Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Elizabeth9    27/05/2010    4 recensioni
“Ogni cosa ha il suo tempo, tuo fratello e tua sorella hanno imparato tutto quello che potevano da questo mondo, ora è il momento che vivano nel loro” Io invece non trovavo più motivo di vivere nel mio mondo. Ora che avevo imparato ad amare. E se Susan potesse tornare a Narnia?Perchè?Tutto ciò che sembra non è, e il confine tra bene e male si spezzerà molte volte in questa battaglia dove l'incertezza di essere se stessi potrà essere superata solo dall'amore. Un nuovo nemico incombe, bisogna solo saperlo riconoscere...NUOVO CAPITOLO!!!!!!!!!!!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Aslan, Caspian, Susan Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Kingdom of Caspian: She and He – Her secret is mine

Proseguivo la mia corsa senza meta, alla ricerca dell’antica autorità suprema che ora era schiava del suo stesso regno. Correvo alla ricerca di me stessa. Cercai di non voltarmi indietro per non osservare quella spiaggia da cui mi stavo allontanando. Lo avrei perduto per sempre, ancora. Aumentai il passo fino a scorgere le prime punte di pino all’orizzonte. Non sapevo dove Aslan si potesse mai essere rifugiato, ma il mio istinto mi diceva di solcare quei terreni umidi e lugubri. La brezza marina aveva lasciato posto alla frescura piccante delle montagne in lontananza. Chiusi gli occhi un solo istante per assaporare quei profumi, per impadronirmi della loro inebriante semplicità.

Senza indugio mi addentrai all’interno del bosco. Rumori di zoccoli rivoltavano il terreno morbido e nuovo di pioggia. Qualcuno mi stava inseguendo. Voltai velocemente il cavallo e scorsi poco distanti da me una ventina di soldati pronti ad attaccarmi. Erano i suoi uomini. Per un attimo, mi rivennero alla mente le parole di Caspian. Sarei rimasta sola, ora a combattere contro di loro. In fondo, non era la prima volta. Lascia le redini libere di librarsi al vento. Alleggerita la morsa, sentì il mio destriero galoppare senza sosta. Li avrei potuti distanziare. Alcuni rami si frappongono alla mia pelle, strappandomi qualche goccia di sangue. Il loro fragore alle spalle aumentava, si stavano avvicinando. Percepivo con nettezza  i battiti del cavallo aumentare a dismisura e così i miei. Un brivido di paura mi invase, facendomi perdere la concentrazione. Sguainavo le frecce nel tentativo di colpire qualche avversario ma la distanza mi affatica la mira. Senza alcuna esitazione porto avanti ad oltranza il mio galoppo, fin quando una delle tante frecce non mi colpisce il braccio. Sentì il cavallo impennarsi. Ne avevo perso del tutto il controllo. Invano tentai di mantenere la presa. Caddi a terra.

Mi rialzai in piedi immediatamente cosciente che era solo una ferita marginale, soltanto che ora li avrei dovuti affrontare prima che in massa mi attaccassero. La punta lucente delle frecce finalmente non sbagliava bersaglio, molti di loro erano a terra, ma l’avanzata di altri sembrava inarrestabile. La scarsità di luce della foresta non mi aiutava. Inarcai per l’ennesima volta il mio arco. Teso, pronto, fulmineo, probabilmente molto più di me in quell’istante. Sentivo il sudore scivolare tra le mie dita. Passi piombati e pesanti divoravano la terra. La distanza tra di noi si assottigliava e i nemici erano ancora troppi da sbaragliare. Cercavo disperatamente una via per arretrare ma dietro di me scorgevo solo l’immensità della foresta sconosciuta. In quell’attimo lo avrei voluto ancora qui. Caspian saprai mai perdonarmi?

Venni derubata dai miei pensieri quando un’altra freccia mi colpì da lontano, questa volta nella parte superiore della gamba. Sentì il dolore impadronirsi ancora del mio corpo, ma dovevo resistere. In poco tempo sarei rimasta accerchiata dalle loro armi, dalle loro frecce. Persino il mio arco cominciò a tremare. Chiusi gli occhi, sentivo il respiro affannato dei cavalli prorompere nell’aria. Il terrore si inerpicava nelle mie vene, non avrei avuto scampo.

