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Autore: corsara_andalusa    22/05/2010    1 recensioni
una storia scritta in occasione del mio compleanno... un'improbabile spia del KGB(sono davvero io!!) e ... i suoi compagni di classe che rivogliono gli appunti di latino
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La vita recondita di Chiara

Riferimenti a fatti, luoghi o persone reali

Sono puramente voluti

 

“Avanti, parla!” e Chiara tirò un ceffone all’uomo legato sulla sedia.

“Mai!” ribatté quello stoicamente.

Chiara Spezzamonte, nome in codice Rock-Smash, stava interrogando una spia avversaria che era entrato di soppiatto in casa sua.

“Vuoi dirmi chi ti manda? Altrimenti sarò costretta a essere più convincente…anche perché a forza di schiaffi mi sono fatta male alle mani!”

“Cosa intendi?” chiese l’altro respirando affannosamente.

“Beh…” disse lei tirando fuori da un cassetto quello che sembrava un gatto a nove code e lo fece schioccare per aria.

“Non ti dirò nulla!”

“Ah no? Sei sicuro? Non vuoi che ti presenti una ragazza?”

“Come?”

“Già, il suo nome è Misty, la chiamano la vergine di ferro!” e Chiara gli mostrò il suddetto strumento di tortura: una meravigliosa cassa ripiena di chiodi e punte (che si chiudeva sul torturato per chi non lo capisse).

“Io…io…resisterò!”

“Ma che brava persona! Beh, evidentemente tu meriti qualcosa di speciale…”

Lui restò in silenzio, aspettandosi al peggio. All’ “agenzia” gli avevano insegnato a resistere a tutto.

Chiara si girò e mise sul tavolo…uno stereo.

“Cos’è?”

“Vediamo se non parli dopo questo. Ti piace…Laura Pausini?”

Lui rabbrividì mentre lei schiacciava “on”.

 

♫ La nebbia che si posa la mattina
le pietre di un sentiero
di collina ♫

 

“No! Io…devo resistere!”

“Oh, me l’aspettavo, ma adesso c’è il ritornello!”

 

♫ Io canto!

Le mani in tasca e canto

la voce in festa e canto
la banda in testa e canto ♫

 

“Falla smettere! Falla smettere!”

“Allora, parli?”

“Mai!”

 

♫ Corro nel vento e Cantoooooooo! ♫

 

“Ti dirò tutto! Ti dirò tutto, va bene!”

“Bravo.”

Quando Chiara spense lo stereo dall’altra parte della camera bussarono alla porta.

“Chiara? Tutto bene là dentro?” era la voce di sua madre.

“Mamma! Sì, sì, tutto bene!” Mentre diceva quelle parole, Chiara premette un grosso pulsante rosso che fece aprire una botola in cui precipitarono la spia legata e Misty.

“Chiara, lo sai che io rispetto la tua privacy, ma usando la mia autorità di genitore entro lo stesso!”

E con un ariete portatile, la madre di Chiara sfond…entrò nella camera che adesso era tornata quella di una normalissima e con nessun segreto diciottenne.

“Ciao figlia, cosa stavi facendo?”

“Ciao madre, nulla di particolare…” rispose la ragazza puntando gli occhi al cielo.

“Volevo dirti che è pronto in tavola…che cos’è quello?” chiese la madre indicando il gatto a nove code che era rimasto nella mano di Chiara.

“Questo? Questo è…il mio nastro per ginnastica artistica!”

“Ah, mi fa piacere che ti alleni anche a casa per un corso che non sapevo neanche frequentassi, dai andiamo a mangiare. Hai studiato storia?”

“Certo, ho anche fatto un approfondimento sulla tortura negli anni.”

Chiara scese le scale della sua camera pensando alla difficoltà di essere una spia del KGB…e della verifica di storia.

Il giorno dopo a scuola, Chiara stava facendo un corso accelerato di russo durante una borios…bellissima lezione di letteratura latina. Mentre il professore spiegava l’importanza di un morto stramorto come Sallustio, gli allievi sbadigl…ascoltavano interessati. Mentre Chiara stava apparentemente trascrivendo la versione latina nei fogli della sua cartellina, la sua amica Lara stava amabilmente parlottando con Agnese della sua assidua vita lavorativa.

