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Autore: SuFin    25/05/2010    1 recensioni
Roderich non contava più nell'aiuto della Prussia. Erano troppi anni che non lo sentiva o che gli facesse sapere qualcosa di se. Poi un rumore. Punta il fucile, pensando ad un impavido italiano o un altro soldato dell’ alleanza nemica.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata con una nuova ff. Non è niente di che ma a chi la dedico lo deve immaginare ùwù. Storia scritta e riveduta ma da betare. Per qualunque errore lasciate una recensioncina. Arigatou e buona lettura ^^



Roderich non contava più nell'aiuto della Prussia. Erano troppi anni che non lo sentiva o che gli facesse sapere qualcosa di se.
Poi un rumore. Punta il fucile, pensando ad un impavido italiano o un altro soldato dell’ alleanza nemica.
-Ehi, ehi, damerino. Sono io, metti giù l'arma.
Lo guarda come se fosse un miraggio. Non ci contava più, ormai.
-Vieni e non stare ancora troppo scoperto. Potrebbero vederti.
Prussia lo guardò. Non era più il damerino che conosceva. Dopotutto la guerra cambia tutti. Anche il più calmo e tranquillo può diventare freddo e senz'anima, dopo anni passati a sparare come un dannato cercando di non crepare come un cane. Oppure, l'ipotesi da non scartare, era la pazzia dovuta al dover continuare i propri doveri di nazione anche in trincea.
-Come va, damerino? E Italia?-
Rod Lo guarda come se avesse fatto una domanda ovvia, anche se bene o male lo era.
-Sta continuando ad attaccare. Non mi fa dormire. E inoltre non speravo più in un tuo arrivo-
Prussica ridacchia. Come se poi ci fosse da ridere.
-Per fortuna sono arrivato, allora-
Ripone il fucile sulla trincea, sedendosi accanto all'altro e dandogli una spallata.
-Grazie. Se ne usciremo ti devo più di un favore. Sempre se ne usciamo ovviamente-
L’altro Lo guarda ammiccando, senza preoccupazioni, come se fossero a fare una tranquilla passeggiata per strada.
-Certo che ne usciremo, che credi? Sono troppo magnifico per crepare contro quell’idiota di Italia-
Roderich gli sorride, un sorriso spento, di chi ha visto troppi orrori.
-Di sicuro...-
Gilbert gli prende la mano, stringendola appena.
-Dai, Rod, resistiamo e poi torniamo a casa, ok?-
-Ok, Preußen. Ci conto-
Rumore di spari, che fischiano sopra le loro teste.
-Rod tieni giù la testa-
Gliela abbassa con un gesto veloce ma al contempo delicato, come se fosse un pretesto per toccarlo, anche solo per un attimo.
-Vorrei solo che tutto questo finisse. Non ne posso più-
Appena gli spari finiscono iniziano loro, ricambiando il favore con altro piombo e bombe a mano.
-E meno male che Italia non lancia bombe a mano. O ha imparato? Fino ad ora non ne ha lanciate...-
-Si, Rod, lo fa eccome-
Ridacchia veramente, come non faceva da troppo, troppo tempo.
-Allora non arrivano...-
-Sai, damerino, a volte essere idioti torna utile. Agli avversari intendo-
-Il tuo Bruder non è riuscito a far entrare qualcosa in quella testolina-
E allora Prussia lo aggiorna sulla situazione fuori dalla trincea.
-Ludwig è al nord contro Francia-
-Non importa, noi dobbiamo solo finire la guerra qui. Non ricordo nemmeno come è iniziata. Tu te lo ricordi per caso? Scuote la testa in un segno affermativo.
-Ti hanno ucciso l'Arciduca e tu non l'hai presa bene, damerino che non sei altro. Ma ora combattiamo. Non è tempo di chiacchere-
