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Autore: GiuliaWright    20/05/2010    1 recensioni
Un conto è essere fidanzati con un membro dei Green Day. Un conto è essere sposati con un membro dei Green Day. Un conto è ANDARE A LETTO con tutti e tre.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Altra storia demenziale sui GD...probabilmente alla fine vi girerà un po' la testa, perciò se non la capite subito , vi consiglio di farvi un riassunto o di rileggervela.

La storia è scritta da più punti di vista e suddivisa in capitoli , una per ogni personaggio.

 

in ogni caso COMMENTATE!!!! Abbiamo bisogno di sapere in cosa dobbiamo migliorare!!

 

 

 

Capitolo 1: Mike

 

La testa di Adrienne era poggiata sul mio petto :  dormiva. Io mi ero svegliato poco prima perché quel deficiente di Trè mi aveva chiamato per chiedermi a che ora dovevamo partire per Boston.

 

Sospirai.

 

Trè e Billie Joe non dovevano fare tutto di nascosto, e quando dico tutto intendo tutto di nascosto.

 

No loro potevano stare con la donna che amavano in qualsiasi momento anche se a volte che la donna che amano va’ con il tuo migliore amico.

 

Erano quasi sei anni ormai che io e Adie ci frequentavamo alla spalle di Billie, non ricordavo bene come fosse successo la prima volta.

 

Ma era successo.

 

Un brivido mi pervase la schiena, la ragazza si mosse, aveva il sonno leggero. Le accarezzai i capelli,ero sempre stato geloso del fatto che Billie avesse trovato una moglie come Adrienne.

 

Forse dal punto di vista fisico Anastasia era molto più bella di Adie ma io l’avevo sempre amata.

 

Più guardavo più non capivo come Billie si potesse comportare male con lei. Me ne ero accorto alla festa di Estelle, e da quel giorno io e Adie ci frequentavamo tutti i venerdì, ovviamente la versione per Billie era che io dovevo andare da Anastasia o da Britney e che Adrienne avesse da fare a casa della madre.

 

Il telefono sul mio comodino vibrò.

 

Sussultai.

 

- Pronto chi parla? -  sussurrai cercando di non svegliarla.

 - Mike sono io Billie. -  

 - Che c’è BJ mi hai svegliato. -  mentivo, ma ormai mentire con Billie era diventata una routine.

 

- Adie non è tornata a casa stanotte, è la seconda volta che succede questo mese. Dovrei chiamare la polizia? -  mi si contrasse lo stomaco, - Ma che cazzo dici, BILLIE! -  enfatizzai il “Billie” e Adrienne si svegliò di colpo.

 

- Billie al telefono? -  sussurrò, annuì - Un investigatore privato l’avevo assunto ma poi non mi ha dato niente, quindi. -

 

Avevo pagato io l’investigatore affinché mentisse a Billie, era stato subdolo da parte mia lo sapevo bene ma né io né Adie volevamo rimetterci.

 

- Sì me lo avevi accennato -  la mia voce era gelida, - Posso venire da te? - , - NO -  urlai la ragazza si irrigidì, - Stai calmo, tanto vengo lo stesso - .

 

E chiuse la conversazione.

 

- Sta venendo qui -  mormorai a Adrienne, lei sbuffò e mi buttò le braccia al collo - Non è giusto -  mormorò al mio orecchio, - Che cosa? - , - Tu non sei mai venuto a casa nostra alle prime luci di mezzogiorno - .

 

Ridemmo entrambi.

 

La baciai.

 

Si alzò e si diresse in bagno, mi infilai al volo i boxer e cercai una maglietta che non fosse sporca di rossetto, il che era difficile visto che vivevo da solo e che facevo la lavatrice una volta al mese.

 

Ne avevo trovata una bianca, era di Trè, andava più che bene, mi voltai verso la finestra, l’ Hummer rossa di Billie Joe stava parcheggiando affianco alla mia Spider rigorosamente verde.

 

- Adrienne , nasconditi nell’armadio -  la ragazza si girò e mi fissò con i suoi bellissimi occhi marroni, - Mi sembra di essere tornata ai tempi del liceo! -  sorrisi, ero vicino alla porta della mia camera, sarei dovuto scendere, consolare Biggiò dargli un paio di birre e poi sarebbe tornato a casa,e come per magia avrebbe trovato la moglie a casa.

 

- Mikey, aprimi -  mi urlò il disperato frontman, Adie era sprofondata sulla poltrona nella cabina armadio entrai di corsa, la baciai, chiusi la porta e scesi le scale.

 

- Calmo Billie, rilassati -  il mio amico era irriconoscibile: aveva gli occhi rossi, le borse sotto gli occhi e portava con sé la sciarpa che avevo segretamente regalato a Adrienne il natale passato.

 

B:- Mi tradisce. -

 

M:- Ma che dici, hai fumato con Trè la lattuga per caso? - .

 

B:- Mike, sono sicuro, se scopro il bastardo che si fa Adrienne alle mie spalle, giuro che… - .

 

M:- Lo perdoni - .

 

B:- ’Sto cazzo - .

 

Trasalii.

 

Io ero il bastardo che odiava, il suo migliore amico, suo fratello, il mio piccolo two dollar Billie mi detestava.

 

M:- Stai esagerando tutti commettono degli errori, a te non è mai capitato? - .

 

B:- Io mica mi faccio Anastasia, Britney o… quelle di Trè. No. È moralmente sbagliato anche per uno come me - .

 

M:- Eddai, mica ne hai la certezza, BJ - .

 

Dovevo salvarmi, in qualche modo subdolo ma dovevo salvarmi.

 

B:- Posso pranzare qui? Tanto è l’una meno venti. - .

 

M:- No Billie giuro che ho da fare - .

 

B:- Michelino, ti prego!! - .

 

Spalancò i suoi occhi da coniglietto bastonato.

 

M:- Se vuoi …- .

 

Il mio amico rise, - Mike ci pensi, sono un cornuto - , scoppiai a ridere, non ci avevo mai riflettuto, e sicuramente nemmeno la moglie visto che quando eravamo insieme non parlavamo di certo del marito… in realtà non parlavamo…ehm, giocavamo a sudoku!

 

Il vocalist si accomodò in cucina su una delle cinque sedie che formavano il cerchio del tavolino, - Vado un secondo in camera - , scattai su per le scale, spalancai la porta della cabina armadio la ragazza era sempre seduta sulla poltrona.

 

A:- È andato via? - .

 

M:- No, si ferma a pranzo - .

 

A:- Ma non c’è l’ha una casa? - .

 

M:- Sì. La tua. - .

 

A:- Che ti ha detto? - .

 

M:- Mi ha detto che è sicuro che tu lo tradisci, che se scopre chi è il bastardo lo uccide, e che è un cornuto. - .

 

A:- Intelligente, non è che quell’ idiota patentato di Trè Cool gli abbia fatto venire tutti questi sospetti? - .

 

M:- Stiamo parlando di Trè e Billie - .

 

A:- Giusto, saggio bassista, e se… scappassi dalla finestra? - .

 

M:- Geniale, moglie del frontman e amante dell’affascinante bassista - .