Alla sinistra di Chiara c’era Luca che si faceva venire i calli alle mani dallo scrivere, dietro Matteo che cercava di resistere alla tentazione di entrare in “Facebook” e alla destra…il termosifone.

Alla fine della ninna nann…lezione Chiara chiese a Luca di imprestargli i suoi appunti di latino perché lei non “era riuscita a prendere appunti di tutto”.

“Certo, ecco qua!” e Chiara infilò i fogli nella sua cartellina contrassegnata dalla scritta in bianchetto Australia.

“Grazie, non preoccuparti te li riporto presto.”

“Ah, aspetta!” disse Agnese uscendo dal mondo dei sogni “Neanche io ho copiato tutto, Chiara, posso prenderli io un attimo?”. Agnese stava per toccare con disinvoltura la cartellina ma con la rapidità degna di una vipera del Botswana Chiara fece un salto felino che con la decisione del falco (un’unione di animali) portò via la cartellina ad Agnese.

“Non devi toccare la mi…ehm volevo dire, aspetta che te li porga io!”

Sembrava quasi che quella cartellina nascondesse qualcosa, ma la campanella suonò e non importò più niente a nessuno.

Le lezioni si alternavano con lenta velocità e leggera pesantezza e Chiara si stava curando gli acciacchi della mano con della gomma pane…ma era davvero gomma pane? O forse un impacco medico delle piante della tundra settentrionale?

La campanella suonò e tutti dimenticarono la gomma pane.

Era finalmente arrivato il momento di tornare a casa e Lara stava accompagnando Chiara per strada.

“Vieni con me verso l’ospedale?”

“No, preferisco andare alla Celestia!” diceva quasi sempre così, come se alla Celestia ci fosse qualcosa di interessante.

“Sei sicura? Ma alla Celestia non c’è nulla di interessante!”

“Ma il battello arriva prima e così non devo essere schiacciata come una sardina da una marea di anziani che salgono all’ospedale.”

Lara alzò le spalle e salutò l’amica che aspettò che la bionda e vispa ragazza se ne andasse. Dopo essersi infilata in una calletta stretta, trovò il modo di accedere al canale.

Chiara tirò fuori le chiavi di casa e schiacciò un bottone che si trovava sul portachiavi. Appena qualche secondo più tardi dall’acqua emerse un piccolo sottomarino rosso (colore della Russia…e anche perché il rosso le piaceva). Chiara ci entrò senza farsi notare da nessuno (fatta eccezione per una vecchia signora che passava da quelle parti, ma tanto nessuno le avrebbe creduto…) e lo fece partire con direzione Murano…un sottomarino privato era sicuramente più veloce di un vaporetto Actv.

Dopo aver picchiato selvagg…interrogato a dovere la spia nemica, Chiara cadde in un sonno profondo fino all’ora di cena e, dato che in tavola erano pronto il minestrone di broccoli e cavolo, decise di riaddormentarsi.

Essendo vicina di banco di Lara Costantini, Chiara aveva cominciato a assorbirne le cattive abitudini come quella di non portare alcuni libri o gli appunti di latino (sembra quasi che il latino sia una delle materie più importanti di sempre…).

Fu così che il giorno dopo Chiara si ritrovò senza gli appunti che aveva promesso di ridare a Luca.

“Mi dispiace ma…me li sono dimenticati!”

“Ma cos’hai in testa? Segatura?”

Chiara non poteva certo rispondere che in quel momento stava pensando all’alfabeto cirillico e per questo si limitò a dire acidamente “Beh, stai calmino!” e a non citare l’argomento in maniera ulteriore.

Finite le lezioni Chiara sparì dalla vista di tutti (e anche questo lo aveva preso da Lara).

Era un giovedì pomeriggio e una strana congiunzione astrale volle che Luca e Lara si ritrovassero a Murano. E per una casualità assurda si trovavano anche vicino alla casa di Chiara.

