Il giorno dopo trovarono subito il cadavere: un gatto, di 7 anni circa, morto per overdose. Grecia sembra disperato per la perdita ma a consolarla non c'è di certo la bella Creta che afferma: - Io avevo detto a quello stupido di Grecia di non dargli l'erba gatta, ma lui non mi ha voluto ascolutare! - Ma questa era soltanto una delle cose che il giornale spagnolo "El torero" scriveva per i suoi lettori quel giorno. Nella pagina dopo potevamo leggere di un articolo della scomparsa di una donna, Monaco, che era svanita nel nulla lasciando soltanto gli occhiali.
- Questa è proprio una bella gatta da pelare. - Commentò il francese, che si trovava insieme all'inglese nel salone della ragazza che ormai non era più lì. - Tu che ne pensi? - Poi aggiunse.
- Penso proprio che dobbiamo stare attenti, il prossimo può essere chiunque. Non penso proprio che chi l'abbia rapita cercava interesse solo su di lei. - gli rispose il britanico analizzando il posto, anche se non mostrava niente di anormale.
- Già, sopratutto perchè era racchia forte. - disse il francese, mostrando quanto voleva bene alla sua vicina di casa.
- Allora sono tre le cose da capire. - riprese Arthur, avvicinandosi alla porta-finestra ancora mezza aperta. - Primo: Chi l'ha rapita. Secondo: Perchè l'ha rapita. Terzo: Perchè ci sono quei due asiatici nel salotto che stanno sporcando il tappetto della scomparsa Monaco. - In effetti non si capì il motivo per cui Yao e Im si trovavano lì a mangiare, ma se ne fregarono e decisero di uscire dalla casa.
- Allora, l'unico modo penso che sia di chiamare America e...-
Si sentì un clacson molto fastidioso arrivare da molto lontano, poi si vide arrivare una macchina con alla guida America e accanto Tony. Dietro c'erano delle strane apparecchiature. Il veicolo si fermò proprio davanti ai due europei, che erano sorpresi di vederlo. - Ehi boys! Avevate bisogno del mio aiuto? - esclamò Alfred tutto contento. - S-Si, hai fatto in fretta. - commentò Francis. - Cosa è quella roba che hai portato dietro? - chiese Arthur. L'americano, felice della domanda posta uscì dalla macchina e lo uscì rispondendo: - Questo? Questo è l'apparecchiatura per trovare i fantasmi e catturarli! - I due erano sconvolti e urlarono insieme: - Non stiamo cercando un fantasma! - - Ah no? - Domandò deluso l'altro.
Dopo aver buttato fuori quella macchina inutile i due entrarono nella macchina dell'americano, che li portava chissà dove. Gli raccontarono tutto quello che avevano visto in quella casa, compreso i due ragazzi con gli occhi a mandorla.
- Interessante! Allora l'unico che lo può risolvere è Francia! - disse America, come se fosse ovvio. - Eh? E perchè io? - chiese. - Mai sentito del famosissimo detective francese Poirrot? - - Certo che si! E mi dispiace deluderti, ma se intendevi che visto che Poirrot è un bravo detective dovevo avere anche io le sue doti ti sbagli di grosso...oltre che Poirrot non è francese, ma belga! - - E poi se la mettiamo così non dovrei riuscirci anche io, che ho dalla mia parte il grande Sherlock Holmes! - si intromise l'inglese. L'americano sbuffò: - Va bene, avete vinto voi. Dove si va? -
- Ci faresti un bel piacere a portarci da Seychelles, siamo preoccupati che le possa succede qualcosa. - Chiese gentilmente l'inglese, l'altro rispose: - Va bene! A tutta forza! -
E così, a 360 all'ora, i tre arrivarono a Victoria, davanti la casa di Seychelles. La ragazza stava appena innaffiando le piante quando, sentendo il caos che combinava la macchina, si girò verso i nuovo arrivati. - Eh? Inghilterra? Francia? E voi che ci fate qui? - disse, stupita, mentre poggiò l'annaffiatoio verde a terra, vicino le margherite. I due biondi sembrarono felici di vederla, ancora viva e vegeta. Scesero dalla macchina, distraendosi un attimo ma sentirono la ragazza urlare e poi il tonfo di qualcosa caduto.
Si girarono subito e Seychelles non c'era più. Corsero a vedere ma non sembrava, che tra i fiori, ci fosse qualcosa simile a un buco. - Ehi Inghilterra, guarda qui. - lo richiamò il francese, prendendo da terra un tulipano con un bigliettino attaccato. Arthur si avvicinò leggendo il biglietto. - Tacchino nella paglia, tacchino nel fieno...che vuole dire? - - Non so, e poi chi è quel tipo che lascerebbe un tulipano in mezzo a delle margherite? - si chiese Francis. Notò la faccia sconvolta di Arthur nel guardare il biglietto. - Qualcosa non va? - Gli chiese. Il più giovane lo guardò, sembrava quasi senza parole. - Se non fosse che tu eri con me quando è sparita...avrei pensato che fossi tu, ma tu lasci rose e non tulipani...questo tizio...sta cercando di rapire tutte le ragazze! - - C-cosa? E che centro io? E come hai fatto a capire qual'è il suo intento? - Arthur gli porse il biglietto. - E' scritto qui, dietro la scritta del tacchino. -
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Vi acceno già che se è scritta male è perchè sono molto malata e quindi l'unica che riesco a fare e farmi venire ispirazione per fanfiction stupide, come questa.
Spero che vi piaccia e che cerchiate di capire chi è il colpevole, anche se penso che sia ancora presto per capire, sopratutto il capitolo corto e insensato. Non fate caso al titolo, la fanfiction mi è venuta in mente mentre giocavo all wii music e suonavo questa musica quindi "Fanfiction non-sense, titolo non-sense". Va beh, vi lascio ai commenti. Alla prossima!^^