Prima di iniziare a sparare gli da un veloce bacio, dopotutto ad entrambi erano mancate le labbra dell'altro, e poi imbracciano le loro armi, iniziando a sparare contro il "nemico", abbattendo gli impavidi che avevano il coraggio di andare in avanscoperta. Caricano, sparano, ricaricano e ripartono. Come una noiosa tiritera che si ripete all’infinito, come se fossero cose da tutti i giorni. Improvvisamente una bomba a mano finisce oltre la trincea scoppiando vicino a Rod. Appena il fumo si dirada Gil va a controllare come sta l'altro, che sta tossendo per la polvere che gli è entrata nelle vie aeree.
-Ohi damerino. Tutto a posto?-
-Per ora si...-
Prussia vede del sangue colare dalla guancia dell'Austria e glielo lecca via.
-Continuiamo o ci soprafarranno-
Continuano a sparare, finché Gil non vede un italiano prendere la mira sul suo damerino. E allora si frappone tra Rod e il proiettile, beccando una pallottola nel ventre. Si guarda la ferita, vedendola sanguinare copiosamente. Rod si inginocchia prendendo Gil tra le braccia, sentendosi come se la terra si stesse aprendo sotto i suoi piedi facendolo precipitare in un barato buio e senza fondo. Non gli aveva detto poco fa che non sarebbero morti? E ora che cosa fa? Prende una pallottola nel ventre. Ma non piange. Non può.
Avvicina il volto verso quello dell'altro, baciandolo.
-D...Dammi il fucile....-
-De...Devi andare in infermeria...-
Lo guarda incazzato, tanto che l'aria sembra farsi elettrica.
-Ho detto di passarmi il fucile damerino del cazzo. Sono una nazione dedita alla guerra. Se devo morire preferisco farlo in battaglia e non sul lettino di una cazzo di infermeria, capito?-
Viene aiuto ad alzarsi, riprende il fucile e le posizioni, continuando a sparare.
Gli italiani provano con degli attacchi diretti, entrando anche in trincea, urlando "A MORTE L'INVASORE AUSTRIACO". Impavidi come solo l'adrenalina può farli essere.
Continuano a sparare, respingendo l'attacco italiano. E infine Gil si accascia a terra, sfinito dalla battaglia e dall'emorragia.
-Uno si ma tre non ce la faccio...-
Rod lo guarda, incapace di fare o dire nulla. No, semplicemente non riesce a fare nulla, con Gil li accanto in quelle condizioni, accasciato in una pozza di sangue forse mischiato anche con quello degli italiani a cui ha tagliato la gola. -Rod...temo che l...la Prussia...sia finita...-
L'Austria gli va accanto, sporcandosi a sua volta di sangue. Ma non vuole stargli lontano.
-No...non è possibile...-
-L'Inghilterra...e gli Alleati...vogliono uccidermi....-
Sputa sangue e cerca di prendere fiato.
-S....se vinceranno...q...questa è la mia ultima notte...come Nazione...ricordatemi...-
E solo allora Rod si ricorda di avere ancora un cuore e dei dotti lacrimali, cose che non usava più da troppo tempo. E inizia a piangere rifiutandosi di lasciarlo andare.
-A...Arrivederci, Rod... tornerò...Ich verspreche.
Rod lo bacia, sentendo o forse prendendosi, l'ultimo respiro di quella che era stata un enorme e magnifica Nazione.


Alla fine vinsero gli Alleati, Rod non ce la faceva più, era stanco, sfinito nell’anima da tutte quelle morti e da tutto quel sangue.
Rod tutt’ora va ancora alla tomba di Prussica ricordandolo come era un tempo, ricordandolo fiero con il suo esercito alle spalle sul campo di numerose battaglie, sperando che le sue preghiere potessero essere esaudite e che lui mantenesse la parola data. Il vento soffia, facendo frusciare le foglie sugli alberi e portando alle orecchie di Austria una risata e voce familiare che proviene da qualcuno alle sue spalle.
-Kesesesese ti sono mancato damerino?-



Non credo che questa sia l'ultima fan fiction che scriverò sulle PrussiaxAustria ma ce ne saranno altre. Consiglio vivamente di non tirare pomodori perché Romano e Antonio potrebbero incavolarsi e non farmi più avere quegli sprazzi di idee Spamano.
   
 
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