(Da adesso comincia un dialogo improbabile)

“Ehi, che ne dici di andare un attimo a salutare la Chiara?”

“Adesso?”

“Beh, sì…”

“Hai ragione, mi deve pure ridare gli appunti!” (è bello vedere che io giovani sono ancora spinti da motivi di studio)

Nel frattempo, Chiara era sola in casa e poteva dedicarsi finalmente al suo passatempo preferito…picchiare le spie avversarie? No, giocare a “Geo-challenge”. Prima di avviare tale attività, Chiara premette un pulsante giallo che trasformò la sua camera calda e accogliente della soffitta in un luogo più consono ad un agente segreto del KGB: un mega-super-ultra laboratorio con vari computer e schermi (della Samsung) che le mostravano ogni minima parte del perimetro di casa sua grazie a telecamere segrete.

“Ah, adoro l’acciaio…” disse Chiara.

Intanto i due amici si avvicinarono al cancello di casa Spezzamonte e suonarono il campanello.

Immediatamente sul computer di Chiara comparve la scritta rossa triangolare ATTENZIONE, ATTENZIONE INDIVIDUATI SOGGETTI PERICOLOSI!

“Oh,” sopirò Chiara “Non sarà ancora Pizza Sì che ha sbagliato a suonare?”

Le telecamere mostrarono a Chiara i soggetti pericolosi.

E qui c’è l’equivoco!

Sulle telecamere c’era un alone di condensa e Chiara non vide la faccia dei suoi amici e pensando male…avviò il processo di difesa anti-intrusi!

“Non risponde…” disse Lara.

“Starà dormendo, la pigra.”

Appena detto ciò, sotto di loro si aprì una botola che li fece precipitare giù, sotto la laguna.

Dopo un  attimo di disorientamento e essersi sistemata i capelli Lara aprì gli occhi e vide che lei e Luca erano caduti in quello che sembrava essere un enorme labirinto situato sotto Murano (il Comune sarebbe stato felice per sapere come costruire la sublagunare).

“Dove siamo?”

“Beh, non è il ripostiglio delle scope…”

Sopra di loro un altoparlante con la voce di Chiara disse “Ah, poveri sgallettati, credevate di riuscire a entrare in casa mia? Bene, eccovi accontentati: questo labirinto presenta prove e ostacoli che nemmeno potete immaginare! Se ce la farete a sopravvivere potrete sperare che vi lasci…vivere!” (ovviamente questa era la registrazione per le spie nemiche)

“Cosa? Ma è pazza?”

“Beh, non ci resta che tentare dato che non abbiamo altra scelta…e devo tornare a casa a fare i compiti.”

L’entrata del labirinto di cemento e briccole vecchie non presentava molti pericoli (fatta eccezione per due enormi lame alla Indiana Jones che oscillavano con velocità minacciando di fare a fette i ragazzi).

“Dovremmo dividerci per raggiungere il centro del labirinto.” disse Luca.

“Perché mai?”

“Perché dietro di te c’è un enorme cartello con scritto Per raggiungere i centro del labirinto è consigliabile dividersi.”

Questo era uno dei test di intelligenza di Chiara e loro…cannarono in pieno dividendosi.

Nella sua camera computerizzata Chiara ridacchiava malignamente.

“Eccellente…tra qualche minuto per loro sarà la fine. Così impara la CIA a mandare i suoi agenti!”

Incurante del pronostico di Chiara, Luca si stava perdendo per i meandri del labirinto, andando a sbattere su ogni muro e stando attento a dove metteva i piedi (aveva già evitato due mine e un raggio laser). Ad un tratto, voltato l’angolo, si trovò di fronte a una grossa elica piena di spine che roteava verso di lui.

“Uhm, questo potrebbe essere un problema…”

senza pensarci due volte Luca tornò indietro perdendosi e riperdendosi fino a ritrovare la sua amica elica che era talmente vicina da sentirne la “chiamata”. Inutile dire che Luca scappò ancora.

