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Autore: SLAPPYplatypus    25/05/2010    1 recensioni
uhm, nuova interpretazione di 21st Century Breakdown [canzone]. questa volta, invece che Christian e Gloria, con Billie Joe Armstong e Adrienne Nesser. spero non vi faccia vomitare (:
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'insult to injury.'
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E' strano, come a volte la gente si fermi a pensare. Alla loro vita, a che senso abbia avuto. A cosa rifarebbero, cosa no. Se ci si immagina come niente più che un fallimento, un gigantesco fallimento. E la cosa diventa sconfortante, e finisce per fare ancora più male, quando la gente vede nel tuo fallimento un modello da seguire.

 

Adrienne si avvicinava, con passo lento e cadenzato al marito. Era seduto lì da circa un'ora, sul marciapiede. Le ginocchia strette al petto e lo guardo vacuo, con quegli incantevoli occhi verdissimi fissi nel vuoto. La spaventava, quando faceva così. Sapeva che lui non le avrebbe mai fatto male, certo. Non intenzionalmente. Ma immaginava cosa potesse turbarlo, e si agitava.

«Billie? a cosa pensi?» chiedeva esitante

«Uh?» disse il cantante, tornando in sé stesso sbattendo freneticamente le palpebre «no, niente. Niente di- » si bloccò, notando lo sguardo di traverso della moglie, il tipico sguardo smettila-di-dire-bugie-so-benissimo-che-qualcosa-non-va. «Stavo solo» sospirò Billie Joe «solo.. pensando alla mia vita. Mi fa schifo.»

«Come puoi dire una cosa simile?» sbottò delicatamente la donna «Ti rendi conto di ciò che hai fatto? Tu sei Billie Joe Armstrong. Sei un cantante, un chitarrista e un frontman. Un marito e un padre perfetto. Hai degli amici fantastici, che credono in te e ti sosterranno sempre. Eh, beh, ovviamente hai una moglie bellissima.» spiegò Adrienne, con un sorriso smagliante sulle labbra, smagliante e a prova di depressione. Ma non funzionava, non in quel momento.

«So chi sono. Chi sono adesso. Questo lo sanno tutti. Questo mi piace. Ma.. ma è quello che ero, e che sono ancora in parte, che non mi piace» era chiara, la fatica che stava facendo per trovare le parole per esprimersi.

Adie si bloccò, uno sguardo interrogativo negli occhi, un'espressione interrogativa sulle labbra e le sopracciglia corrugate.

«Io sono nato nel periodo di Nixon. Tutti credevano che non si potesse chiedere di meglio, poi si è rivelato essere tutto un imbroglio. Sono stato cresciuto nell'inferno, diciamocelo. Il mio privilegio era quello di vivere con un camionista» diceva, ora con un sorriso ironico sulle labbra. Lei non lo aveva mai sentito parlare così del padre. «Sono stato l'ultimo a nascere lì, e il primo a scappare da tutta quella merda. Da quella stupida città, acciecata dal sole riflesso. La mia generazione non è mai contata niente, erano solo un gruppo di imbecilli e lo sono ancora. Ero solo uno dei pochi che pensava con la propria testa. E non con quella del Nixon di turno. Ma io non sono mai stato un eroe operaio, un rivoluzionario. Io ho solo aperto gli occhi, obiettivamente non ho fatto niente di più»

«Hey, stai scherzando? Tu hai aperto gli occhi a due generazioni, forse tre. Grazie a te hanno capito di essere idioti condizionati dalla televisione, incapaci di elaborare un pensiero coerente, pecoroni governati da un idiota più grande e furbo di loro» ribattè la donna, come se fosse la cosa più naturale e preziosa del mondo. E, beh, se non lo è, ci è davvero molto vicino.

L'uomo, però, era sempre più sconfortato «E' un collasso, Adie. Tutto sta crollando. E' dall'inizio del fottuto ventunesimo secolo, che tutta la fottuta impalcatura crolla. La mia impalcatura, io sto crollando. Mi sono perso, e nessuno mi ha trovato. Né mi troverà. Sto perdendo quel poco di ragione che mi era rimasta.»