 

A:- Io scappo ci vediamo con i ragazzi a Boston dopodomani - .

 

M:- Come al solito quando arriva Trè. Ti amo. A lunedì - .

 

Me ne andai, in fondo doveva saltare solo un metro, sotto era pieno do cespugli non si sarebbe fatta male.

 

- Ehi, big puffo, che vuoi per pranzo? -  domandai cercando di sembrare il più naturale possibile, - Quello che ti pare, spilungone -  sorridemmo entrambi, quando eravamo soli era molto più facile fare in modo che tutto fosse normale.

 

B:- A Boston portò anche Adie e i ragazzi - .

 

M:- Sì lo so - . Cazzo Mike sei proprio un coglione, quello amputato a Trè!.

 

B:- E chi te lo ha detto? - .

 

M:- Tu Billie, non ti ricordi? - .

Billie sorrise.

 

B:- Memoria corta -

 

M:- Ehi, io anche porto Estelle, ormai è abbastanza grande per venire in tournee con noi, ormai ha tredici anni - .

 

B:- È più grande di Jakob, ma più piccola di Joey: lui ne ha quindici. -

 

M:- T’immagini si fidanzano, saremmo parenti! - . Stavo cucinando le uova, adorava le uova, - Meglio di no, Joey merita più di una Pritchard -  mi girai con aria di superficialità, - Caso mai Estelle merita più di un Armstrong -  mi fece una linguaccia, - Apparecchia, Biggiò, renditi utile -  mi fissò torvo per qualche minuto, - Se proprio devo… -  si alzò controvoglia, e iniziò a tirare le stoviglie sul tavolo- Billie, sono gli unici piatti che ho. -

 

Sentii un tonfo in lontananza, era caduta.

 

Mi voltai verso la finestra di vedevano le gambe di Adie, ovvero il sottogonna.

 

In quel preciso istante, quel cretino, di idiota, di demente, di…Trè Cool di ritorno dal supermercato, appena vide Adie, si lasciò cadere di mano i cartoni di birra e le buste della spesa: Rimase in muta contemplazione di quella meraviglia umana chiamata Adrienne Nesser.

 

M:- Trèèèèèèèè!! Che cavolo fai lì impalato!? Pensa ad aiutarla a scendere di là!! – gridai , in preda al panico.

 

B:- Com’è che adesso ti interessi tanto della mia Adie? - .

 

M:- Eeh… è pure sempre mia amica… ci conosciamo, insomma - .

 

B:- Vi conoscete, Mike ? In che senso? - .

 

M:- Dai, Billie, ci vediamo tutti i giorni, ci incontriamo al supermercato, ceniamo insieme, come con Trè e Claudia, cavolo BJ,  noi tre con le rispettive mogli  ci incontriamo spesso, cosa ti meraviglia? - .

 

Billie si portò le mani alla fronte e sollevandosi da gli occhi le ciocche scure sorrise, un sorriso malinconico.

 

B:- Non lo so, Mike, scusa, è…tutto molto strano. Non ci capisco più niente…non ho certezze, mi sento…TRADITO -  sospirò il moro.

 

Avvertii qualcosa di strano, di mai provato prima, un brivido lungo la schiena, un sussulto nel petto: senso di colpa.

 

T:- Ehm, mi spiace interrompervi, ma Adie è ancora lassù -  esclamò il batterista continuando a fissare gli slip neri della ragazza, che né io né Billie avevamo mai smesso di guardare durante la conversazione.

 

Io e Biggiò facemmo il giro dell’edificio catapultandoci automaticamente contro la porta d’ingresso di casa mia; ci precipitammo sulle scale, per raggiungere più rapidamente Adie, che qualche minuto più tardi veniva liberata da me, MUSCOLOSO amante e dal GRACILE marito.

 

B:- Bene, è giunto il momento delle spiegazioni -  sussurrò Billie con voce strozzata.

 

Arrossii completamente e abbassai lo sguardo verso il pavimento, concentrandomi profondamente su una mattonella che attirò la mia attenzione solo perché scheggiata.

 

Adie pareva imbarazzata. Come potevo darle torto?.

 

La mia mente venne invasa da un oscuro pensiero, anzi due oscuri pensieri:

 

1)    I bambini. Joey e Jakob. Mi sentivo un mostro. Gli avevo portato via la loro adorata mamma e avrei gettato nella disperazione il loro sventurato padre, nonché mio migliore amico.

 

Michael Ryan Pritchard, sei un mostro.

 

2)    Il secondo orribile pensiero: Trè.

Trè era rimasto giù, solo, assieme a la bellezza di dodici birre gelate. A sua completa e totale disposizione.

 

No, no. Non dovevo pensarci.

 

Il primo pensiero era molto più grave del secondo, così mi concentrai sulla mia mente contorta.

 

B:- Ehi!? -

 

Billie mi mosse rapidamente la mano davanti gli occhi, per risvegliarmi da quell’incubo ad occhi aperti, ma senza risultato.

 

Tentai  di soffermarmi su un terzo pensiero,avrei deciso in seguito se gioioso oppure oscuro, comunque, Anastasia e Estelle stavano per arrivare a casa mia.

 

Mike non doveva , non avrebbe dovuto, ma voleva, eccome se voleva . si sentiva roso dai sensi di colpa, come aveva potuto tradire Billie con sua moglie?????.

 

- Mikey ?? - .

 

La squillante voce di Anastasia mi fece ritornare in me.

 

- Arrivo , un attimo! -  la liquidai io.

 

Eravamo chiusi in bagno, quel dannatissimo bagno che in tredici anni non mi ero deciso di allargare, io e lui, Billie, il suo Billie, il mio migliore amico con cui avevo condiviso tutto.

 

Compresa l’unica cosa che non andrebbe condivisa: Adie.

 

Quel nome mi risuonava in mente da quando Billie me l’aveva presentata quella maledetta sera, lei, così bella, Billie così fortunato… e io? Io così solo, fottutamente solo.

 

 

                                **********

 

Capitolo 2: Adrienne

Adie si stava pettinando i lunghi capelli castani, la mente occupata da mille pensieri…

 

Quella sera avrei finalmente rivisto Mike, da una settimana a questa parte lo avevo visto solamente in studio e non avevo concluso niente.

 

Mi stavo preparando anche se sapevo che tutti i miei sforzi sarebbero stati distrutti appena entrata in casa di Mike, come al solito e gli sarei saltata al collo e addio autocontrollo!.

 

- Mamma, come mai ti stai pettinando da tutto questo tempo? -  Jakob era troppo sveglio per lasciarsi scappare qualcosa, Joey e Billie fortunatamente non avevano notato niente.

 

- Vado dalla nonna e poi a cena con alcuni miei amici - mentivo spudoratamente ma ormai non mi faceva neanche più tanto effetto, - Sicura? Hai messo anche il vestito rosso… quello scollato - .

 

- Jakob, rilassati, vado solo a cena con le mie amiche, se non è geloso tuo padre! E poi lui esce sempre e tu non gli dici mai niente. - .

