Videogiochi > Kingdom Hearts
Ricorda la storia  |      
Autore: Yati    24/05/2010    2 recensioni
Alcune promesse vanno mantenute. Kairi e Sora in spiaggia, che riflettono su eventi passati.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Sora
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono proprietà Square Enix e Disney, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

BELIEVE
scritta da Yati, tradotta da Alessia Heartilly

"Hey."

Quando Kairi aprì gli occhi, si aspettava di vedere il cielo azzurro che si estendeva all'infinito. Si aspettava di vedere le nuvole bianche e vaporose stiracchiate lungo i cieli senza fine, una corazza sottile tra il suo mondo e un altro, distante. Mondi così lontani, quasi da sogno, eppure sembravano così vicini al suo cuore, e reali quanto le onde che si infrangevano a riva. Aprì gli occhi e si aspettava di vedere la luce del sole che le danzava sulla pelle, calda e confortante come un amico (da tenere stretto e non lasciare mai) ma vide una figura che torreggiava su di lei, invece.

Un'ombra si proiettò su di lei, bloccando il calore del sole. Per un millesimo di secondo pensò di aver visto tondi occhi gialli che la fissavano, una mano ad artiglio che si allungava verso il suo cuore. Ma quando si tirò un braccio sul volto in un tentativo impacciato di proteggersi, sbatté le palpebre, e il suo viso familiare le riempì gli occhi.

Abbassò il braccio. Sora era in piedi di fronte a lei, le mani sulle ginocchia, l'espressione confusa. "Pensavo di essere io il pigrone," disse con leggerezza.

Pazza, pensò lei tra sé e sé. Nessuno ha gli occhi gialli.

Si rilassò e gli sorrise. "Non mi spaventare così, Sora," lo ammonì. Lui si raddrizzò e fece un passo indietro, e la luminosità del tardo pomeriggio le ricadde addosso con tutta la sua forza. Lei sbatté le palpebre rapidamente, cercando di adattare gli occhi alla luce improvvisa. Sora sembrava ancora nulla più che una sagoma contro la luce bruciante del sole dietro di lui, e all'improvviso lei si chiese se se ne sarebbe andato con esso alla fine della giornata.

Sbatté di nuovo le palpebre, cercando di mettere a fuoco il suo sguardo assonnato, e Sora era ancora lì. Poteva sentire la sabbia che grattava contro le sue scarpe mentre si muoveva, e la catena che portava al collo tintinnò quando spostò qualcosa dalla mano sinistra alla destra. Per un breve momento, fu sicura che fosse una stella ( perduta ), luccicante e luminosa, e che lui la stava tenendo al sicuro, nel suo palmo.

Lui la strinse più forte con le dita, e lei soffocò un grido d'allarme, l'occhio della sua mente che vedeva scomparire un intero mondo. Lui la scosse, e stavolta lei udì un morbido tintinnio.

Era una bottiglia, si rese conto con blanda sorpresa, fatta di vetro chiaro. Il sole del pomeriggio le giocava strani scherzi agli occhi.

"Guarda," disse lui, il suo solito, largo sorriso sul viso. I suoi capelli castani e spettinati cadevano in un centinaio di direzioni diverse, gli occhi azzurri e chiari e bellissimi.

Lei si stiracchiò sulla sabbia, fingendo una certa noncuranza. Era difficile non godersi il calore e la sensazione granulosa della sabbia che penetrava attraverso i vestiti. "Guardare cosa?" disse, con voce assonnata.

Lui si lasciò cadere seduto accanto a lei. Mise la sua bottiglia per terra, prima di intrecciare le mani e mettersele dietro la testa, e poi si stese sulla sabbia. La sabbia si appiccicò ai suoi vestiti bagnati, ma a lui non sembrava interessare. Stava sorridendo, fissando le nuvole alte nel cielo, e lei voltò la testa per guardarlo. Aveva giocato di nuovo nell'acqua, poteva vederlo - i vestiti erano umidi, perdevano acqua di mare sulla sabbia, e quella scarpe troppo grandi erano bagnate. Non poteva proprio capire il perché qualcuno andasse a fare surf con le scarpe indosso, ma Sora e Riku (Sora e Riku? ) lo facevano comunque.

Scosse la testa, e il frammento di ricordo svanì.

"Che c'è, Sora?"

"Non ho ancora trovato Riku," disse, gli occhi fissi su un punto nel cielo. Il ricordo si stiracchiò ancora, e stavolta lei lo ignorò.

