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Autore: Karmensita    31/08/2005    8 recensioni
Non nasce in un'ora
il vero amore
nè da scintille a comando la sua pietra,
ma lento nasce e si propaga
dopo una lunga complicità che lo rafforza.

Invulnerabile diventa alla noia e agli abbandoni
Dura poco quanto vediamo
nascere all'improvviso.
Sono una terra dura e rocciosa,
aspra alla vegetazione;
ma se una pianta vi affonda le narici
non deve temere le pioggie di primavera.

Poesia di Ibn Hazm
Genere: Generale, Romantico, Science-fiction, Suspence, Thriller, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daniel Radcliffe, Emma Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa è una fanfictions il cui pairing è Daniel/Emma, gli attori protagonisti del film tratto dal libro “Harry Potter”. La storia non si basa sulla vita vera dei protagonisti, quindi non è a scopo di violazione della privacy di Daniel Radcliffe, Emma Watson e altri. Il film di Harry Potter è della Warner Bros, mentre il libro è di Joanne Kathleen Rowling. Volevo aggiungere, che è la prima long - fiction Auror che scrivo, anche se non parla di Harry ed Hermione. Sono del pairing Ron/Hermione, ma per quanto riguarda gli attori sono assolutamente dalla parte di Daniel/Emma^^. E’ la prima ff con questo pairing che scrivo, quindi, abbiate pietà di me XD!

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More Important Thing

Prologo: Starry Night

- Emma … - disse una voce dietro la ragazza dagli occhi color nocciola.

Si trovava alla festa della prima al cinema dell’ultimo episodio di Harry Potter. Tutti gli attori avevano deciso di festeggiare insieme in un gran locale di un albergo.

La bella ragazza, che reggeva con la mano il calice di vetro contenente dello champagne, aveva un abito elegante, un Jean - Paul Gautière, e stava fissando con malinconia la stanza e tutti coloro che l’avevano accompagnata durante quegli anni fantastici di riprese, di divertimento, di amicizia e fiducia. Sospirò un pò commossa e si voltò, dopo aver sentito la voce.

Sorrise alla vista di quel ragazzo… capelli castani, occhi azzurri. Daniel. Chi altro poteva essere?

Aveva dei jeans della Levi ’s Strauss, una camicia bianca e una giacca di Harris Tweed.

- Daniel… - cominciò, ancora un po’ commossa. – Ti stai divertendo? -

- Beh… non molto, a dire il vero. Stare insieme l’ultima volta è un po’ malinconioso, non trovi?-

- Sì… stavo ripensando al passato, guardando tutti ballare, divertirsi… come facevamo sempre alle prove, ricordi?-

- Certo che mi ricordo! Sono passati sette e più anni da quando ci siamo conosciuti… e ora… - il ragazzo si guardò intorno. - … mi sento cresciuto. Ero un bambino quando ho varcato le soglie dell’Aula Provini… e adesso… ho quasi vent’anni e sono un attore famoso. -

Emma sorrise ai ricordi del passato.

- Ma soprattutto… - iniziò Daniel, avvicinandosi a Emma. - … ho conosciuto una persona speciale. Tu. -

Daniel prese un calice di vetro dal tavolo e lo riempì di champagne.

Le tese il braccetto e lei lo prese, con ancora il calice in mano.

- Dove mi porti?- chiese lei, mentre .

- A vedere le stelle. Prima sono uscito fuori al balcone e ne ho viste a migliaia… volevo che le vedessi anche tu. -

- Daniel, ti conosco troppo bene. Potrebbe darsi che tu voglia farmi uno dei tuoi scherzi, non si sa mai, con te. – disse sorridendo divertita.

Daniel scoppiò a ridere. – No, suvvia, voglio fare una passeggiata con te. A quattro passi da qui c’è una collinetta. E’ lì che siamo diretti, signorina. –

- Una collinetta?-

- Uffa, Emma, sei la solita pigrona! Possibile che tu non voglia neanche sforzarti a camminare un po’?-

- No, non è questo… - disse. – Non vorrei che il mio vestito… -

Daniel sbuffò e, una volta usciti dall’albergo, la prese in braccio.

- Così va bene? -

- DANIEL! Lasciami giù! -

- Solo se mi prometti che verrai con me. Voglio mostrarti quelle stelle, costi quel che costi!-

- E va bene, Daniel. Ma fammi scendere! -

Il ragazzo la fece scendere e lei si lisciò le pieghe del vestito.

- Così va meglio?- chiese lui.

- Molto meglio, grazie. -

Detto questo, Daniel le porse la mano, che lei tenne con affetto.