Lei si sedette accanto al marito, poggiandogli una mano sulla spalla. In quel momento, sembrava più fragile che mai, e lei doveva dargli tutto l'aiuto che poteva. «Parliamone.» disse semplicemente. La sua parte-psicologa faceva a pugni contro le altre. Ma non ce l'avrebbe fatta, ad avere la meglio. Lei sapeva, meglio di chiunque altro, che in quel momento Billie Joe aveva bisogno di un'amica, di sua moglie. Non di uno strizzacervelli.

"Parliamone.", quella parola non piaceva a BJ, e lei lo sapeva. Non era semplicemente in grado di trovarne un sinonimo che non richiamasse una seduta psichiatrica. Di solito, quando la pronunciava, lui le lanciava una frecciata con lo sguardo. Non quella volta, forse era solo troppo stanco per farlo. E il fatto che fosse stanco, era anche più strano della sua presunta crisi d'identità.

«Io mi sento solo come un corpo vuoto, Adie. Non c'è niente da spiegare, sento di essere fatto solo di sangue e veleno. Tutto ciò che ho attorno mi sembra una condanna, tutto il mondo mi sembra una condanna. Fa talmente schifo.. adesso fanno pure i videogiochi sulle torri gemelle, fino a ieri si strappavano i capelli per quello. Io, però, non posso dire ciò che voglio nelle mie canzoni, per "Sicurezza della Patria". Questa fottuta pseudo-sicurezza potrebbe ucciderci tutti, e noi nemmeno ce ne accorgeremmo. Capisci, Adrienne?» solo allora, rivolse lo sguardo alla moglie. Aveva le lacrime agli occhi, era chiaro che non ce la faceva più. Che non poteva più sopportare tutta quella roba, non da solo.

La donna aveva la gola secca, e riuscì solo ad annuire in assenso «Si. si, capisco»

«Non riconosco nemmeno più il mio strafottuto nome!» esclamò esasperato il chitarrista. «Potrei essere nato il quattro luglio, con tutti questi eroi bastardi, che mi hanno lasciato, vivo o morto che sia. C'è una guerra, qui dentro» disse, picchiettandosi il dito sulla tempia. «Mette in discussione tutto: certezze, bugie e risposte. Mi spaccherà da dentro, mi spaccherà la schiena finché non sarò dannatamente vicino alla morte. Tutti si accontentano di abbastanza. Ma abbastanza non sempre è abbastanza per sopravvivere» stava iniziando a calmarsi, adesso.

«Ricordi come hai risolto la situazione delle crisi di panico? Con una canzone. Che poi è diventata qualcosa come la migliore del gruppo.» suggerì la moglie, mimando le virgolette. «E' l'America, BJ. Solo gli europei e i repubblicani pensano che sia un bel posto» disse Adrienne, azzardando un sorriso. «Ma può essere migliorato, come ogni cosa, del resto. Come la mia cena, che ora sarà bruciata» ce l'aveva fatta, ora anche il marito stava sorridendo. Un sorriso forzato, e certamente non naturale, ma pur sempre un sorriso.

«Già, hai ragione, Adie. E' colpa di quest'America orribile, che prega di essere libera, ma non può nemmeno vedere dalla tempesta all'alba. Che sanguina, e crede solo a ciò che vede con i propri occhi. E hai ragione, la tua cena può sicuramente essere migliorata» esclamò poi, ridendo più liberamente, più spensierato. Ma conservando quell'ombra di preoccupazione negli occhi.

 


 

Nuova versione della mia interpretazione di 21st Century Breakdown! *w*

Nata fondamentalmente perchè non avevo niente da fare, e la primissima fanfic con Adrienne Nesser dentro *-*

Spero che non vi faccia orrore (:

GRAZIE a tutti, come sempre

   
 
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