“Quello che devi fare è semplicemente infiltrarti nella villa
e raggiungere il terzo piano. Qui troverai un terminale e con il dischetto che
ti ha dato Gift dovresti riuscire a copiare i file di una certa Madison Haker.
Entrerai con i suoi dati”.
Un uomo vestito di tutto punto, con una lunga tuta nera che
gli copriva volto, spalle e gambe cercava riparo dietro una piccola statua
subito fuori la struttura in cui doveva infiltrarsi e avvicinandosi un dito
all’orecchio, coperto da un passamontagna, rispose agli ordini ricevuti:
“Madison Haker?, ti sembro una Madison Haker?”
“Ti prego Daniel non mandare tutto a puttane come
nell’operazione ‘oceano aperto’, se non terminiamo con successo almeno questa
missione il capo si incazzerà”
“E io avrei mandato a puttane l’operazione ‘oceano aperto’?
chi diamine è stato a ritardare il rientro dopo le esplosioni?, avevo
posizionato i C4 come meglio non si poteva ed hai anche il coraggio di dire che
se abbiamo fallito è colpa mia?”
“Ok dai, non badiamo al passato e concentriamoci adesso.
Ricordati di non fare casino a meno che non sia strettamente necessario e
sottolineo STRETTAMENTE”.
“Vai tranquillo, seguirò il piano come d’accordo”.
“Ricorda, sei Kyle Might, un noto imprenditore che si
interessa all’arte, allo sport e a tutto quello che ti viene in mente. Cerca di
essere rapido e di passare inosservato”.
“Ricevuto Rod, passo in azione… mammina è sulla culla”.
Il tizio in incognito si sfilò la tuta di dosso rivelando un
costosissimo smoking contanto di papillon rosso. Si mosse celere fra le guardie
e senza dare troppo nell’occhio entrò nella villa dal retro. Erano presenti
tantissime persone di ceto medio-alto e alto e con gente del genere risultava
piuttosto facile cominciare un discorso senza farsi sospettare di essere una
spia del governo. Kyle raggiunse senza problemi le scale e circospetto si
accertò di non essere osservato. Si mosse quindi lungo il muro e guardando al
di là dell’angolo intravide due guardie munite di AK47 e due Tokarev TT30. Il
loro passo era lento, banale, quasi meccanico. Kyle studiò per qualche minuto
il percorso da loro coperto e calcolando con il suo orologio circa un minuto di
tempo, dopo il quale le guardie sarebbero state di spalle, corse immediatamente
nella stanza perpendicolare alle scale. Tutto filava liscio finchè giunto alla
stanza del computer non si rese conto che la porta era chiusa.
“Come pensavo.., Rod mi senti?”
“Forte e chiaro, com’è la situazione?”
“Sono davanti la camera del computer ma è chiusa. Sembra una
serratura molto grossa…”
“Capisco… devono essere le nuove serrature in dotazione Russa.
Istallano nei loro sistemi di protezione delle chiusure ermetiche sbloccabili
esclusivamente tramite il terminale centrale. In quella serratura dovresti far
entrare una chiave a infrarossi che permetterà l’accesso al personale
autorizzato, ovviamente tutto questo dopo l’apertura tramite computer”.
“Ma se ho ben capito il computer è dentro… come diavolo faccio
a sbloccare le porte dall’esterno?... oh c’è qualcuno!”
Una guardia sentì qualcuno farfugliare dietro alcuni grossi
vasi ma senza neppure il tempo di emettere un gemito, fu catturato alle spalle
da Kyle che dopo averlo sgambettato e quindi avergli fatto perdere l’equilibrio
lo braccò alla gola con le sue braccia allenate:
“Io potevo non ucciderti quest’oggi, ma vista la tua
asfissiante voglia di incontrare qualcuno nell’aldilà non posso che
accontentarti!”.
Il collo della guardia si spezzò ma senza fare il ben che
minimo rumore, il suo corpo fu spostato fin dietro delle grosse colonne.
“Stai qui per un po…, non dovrebbero scoprirti prima che io
abbia compiuto la missione. Rod, ho una chiave ad infrarossi, mi serve solo il
terminale centrale”.
“Vediamo un po’…, ho scaricato la pianta interna della villa e
secondo il mio modesto parere potresti trovare qualcosa di utile proprio nel
piano in cui sei adesso a sinistra degli ascensori. Fai attenzione perché è una
zona molto larga e potresti essere notato”.
“Beh ma io sono Kyle Might, come posso passare inosservato?”