D’un tratto, una luce abbagliante folgora il mio sguardo. Una figura si materializza tra me e i soldati. Non riuscì a distinguere immediatamente le sue sembianze.

TUM, TUM…TUM, TUM…

“Fermi!!”Un soffio e lame di cristallo trafissero i corpi di quei soldati inarrestabili. Un bagliore e sparirono dalla mia vista. Si girò lentamente verso me. Ero a terra e i suoi occhi mi fissavano ancora. Si avvicinò con fare deciso e violento. Diana mi aveva salvato la vita, senza sapere perché. Il suo viso si pose davanti al mio, pochi centimetri ci dividevano. Improvvisamente venni investita da un’ondata di gelo, che mi fece sobbalzare. Per qualche secondo mi osservò ancora senza proferire parola, poi spinse la sua mano sul mio ventre, in quello stesso punto in cui il dolore in battaglia mi aveva crogiolato.

AH…!!!” sbarrai gli occhi ansimante. Quel solo gesto mi aveva risvegliato una fitta lancinante. Cercai con le dita la coda del mio arco per difendermi, ma mi immobilizzò le braccia prima ancora di  fare un qualsiasi movimento.

“ PERCHE’ NON SEI TORNATA NEL TUO MONDO!” uno schiaffo solenne e maturo mi rivoltò lo sguardo puntato su lei. La guardai più con disprezzo che con timore. “ALLORA DOVRO’ PROPRIO UCCIDERLO!CASPIAN E’ L’UNICA COSA CHE TI LEGA A QUESTO MONDO! Se uccido lui, non avrai motivo di restare, come è sempre stato ed io potrò regnare su Narnia come regina assoluta…” vidi scivolare da una fessura della maschera d’argento una pallida lacrima gelata.

“ Che cosa vuoi da me, DIANA?CHI SEI?TOGLITI QUELLA MASCHERA!”

“ Come sei ingenua, Susan, eppure dovresti saperlo chi sono…in fondo mi conosci da sempre, anche se non vuoi ammetterlo…” non riuscivo a comprendere le sue parole. “ Nasco dal tuo odio, dalla tua fragilità, insicurezza, ma soprattutto dalla tua incredulità nei confronti di questo mondo, che da sempre hai rinnegato come tuo, fin quando non è arrivato lui, fin quando non lo hai amato…

“Cosa?Che cosa stai insinuando?”

“Io detengo ora i poteri di Narnia perché tu non vi hai mai creduto, sin dal primo istante quando hai varcato per la prima volta l’armadio. E’ una realtà che non dovrebbe esistere, ed io ti ho solo agevolato la cosa. Ho privato questo pianeta della sua magia, rendendolo un luogo comune ai tuoi occhi ritrosi…TU SEI LA CAUSA DI TUTTO QUESTO!TU SEI LA CAUSA DELLA MIA ESISTENZA, DEL DOLORE CHA HAI AFFLITTO A QUESTO POPOLO…”gli sfilai di mano abilmente la spada che portava con sé.

“E’ solo una menzogna!Non mi incanterai con i tuoi tranelli!”Gliela puntai addosso con quel suo stesso sguardo agghiacciante e deciso.

“Non lo farai, sciocca…

“CHE COSA TE LO FA CREDERE?”un lieve ghigno si innalzò dalle sue labbra carnose e disegnate.

“Perché che tu lo voglia o no…IO SONO…”stava per allontanarsi la maschera da quel volto, di fronte a me, quando un ruggito non si interpose fra noi. Lo avrei riconosciuto fra mille. Aslan.

Eccomi qui!!!Un nuovo capitolo! Il penultimo per l’esatezza…spero che vi piaccia e spero in qualche commento in più…J grazie per il vostro sostegno e un ringraziamento a tutti voi…(ps se c’è qualche errore di battitura perdonatemi non ho avuto il tempo di ricontrollare ma ci tenevo a postare, volevo sapere le vostre opinioni!!!) a presto

 

  
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