In questo mondo, Kyoko regna.
Lei decide dove questo mondo è e dove non è, cosa è e cosa non è.
Kyoko regna.
Beve il thé all’ombra di un albero rinsecchito, scheletro e resto della sua antica bellezza, nel suo prediletto cimitero, in compagnia dei cadaveri e dei suoi diletti corvi.
Ride e si diverte, parlando delle sue esecuzioni e delle sue mutilazioni, del sangue versato, del dolore provocato.
I morti l’ascoltano pieni di devozione e terrore assieme, mentre i corvi, come lei ha comandato, si cibano delle loro carni putride.
Tutti sono sottomessi alla sua suprema volontà, tutti sono morti.
Kyoko, però, continua a vivere, a respirare, a parlare, a pensare.
Il suo sangue pulsa nelle sue vene, il suo cuore batte indomato contro le sue ossa.
La sua mente concepisce quanto di più abominevole possa esser fatto ad un morto e il suo braccio esegue e il suo cuore non si pente, ma prova piacere e gioia.
Kyoko è Dio e Satana, ma le sue vittime non possono esser divise in Paradiso e Inferno: tutte sono condannate a vagare raminghe in quel limbo senza fine che è il suo regno.
Perché Kyoko regna.