Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: NeverThink    23/05/2010    11 recensioni
Sapevo che era sbagliato, terribilmente sbagliato. Eppure non riuscivo a toglierli gli occhi di dosso.
Lo vidi uscire, camminare sulla sabbia chiara, dirigendosi verso me. Il sole si rifletteva sulle goccioline d’acqua salata che scivolavano lungo il suo corpo statuario, sui muscoli dell’addome e delle braccia ben delineati.
Corrugò la fronte a causa del sole. La pelle aveva oramai assunto un colore ambrato dopo la prima settimana di vacanza passata su quell’isola dei Caraibi.
Deglutii rumorosamente e voltai il capo, scostando lo sguardo dal suo corpo, dal suo viso, ma, soprattutto, dai suoi occhi color del ghiaccio.
La sua vista, per quanto fosse gradevole ai miei giovani occhi, era fonte di sofferenza.
(..)«Helen!»
Mi voltai e lo vidi avanzare verso la battigia, correndo. Entrò in acqua senza curarsi di bagnarsi i jeans e le scarpe. Si inginocchiò e mi sorresse, poggiando una mano su un fianco e una sul collo, scostandomi i capelli per metà bagnati.
«Ehi…» mormorò e il suo viso al chiaro di luna era ancor più bello. Inebetita l’osservai.(..) Istintivamente alzai una mano, sfiorandogli la mascella con i polpastrelli.
«Sei così cambiato, Ian.» mormorai.
Per te.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per te, Kate.
Grazie.

 

1.


 

~ I only dream of you and you never knew.
Sogno solo te e non l’hai mai saputo. ~

 

Fremetti.
Sapevo che era sbagliato, terribilmente sbagliato. Eppure non riuscivo a toglierli gli occhi di dosso.
Lo vidi uscire, camminare sulla sabbia chiara, dirigendosi verso me. Il sole si rifletteva sulle goccioline d’acqua salata che scivolavano lungo il corpo statuario, sui muscoli dell’addome e delle braccia ben delineati.
Corrugò la fronte a causa del sole. La pelle aveva oramai assunto un colore ambrato dopo la prima settimana di vacanza passata su quell’isola dei Caraibi.
Deglutii rumorosamente e voltai il capo, scostando lo sguardo dal suo corpo, dal suo viso, ma, soprattutto, dai suoi occhi color del ghiaccio.
La sua vista, per quanto fosse gradevole ai miei giovani occhi, era fonte di sofferenza.
Era semplice,  a New Bern, non curarsi di lui. Non ero costretta a vederlo ogni minuto della giornata, a immergermi nel mare dei suoi occhi, come avevo fatto l’attimo prima. Conducevo la mia insulsa e vuota vita, cercando di non pensare a lui. E, anche se il dolore non svaniva del tutto, riuscivo a ridurre la stretta della morsa che mi attanagliava il cuore, la nausea che mi scombussolava lo stomaco, vivendo così in una sorta di annebbiamento, in cui fingevo che la mia vita fosse okay.
In fondo, mancava solo una settimana. Una settimana in cui, in ogni momento avrei fatto i conti con la mia scempiaggine e l’irrazionalità dei sentimenti che mi legavano a lui, arrivati troppo tardi.
«Ehi.» mormorò quando mi fu vicino. Voltai il capo e chiusi un momento gli occhi, certa che non l’avrebbe notato oltre le lenti scure degli occhiali da sole che portavo.
«Ciao.» mormorai rassegnata, ed aprii gli occhi.
Era sempre la solita storia. Sempre la solita routine, guardare il suo e rimanere senza fiato di fronte ai lapislazzuli dei suoi occhi, ai capelli bruni bagnati dall’acqua, alla sua pelle nuda ed ambrata cosparsa di minuscole perle trasparenti.
«Tutto okay? Sei così strana in questo periodo.» mormorò sedendosi sulla sedia a sdraio accanto alla mia, godendosi la sensazione del sole sul corpo nudo.
«Sì.» mormorai. «E’ solo che il mare e le feste mi stancano. Tutto qui.» mentii codardamente.
Lui rise e non potei non bearmi della sua risata sincera e cristallina. «Stancano un po’ tutti,  Helen.»
Annuii piano col capo, passandomi poi una mano sul collo scoperto. «Già.»
«Non hai intenzione di immergerti nell’acqua oggi, eh?» disse con un sorriso sghembo.
Feci spallucce. «Magari più tardi.»
«In acqua c’è il resto del gruppo. Potresti approfittarne.»
«No, preferisco star qui.» mormorai guardando l’oceano ed osservando i nostri amici nuotare.
« Va bene. Sai,» fece un piccola pausa prima di continuare con tono di voce basso e caldo, «sono contento tu sia venuta.»
E in quel momento, udendo quelle parole, fu come se una decina di spilli penetrassero il mio cuore, ferendolo ancor di più.
Deglutii a fatica portandomi una ciocca di capelli scuri, sfuggita all’elastico, dietro un orecchio. «Sì, anche io.»
Per un attimo tacemmo e il silenzio cominciò a pesarmi sulle spalle, quasi volesse schiacciarmi. Ero nervosa, agitata e sofferente.
«E…» continuò dopo un po’, «credevo che la nostra amicizia fosse andata perduta.», la sua voce era un lieve sussurro.
Sentii le lacrime premere sulla palpebra chiusa del mio occhio, desiderose di scivolare lungo le guance accaldate dal sole.
«Ma non è successo, Ian.» mormorai.