"No," mormorò. Quello non importava; per lo meno, non adesso. Per qualche ragione non era importante. Lei si tirò su a sedere, abbracciandosi le ginocchia, ma tenne Sora nel suo campo visivo. "Voglio dire, che ha di speciale la bottiglia?"

"Conchiglie," disse lui sognante. "Pensavo che ti sarebbero piaciute."

Le allungò la bottiglia, e lei la accettò cautamente. Una bottiglia del tutto ordinaria, nulla di più, anche se avrebbe potuto contenere i più grandi segreti dell'universo per come Sora la guardava. Lei tirò il tappo, leggermente spaventata quando le saltò facilmente sul palmo, e guardò la luce che danzava sulla superficie trasparente. Vide le conchiglie; rosa chiaro e corallo e bianco. Piccole pietre - bianco perla e lisce - rotolarono, tintinnando, quando scosse la bottiglia. Prese una conchiglia dal pallido color bianco rosato e guardò il ragazza accanto a lei.

"Non ti è mai piaciuto raccogliere conchiglie prima d'oggi, Sora." Si spinse via dal viso una ciocca di capelli rosso scuro. "Se non stai duellando con Riku o Tidus con quelle spade di legno, stai giocando a palla con Wakka."

"Queste sono speciali," insistette lui. "Quante persone conosci che hanno conchiglie di altri mondi?"

( Anche a me piacerebbe vederle. Insieme a qualsiasi altro mondo che c'è là fuori! )

Esaminò quella che teneva in mano. Non aveva nulla di straordinario; di sicuro nulla che facesse pensare a un altro mondo. Ma il suo commento, giocoso com'era, la disturbò. Voltò la conchiglia, e poi la voltò ancora, e si chiese cosa stesse cercando.

"Non dici sul serio, vero?"

Lui sorrise. "Quello devi capirlo da sola, Kairi."

Lei si raddrizzò, una mano sul fianco. "Eddai, Sora! Dimmi da dove vengono!"

"Nah. Sarebbe molto più divertente se tu ti inventassi le tue storie." I suoi occhi la guardarono di sfuggita. La stava stuzzicando? Non avrebbe saputo dirlo con certezza. "Sei sempre brava con quelle cose. E le tue storie hanno sempre il lieto fine. Come favole e cose così."

( Credo che sia più di una semplice favola.
Heartless confusa - vattene, ok?
Non mi userai per questo!
So che posso sempre tornare qui. Giusto
? )

Scosse la testa, cercando di schiarirla dai pensieri improvvisi che le invadevano la mente. Fece la domanda, l'unica a cui poteva pensare, e annegò le voci delle altre. "Tu credi ai lieto fine?"

Lui rifletté sulla domanda per un momento. "Mi piacerebbe. D'altra parte, è l'unico modo per mantenere la mia promessa."

( Tornerò da te. Prometto! )

Lei sbatté le palpebre. Quando le aveva detto quelle cose? Era solo un'invenzione della sua fantasia, o qualcosa da un altro passato lontano che non riusciva a ricordare?

D'altra parte, Sora era lì, come lei, ed era quello che contava.

Giusto?

"Sora," disse, sorridendogli, "sei cambiato." Non poté evitare il pizzico di tristezza che le era scivolato nella voce. Lui si raddrizzò improvvisamente alle sue parole, e si grattò la nuca, sembrando imbarazzato, ma non protestò.

( Sei tu quella che è cambiata, Kairi. )

Le cose non sarebbero mai tornate a com'erano prima. All'improvviso ne fu sicura.

"Per come lo dici, Kairi, la fai sembrare una cattiva cosa," piagnucolò. Non c'era rabbia, anche se forse c'era una traccia di incomprensione che si rifletteva nel suo tono di voce. "Lo è?" chiese dopo un momento, e Kairi scosse la testa con un certo divertimento.

"No, non proprio," rispose. Scosse la bottiglia in sua direzione. "Sora? Che hanno queste?"

"Niente."

"Niente?"

"Assolutamente niente."

All'improvviso lui fece un enorme sorriso, quello scemo a trentadue denti che la faceva sempre ridere. Allungò una mano, e per un breve momento lei pensò che le avrebbe preso la mano, la le sue dita si chiusero invece intorno alla bottiglia. La prese, la mano che le sfiorava appena la sua, ed esaminò la bottiglia per un momento prima di rovesciarne il contenuto sulla sabbia. Sistemò le conchiglie e le pietruzze in una linea, sulla base di un qualche motivo intricato che lui solo poteva vedere, prima di tornare a guardarla. "Ti piacerebbe?"

