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Autore: Red Death    25/05/2010    5 recensioni
Già... cosa sarebbe stato se Sennar avesse cambiato strada? Se avesse abbandonato la nostra amata Nihal al suo destino?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era difficile restare laggiù, nel buio della grotta, sdraiata contro la roccia gelata, aspettando che succedesse qualcosa. I tuoi capelli scivolavano contro le spalle creando onde blu che andavano a perdersi insieme alle tue lacrime, lacrime amare, lacrime che non avresti più cancellato. Se n'era andato, lasciandoti tutta sola, mia piccola Nihal, mia piccola stella. Avresti aspettato tutta la notte accoccolata così, come la bambina che non eri mai stata, se io non fossi arrivato? Mi hai guardato, i tuoi occhi enormi occhi viola erano sgranati, la tua pelle pallida bagnata di lacrime che lui non meritava più. Accarezzavi il suo pugnale come se così lui sarebbe tornato indietro. Sì, devo ammetterlo, mia piccola goccia di rugiada, in quel momento ho provato pena nei tuoi confronti. Mi sono inginocchiato davanti al tuo piccolo corpo tremante e ho iniziato ad accarezzarti quei lunghi capelli blu. Non hai mai alzato lo sguardo, e quelle che uscivano dalla tua bocca insieme ai singhiozzi, erano solo parole disperate. «Se n'è andato, Nihal, se n'è andato, e non tornerà mai più.»
Non hai risposto alle mie parole. Io ti amavo, piccola sciocchina. Io ti amavo, e tu non l'hai mai capito. Ti ho seguito per anni, sempre nascosto nel buio, ti ho visto che abbracciavi quel dannatissimo mago pel di carota senza poter mai fare niente, quando avrei dovuto essere io fra le tue braccia. Ma tu ancora non mi conoscevi.
«Vattene via!» hai urlato, muovendoti come un'ossessa. Ho cercato di calmarti, ti ho abbracciato, finalmente, mi sono bagnato con le tue lacrime, ma tu non volevi calmarti.
«Vattene via, dannato mostro, e ridammi il mio Sennar!» Anche tu sapevi che se n'era andato per sempre, che quella Ondine l'aveva rubato al tuo amore e che non te l'avrebbe più ridato. Mi hai graffiato con il pugnale di quel traditore, mentre ti agitavi, e il mio sangue e il tuo pianto sono diventati una cosa unica. Per tutta la notte ti ho sussurrato parole dolci, per tutta la notte sono rimasto al tuo fianco. Non mi hai mai rivolto una parola gentile, mai un ringraziamento, mia amatissima ingrata. Sapevi che avrei fatto qualunque cosa per te, lo leggevi nei miei occhi.
«Io ti amo, Nihal. Ti amo dalla prima volta che ti ho visto, ti amo di quell'amore che nulla può spezzare. E ora che... quello se n'è andato, vieni con me!»
Non mi hai risposto, non hai più parlato, ma il tuo corpo ha cessato di fare resistenza al mio. Con un sorriso mi sono avvicinato al tuo volto, felice. Hai continuato a guardarmi, socchiudendo i tuoi meravigliosi pozzi di ametista.
«Se davvero mi ami, ora uccidimi, qui, e con questo pugnale.» la tua voce non tremava, era sicura, come quella che sentivo risuonare quando volavi a dorso di Oarf, come la voce che avevo cercato per tutti quegli anni. Adesso ero io a piangere, chino su di te, con i nostri corpi che quasi si toccavano. Sentivo il calore della tua pelle, il profumo di viola che emanavano i tuoi capelli. E sentivo che non potevo farlo.
«Se è davvero come dici, allora taglia la mia vita, e saprai che ti amerò per sempre, e che ti aspetterò una volta morto. Ti prego...» hai sussurrato alla fine, mentre le mie lacrime ora ti bagnavano quel viso di dea. Mi hai preso una mano e ci hai stretto il pugnale, baciandomi le dita. «Un solo colpo.»
«È davvero quello che vuoi?» la mia voce tremava, e io, come il bambino che avevo visto in lei, piangevo. Hai annuito, sorridente, e il tuo viso una volta di più mi è sembrato il più bello del mondo. Anche io ho annuito, chiudendo fra le ciglia le lacrime. Un colpo solo. Sarebbe stato facile. Un colpo solo. Non avresti sofferto. Un colpo solo. Avevi detto che mi avrebbe amato per sempre. Un colpo solo.
Erano tante le vite che avevo spezzato, tanti i morti che la mia spada aveva generato. Ma uccidere non fu mai tanto doloroso. Quando ho sentito la lama del pugnale di quel mago trapassarti il petto fino a trovare il cuore, ho iniziato ad urlare, urlare a quella luna che non vedevo perché ero stato tanto stupido, urlare a Nihal di svegliarsi realmente da quell'incubo, urlare ad un qualsiasi Dio di strapparmi da quella terra di morte e di dolore e di portarmi con lei nella morte.
Prima che il tuo sguardo si spegnesse, mi hai regalato un ultimo sorriso che non meritavo. «Anche io ti amo... Laio.»
  
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