 

Jakob sospirò e uscì dalla camera borbottando qualche cosa, mi alzai e mi fissai allo specchio, ero molto attraente non mi sorprese il fatto che stavo andando dall’uomo che amavo!.

 

Mike Dirnt.

 

Quel nome mi risuonava in testa sempre, per tutto il giorno.

 

- Adie, amore, cosa hai detto a Jakob che è venuto da me e mi ha rimproverato perché ti faccio uscire - .

 

Oddio!.

 

Possibile che il puffo ancora non lo avesse capito? Erano sei anni che lo tradivo!

 

- È solo geloso! In fondo io sono la mamma! -  doveva prenderla sul ridere altrimenti anche quel deficiente di mio marito l’avrebbe capito.

 

- Beh, se esci con quel vestito anche io sono un po’ geloso -  mi baciò e ricambiai, - Va bene, io ora vado non so quando torno, per la cena o chiami la pizza oppure cucini tu! - .

 

Attraversai il corridoio, la porta della camera di Joey era chiusa ma sentivo il rumore della chitarra, quella di Jakob era aperta e mi fissava con sguardo truce.

 

- Ciao Joey! -  urlai a mio figlio maggiore - Ciao -  biascicò lui aprendo leggermente la porta, - Ciao Jakob -  il ragazzo non mi rispose continuava a fissarmi in modo truce.

 

- Ciao Billie -  gli scoccai  un bacio sulla guancia.

 - Ti amo. -  mi rispose.

 Sorrisi.

 

E mi diressi a casa di Mike.

 

Accesi lo stereo, la stazione radio trasmetteva un pezzo dei Green Day “ 21 guns” sospirai, ricordavo esattamente il giorno in cui Billie Joe aveva iniziato a scrivere quella canzone, si era chiuso nel suo studio e aveva iniziato a suonare Blue e a cantare quelle parole così piene di significato per lui.

 

“21 century breakdown” aveva avuto un successo straordinario, aveva raggiunto ottimi risultati, non ottimi quanto “American Idiot”, ma molto soddisfacenti.

 

E mentre mio marito scriveva le canzoni io mi montavo allegramente il suo bassista!

 

Eccola lì, la casa del mio amato amante.

 

Aprii il cancello ed entrai, Mike mi aspettava sul divano, si era addormentato, mi sedetti al suo fianco e lo baciai

- Buonanotte. -  sibilai al suo orecchio si svegliò e mi cinse i fianchi .

- Buonanotte –

 

E fu proprio una buonanotte: mi ero addormentata tra le forti braccia di Mike, non volevo più andarmene, la notte era stata per me senza sogni perché tutta la mia fantasia era stata impiegata per altro….

 

Ero in dormiveglia sentivo la voce di Mike lontana.

 

  - Ma che cazzo dici , BILLIE -  al nome “Billie “ spalancai gli occhi.

 

 - Billie al telefono? -  bisbigliai? Mike annuì e mi strinsi contro i suoi bicipiti.

 

  E che bicipiti.

 

Capivo molto poco della conversazione, anche perché ero mezza addormentata, tutto d’un tratto chiuse la conversazione.

 

- Sta venendo qui - mormorò dispiaciuto.

- Non è giusto - risposi tranquilla.

- Che cosa? –

 - Tu non sei mai venuto a casa nostra alle prime luci di mezzogiorno. -

 

Ridemmo entrambi.

 

E mi baciò con fervore.

 

Mi alzai dal letto, mi avvicinai alla borsa estrassi il pacchetto e mi diressi in bagno.

 

Avevo fatto tante volte quel test, sapevo esattamente come funzionava, avevo un ritardo di due settimane.

 

E se fossi stata incinta sapevo esattamente di chi sarebbe stata la colpa….

 

Uscii dal bagno nascondendo l’armamento dietro la vaschetta del water.

 

- Adrienne , nasconditi nell’armadio. - mi voltai e lo fissai.

- Mi sembra di essere tornata ai tempi del liceo! -  sorrisi.

 

Entrai nell’armadio e mi accasciai preoccupata in una poltrona, Mike entrò mi baciò chiuse la porta e scese a consolare quel disperato di mio marito.

 

Sentivo i passi di Mike scendere le scale, e la voce di mio marito provenire dal salotto.

 

Mi alzai e mi diressi in camera, mi infilai al volo il vestito e andai dritta in bagno, raccolsi il test di gravidanza.

 

Positivo.

 

Trasalii.

 

Io ero incinta.

 

Io ero incinta e non era di Billie.

 

Infilai il test in tasca, e mi avviai nuovamente sulla poltrona, ero scioccata, sentivo i passi di Mike risalire verso la sua stanza.

 

Mi accasciai stremata sulla poltrona.

 

Il bassista aprì la porta ed entrò.

 

A:- È andato via? -

 

M:- No, si ferma a pranzo -

 

A:- Ma non c’è l’ha una casa? -

 

M:- Sì. La tua. -

 

A:- Che ti ha detto? -

 

M:- Mi ha detto che è sicuro che tu lo tradisci, che se scopre chi è il bastardo lo uccide, e che è un cornuto. -

 

A:- Intelligente, non è che quel idiota patentato che è Trè Cool gli abbia fatto venire tutti questi sospetti? -

 

M:- Stiamo parlando di Trè e Billie -

 

A:- Giusto, saggio bassista, e se scappassi dalla finestra? -

 

M:- Geniale, moglie del frontman e amante dell’affascinante bassista -

 

A:- Io scappo ci vediamo con i ragazzi a Boston dopodomani -

 

M:- Come al solito quando arriva Trè, ti amo a lunedì -

 

Mi avvicinai cauta alla finestra, dovevo saltare circa un metro, mi appesi al cornicione, le lacrime sgorgavano dai miei occhi,mi lasciai cadere….

 

Ero rimasta appesa a testa in giù e proprio in quel momento quel coglione di Trè Cool stava passando di lì.

Mi fissò la lingerie di pizzo nero.

 

- Mmmmmm, pizzo nero italiano, biancheria raffinata! Ma io quella biancheria la conosco ? -

 

- Cazzo, Trè tirami giù! -  urlai.

 

 

M:- Trèèèèèèèè!! Che cavolo fai lì impalato!? Pensa ad aiutarla a scendere di là!! -

 

Mike.

 

Tipico del suo carattere.

 

Mi avrebbe salvata anche se mi fossi trovata nel bel mezzo di un eruzione vulcanica. Mi amava. E invece mio marito se ne fregava.

 

Li sentivo parlare tranquilli.

 

Stavano discutendo? Beh, di sicuro avrebbero discusso di lì a poco.

 

Ero incinta e non era di Billie, visto che io e Billie non lo facevamo più da circa due mesi.

 

T:- Ehm, mi spiace interrompervi, ma Adie è ancora lassù. -  tipico di Trè: preoccuparsi per la mia salute.

 

Mi voltai verso di lui e abbozzai un sorriso per quanto la situazione permettesse.

 

Mike e Billie stavano salendo le scale e i loro passi erano per me condanne a morte.

 

Mi tirarono giù dal posto in cui mi trovavo.

 

B:- Bene, è giunto il momento delle spiegazioni -  sussurrò Billie con voce strozzata.