Intanto Lara aveva preso la cosa alla leggera. La ragazza aveva inforcato le cuffiette dell’Ipod e stava tranquillamente passeggiando per il labirinto. Ad un tratto vide una forma da lontano.

“Uh, un gattino! Che dolce!”

Peccato per lei che il “gattino” man mano che si avvicinava diventava più grande e alla fine si rivelò essere una tigre del Bengala pronta a banchettare sulla fanciulla.

Lara era pietrificata dal terrore, ma le venne un colpo di genio ricordandosi che frequentava un corso di maglia, tirò fuori un gomitolo di lana rosa e vedendo che la tigre stava per balzare lo lanciò disperatamente.

Non sappiamo cosa sia passato nella mente della tigre, però l’animale puntò sul gomitolo e come un dolce gattino (l’aveva detto Lara) si mise a giocare. Mentre cambiava canzone sull’Ipod, Lara cambiò anche parte del labirinto.

Nel suo laboratorio Chiara era sorpresa da tanta destrezza nell’evitare le trappole (nemmeno gli agenti della CIA erano riusciti ad arrivare a metà labirinto) e stava pensando di ricorrere a sotterfugi più crudeli, spietati, malvagi e…graziosi.

Luca intravedeva un cubo che stava significare il centro del labirinto ma non sapeva come arrivarci. Ad un tratto si trovò davanti una strana macchina provvista di megafono e di tre mani meccaniche che appoggiavano su un tavolo con tre bicchieri.

“Benvenuto, ora giochi per la tua vita.” disse la macchina con voce somigliante a quella del supermercato.

“Sarebbe?”

“Ci sono tre bicchieri rovesciati…”

“Lo vedo!”

“Bzzz! Devi trovare quello che nasconde una moneta. Se la trovi, passi. Se non la trovi il mio sistema ti distruggerà! Dunque rispondi bene, dov’è la moneta?”

“Avanti, lo sanno tutti che la moneta non è in nessuno dei tre bicchieri! È solo un modo per farmi perdere qualunque risposta io dia!”

“Risposta…Esatta!” la macchina si inceppò e si ruppe.

Lara stava raggiungendo spedita il cubo dell’uscita. Ad un tratto (sempre “ad un tratto”) vide una sagoma rannicchiata per terra che sembrava piangere. Sperando che non fosse un’altra tigre, Lara si avvicinò e non poté fare a meno di notare che non era altro che…un impiegato di Pizza Sì che si era perso.

“Ma lei cosa ci fa qui?” (anche se il pizzaiolo aveva praticamente la sua età, Lara ritenne giusto rivolgersi con cortesia).

“Sono stato catapultato qui ieri! Dovevo solo consegnare una pizza…ora ho mangiato la pizza e non so cosa fare!”

“Beh, venga con me, cerchiamo l’uscita!”

“Non ci credo!” sbuffò Chiara dall’alto della sua postazione “Stanno raggiungendo l’uscita! Mi spiace per loro ma…no, non mi spiace per loro! Non mi resta che usare la più terribile delle mie armi. Ma se ce la dovessero fare…” Chiara premette un pulsante blu e dall’armadio uscì un completo set da sicario professionista e da sotto il letto comparve “Bubi”…il suo bazooka personale.

Intanto nel labirinto Lara aveva fatto amicizia col pizzaiolo e stavano per raggiungere il cubo dell’uscita quando davanti a loro comparve l’ultima prova.

Lara rabbrividì, ne riconobbe la forma, si stava avvicinando velocemente …era un’ellisse di equazione !

“No! Scappa!” ma l’ellisse la raggiunse.

“Se la distanza tra i fuochi è 2c = 10 e la distanza è tra il vertice e il centro è a = 7…qual è l’equazione?”

“Io…io…”

“Ah, dimenticavo…il centro NON È NELL’ORIGINE!”

“Nooo!” Lara si accasciò a terra.

“Allora? Rispondi?”

“Io…Non lo so!”