«Io ti amo, Helen.» mormorò Ian premendo il palmo della mano sulla sua guancia. «Ti amo.» mormorò ancora.
Helen spalancò gli occhi, colta di sorpresa. Era sicura di aver udito male.
«Cosa?» chiese con voce stridula.
Ian poggiò la fronte su quella di Helen e chiuse gli occhi. «Ti amo.», poi le bacio le labbra piene.
Quando il ragazzo si staccò udii parole che mai avrebbe creduto di poter udire. «Io non posso, Ian.»
Il ragazzo spalancò gli occhi. «Cosa?»
«Non… non posso.» soffiò Helen mentre lui le ingabbiava il viso fra le grandi mani.
«Cosa significa?»
«Fra due giorni parto per Lione.»
«Ti aspetterò.» mormorò carezzandole le gote con i pollici.
Ma Helen era confusa, Helen non seppe dare un senso alla tempesta delle sue emozioni. Così poggiò le sue mani su quelle di Ian, allontanandole dal suo viso.
«Forse… sono io a non amarti.»
Mentire per una giusta causa. No, questo non porta mai a qualcosa di buono.

Il ricordo mi colpii con estrema crudeltà, lasciandomi senza fiato.
Come avevo potuto essere così stupida quell’Agosto di tre anni fa. Avevo diciassette anni e la vita mi si prospettava rosea.
In quel momento invece era insulsa, mi sentivo… svuotata, priva di qualsiasi emozione, se non l’amore irrazionale che provavo per lui, capito troppo, troppo tardi.

Helen scese dall’aereo e varcò le porte scorrevoli dall’aeroporto. Il cuore le batteva frenetico, tanto che sembrava volesse squarciarle il petto e librarsi nell’aria. Faceva quasi male, tanto batteva violentemente.
Sapeva cosa voleva dalla vita. Sapeva cosa cantava il suo cuore, sapeva cosa provava e cosa aveva celato a lungo. Perciò doveva raggiungerlo al più presto, anche se erano passati mesi dall’ultima volta che l’aveva visto e sentito.
L’amava e se ne rese conto quando gli era mancato più dell’aria, quando la sua assenza gli bruciava la pelle.
Sua cugina Abby l’avrebbe portata a casa, ma Helen prima di tutto voleva andare da lui, da Ian.
Cercò con lo sguardo sua cugina e quando la vide… il mondo le crollò addosso.

«Non so di cosa tu stai parlando.» dissi con leggera ironia e sperai che la smorfia sul mio viso sembrasse un sorriso.
Si passò una mano fra i capelli castano scuro, quasi imbarazzato. «Bene.»
Mi costò non alzarmi e lasciarlo lì solo, rifugiarmi nella stanza dell’albergo per lasciarmi andare alle lacrime.
«Sei stata importante per me, Helen.» mormorò voltandosi verso me. Con mio grande dispiacere, dovetti voltarmi anch’io a guardarlo. I suoi occhi ardevano come fiamme azzurre ed ebbero la violenza ed il dolore di una frusta sulla mia pelle. Sentii la gola gonfiarsi e pulsare di dolore mentre cercavo di trattenere le lacrime pronte a solcarmi il viso.
«Ci eravamo ripromessi di rimanere per sempre amici.» sussurrai incapace di scostare lo sguardo dai suoi occhi.
Sorrise inclinando il capo. «Ricordi, eh? Avevamo dieci anni.»
Annuii col capo incapace di proferire parola.
«Già. Sempre. Ed in fondo, è accaduto.» continuò poggiando la tempia sulla sedia a sdraio, guardandomi.
Sorrisi e sentii i margini della ferità al centro del petto pulsare di dolore, come se ci fosse stato versato sopra del sale.
«Ehi, voi non venite in acqua?»
Un singulto mi uscii dalle labbra quando udii la sua voce.
«Ehi, tutto okay?» mi sussurrò Ian preoccupato, poggiando una mano sul mio braccio, ed immediatamente, sotto il suo tocco, la mia pelle parve prendere fuoco.
«Sì.» soffiai incapace di emettere suoni.
«Sicuro?» chiese ancora.
«Ehi, Helen, non hai una bella cera.» disse Abby avvicinandosi a noi.
«Sto bene.» mentii sorridendole.
«Perché non venite anche voi?» chiese poi voltandosi verso Ian e sedendosi sulle sue gambe.
Lui le baciò le labbra, circondandole con un braccio i fianchi stretti. «Arrivo.»
Quel tocco fu come una lenta pugnalata al cuore. La lama mi trafisse, penetrò la carne, ferendomi nel profondo, accoltellando anche la mia anima, annientando ogni traccia di speranza per futuri pensieri felici… annullando quasi me stessa.
Gemetti. Quasi sembrava avvertire dolore fisico.
«Ehi, Helen.» mormorò preoccupata mia cugina. «Stai bene?» chiese scostandomi una ciocca di capelli.
Deglutii rumorosamente mentre sentii le lacrime inumidirmi gli occhi e sfuggire al mio controllo.
«No.», e fui incapace di mentire.
«Ma ti stai piangendo!» esclamò carezzandomi la spalla.
«Ho solo… ho solo un po’ di nausea. Devo andare.» farfugliai alzandomi dalla sdraio.
«Helen!» esclamò Ian e la sua voce non causò altro che dolore. Fu come se avesse girato la lama nella ferita.
Mi lasciai dietro le spalle la vista di loro due, l’uno stretto all’altra. Le loro dita incrociate. I loro occhi innamorati. Mi lasciai alle spalle le loro espressioni preoccupate.
Col petto schiacciato dal peso del dolore, della sofferenza causata dall’amore represso, mi allontanai.
E fu vano il mio tentativo di asciugare le lacrime.
Fa vano il mio patetico tentativo di fingere che andasse bene, che avrei potuto fingere che non lo amassi.
E fu patetica la mia autoconvinzione di vivere una vita felice… senza lui.
Perché nulla più aveva senso.
L’avevo perso. L’avevo perso… per sempre.



 

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: NeverThink