Stava facendo scorrere la mano destra nella sabbia asciutta, dritto attraverso le conchiglie che aveva sistemato. Kairi guardò, senza capire, mentre lui prendeva un pugno di conchiglie e lasciava che i granelli di sabbia cadessero di nuovo dolcemente sulla spiaggia, ricordandole una clessidra. Guardò anche l'ultimo granello di sabbia che cadeva sulla terra, solo allora notando che le conchiglie erano ancora nella mano di Sora.

Lui cercò di ridargliele, e lei fu leggermente spaventata notando che ora erano legate da una corda quasi invisibile; una collana di conchiglie, elegante nella sua semplicità.

In qualche modo, non era stupita dal fatto che lui fosse capace di farlo. Era Sora, in fin dei conti.

"Una collana di conchiglie di mare," mormorò lei. Non si allungò a prenderle.

"In passato, i marinai indossavano sempre conchiglie di mare," disse lui solennemente, spaventandola. Si ricordava di averglielo detto lei, molto tempo prima.

Kairi ridacchiò. Non poté evitarlo. "Non avevo quel tono, Sora, idiota."

"Invece sì! Dovresti ascoltarti quando racconti quelle storie a Selphie -" Si interruppe a uno sguardo di lei. "Ok, ok, allora non ce l'hai," disse in fretta, alzandosi veloce. Guardò la collana che teneva in mano, e la fece penzolare davanti a Kairi.

"Un'offerta di pace per la principessa?" disse sfacciatamente, e lei ridacchiò. Strano, non l'aveva mai chiamata così prima d'ora...

( E così ti sei infine svegliata, Principessa. )

La sua risata terminò bruscamente, e Sora la guardò con occhi curiosi. Lei si allungò a prendere le conchiglie, aspettandosi che si dissolvessero nell'aria, ma la catena rimase nelle sue mani.

( Sai cos'è divertente? Ti ho cercato dappertutto, ma eri con me per tutto il tempo. Finalmente siamo insieme, Kairi. )
( Kairi, anche se siamo lontani, non siamo più soli. Giusto? )

"...Giusto. Grazie, Sora," disse semplicemente.

Lui scrollò le spalle, sembrando vagamente impacciato. "Contento che ti piaccia." Divenne silenzioso per un momento. "Non è nulla di che, davvero." Stava cercando di sembrare distaccato, ma suonò malinconico, pieno di scuse.

"Mi hai dato abbastanza," disse Kairi, a bassa voce.

Stava iniziando a rendersi conto di cosa fosse tutto questo, e si sentì stringere il cuore. Si portò una mano al petto, e i ricordi finalmente tornarono, rovesciandosi addosso a lei con forza. Questa era la loro isola, sua e di Sora, inesplicabilmente loro. Era dove c'era lei in quel momento, dove lui era in quel momento, a un incrocio dei loro ricordi. Era il loro mondo, ed erano sotto il loro cielo, anche se solo per un paio di battiti del cuore.

Non era reale.

Perché lui non c'era, e non c'era stato per moltissimo tempo.

"Hai tenuto... al sicuro il mio cuore," disse lei esitante, forzandosi a ricordare, per quanto potesse farlo in un mondo mezzo da sogno. Poteva ancora sentire il calore del sole sulla pelle, la brezza salata che le scompigliava i capelli. Lo sentiva se si concentrava abbastanza, poteva quasi sentire gli altri bambini che ridevano felici da qualche parte vicino al capanno, e quasi si voltò.

Niente ombre lì; non su quella spiaggia luminosa e inzuppata di sole. "Me l'hai ridato."

Quegli enormi occhi blu sembrarono spaventati, vagamente sconcertati. Era tenero il modo in cui si teneva il cuore in mano, il modo in cui i suoi sentimenti le erano sorprendentemente ovvi, a volte.

"Ho dovuto, Kairi. Faresti lo stesso per me."

Era diventato più sicuro di sé, in qualche modo. Sicuro di sé e più serio, e in un certo senso più silenzioso di prima. Questo Sora non era lo stesso Sora che aveva quasi un'adorazione per l'eroe Riku; non lo stesso che aveva seguito volontariamente in giro il ragazzo più grande. Lei fece scorrere le dita sulle conchiglie lisce, chiedendosi solo ora dove fosse Riku. Quand'era l'ultima volta che l'aveva visto?

"Non penso che avrei potuto essere così forte," disse lei infine.