“Forza, non abbiamo tempo da perdere”.
L’infiltrato raggiunse velocemente la stanza citata dall’amico
all’auricolare e scivolando alle spalle delle tre guardie presenti riuscì a
portarsi davanti la porta interessata:
“La toppa è stavolta normale, mi servirà qualche minuto per
forzarla”
“Kyle fai attenzione, se ti dovessero scoprire adesso avresti
qualcosa come 20 secondi prima di essere completamente circondato”
“Tappati la bocca Rod, mi fai perdere la concentrazione”
Due minuti passarono lentamente ma Kyle era riuscito ad aprire
la porta che l’avrebbe portato nella camera del terminale. L’uomo avanzò e
finalmente vide il computer acceso chiave di tutte le chiusure ermetiche della
villa.
“Molto bene, come pensavo è protetto da password, ora che
diavolo faccio?, dammi la frequenza di Gift”
“E’ occupato al momento, basto e avanzo io. Vai nella fonte
della pagina e ricopia così per come lo troverai il codice che sta per
apparirti sul GPS. Dopo averlo fatto scrivi ‘T.o12-(120)’ e quindi nel nome
utente ‘Madison Haker’. Da quel momento avrai esattamente 120 secondi per
manomettere le chiusure, copiare i dati dall’altro terminale e scappare da
quella villa. Allo scadere dei due minuti il computer si bloccherà e l’allarme
sarà attivato. Conto su di te Kyle!”
“Tutto chiaro, ci rivediamo alla fine di questa faccenda”.
Tutti i passaggi furono effettuati con successo. In circa 30 secondi le porte
interessate furono finalmente aperte.
L’uomo si mosse velocemente e mettendo fuori gioco un’altra guardia che gli si
parò improvvisamente davanti raggiunse il computer interessato.
“Anche questo è protetto…”
“Stesso procedimento, svelto svelto!”
“La calma è la virtù dei forti!”
Il computer fu hackerato e la cartella personale di Madison
Haker era finalmente visibile.
“Ci sono, l’ho davanti”
“Molto bene, adesso copia quei file nel CD e porta fuori dalla
villa quel tuo culo pesante!”
La cartella conteneva circa 233mb di file e per la copiatura
completa ci sarebbero voluti circa 3 minuti. Intanto l’infiltrato si guardò
intorno:
“Mmmh…, la finestra è stata raggiunta da alcuni rampicanti,
potrei sfruttare quelli per scendere. La pessima cura ed il terribile gusto
nell’addobbare questo posto si sta rivelando la mia unica via salvezza. Due
minuti scaduti!”
“Kyle volatilizzati da li!”
“Non se prima non finisce la scrittura dei dati!”
“Ma sei impazzito?? Fuori di li!!”
L’infiltrato chiuse con la poltrona la porta da cui era venuto
e con una gomitata mandò in frantumi la vetrata alle spalle del terminale
centrale. Alcune guardie spararono alla porta per poi buttarla completamente
giù con una granata a frammentazione. Quattro soldati armati fino ai denti
puntarono i loro fucili in direzione di Kyle che con una granata stordente
prese del tempo preziosissimo. In seguito caricò la sua Colt semiautomatica e
sparando quattro precisi colpi atterrò tutti i nemici presenti.
La scrittura dei dati fu finalmente completa e dopo aver preso il suo CD lasciò
un carico di C4 nella stanza. Successivamente saltò fuori dalla finestra
sfruttando i rampicanti e alle sue spalle un esplosione distrusse completamente
il computer e quello che rimaneva delle guardie.
“Qui Kyle, ho il CD. Ti aspetto sulla corsia 4 fra tipo…
subito!!”
Alle spalle del fuggitivo alcuni soldati partirono
all’inseguimento ma il primo non sembrava esattamente l’ultimo arrivato: piazzò
due mine che coperte dal buio della notte passarono completamente inosservate.
Queste esplosero uccidendo 2 delle 6 guardie visibili. L’uomo saltò poi dall’albero
in cui si era nascosto e puntando la pistola sparò 3 pallottole che andarono a
colpire un barile di benzina vicino la villa che esplodendo travolse le
rimanenti seccature.
“Fiuù…, e ora via!”
La spia percorse qualche Kilometro in direzione Sud finchè un
furgone non arrivò facendolo accomodare:
“Hai il CD?”
“Ma per chi mi hai preso? Ovvio!. Ora però torniamo che sto
morendo di fame”.