 

Arrossii completamente e mi portai involontariamente una mano alla tasca.

 

Il test.

 

Mike iniziò a fissare il vuoto con occhi vacui, io approfittai della distrazione di entrambi e mi defilai.

 

Scesi velocemente le scale tenendo il test in mano.

 

Tré era fuori sul portico con una faccia che non prometteva nulla di buono.

 

- Ehi, amore -  mi disse tranquillo, lo baciai appassionatamente - Devo dirti una cosa -  ecco. Il momento.

 

Dovevo dire a Tré che ero incinta.

 

Dovevo dirgli che era il padre del bambino che portavo in grembo.

 

- Avanti, spara! -  il solito Tré , tranquillo come solo lui sapeva essere, tranquillo in quel modo che mi fece perdere la testa dieci anni fa.

 

- Sono incinta -  il sorriso si affievolì sul volto del ragazzo. - Di chi? -  fece con voce strozzata.

 

- Dimmelo tu  -  feci io porgendogli il test.

 

- Frank Edwin Wright III, signorina. -  fece con il suo solito sarcasmo.

 

Sorrisi.

 

E gli accarezzai la mascella irregolare.

 

- Ti amo -

 

- Altrettanto. – scherzò lui.

 

Una macchina parcheggiò di fronte all’Hummer di mio marito.

 

Anastasia.

 

Mike mi aveva detto che sarebbe venuta a portare Estelle per il weekend.

 - Ciao Adie -  mi salutò.

- Ciao Anastasia. -  feci un cenno della mano ad Estelle , che era in macchina con il cellulare.

 

- Dov’è Mike? -  mi domandò ignorando del tutto Tré.

 - È in bagno con Billie. -

 

- Grazie -  sorrisi e lei iniziò a salire le scale.

 

Mi girai di nuovo verso il batterista.

 

- E adesso? -  la mia voce non nascondeva il panico che regnava in me.

 - Ma devi dirlo a Billie che il figlio è mio e non suo? -  sbuffai.

 - Sì, perché sono due mesi che io e lui… insomma… non facciamo sesso -  Tré rise.

- Ah sì? Povero Billie Joe, io non riuscirei a vivere con te e a non fare sesso con te ogni singola sera !! -

 

Arrossii velocemente e lo abbracciai.

 

Avevo due amanti e un marito doppiamente cornuto.

 

Poverino Billie, lui mi amava e non mi aveva mai tradito, ne ero sicura, tradire non era una cosa da Billie.

 

Sospirai triste.

 

Io.

 

Io.

 

Io incinta di Tré Cool.

 

 

 

                              ************

 

 

Capitolo 3 :Billie

 

Billie era chiuso nel suo studio stava scegliendo le canzoni da suonare nel nuovo tour, la fronte era corrugata e gli occhi socchiusi….

 

Tenevo Blue in mano, gli accordi delle mie canzoni preferite mi fluivano con facilità, ma quali canzoni mettere nel nuovo tour?

 Non potevamo di certo fare un’altra volta Bullet in a bible anche se non sarebbe stato male, mi ero divertito un sacco!.

 La porta di fronte ai miei occhi si spalancò, Jakob.

 Era entrato e scuoteva preoccupato la testa.

 - Mamma ti tradisce . -  confermò serio tutte le mie preoccupazioni.

 - Ma che dici Jakob! Falla finita! -  un minimo di speranza doveva rimanermi.

 - Ma guarda che è vero! L’hai vista come si è vestita? -  sbuffai.

- No -  il ragazzo si sedette su uno sgabello e assunse la faccia preoccupata - Ha messo il vestito rosso, quello molto scollato -  deglutì vistosamente - Vabbè va a cena con le sue amiche, mi sembra una cosa normale - .

 

Mi fissò con sguardo scettico.

 

- Tu non ti metti tutto fico per uscire con Mike e Tré -  deglutì nuovamente -  Jakob, quando esci con una ragazza lei si sistema e si veste tutta carina, no? - , - Appunto quando una ragazza esce con un ragazzo! Vedi che ti tradisce e lo sai anche tu! - .

 

Era troppo sveglio quel ragazzo, aveva ripreso il carattere da Adie sicuramente non mi assomigliava ne dal punto di vista fisico e da quello caratteriale, al contrario Joey era la mia esatta copia mi assomigliava in tutto.

 - Jakob ti prego, rilassati tua madre non mi tradisce e io non tradisco lei -  lo sguardo di mio figlio era sempre più scettico.

 

Il cellulare iniziò a suonare “Blood, sex and booze” solo una persona aveva quella suoneria: Anastasia.

 

Sorrisi inconsciamente.

 - Jakob , esci che mi sta chiamando il manager, lo sai quanto rompe –

  Il ragazzo uscì.

 

- Pronto ? - sussurrai a bassissima voce.

 - Billie sono io Anastasia -  mi rassicurò tranquillamente lei - Okay, ciao! -  la sentii ridacchiare - Vieni da me sta sera? -  domandò con fare malizioso - Adrienne esce non posso lasciare i ragazzi da soli. -  sbuffò.

 - Estelle è da una sua amica, la devo andare a prendere alle undici, se ti sbrighi a venire… -  lasciò cadere lo discorso.

 

-         Ci vediamo tra mezz’ora -  acconsentì infine - Ti aspetto -  stavo per attaccare – Ah, dimenticavo, ti amo –

Rise.

          - Anch’io ti amo -

 

Attaccai la cornetta.

 

Dovevo solo aspettare che Adie uscisse e poi mi sarei diretto a casa del “manager” per… un importante meeting di lavoro.

 

E che lavoro!

 

Mi infilai il cellulare in tasca e sospirai triste, io tradivo Adrienne, ma lei come poteva tradire me? E soprattutto se mi tradiva con chi mi tradiva? Chi era l’unico su tutta la faccia della terra che valeva più di William Joseph Armstrong?.

 

Chi poteva essere?.

 

Ma soprattutto io ero certo che Adie mi tradisse? No, erano solo le paranoie di Jakob a farmi male.

 

Mi alzai dalla sedia e riposi delicatamente Blue sulla mensola, uscì silenziosamente dalla stanza e andai in camera da letto, Adie si stava pettinando.

 

Jakob aveva ragione quella sera era irresistibile! Addirittura io avrei dato buca ad Anastasia! No,  forse no.

 

- Adie, amore, cosa hai detto a Jakob che è venuto da me e mi ha cazziato perché ti faccio uscire - .

 

Dovevo fingere bene la parte del marito abbastanza geloso altrimenti se ne sarebbe accorta che la tradivo!

 

- È solo geloso! In fondo io sono la mamma! -  rispose sorridente come al solito, possibile che quel sorriso mi avesse fatto perdutamente innamorare di lei?

 

Sì.

 

- Beh, se esci con quel vestito anche io sono un po’ geloso -  la baciai e lei ricambiò.

 

- Va bene, io ora vado non so quando torno, per la cena o chiami la pizza oppure cucini tu! -

 

Iniziò a camminare e salutò i nostri figli, io intanto continuavo a pensare a Anastasia che mi aspettava a casa sua, sospirai e Joey mi lanciò uno sguardo indagatore.