Camminando, camminando, i ricordi di Emma e Daniel si focalizzarono come se stessero accadendo proprio lì, contemporaneamente al loro cammino.

- Emma! Guarda qui! – disse un bambino sui dodici anni. – Vieni a vedere! -

La bambina di nome Emma corse nel boschetto alberato, location delle riprese della scena della Foresta Proibita, del film “Harry Potter e la Pietra Filosofale”.

Daniel, il bambino che l’aveva chiamata, era seduto su una pietra grossa, e leggeva un giornale.

Emma arrivò da lui ansimando, e lui disse: - Emma, sei proprio una lumaca!-

- Non è vero! – esclamò lei. – Ero dalla parrucchiera! Mi ha aggiustato le “extention” per i capelli, ma quanto sono fastidiose! Io, tutti questi capelli crespi in testa non li voglio! -

- Certo che a volte sei proprio capricciosa! Io invece devo portare questi occhiali rotti sul naso tutte le volte che riprendiamo… -

La bambina mise le mani sui fianchi.

- Mi hai chiamata per farmi la predica?-

Lui abbassò il giornalino e la guardò.

- No. -

- E allora che vuoi?-

- Volevo farti vedere questo!- disse Daniel, tutto contento, indicandole il giornale. – E’ una sorpresa per te! Però devi tenere prima gli occhi chiusi… - finì.

Emma lo guardò perplessa.

- Non è che poi mi fai uno dei tuoi scherzi?-

-No! E’ una sorpresa per davvero!-

Emma sospirò: - E va bene. Terrò gli occhi chiusi. –

- Aspetta!- disse lui. – Per essere sicuro che tu non guardi, ti copro gli occhi. -

Daniel si alzò, andò dietro a Emma e le nascose la vista.

- Daniel, non devi farmi scherzi, ho detto!-

- Uffa, a volte sei pallosa come Hermione!-

- Hermione non è pallosa! E io non sono come lei!-

- Ti ho detto che devi fidarti di me. -

- Hermione non è… -

- Sì, sì, certo. Rispondi, però, prima alla mia domanda: Ti fidi di me?-

Emma corrucciò la fronte.

- Allora, ti fidi?-

Emma rimase ancora un po’ in silenzio.

- Emma, ma stai dormendo?-

- No! No, Daniel, mi fido di te. – disse precipitosamente.

- Bene, allora. Non sbirciare e chiudi lo stesso gli occhi, anche se te li copro. -

- Ok. -

- Ora io ti farò camminare, tu ti fidi di me, quindi lascerai che io ti trasporti. Intesi?-

- Sì… ma muoviti!-

- Bene, segui i miei movimenti. -

Il bambino la fece camminare in direzione della pietra, e la fece sedere. Lasciò una mano dal viso di Emma, fece scivolare qualcosa sulle sue ginocchia, e prese il giornalino. Lo mise sulle ginocchia di Emma, sopra a quella cosa, e le fece aprire gli occhi.

Emma vide davanti a sé lo stesso giornalino che Daniel stava leggendo.

- E allora?- disse.

- E allora, cosa?-

- Questa era la sorpresa?-

- Sì!-

- Ma… ma… credevo che fosse qualcosa di più… -

- Mai giudicare dall’apparenza, Emma. Io ho letto tutti i libri di Harry Potter e questa è una delle prime leggi di Hermione Granger. -

- Cosa vorresti dire?-

- Che la sorpresa si trova proprio tra queste pagine, dài, sfoglia!-

Emma guardò perplessa Daniel, che le sorrise divertito. Sorrise anche lei, e, incuriosita, sfogliò le pagine del giornale.

Gettò uno sguardo al sommario, ma prima che potesse vedere la pagina riguardante la sua sorpresa, Daniel disse: - No! Non guardare! Altrimenti ti sciuperai la sorpresa!-

- E come faccio io a sapere di che pagina si tratta?!-

- Lo scoprirai da sola. Avanti, va’ avanti. – disse.

Emma sfogliò le pagine, e, stupita, sgranò gli occhi, estasiata dalla gioia.

Era un articolo riguardante lei.

C’erano alcune foto dei suoi servizi fotografici, con Daniel e Rupert e gli altri del cast .

- C’è la mia biografia! E l’intervista che ho fatto! E’ magnifico! E’… è… è la prima volta che leggo un articolo su di me!-

- Sapevo che ti sarebbe piaciuto! -

Emma girò il viso e guardò il viso vispo di Daniel.

