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Autore: UnRitratto    23/05/2010    1 recensioni
Non voltarti,asciugati gli occhi.Non aver paura.Tieni tutto dentro, tutto dentro.Quando cadi a pezzi asciugati gli occhi. La vita è sempre dura. Ma ti devi fare forza.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ davvero così sbagliato?
Osservò il suo riflesso nello specchio della solita, ennesima, schifossima stanza di motel.
E’ davvero così male?
I suoi occhi lo spaventarono. Più passava il tempo e più si spegnevano, perdevano la luce che li rendeva vivi.
Quelle stupide persone sentimentali forse avevano ragione. Gli occhi sono davvero lo specchio dell’ anima. In questo caso… Bhè in questo caso la sua anima era semplicemente morta.
Nulla ha senso… Nemmeno tu ne hai amico mio…Sei così… Solo.
Solo.
Si sentiva abbandonato dal mondo, abbandonato dalla vita. Abbandonato da Sammy. Nonostante fosse sempre al suo fianco era come se fosse distante anni luce.
Era stanco. Estremamente stanco. Stanco di sé stesso, dei suoi fallimenti, della sua vita, di quelle lunghe, infinite strade…Che dovrebbero portarlo da qualche parte… Ma che in realtà non fanno altro che contribuire al suo smarrimento.
Alla fine di ogni strada trova unicamente dolore, odio. Paura.
Paura.
Forse la paura era l’unica vera compagna della sua vita. Poteva sentirla dentro di lui, inebriava ogni singola cellula del suo corpo stanco e rassegnato.
Paura di morire. Paura di vivere .Paura di non essere abbastanza forte.
Una ruga di dolore segnò il suo volto.
La paura di non essere all’altezza lo stava lentamente uccidendo. Doveva farsi il culo per tutti quanti. Era cresciuto con il preciso compito di occuparsi del prossimo, senza mai pensare a sé stesso.
La verità era che… Tutto ciò che più gli mancava era quel pizzico di egoismo che potesse rendere la sua vita veramente sua… E non di tutti gli abitanti di questa Terra malata.
Voglio qualcuno che mi ami. E’ così sbagliato?
Cercava di scacciare il dolore, che stringeva il suo cuore in una morsa.
Amore.
Aveva letteralmente perso di vista il significato di quella parola. Era troppo grande per lui. Troppo bella. Troppo impegnativa. Ma soprattutto era una semplice utopia.
Voglio qualcuno che abbia bisogno di me.
Aveva bisogno di contare qualcosa per qualcuno. Quella poteva essere la sua unica salvezza. Ma sapeva perfettamente che non sarebbe mai stato salvato.
Voleva essere un marito, voleva essere un padre… Voleva fare code infinite ai grandi magazzini, durante le feste di Natale, solo per assicurarsi che i suoi figli avessero i giocattoli tanto sospirati.
Voleva svegliarsi la mattina e trovarsi accanto una moglie. Una donna. La donna della sua vita.
Si voltò con gli occhi lucidi verso il letto del motel, dove una sconosciuta dormiva beatamente.
Voleva essere amato incondizionatamente, semplicemente per quello che era. Un uomo preso a calci in culo dalla vita, e anche da qualche demone.
Demoni…
Quei maledetti figli di puttana. Se solo loro e l’intero baraccone di mostri non esistessero…
Eppure quegli esseri facevano ormai parte di lui, della sua fottuta vita… Non poteva più farne a meno. Erano l’unica cosa che gli rimaneva.
Voglio scacciare il malessere, Ma è tutto quello che ho…
Già. Tutto quello che aveva. La sua vita ormai era incentrata sul dolore.
Si diresse verso il bagno e iniziò a bagnarsi il viso con dell’ acqua gelata.
Ti prego non arrenderti. Non arrenderti.
Non poteva farlo. Voleva, lo desiderava con tutto il cuore, ma non poteva farlo. Era semplicemente condannato, rilegato in quel corpo che ormai non gli sembrava più il suo.
Nemmeno la morte lo poteva salvare. Per uno come lui morire significava finire dritto all’ Inferno. E dall’ultima esperienza vissuta, quello era l’ultimo posto dove voleva trascorrere una lunga vacanza.
La tasca dei suoi jeans vibrò. Un messaggio di Sammy. Gli chiedeva di raggiungerlo immediatamente.
Si rivestì di corsa e si diresse verso la porta, senza nemmeno prendersi la briga di salutare la donna che dormiva nel suo letto.
Quando la maniglia si abbassò e la porte si socchiuse, facendo entrare nella camera una leggera brezza mattutina, venne assalito da un profondo e disgustoso senso di nausea.
Maledì la porta, maledì il Sole che brillava in cielo, maledì il cielo stesso… Maledì l’universo…E per finire maledì sé stesso e la sua vita.
Già…La sua tanto odiata vita… Dalla quale, purtroppo, non riusciva a distaccarsi.
Così si incamminò riluttante verso l’ Impala.
Schiacciò l’acceleratore e imboccò a tutta velocità l’ autostrada, riprendendo quel lungo viaggio a sola andata verso il profondo nulla.

  
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