 

- Ciao Billie -  mi scoccò un veloce bacio sulla guancia- Ti amo -  risposi, sorrise.

 

Mia moglie si chiuse la porta alle spalle e io immediatamente mi diressi in camera dei miei figli.

 

- Joey… Jakob!!! -  li chiamai - Che vuoi, vecchio? -  domandò indispettito Joey alzando le spalle - Io devo andare a casa del manager per decidere le canzoni del nuovo tour .-

 

-         Okay veniamo anche noi? -  domandò Jakob - No, voi rimanete qui a casa buoni buoni –

-          

Mio figlio maggiore mi fissò sbarrando gli occhi.

 - Ma scusa,  e se veniamo anche noi? - domandò ingenuamente Jakob, mi era rimasta l’ultima carta da giocare.

 - Fate una festa, la birra mi è rimasta, di sopra c’è anche qualche canna! I preservativi,  Joey , te li ho beccati nello zaino e se li hai finiti puoi prendere quelli di Tré. -

 

- Possiamo fare una festa con birra, sesso e droga?! -  mi chiesero increduli all’unisono entrambi i miei pargoli.

 - Sì, basta che non dite a nessuno che io sono dal manager, intesi? Altrimenti io racconto a tua madre dei preservativi -

 

Ero arrivato a far fare ai miei figli una festa con droga, sesso e birra e a ricattare il mio primogenito.

 

- Intesi –

 - Ragazzi, è un piacere fare affari con voi! -  esclamai felice del fatto che di lì a poco sarei stato a casa di Anastasia per tutta la notte!.

 

- A domani -  salutai i miei figli che stavano chiamando tutta Berkeley per quella che Joey aveva definito “il festino del secolo”.

 

Montai in macchina, e mi diressi in men che non si dica a casa di Anastasia, suonai al portone.

 - Chi è? -  mi domandò una voce metallica.

 - Indovina? -  risposi .

- Non lo so , ma voglio fare la sprovveduta e ti faccio salire lo stesso -  aprì il portone e salii nell’appartamento che Mike aveva regalato alla sua ex-moglie quando avevano riprovato a rimettersi insieme.

 

Il divano in pelle bianco, e di fronte un tavolino di vetro con sopra poggiati due bicchieri di vino rosso Toscano.

 

Il mio preferito.

 

Mi accomodai sul divano e Anastasia si sedette al mio fianco poggiano la testa sulla mia spalla, i suoi capelli biondi come l’oro erano raccolti in uno chignon, gli occhi azzurri mi fissavano la bocca contorta in un sorrisetto sghembo.

 

- Mi sei mancato… -  sussurrò malizosa al mio orecchio stringendomi per i fianchi.

 - Anche tu -  presi i due calici e gli porsi quello con le tracce di rossetto, iniziai a sorseggiare l’alcolico.

 

Poggiai il bicchiere mezzo vuoto sul bracciolo del divano e questo cadde dopo nemmeno un minuto.

 - Cazzo -  borbottai, Anastasia rise - Non ti preoccupare -  si era spostata : si trovava esattamente sulle mie gambe.

 

La baciai.

 

Istintivamente portai le mani sulla sua camicia bianca che lasciava molto poco all’immaginazione, presi il suo volto tra le mani e la baciai nuovamente mi fissò il polso.

 

- Cazzo, le 23:15, devo andare a prendere Estelle. -  si infilò la camicia e io feci lo stesso con la mia.

 - Sono arrivato tardi? -  chiesi con un sorriso stampato sulle labbra.

 - Un po’ anche perché domani devo portare Estelle da Mike. -  si rattristò, presi nuovamente il suo volto tra le mani.

 - A venerdì prossimo? –

- Giovedì -  mi ricordò lei con fare incline ad insinuazioni.

 - Giusto -  dissi io sorridendo.

 - Ti amo,  ma ora devo proprio andare -  si alzò , la bloccai per un braccio e ricadde addosso a me - Ehi -  mi diede una botta in testa scherzando.

 

- Almeno un bacio… -  sorrise e mi baciò con fervore come se fosse stato il nostro ultimo bacio.

 

Ci alzammo entrambi e uscì dall’appartamento molto prima di quanto mi aspettassi, mi guardai in mezzo alla gambe.

 Cazzo, ho la zip tirata giù.

nel mentre la tiravo su passò una bambina che mi fissò come se fossi un pervertito.

 

Inizia a correre libero,  verso la macchina.

 

In meno di dieci minuti ero a casa, entrai cauto troppo silenzio, c’era qualcosa sotto.

 

Andai in camera di Joey.

 

Era impegnato con una ragazza.

 

- Noi avevamo parlato di festa! -  il ragazzo si staccò preoccupato dalle labbra di lei - Più festa di così! -  dichiarò con voce serissima - Tu ora torni a casa,e tu farai i conti con me. Jakob? -  la ragazza si infilò rapida la maglietta scoccò un bacio a Joey e si dileguò.

 

- Si sta facendo una canna in camera sua con Ramona -  sbarrai gli occhi .

- Ramona Wright? No,  vero? -  Joey annuì.

 

Lasciai la camera di quell’arrapato di mio figlio e mi diressi nella camera dell’altro mio figlio , quello deficiente.

 

Spalancai la porta.

 

Ramona stava tirando da una canna e Jakob se ne era acceso un’altra.

 

La ragazza appena mi vide la spense - Ciao Billie -  mi salutò evidentemente imbarazzata - Ciao Ramona, non lo dico a tuo padre se torni a casa in questo stesso istante –

 - Noi non ci siamo mai visti Billie Joe, addio Jake - .

 

- Io dico Jakob Danger Armstrong tra tutte le ragazze con cui ti puoi fare una canna chi scegli? Ramona -  lui mi guardò.

Corrugò la bocca.

 

- Io vado a dormire, cornuto -  mi voltai con aria di sufficienza verso mio figlio.

Afferrai in un sol colpo le canne e le agitai in aria.

 - Bravo vai a dormire,  prima che te le faccio fumare tutte una dopo l’altra , coglione -

 

Ritornai in salotto e accesi la tv, trasmettevano uno special sul Punk Rock, mi avrebbero citato.

 

Stavano parlando dei Clash quando mi addormentai….

 

La mattina seguente andai in camera da letto volevo svegliare Adrienne ma Adrienne non c’era.

 

L’ansia si impadronì del mio corpo, feci il giro di tutta la casa due volte, provai a chiamare Tré ma non rispose allora chiamai Mike.

 

- Pronto chi parla? - rispose la voce impastata di sonno di Mike Dirnt, - Mike sono io Billie -  , - Che c’è BJ,  mi hai svegliato - .

 

- Adie non è tornata a casa stanotte, è la seconda volta che succede questo mese. Dovrei chiamare la polizia? -  avevo paura, in cuor mio sapevo che Adie mi tradiva e per avere maggior sicurezza avevo assunto un investigatore privato- Ma che cazzo dici BILLIE -  .

 

- Un investigatore privato l’avevo assunto ma poi non mi ha dato niente, quindi. - .

