Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: ChelseaH    23/05/2010    2 recensioni
[SPOILER 4x19 / 5x18] Si, John Winchester era un papà, ecco cosa aveva pensato. Certo, all’epoca non gli era nemmeno passato per l’anticamera del cervello il pensiero che John potesse essere così collaudato nel ruolo di padre perché era padre anche di qualcun altro, semplicemente si era cullato per un po’ nel pensiero che quell’uomo volesse fargli da papà. (Adam Milligan)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Adam
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione, Quinta stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DISCLAIMER: Adam Milligan e Supernatural sono proprietà di Kripke, della CW e degli aventi diritto, con questo scritto non ci guadagno nulla.


SPOILER 4x19 / 5x18


NOTE: Shot scritta per il prompt 01. Padre del Set 7 - Il re leone, della challenge di 10disneyfic. Ulteriori note alla fine.


Fatherless.

Adam ricordava ogni singolo istante del suo dodicesimo compleanno con una vividezza che aveva dell’incredibile.

Quel giorno una Chevy Impala nera del ’67 si era fermata di fronte a casa sua.

Quel giorno aveva conosciuto suo padre.

John Winchester non era esattamente il tipo di persona che si aspettava di incontrare quando aveva supplicato la madre di fargli conoscere il padre. Nella sua mente, l’uomo che li aveva abbandonati ancora prima della sua nascita doveva essere un poco di buono, magari un alcolista incallito che si guadagnava da vivere spacciando droga tagliata male a prostitute di basso livello, come certa gente di film che aveva visto quando era riuscito a sfuggire al controllo della madre.

Invece quell’uomo sembrava una persona normalissima anzi, aveva addirittura qualcosa di paterno nello sguardo e nei modi di fare. Quando entrò in casa aveva un’aria impacciata, come se non sapesse esattamente cosa aspettarsi, poi l’aveva visto e gli si era avvicinato con una certa commozione dipinta in volto. Si, John Winchester era un papà, ecco cosa aveva pensato. Certo, all’epoca non gli era nemmeno passato per l’anticamera del cervello il pensiero che John potesse essere così collaudato nel ruolo di padre perché era padre anche di qualcun altro, semplicemente si era cullato per un po’ nel pensiero che quell’uomo volesse fargli da papà.

Quando John l’aveva caricato in macchina e portato a una partita di baseball, la prima di una lunga tradizione di partite nel giorno del suo compleanno, si era ritrovato a pensare che avere un padre fosse una cosa ganza. Quella macchina era una favola e sua madre non lo portava mai a vedere il baseball, cosa avrebbe potuto desiderare di più?

Un padre magari, uno vero.
Passato il compleanno se ne andò anche John Winchester e non si fece più vivo fino al suo tredicesimo compleanno.

Giro sull’Impala, partita di baseball, cose da uomini.
Compì quattordici anni e la storia si ripeté.

Adam cresceva, e più cresceva e più si rendeva conto che tutto quell’istinto paterno che aveva percepito in quell’uomo la prima volta che si erano visti non era rivolto verso di lui e non era stato ispirato da lui. John aveva un altro figlio, magari anche più di uno, figli che vivevano con lui, che lo vedevano tutti i giorni, che avevano partite di baseball ogni fine settimana e che giocavano a guidare l’Impala sperando che un giorno diventasse loro. Fu così che realizzò di non sapere nulla del padre, se non che per l’appunto era il suo padre biologico e che faceva il meccanico. Iniziò a fare domande sempre più insistenti alla madre, come si fossero conosciuti, perché lui se ne fosse andato, perché lei l’avesse tenuto all’oscuro dell’esistenza del figlio per dodici lunghi anni. Lei rispondeva sempre a monosillabi o con frasi che sembravano essere state provate allo specchio per ore, se non anni, prima di essere rivolte a lui.

Se n’era già andato quando ho scoperto di essere incinta. Ma chiamarlo non le era mai sembrata un’opzione.

Non sapevo come contattarlo. Eppure, dodici anni dopo, aveva impiegato un tempo infinitesimale a rispolverare il suo numero e comporlo.