- Come potrò mai ringraziarti?-

- Aaah, Emma, di queste cose sdolcinate non voglio sapere nulla!-

- Non è una cosa sdolcinata!- disse lei, arrossando e dando una pacca col giornale sul ginocchio di Daniel. – E’ un ringraziamento, e un ringraziamento è un gesto di cortesia. Non te l ’hanno mai insegnato a scuola?-

- Certo che sì! Ma da una femmina… -

- Cosa vorresti dire? Che sei maschilista?-

- Solo un pochino… -

- I maschi! Come siete complicati!-

- Comunque non credo che fra un po’ vorrai ringraziarmi ancora. – disse Daniel guardando in basso, dondolando su due piedi.

Emma lo guardò con i sopraccigli inarcati.

- Cosa?-

- Fra qualche secondo sarai arrabbiata con me. -

- Daniel, tu sei tutto strano! Proprio non ti capisco, a volte… mi hai fatto questo bel regalo, e perché dovrei essere arrabbiata con te?-

Daniel alzò il viso.

- Vuoi la dimostrazione?-

- Certo che la voglio!-

- Allora chiudi giornale e alzalo. -

- Eh?-

- Insomma, non ci vuole tanto. -

Emma mise una mano sulla copertina, ma si bloccò.

- Un momento… chi mi dice che facendo questo non trovi qualche tuo scherzo?-

- Nessuno. Dài, Emma, non essere così sospettosa! Alza il giornale!-

Emma incrociò le braccia.

- Uffa… mi hai appena detto che ti fidavi di me!- disse lui, guardando Emma in quella posizione.

Emma sbuffò e alzò il giornale.

- AAAAAAAAAHH!!!! – urlò, alla vista di una piccola lucertola, poggiata sulle sue ginocchia. Si alzò di scatto e si gettò fra le braccia di Daniel, circondandogli il collo. – Io ho paura di quei cosi!-

Intanto Daniel si mise a ridere a crepapelle, ma non si accorse di aver stretto a sé, con le braccia, l’amica Emma.

- Sei davvero cattivo!- disse lei. – Lo sai che io odio le lucertole!-

- Era un’occasione troppo bella per lasciarmela fuggire!-

- Ora sì che sono arrabbiata! Chiedimi scusa!-

Daniel fermò le sue risate e sorrise.

- E va bene, perdonami, Emma. -

- Bene, e non farlo mai più!-

Emma si accorse di essere attaccata a Daniel, e si staccò subito.

- Però ho avuto una prova… - disse Daniel, senza arrossire.

- Che prova?- disse lei.

- La prova che ti fidi di me. – disse sorridendo.

Emma, da un’espressione stupita, passò a un’espressione sorridente.

- Beh, sì. Infondo, anche se mi fai gli scherzi, mi sei simpatico. -

- Anche tu lo sei, anche se sei pallosa come Hermione. -

I due fecero una camminata attraverso gli alberi, ma sempre nelle vicinanze del set. Mano nella mano, ma non se ne accorsero neppure.

Emma sorrise al ricordo di quella giornata, e strinse più forte la mano di Daniel.

Arrivarono sulla collinetta, da cui si potevano scorgere tantissime stelle, ed una luna che sembrava più vicina, da quel punto.

Daniel la invitò a sedersi per terra, ma lei scosse il capo.

- Non sono assolutamente d’accordo. – disse. – Il vestito non lo voglio, né posso sporcare. -

- Che pallosa che sei! Vuoi che ti faccia sedere in braccio a me?-

Emma arrossì.

- No! No, non preoccuparti, starò in piedi. -

- Ma che in piedi?! Uffa, se non ci sono sempre io a farti ragionare, non c’è verso che tu ti svegli. -

La prese in braccio e Emma arrossì furiosamente, ma senza scalpitare.

Si sedettero tutti e due su un pendio, una sopra l’altro, con ancora i calici di vetro in mano.

Emma appoggiò il capo contro il petto di Daniel, e lui le accarezzò la spalla.

- Hai freddo?- domandò lui, dopo qualche minuto di contemplazione.

- No. – disse, sognante.

- Mica vuoi tornare indietro?-

- No. -

Passarono alcuni minuti a fissare le stelle.

- Vedi?- incominciò Daniel. – La vedi quella stella luminosa? Quella che brilla più di tutte?-

- Sì. -

- Quella è la stella di Sirio. Brilla più di tutte le altre. Era un punto importante, per gli uomini dell’antichità, per orientarsi di notte. E anche per me lo è stato. Sai perché?- chiese lui guardandola negli occhi.

