempo, ed insieme decideste di seppellirlo nel giardino della scuola.

#34. Volo. Tutte le tue prime volte sono state con Haruka; piccole esperienze quasi magiche che solo lui ha avuto il piacere e privilegio di condividere con te, dal semplice chiacchierare durante il cambio dell’ora al tuo primo viaggio in aeroplano.

#35. Felino. Vi siete incontrati per la prima volta sotto la pioggia, un monotono Martedì pomeriggio di inizio Settembre e per una macabra ironia della sorte ti è stato strappato via il medesimo Martedì pomeriggio, cinque anni più tardi, sotto i raggi del Sole; di lui non ti resta altro che una manciata di ricordi oramai sbiaditi dai sensi di colpa e il felino che porta il suo nome.

#36. Gravità. La gravità di quel che hai combinato la comprendi appieno solo quando un uomo mai visto prima ti prende da parte e, con voce paziente, spiega perché dal petto squarciato di Haruka manca l’organo più importante –il tuo Haruka, dannazione, quello che ti ha promesso fino alla nausea di non lasciarti mai.

#37. Fantasma. Tu sei il fantasma di quella libertà di cui la tua nascita ha segnato la fine, e sei tornata per ricordarle ogni dannato secondo quanto si sarebbe potuta divertire se non fosse rimasta incinta; è naturale che ti disprezzi, dopotutto sei solo un insetto e gli insetti si schiacciano.

#38. Lotta. “Giochiamo alla lotta con i cuscini?” ti propone sua madre la prima volta che Haruka decide di portarti a casa sua per presentarti alla famiglia, e rimani quasi sconvolta davanti alla familiarità con cui, appena messo piede oltre la soglia, quella stramba sconosciuta ti abbraccia senza nemmeno aver chiesto il tuo nome, come se già ti considerasse una di loro.

#39. Motore. Le passioni di Haruka sono sostanzialmente tre: Bijou, il baseball e il motorino con cui la accompagna alla stadio, prontamente sostituito dalla fidata bicicletta arrugginita quando il motore riesce puntualmente a rompersi mezz’ora prima di ogni partita.

#4o. Tornado. Pochi minuti dopo che l’uragano della verità travolse e distrusse quel poco che Haruka era riuscito a salvare, incappasti per strada in un randagio sporco ed impaurito: “Il dono di un angelo per il suo gioiello più prezioso” lo definì sua madre, e benché a te non è mai sembrato altro che un gattino qualunque decidesti, comunque, di dargli il suo nome, per farla felice -lei che in un futuro, seppur lontano, avrebbe potuto tornare ad esserlo.

#41. Vecchiaia. Ora che tutto è finito, ti fa quasi sorridere pensare che, per qualche mese, eri arrivata addirittura ad immaginarti come sarebbe potuto essere invecchiare al suo fianco; vorresti soltanto morire, adesso, ma sai anche che non troverai mai il coraggio di spegnere per sempre quell’unica parte di lui che ancora sopravvive.

#42. Domani. Che ci piaccia o meno, tutto torna sempre come prima e per quanto spaventosa possa sembrare ai tuoi occhi, questa regola non cambierà mai; ogni sole che tramonta avrà la sua luna pronta a prenderne il posto così come per ogni “oggi” seguirà sempre il suo “domani”.

#43. Sangue. Haruka non sopporta la vista del sangue; così tanto che nemmeno un paio di giorno dopo il vostro fidanzamento mise subito in chiaro le cose: per quanto ti amasse in maniera incondizionata, non avrebbe mai assistito ad un parto.

#44. Paradiso. I primi tempi ti piaceva pensare che la sua anima gentile avesse, finalmente, raggiunto la pace in quel paradiso che lui tanto sosteneva di aver trovato nella tua semplice compagnia; questo, prima che scoprissi grazie a cosa sei sopravvissuta a quell’incidente.

#45. Volontà. La tua fiaba preferita è da sempre “La sirenetta” e quando Haruka con il suo sorriso spontaneo riesce a convincerti ad andare insieme al ballo della scuola, il tarlo che anche tu possa aver trovato il principe per cui darai la vita comincia a farsi strada nel tuo cuore senza che tu lo voglia davvero.

#46. Reale. “Il candore dei tuoi capelli è naturale?” chiede, le braccia incrociate su quello che dovrebbe essere il tuo banco, “Non vedo perché dovrebbe interessarti” rispondi piatta, e lui sorride sornione, dopo essersi stiracchiato per bene in maniera anche piuttosto invadente, “… ti stanno bene, comunque”; sospiri imbarazzata, prima di voltare pagina.

#47. Rosa. E’ a dir poco orribile, l’abitino elegante che Haruka ti ha regalato per il vostro primo anniversario; non ti piace e per vendicarti decidi di lavare in lavatrice il suo paio di boxer bianchi preferito assieme alla maglia rossa di tua madre.

#48. Voce. “Hai una bellissima voce, sai; dovresti entrare nel coro della scuola”; sposti giusto gli occhi per spiare i suoi lineamenti, “Sono stonata” “Non è ver…” “E ho la voce stridula; me lo ripete sempre, mia madre, che la infastidisce” “Perché credi così ciecamente a tua madre?” “Perché è mia madre”

#49. Solitudine. Già dal primo anno d’elementari, sei subito diventata quasi una leggenda, tra i compagni di classe; molti continuano a chiedersi se quella stramba ragazzina sempre immersa in qualche lettura non si senta sola ma nessuno di loro si è mai preso la briga di rivolgerti la parola anche solo per domandartelo.

#5o. Cecità. Non è possibile che fosse davvero così cieco; tu, l’auto sportiva che ti ha investita l’hai vista arrivare, mentre attraversavi; perché lui, già dall’altro lato della strada, si è messo a correre verso di te invece che restare al sicuro sul marciapiede?



Qusta shottina ha partecipato alla challenge di 1frase, 50 Original Sentences, piazzandosi più o meno in ultima posizione, credo. X3
  
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