“Ma…e se invece di scervellarci non passassimo da quella porta?” e il pizzaiolo indicò una porta di metallo dietro la conica. Lara (quasi per vendicarsi della matematica) si rialzò e tirò un calcio all’ellisse.

I due raggiunsero la porta e sentirono che dal suo interno provenivano delle voci.

“Ma questa…” disse Lara ascoltando meglio “Ma questa è …Laura Pausini?”

Lara spalancò la porta e trovò Luca ad aspettarla.

“Come mai sei già qui…e stai ascoltando Laura Pausini?”

“Perché ho fatto la strada più veloce e non so come spegnere questo strazio!”

“Ah…”

“Chi è lui?” chiese Luca riferendosi al pizzaiolo.

“L’ho trovato là dentro…si era perso.”

I tre si trovavano in una stanza rettangolare. Le scale che avrebbero permesso di raggiungere la camera di Chiara erano dall’altra parte della stanza…peccato che in mezzo ci fosse una vasca piena d’acqua in cui nuotava uno squalo bianco di sei metri!

“E adesso?”

“Non è che abbia tutta questa voglia di bagnarmi (o di farmi mangiare) per degli appunti di latino…”

A collegare le due estremità della stanza c’era una semplice fune attaccata al muro, bastava aggrapparsi nella speranza che lo squalo se ne stesse tranquillo.

“Aspettate…” disse Lara e tirò fuori un altro gomitolo “Magari funziona…”

“Ehm… non credo.”

Il pizzaiolo intanto aveva trovato da dove veniva la musica: uno stereo messo dietro a un paravento.

“E se gli (allo squalo) facessimo ascoltare Laura Pausini?”

Fu così che lanciarono lo stereo in acqua e lo squalo venne fulminato (non dalla voce della cantante ma bensì dalla corrente elettrica).

“Wow…che bravi!” disse Luca quando tutti e tre erano arrivati alle scale.

Salite queste, si ritrovarono finalmente nella camera di Chiara con la proprietaria e “Bubi”.

“Voi?!?”

“Chiara, non ci avevi mai detto di avere un giardino così grande!”

“Ehm…non è un giardino…io…” disse Chiara cercando di nascondere i numerosi poster con la scritta KGB.

“Quello era…il mio…la mia…la mia palestra per la ginnastica invernale!”

Luca e Lara confidarono nell’amica con un “Ah beh, se lo dici tu…”.

Bussarono alla porta della camera di Chiara. Sua madre era tornata.

“Chiara, tutto bene là dentro? Lo sai che rispetto la tua privacy…”

“Ma entri lo stesso…”

E la madre di Chiara sfondò per la seconda volta la porta (ogni volta ricomprarne una…).

“Ah, ma non mi avevi detto di avere ospiti!” e la madre di Chiara guardò i suoi amici (e il pizzaiolo) senza fare caso ai tagli, ai capelli spettinati, ai peli di tigre, ai pezzi di ellisse e a “Bubi”.

“Non avete fame?”

Fu così che si ritrovarono tutti in cucina a mettendosi a guardare le foto che Lara aveva fatto col cellulare per documentare la vicenda.

“Vuoi che le metta su Facebook? Potrei fare il gruppo…”

“Lara, non serve…”

“Oh, come vuoi tu!”

“Bene. Una domanda sola, perché siete venuti qui?”

“Per consegnare una pizza!” disse il pizzaiolo.

“Non tu! Loro due!”

“Beh…in origine per salutarti e per riavere gli appunti di latino…ma ormai per approfittare dell’ospitalità!”

Chiara fece promettere ai suoi amici di non rivelare la sua…palestra e i due risposero che non vedevano nulla di strano nel fatto che la gente avesse una tigre in casa o strane macchine di morte.

[…]

La loro vita tornò a essere quella di sempre, Chiara continuò a dimenticare i libri, Lara tornò alla sua vita da fantasma, Luca fece una bella interrogazione di latino, la classe continuò a non sapere i segreti dei loro compagni e…la spia si sposò Misty!

 

 

 

con la partecipazione speciale di Laura Pausini  in "io canto"

FINE

  
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