 

- Sì ,me lo avevi accennato -  la sua voce era gelida, - Posso venire da te? - , - NO - urlò, - Stai calmo, tanto vengo lo stesso - .

 

E chiusi la conversazione.

 

Scrissi velocemente un biglietto ai ragazzi, presi una sciarpa di Adrienne e me la portai dietro.

 

Parcheggiai di fronte alla Spider verde di Mike.

 

- Mikey, aprimi -  urlai completamente disperato.

 

- Calmo Billie, rilassati - Mike mi guardò scioccato sapevo di essere irriconoscibile.

 

B:- Mi tradisce -

 

M:- Ma che dici, hai fumato con Trè la lattuga per caso? -

 

B:- Mike, sono sicuro, se scopro il bastardo che si fa Adrienne alle mie spalle, giuro che… -

 

M:- Lo perdoni - .

 

B:- ’Sto cazzo -

 

Lo vidi trasalire.

 

M:- Stai esagerando tutti commettono degli errori, a te non è mai capitato? - .

 

B:- Io mica mi faccio Anastasia, Britney o quelle di Trè. No. È moralmente sbagliato anche per uno come me –

 

che grande cazzata,  Armstrong!.

 

M:- Eddai, mica ne hai la certezza BJ -

 

B:- Posso pranzare qui? Tanto è l’una meno venti. -

 

M:- No Billie giuro che ho da fare -

 

B:- Michelino, ti prego! -

 

Spalancai i miei occhioni da cerbiatto.

 

M:- Se vuoi …-

 

Lo guardai sembrava strano.

 

 - Mike ci pensi, sono un cornuto -

 

Scoppiamo a ridere, mi sedetti su una sedia della cucina immensa di Mike, - Vado un secondo in camera - , mi disse annuì, non mi importava di dove andasse l’unica cosa che mi importava era scoprire la verità.

 

Dovevo scoprire se Adrienne mi tradiva, dovevo saperlo.

 

Mike ritornò giù e sorrise in modo strano sembrava quasi fosse costretto a stare con me.

 

- Ehi big puffo, che vuoi per pranzo? –

 

 - Quello che ti pare, spilungone -  sorridemmo entrambi, mi piaceva stare con Mike nonostante tutto.

 

B:- A Boston portò anche Adie e i ragazzi -

 

M:- Sì lo so -  

 

B:- E chi te lo ha detto? -

 

M:- Tu Billie, non ti ricordi? -

 

Lo sapevo. Ecco il morbo di Alzehimer che si fa sentire.

 

B:- Memoria corta - .

 

M:- Ehi, io anche porto Estelle, ormai è abbastanza grande per venire in tournee con noi : ormai ha tredici anni -

 

B:- È più grande di Jakob, ma più piccola di Joey, lui ne ha quindici. -

 

M:- T’immagini si fidanzano, saremmo parenti! –

 Stava cucinando le uova, adoravo le uova erano uno tra i miei piatti preferiti, - Meglio di no, Joey merita più di una Pritchard –

 - Caso mai Estelle merita più di un Armstrong - gli mostrai la lingua.

 - Apparecchia Biggiò ,renditi utile - lo fissai truce per qualche minuto.

 - Se proprio devo… -  mi alzai e molto controvoglia iniziai a tirare le stoviglie sul tavolo - Billie, sono gli unici piatti che ho. -

 

Mi voltai verso il bassista per controbattere ma il mio sguardo si perse verso due gambe appese al cornicione di casa di Mike, io conoscevo molto bene quelle gambe.

 

Adrienne Nesser.

 

E esattamente in quell’istante Tré , come al solito, passava di lì.

 

M:- Trèèèèèèèè!! Che cavolo fai lì impalato!? Pensa ad aiutarla a scendere di là!! -

 

B:- Com’è che adesso ti interessi tanto della mia Adie? -

 

M:- Eeh… è pure sempre mia amica… ci conosciamo, insomma -

 

B:- Vi conoscete, Mike? In che senso? -

 

M:- Dai, Billie, ci vediamo tutti i giorni, ci incontriamo al supermercato, ceniamo insieme, come con Trè e Claudia, cavolo BJ noi tre con le rispettive mogli  ci incontriamo spesso, cosa ti meraviglia? - .

 

Mi portai una mano alla fronte sollevai alcune ciocche scure di capelli dal volto e sorrisi malinconico.

 

Avevo capito.

 

B:- Non lo so, Mike, scusa, è…tutto molto strano. Non ci capisco più niente…non ho certezze, mi sento…TRADITO -  sospirai triste.

 

T:- Ehm, mi spiace interrompervi, ma Adie è ancora lassù -

 

Tré interruppe le mie congetture, io fissai le gambe di Adrienne e il volto teso di Mike.

 

Facemmo entrambi il giro dell’isolato e facemmo scendere Adrienne.

 

B:- Bene, è giunto il momento delle spiegazioni -  sussurrai con voce soffocata.

 

Nessuno dei sue rispose.

 

Adrienne se ne andò e rimanemmo solo io e Mike.

 

Io e Mike.

 

Mike e me.

 

Il moro ed il biondo.

 

Il biondo ed il moro.

 

Il chitarrista ed il bassista.

 

Il bassista e il chitarrista.

 

Mike continuava a fissare il vuoto con occhi vacui.

 

- Ehi -  gli agitai una mano di fronte gli occhi.

 

Nulla. Non rispondeva. Era un’automa.

 

-         Mikey? –

          Anastasia. Mi voltai verso il suo volto magnifico, sorrideva.

     - Arrivo, un attimo -  la liquidò Mike con voce assente.

 

Corrugai le labbra.

 

Salutai Anastasia scoccandole due baci sulle guance che avvamparono immediatamente di rosso.

 

- Ciao Billie –

 - Ciao Anastasia -  mi veniva da ridere, quando eravamo in presenza di altri ci comportavamo in modo gelido l’uno con l’altro.

 

Era l’unica donna in grado di farmi ritornare il sorriso sulle labbra anche in casi come quello, sorrisi felice.

 

Avevo capito tutto.

 

Avevo capito tutto quello che c’era da capire.

 

Avevo capito.

 

Io amavo Anastasia.

 

                                                        

 

                                         ************

 

Capitolo quattro: Tré

 

Tré era uscito da casa che Frankito e Claudia ancora dormivano, la mente affollata da mille e più pensieri….

 

Ero appena uscito da casa, Claudia si era addormentata tardi ieri notte forse mi voleva aspettare ma io ero troppo occupato sia per pensare a lei sia per pensare a quello scellerato di mio figlio.

 

Mi ero incontrato con Anastasia fino alle undici e dopo ero andato a casa di Mike ma lui non mi aveva aperto e così ero finito in un qualche bar, nel letto di non so chi.

 

Anastasia mi aveva concesso tre ore, aveva detto che dopo doveva andare a prendere Estelle a una festa, e alle dieci mi aveva cacciato, mi ero diretto tranquillo da Hooter’s e lì incontrai una certa Ruri, una giornalista di trl.

 

Mia aveva intervistato per l’uscita di American Idiot e …me l’ero fatta.

