A vent'anni la proccupazione di morire da un momento all'altro, non ti sfiora minimamente...pensi a varie cose, ma cosa sarebbe tutto senza di te...no, quello proprio no. Chuck Bass avrebbe voluto pensarci... o meglio avrebbe dovuto...almeno a parere di un paio di persone.

La camera era chiusa da giorni, forse non c'era nemmeno più ossigeno lì dentro...eppure lui era ancora vivo, lui, ma non il suo migliore amico. La nausea lo assalì, si alzò e si diresse in bagno. Si guardò allo specchio. Lo avrebbe preso in giro tutto il giorno vedendolo con quei capelli, quella barba incolta da più di una settimana. Puzzava di alcool e fumo. Come tutta la suite del resto. Si diresse nel salone comune. In quel momento avrebbero dovuto essere lì, a farsi una partita a biliardo, lui avrebbe dovuto dirgli che aveva fatto la cazzata più grande del secolo passando la notte con Jenny, lui gli avrebbe risposto in malo modo ,se ne sarebbe andato, ma poi lo avrebbe sorpreso seduto sul suo grande letto perso nei suoi pensieri, nel suo unico grande pensiero. Nate si gettò su quel letto...sperava solo che i suoi pensieri andassero giù, giù e ancora giù...voleva solo tornare a respirare...ci sarebbe riuscito...si lui si...lui era vivo.

Si sentì accarezzare il viso, si svegliò e se lo ritrovò seduto accanto a lei sul suo letto, che gli toccava il viso con una rosa bianca con quel viso beffardo. "Buongiorno sis".   "Chuck puoi almeno rispettare gli spazi?"    Serena si svegliò di soprassalto, si alzò e senza volerlo, si diresse nella sua stanza. Era entrata lì un sacco di volte per sgridarlo, sbagliava sempre, lo sapeva, ma se ne accorgeva sempre troppo tardi. Le sembrava quasi di vederlo lì seduto con il suo bicchiere di scotch in mano. "La sto perdendo..."  "Combatti per lei, lei per te l'ha fatto."  "Ci ho provato".  "Prova ancora!"   Questa volta l'aveva persa davvero...una lacrima le scese sul viso. Voleva solo che fosse ancora lì a chiamarla "sorellina", a fare battutacce, a bere con Nate...era uno dei suoi migliori amici, era suo fratello.

La giacca ormai aveva perso quasi tutto il suo profumo. Da quando era successo, non aveva fatto altro che dormire, o meglio, restare stesa sul suo letto avvolta nella sua giacca.
Il telefono squillò. "Nate stiamo andando a Parigi, Serena ha tutta l'intenzione di venire con me, non rovinarmi l'estate! Ci ha già pensato il tuo amico!"    "Blair, dovete tornare suibito...è...è importante."  Si rifiutava di crederci. "Nate! No! Era solo un trucco per farmi tornare vero?" gli urlò appena arrivata in ospedale. Nate si voltò verso di lei. "Dimmi che è uno scherzo di cattivo gusto..." Cominciò a piangere. Serena fu brutalmente aggredita solo per aver provato ad avvicinarsi a lei. "Nate! Te lo ordino! Non è vero! Dillo!" Urlava in lacrime. Nate le si avvicinò. "Non toccarmi. Non l'hai detto."  "Blair è morto ok?! L'ho detto."   "NO! NO!"  Nate la prese e l'abbracciò, ma lei continuava a dimenarsi. "Maledetto Basstardo! E' il solito egoista! Come ha potuto, come!" Si gettò a terra mentre Nate ancora la teneva fra le sue braccia. Serena scoppiò a piangere e si lasciò andare giù per terra insieme aglia altri. Nate voleva essere forte, le tenne fra le braccia entrambe, poi pianse con loro.
Blair al ricordo pianse ancora di più. Aprì la scatola sul suo comodino. Non aveva fatto nemmeno in tempo a darglielo, a farle la proposta. Nate gli portò l'anello qualche giorno prima. I suoi assalitori erano stati presi subito. Avevano recuperato la refurtiva. Si era ribellato per uno stupido, uno stupidissimo anello, un anello che non aveva nemmeno ricevuto, perchè? Solo perchè era per lei? Si sentiva morire dentro...il solito egoista..."Perche non ci hai pensato Chuck? Perchè non hai pensato a me? Cosa farò senza di te? Cosa faremo senza di te? Cosa gli racconterò?" Blair si toccò la pancia...accarezzò l'ultimo regalo che le aveva fatto.