- No. Perché?-

- Perché quand’ero piccolo, durante le riprese del primo film di Harry Potter mi mancavano i miei genitori. Mi vergognavo di questa sensazione che provavo, e così uscivo dalla roulotte del set da solo a prendere una boccata d’aria. La guardavo e dicevo: “Eccola, lei mi farà da genitore ogni volta che mi mancherà la mamma.” Avevo scelto lei, come madre supplementare, perché era la più luminosa, e anche perché tutte le sere mia madre fissa il cielo e le stelle. Sapendo che lei fissa quella stella in particolare, lo facevo anche io quando ero senza di lei, così potevamo guardare tutti e due, nello stesso momento, la stessa stella. Così mi sentivo più sicuro. – finì.

Bevve lo champagne dal calice, e lo posò a terra.

- E… - disse poi, dopo alcuni minuti. - … avevo deciso di darle un nome, al posto di Sirio. Perché questo mi sembrava un nome poco dolce, quasi severo. E sai come l ’ho chiamata?-

Emma scosse il capo.

- Emma. Si chiama Emma. -

La ragazza rimase perplessa e guardò negli occhi Daniel.

- Il mio nome… perché?-

- Perché tu eri la sola donna di cui potevo fidarmi veramente. Ti conoscevo e ti conosco come se fossi mia sorella. Così, ho fatto sì che quella stella diventasse un misto di te e mia madre. Le donne a cui voglio più bene al mondo. -

- Davvero? – disse lei. – Io… oh, grazie, Daniel. Non lo sapevo. -

Daniel prese il calice di Emma e lo svuotò dello champagne.

- Ma cosa fai?-

- Lo getto via, crea solo ingombri. -

Mise il calice di Emma vicino al suo e rimasero in silenzio, ancora una volta, nella stessa posizione.

- Grazie, Daniel. -

Daniel voltò il viso verso di lei, che era bellissima alla luce della luna.

- Non ho mai… non avrei mai pensato di incontrare una persona così dolce come te. – disse Emma.

Daniel sorrise.

- Devi ringraziare il destino, che ci ha fatti incontrare. -

- Dobbiamo ringraziare Harry Potter!- disse Emma ridendo di cuore. – No, dài. Ho passato gli anni più belli di tutta la mia vita. -

- Anche io. Anche se sono terminati, promettimi che un giorno lavoreremo di nuovo insieme. -

- Certo, ho già tanti progetti. -

- Io pure. Non sai quanti. -

- Già, vuoi diventare il front-man di un gruppo heavy - metal!- disse lei ridendo.

- In realtà, sì. Ma… sento che la carriera di attore è la mia strada. -

- Anche la mia. -

- Però… a volte ho paura di finire del Dimenticatoio… ho paura di diventare troppo famoso, di finire nella pazzia ed infine, per questo, di drogarmi… -

- Non dire così… ora hai solo diciannove anni… il successo arriverà anche dopo Harry Potter, e non succederà niente di tutto questo. Diverremo famosi e avremo una nostra casa, e la nostra famiglia accanto. -

- Già… -

Passarono alcuni secondi in silenzio.

- Emma… tu ti fidi di me?-

- Che domande! Certo che mi fido di te!-

- E… hai mai provato una sensazione forte… una veramente che ti prende, e ti porta via? Ti fa pensare tutti giorni, tutte le ore alla stessa persona. -

- Beh, dipende dalla persona di cui tu parli. Perché, sei innamorato?- chiese lei, un po’ esitante.

- Tantissimo. -

- Ah… - cominciò lei, un po’ ansiosa. – E… se posso, di chi?-

Daniel guardò la stella Sirio un’altra volta.

- Di quella. Di Sirio. -

Emma lo guardò sgranando gli occhi e sorridendo.

- Dài, scemo! Se non me lo vuoi dire, non c’è bisogno di fare tanto il misterioso, o di fare Shackspeare!-

- Guarda che non sto scherzando. – disse sorridendo, guardando Emma che si sgalosciava dalle risate. – E dài! Calmati! – disse poi.

- Come sei buffo!- disse lei, ridendo di gusto.

Dopo qualche secondo, mentre Emma continuava a ridere, Daniel disse:

- Se la stella Sirio per me ha il tuo nome… e se io amo Sirio… devo proprio continuare?- disse con un sorriso serio.

Emma si bloccò. Registrò nella mente la frase di Daniel e si ricompose, ancora mezza sorridente.

- Cosa?-

Daniel le prese la mano e le sussurrò all’orecchio:

- Ti amo. -

Lui si rimise di nuovo di fronte a lei, che era rimasta sorpresa.

Rimase per un po’ ancora confusa, e infine incassò il colpo.

Si guardarono negli occhi, mentre un lieve venticello sferzava i loro capelli.

Emma, di scatto, si strinse a Daniel, baciandolo con passione.

Rimasero per un bel po’ di tempo insieme, sulla collina, sotto gli occhi vigili della luna e la stella di Sirio.

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