 

Camminavo tranquillo e milioni di nome nella testa: Claudia, Anastasia, Ruri e il più importante di tutti… Adrienne.

 

Sorrisi contento.

 

Avevo un sacco di donne ,  molte più di Billie Joe e Mike!

 

Iniziai a saltellare felice per strada fino a quando non m’imbattei nel luogo più sacro che l’uomo abbia mai creato, nell’unico luogo in cui vale la pena recarsi la domenica mattina,ma non solo la domenica anche tutta la settimana… il supermercato!!

 

Entrai e sorrisi alla commessa, forse mi ero passato anche lei, ma non me lo ricordavo.

 

Iniziai a camminare verso l’unica parte veramente interessante di tutto il supermercato dopo il reparto preservativi: il reparto alcolici.

 

- Venite da papà… -  sussurrai ai dodici cartoni di birre che mi fissavano e mi dicevano - Compraci Tré, compraci -  mi caricai sulle spalle tutti e dodici i cartoni.

 

- Ehi bambola, quant’è? -  feci con voce sensuale alla cassiera lei rise maliziosa.

 - Facciamo… 13,45? –

 - Un po’ di sconto? - gli domandai dandole un buffetto affettuoso sul mento, in fondo io avevo in tasca solo 10$ non so perché ma quella donnina di ieri sera da Hooter’s mi aveva chiesto 500$!!.

 

- Mr. Cool…ehm, ehm… mr. Wright, beh, facciamo… dieci? -  annuì e gli lanciai I 10$ sul bancone facendole l’occhiolino.

 

Uscì felice con le birre, nulla avrebbe potuto rendermi la giornata migliore! Mi mancava solo una cosa… quel dannato monociclo!!!.

 

Sospirai e mi guardai in mezzo alle gambe.

 

Perché, perché a me e non a Billie? Ok, lui già era basso, facciamolo essere pure monopalla!.

 

Stavo ancora saltellando per Berkeley quando vidi l’immensa casa di Mike Dirnt, il cancello aperto e dalla finestra spuntavano…

 

… le gambe di una donna!!!!.

 

E che gambe!!!!.

 

-         Mmmmmm, pizzo nero italiano, biancheria raffinata! Ma io quella biancheria la conosco...? –

-          

Continuai imperterrito a fissare il sedere e le gambe della donna.

 

- Cazzo , Trè ,tirami giù! -  urlò la voce femminile.

 

La riconobbi all’istante: Adrienne.

 

M:- Trèèèèèèèè!! Che cavolo fai lì impalato!? Pensa ad aiutarla a scendere di là!! –

 

La voce di Mike interruppe i miei dolci pensieri su cosa avevo fatto tra quelle gambe da dieci anni a due settimane fa, l’ultima volta che l’avevo vista.

 

Mike e Billie uscirono dalla casa del tutto fuori di testa.

 

T:- Ehm, mi spiace interrompervi, ma Adie è ancora lassù -  avevano iniziato a discutere, io,  al contrario fissavo gli slip di pizzo nero della ragazza.

 

La ragazza si girò e mi sorrise per quanto la situazione gli potesse permettere.

 

Mike e Billie Joe rientrarono in  casa io al contrario me ne stavo lì fuori tranquillo a tracannare la mia birra, che affare avevo fatto quella mattina!.

 

Dodici cassette di birre a 10$!!!!!!!!! Ero veramente un mito.

Lanciai la bottiglia di birra e colpì in pieno la macchina nuova di Mike.

 

Meno male che la mia patente mi era stata revocata per guida in stato di ebbrezza!

 

Adrienne uscì di casa e sorrise.

 

- Ehi, amore! -  la salutai con un cenno della mano e lei per tutta risposta incollò le sue labbra alle mie. Non che mi dispiacesse!

- Devo dirti una cosa. - sembrava seria, ma non poteva essere nulla di grave.

 - Avanti spara! -  sorrisi tranquillamente io cercando la sua mano.

 

 - Sono incinta -

 

Il sorriso per poco non scomparve sul mio volto.

 

- Di chi? -  sussurrai con voce strozzata.

 

- Dimmelo tu  - fece lei sarcastica porgendomi il test, meno male che ci pensava Clear-blue digital a darti il risultato! Due settimane.

 

- Frank Edwin Wright III, signorina -  sentenziai io felice.

 

Mi poggiò una mano su una guancia e mi accarezzò tutta la mascella.

 

- Ti amo - .

 

- Altrettanto. – risposi io.

 

La macchina di Anastasia parcheggiò vicino a quella di Billie.

 

Sapevo che mi avrebbe salutato con un misero ciao, era molto fredda e riservata  quando non era tra le lenzuola, in quei casi si trasformava completamente - Ciao Adie -  salutò Adrienne- Ciao Anastasia -  rispose quest’ultima sorridente, io rimasi lì, fermo immobile allibito.

 

- Dov’è Mike? - chiese senza degnarmi di uno sguardo, ero super incazzato - È in bagno con Billie -

 

- Grazie -

 

Adie si girò verso di me e con voce preoccupata mi domandò:.

 

- E adesso? –

 - Ma devi dirlo a Billie che il figlio è mio e non suo? –

 A meno che il bambino non fosse nato con gli occhi azzurri, con i capelli rossicci, la cresta e monopalla non se ne sarebbe accorto.

 

- Sì, perché sono due mesi che io e lui… insomma… non facciamo sesso -  scoppiai a ridere- Ah sì? Povero Billie Joe, io non riuscirei a vivere con te e a non fare sesso con te ogni singola sera! -

 

Lei mi ignorò.

 

E iniziò a fissare la finestra del bagno dove Billie Joe e Mike stavano discutendo, non li sentivo o forse non li volevo sentire avevo talmente tanti problemi di mio che mi ci mancava solo sentire le liti di quei due scellerati!.

 

La ragazza si girò verso di me, mi guardò e sorrise - Io il bambino lo tengo -  trasalii.

 

-         Ovvio, ma come lo dirai a Billie? -  

Lei si rabbuiò e abbassò la testa le sfiorai il mento.

-         Ehi, piccola, ci penso io! Stai tranquilla e pensa solo a questo campione che ti porti dentro! -  lei rise e appoggiò la bocca sul mio collo - Ti amo -  sussurrò.

             – Sì, lo so -

 

Mi diede una botta sulla testa.

 - Non è molto romantico -  sorrisi .

- E chi ha detto che deve esserlo! -

 

Presi il suo volto tra le mani e lo accostai al mio, la fissai attentamente prima di infrangere la mia bocca sulle sue labbra così delicate.

 

La cinsi per i fianchi e lei si avvinghiò al mio corpo, mi piaceva quando succedeva, la trascinai vicino al muro di cinta del cortile sul retro, si ritrovò con le spalle al muro.

 

Le tirai su il vestito e le aprì le gambe, mi sembrava strano molto strano ma mi piaceva ancora di più, mi slacciò i pantaloni .

 

- … Adie… Adie, se arriva Billie o Mike? -  non mi ripose, al contrario: mi strinse per i reni e mi accostò al suo corpo - Me ne frego -  rispose con voce sensuale, - Anch’io -

 

Rise e continuai a fare quello che sapevo fare meglio dopo suonare la batteria, - Ehi Billie, dove sta Adrienne? –

  Era la voce di Mike appena sentite quelle parole mi spinse via si ritirò giù il vestito e su gli slip, cercò di pettinarsi i capelli.