Inoltre, nonostante tutte le conclusioni alle quali arrivava ragionandoci sopra, c’era da dare atto a John Winchester del fatto che non appena aveva saputo di avere lasciato un figlio a Windom, nel Minnesota, era corso da lui anche se non ci era rimasto.

Ogni tanto Adam si faceva prendere dalla rabbia nei confronti di quella figura paterna che esisteva ma faceva parte della sua vita una volta l’anno, e provava una profonda gelosia nei confronti degli altri figli che aveva decretato che John avesse. Altre volte invece provava a mettersi nei panni di un uomo che scopriva di aver avuto un figlio da una sola notte di passione con una quasi estranea e che per giunta veniva a saperlo con dodici anni di differita. Era logico che non potesse abbandonare per lui l’altra famiglia, quella vera, così come era altrettanto logico che non riuscisse a trattarlo appieno come un figlio e del resto nemmeno lui si era mai sentito di chiamarlo “papà”, nonostante tutti gli sforzi che aveva fatto per riuscirci. Anno dopo anno vedeva quell’uomo comparire alla sua porta, sempre più stanco, sempre più affaticato e non ne capiva il motivo. Man mano che cresceva si aspettava dei racconti o delle spiegazioni, che però non arrivavano mai. Ogni tanto aveva come l’impressione che John passasse la sua vita alla perenne ricerca di qualcosa che non riusciva a raggiungere, ma non gli era dato sapere cosa.

Al suo quindicesimo compleanno si rese conto che la ricerca in questione non era una faccenda spirituale ma bensì fisica, e se ne rese conto osservando di quanto era aumentato il numero sul contakilometri dell’Impala rispetto all’anno prima. Non vedeva il senso di giocare a essere padre e figlio per un giorno all’anno quando lui, a conti fatti, del padre non sapeva nulla. Era come andare in giro con un perfetto estraneo, come se una volta l’anno sua madre si desse malata nel suo ruolo di mamma e chiamasse un supplente che arrivava e se ne andava nel giro di sei o sette ore e che dietro di se lasciava il vuoto.

Viaggi molto? Provò a chiedergli per tentare di farlo aprire, ma il mistero che quell’uomo rappresentava per lui rimase insoluto. Si, viaggiava molto, per cercare ricambi per la sua officina. Risposta di convenienza e che non si reggeva nemmeno in piedi, risposta che gli fece male perché gli fece capire che John non solo non lo voleva nella propria vita – in quella vera – ma non era nemmeno disposto o voglioso di renderlo partecipe di qualche dettaglio di essa.

E John sapeva qualcosa di lui? Beh, non ci voleva molto a scoprire tutto di lui.

Adam Milligan, tutto casa e scuola per cercare di compiacere il più possibile una madre che si ammazzava facendo i doppi turni all’ospedale pur di dargli tutto quello di cui aveva bisogno. Questo era lui, quella era sua madre.

E suo padre? Probabilmente non avrebbe mai saputo che tipo di persona si celasse realmente dietro a John Winchester, meccanico.

Era a tutto questo che Adam pensava il giorno del suo diciassettesimo compleanno, mentre seduto alla finestra della propria stanza si aspettava di veder comparire da un momento all’altro la macchina nera, con al volante John Winchester pronto per portarlo a quella partita di baseball che era ormai diventata la loro tradizione annuale.

Ma nessuna Impala nera del ’67 imboccò quella strada o si fermò di fronte a casa sua, non quel giorno.


NOTE.

Innanzitutto la questione del warning spoiler. Credo che il personaggio di per se sia uno spoiler, in ogni caso, ho messo quelle due puntate perché sono le due in cui Adam ci da quei pochi riferimenti sulla sua vita che ho usato per costruirgli questo piccolo background.

Adam è un personaggio a cui tengo davvero molto, è comparso in tre misere puntate ma rimane ugualmente uno dei miei preferiti, e non solo per il piccolo dettaglio che è interpretato da Jake Abel (<3) xD e' una scelta un po' inusuale nel fandom, ma tant'é, a me ispira tantissimo sia lui, sia l'idea di poterci costruire attorno tutto un background che il telefilm fornisce solo a spizzichi.




The son will not share the guilt of the father è la mia precedente shot su di lui, se volete leggerla^^

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: ChelseaH