"Hey, hey," fece lui ridendo. Il suo divertimento sembrava sincero, e i suoi occhi luccicavano. "Non dirlo. Mi hai riportato indietro. Altrimenti sarei stato una cosa piccola e nera con grandi occhi gialli e due antenne." Si mise entrambe le mani sulla testa, muovendo le dita, e spalancando gli occhi.

Lei non lo trovò divertente. "Basta. Non fa ridere."

Lui smise immediatamente, e le allungò una mano in segno di scusa. Lei la guardò per alcuni secondi - non era divertente; non era e basta - prima di afferrare la mano offertale. Sora le fece un largo sorriso, e Kairi alzò gli occhi al cielo. Gli permise di tirarla in piedi, e d'impulso, si alzò sulle punte dei piedi e fece scivolare la collana di conchiglie intorno al collo di Sora.

Lui iniziò a protestare quasi immediatamente, una mano che già cercava di toglierla. Si fermò quando le sue dita gli si strinsero intorno, una pausa di un momento lunghissimo per guardarla. Sembrava turbato, quasi come se pensasse di essere stato sorpreso a fare qualcosa di sbagliato, senza essere del tutto sicuro di cosa avesse fatto.

"Dovrebbero garantire un viaggio sicuro," disse lei sorridendogli, entrambe le mani dietro la schiena. Lui smise di agitarsi e lasciò cadere la mano.

Sora fece una smorfia. "Io non indosso conchiglie di mare. E poi era per te."

"Dovresti indossarla." Kairi distolse lo sguardo verso le nuvole, ma stavolta vide solo lo stesso azzurro senza fine. Le sarebbe piaciuto credere che erano entrambi sotto lo stesso cielo. "Non sono io quella che va in giro."

Lui non sentì oppure finse non di non sentire la sua ultima affermazione. "Ah. Così adesso ho due cose che devo preoccuparmi di restituirti."

Lei gli colpì le spalle, giocosa. "Sai cosa voglio dire."

L'espressione di lui si fece sobria. "È tua."

Se lui voleva essere serio, allora poteva esserlo anche lei. "Non starà con me, Sora, quindi è meglio se la tieni tu." Lui allungò una mano verso di lei, e lei rise dolcemente. "È più facile fingere, se le cose sono come le ricordi."

Gli occhi di Sora tradirono una traccia di dolore (di spezzacuore del loro mondo, di un migliaio di mondi) prima che l'illusione sparisse. "Hey, non ci credi ai sogni, Kairi?"

Lei gli sorrise prima di distogliere lo sguardo. "Io credo in te, Sora," disse piano. "Dovresti andare, adesso."

Lui rimase lì fermo per un momento, le spalle curve, leggermente accigliato. Di rado era scoraggiato; Sora era luminoso e scherzoso e pieno di ottimismo. Lei quasi si allungò a toccargli la spalla quando lui si raddrizzò all'improvviso, e le fece un largo sorriso. "Non puoi liberarti di me così facilmente," disse. "E poi, ho già promesso.

"Promesso?"

"Sono sempre con te. Ricordi?"

Lei annuì e basta; non si fidava della sua voce. Le catene del keyblade di Sora tintinnarono quando di allontanò, e la collana che portava al collo pure quando fece un passo indietro. "Tornerò da te." La sua voce era chiara, sicura.

Era di nuovo una figura stagliata contro il sole bruciante, e lei ricordò di essersi chiesta se sarebbe scomparso con esso alla fine della giornata.
Kairi si protesse gli occhi.
Non li aprì fino a quando non fu certa che se ne fosse andato.

Quando Kairi aprì gli occhi, si aspettava di vedere il cielo notturno, un velluto nero che copriva come una coperta la sua isola paradisiaca. Si aspettava di vedere le stelle luccicanti, che danzavano nel firmamento. Si aspettava di vedere la luna crescente che saliva lenta all'orizzonte, la sua luce argentata sparsa sulle onde.

Quello che non si aspettava di vedere era una collana di conchiglie (di frammenti di mondi lontani), trasportata dall'acqua, che si fermava ai suoi piedi.

La prese, facendo scorrere le mani su ogni conchiglia, e se la mise delicatamente al collo. Guardò le stelle, e quella che appariva proprio in quel momento nei cieli, luminosa e brillante e pura, e sorrise.

"So che lo farai."

*****
Nota della traduttrice: grazie a Little_Rinoa per il beta reading! Ogni vostra recensione verrà tradotta e spedita all'autrice, e se ci saranno risposte ve le posterò :) Grazie e alla prossima!
Alessia Heartilly

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Yati