 

Feci lo stesso.

 

Uscimmo dal vicolo, - Tré hai capito come si piantano le ortensie? -  annuì - Sì, sì… sei stata molto brava a spiegare… -  lei rise e io la ignorai.

 

Mike ci fece un cenno di entrare dentro casa, sospirai, era quello il momento giusto.

 

Si accomodarono tutti sul divano, Billie vicino ad Anastasia, Adrienne tra me e Mike, mi iniziai a fissare le punte delle scarpe.

 

- Ragazzi ho tre notizie da darvi -  lei mi fissò sbalordita - Dai Tré spara - , - La prima è che diventerò padre… la seconda è che Adrienne diventerà mamma…e la terza è che accadrà tutto contemporaneamente - .

 

Billie si alzò e abbracciò la moglie, - Aspettiamo un altro bambino che bello! -  lei spalancò gli occhi - Tré sono contento che anche tu proverai nuovamente la gioia di diventare padre!! -  continuò imperterrito BJ.

 

- No, forse non hai capito - , - Ma si che ho capito! Ho messo incinta Adie, e tu hai messo incinta Claudia proprio nello stesso periodo!!!!!! - .

 

Mi presi il volto tra le mani.

 

- CAZZO , BILLIE!! ADRIENNE È INCINTA DI ME!!!! -  mi fissò con occhi sbarrati per qualche istante prima di attaccarmi al muro.

 

- Tu hai fatto cosa!??!!!! -  era completamente fuori di sé.

- Billie calmati! -  era la voce di Anastasia tranquilla come solo lei poteva essere, il ragazzo mi lasciò e fissò la donna - Hai ragione, tesoro, scusami -  immediatamente si portò una mano alla bocca.

 

Adrienne spalancò la bocca.

 

- Come l’hai chiamata? -  il moro mi fissò truce.

 - In nessun modo -  

Adie scosse la testa e poi si voltò alla ricerca dello sguardo di Mike che per tutto il resto della scenata era rimasto silenzioso.

 

- Tutto a posto Mike? - domandai poggiando il braccio sulla spalla del mio amico che si ritrasse immediatamente.

 

-         Mi fai veramente schifo! Sei venuta da me ieri sera mentre eri incinta di Tré!!!! –

         Billie spalancò gli occhi e si allontanò da Anastasia – Scusa, Mike come hai detto? - .

 

Adrienne divenne paonazza in volto.

 

- Hai sentito bene -  la donna gli mollò un manrovescio che però non lo scalfì nemmeno!.

 

- Cioè fatemi capire, io andavo al letto con Billie e Tré, giusto? - domandò Anastasia - Giusto -  rispondemmo io e Billie all’unisono.

 

- E io andavo al letto con Mike e Tré, giusto? -  continuò Adrienne con fare indicativo.

 - Si esatto -  concordammo io e Mike all’unisono , sorridendo soddisfatti.

 

- E io sono incinta di te -  Adie mi additò - Sì -  rispondemmo tutti insieme - Io non ci sto capendo più niente -  asserì serio Armstrong dopo che si accomodò sulla mia giacca di pelle nuova nuova.

 

Anastasia e Adrienne scoppiarono a ridere in modo quasi isterico - Cioè ti rendi conto - fece la bionda, la mora la fissò e annuì - Sembra una di quelle cose da film! -  io ero completamente incazzato forse anche più degli altri. E quelle due cosa facevano? Ridevano!.

 

- Ci pensi che strano, cioè non è una cosa da tutti i giorni… no? -  asserì la mora con fare giocoso - No infatti, io non riesco nemmeno a arrabbiarmi! -  e entrambe esplosero in un'altra risata fragorosa interrotta dallo schiarimento di voce di Mike che fissava la sua ex e la sua amante che ridevano amabilmente.

 

- E voi ci ridete su? Voi state scherzando su questa cosa come se si trattasse di… di… di non so che! -  abbozzai un sorriso in effetti era strano. Molto strano.

Billie Joe fece lo stesso - Tré te lo giuro non riesco neanche più tanto a incazzarmi con te. È una cosa talmente assurda che… che… -  non finì la frase perché scoppiò a ridere come tutti noi del resto.

 

Guardai l’ora all’orologio appeso sul camino di casa di Mike. Cazzo. Le 18:30! Avevo un appuntamento a casa di Ruri!.

 

- Ok, ora che abbiamo appurato  questo fatto, io vado da Ruri. Se scoprite altre corna chiamatemi domani mattina. TARDI,mi raccomando. -  tutti mi fissarono increduli - Da Ruri? Da Claudia caso mai! -  mi corresse un attento Mike.

 

- Certo mi sono sbagliato… Claudia…già, proprio Claudia… ok,allora io vado.. ciao! -  mi defilai.

 

Cazzo, mi avevano beccato anche Ruri!

 

 

 EPILOGO

Cinque anni dopo… a casa Armstrong.

 

Billie Joe era a casa di Mike insieme a Joey e Jakob mentre la sua mogliettina era in cucina a badare i gemelli che aveva messo al mondo cinque anni prima.

 

Tré Cool ci sapeva fare , visto che non era un bambino ma ben due   gemellini: un maschio e una femmina.

 

Frank Edwin Armstrong I e Gloria Armstrong.

 

Tré aveva insistito voleva che i pargoli avessero il cognome di Billie e non il suo.

- Mamma… mamma… mamma mi prendi i biscotti? -  domandò la piccola Gloria spalancando i suoi occhioni azzurri e scuotendo i codini dai capelli rossicci – No, Gloria basta… Frank… Frank ,  sbrigati che devi andare in palestra. -  la bambina fissò la mamma e increspò le labbra.

 

- Uno e basta -  acconsentì laconica Adrienne, mentre il figlio maschio stava scendendo le scale, fissò la madre con quei due zaffiri blu come il mare che aveva al posto degli occhi.

 

La madre guardò attentamente i figli che in quel momento si erano messi a giocare con la palla in casa l’uno di fronte all’altro.

 

Un dubbio venne alla donna notando,per la prima volta, le differenze tra i due gemelli.

 

Rese stabile lo sguardo su Frank: biondino con gli occhi blu, era nato con un fisico asciutto e snello; quando si arrabbiava, sollevava il sopracciglio destro in modo ambiguo, un po’ come Mike, insomma.

 

Poi sulla piccola Gloria: grandi occhi color del cielo , capelli ambrati e un senso innato per le percussioni.

Le accarezzò le guance rosee e paffute e sospirò.

 

La donna prese a riflettere.

 

-…con Tré e con Mike…-soppesò ogni singola parola, ripensando a quanto era accaduto cinque anni prima.

 

Tré…oppure Mike?

 

Adrienne, ti sei fatta una domanda:ora datti una risposta.

 

Si portò il volto tra le mani.

 

Aveva combinato un gran casino.

 

                                                                     FINE (?) 

 

 

                               

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

            

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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