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Autore: KittyPryde    27/05/2010    4 recensioni
[Raven/Garfield Logan]
- AU del comic!verse
Lui non capisce ancora cosa significhi essere padre, cosa significherà, ma è coraggioso e matto quanto basta.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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* * *


Lui non vorrebbe andare, lui vorrebbe mettere il suo dovere di padre davanti al suo dovere di Titan, e sa che Nightwing in questo caso, non farebbe nulla per fermarlo; lo guarderebbe in modo freddo forse, lo farebbe sentire in colpa per la sua decisione egoistica, ma non farebbe nulla.

Lui sentiva fin dall’inizio che nelle visioni di Rae c'era qualcosa di cui si sarebbero dovuti preoccupare, qualcosa di cui si sarebbero dovuti occupare; lo percepiva mentre costruiva la casetta sull'albero pensando che, così facendo, avrebbe lasciato qualcosa di se ai suoi bimbi, ma voleva convincersi che fosse il solito allarmismo, il loro consueto essere sempre pronti, sempre all’erta.
Come al solito si sbagliava.
Lui preferirebbe vedere i suoi figli che cominciano a camminare, parlare, ridere. Lui non capisce ancora cosa significhi essere padre, cosa significherà, ma è coraggioso e matto quanto basta.
Lui già immagina cosa gli sta per dire Raven quando gli si avvicina con quell'aria austera, quell'espressione grave.
« Tu devi andare, Garfield. » Gar pensa molte cose, sa che Rae le sente tutte, sa che le sentirebbe anche se lui cercasse di reprimersi, quindi evita la fatica.

Tu, i bambini, la casetta sull'albero

« Devi andare perché i Titans avranno bisogno di te. »

Non sono necessario, possono cavarsela, tu, i bambini, la casetta sull'albero.

« E’ la cosa giusta, la scelta che devi fare. »

Non è la cosa giusta, è la cosa che devo fare, ma tu, i bambini, la casetta sull'albero...

Raven annuisce, seria, tenera, comprensiva, Gar ingoia un altro groppo di saliva e si arrende, si china sul lettino dove Elphie e Jeoshua dormono tranquilli, un quarto di demone a testa, e dice a loro quello che non ha il coraggio di dire a Rae.

« Una cosa da Titan, elfetti. » Sussura carezzando le due testoline nere. « Salviamo il mondo e torniamo prima che voi due abbiate il tempo di imparare a parlare. »
Lo dice anche se lui per primo ha paura che si riveli una bugia, anche se non sanno nemmeno cosa si troveranno ad affrontare, ma quelle mezze verità che si racconta hanno il potere di rilassarlo, così come le manine paffute di Jeoshua mentre si stringono attorno alle sue dita verdi, come vedere Raven allattare i gemelli o come gli occhietti semichiusi di Elphie quando sta per addormentarsi. Pensa "mi mancherete" ma non lo dice, perché tante volte le parole taciute sono quelle che Rae capisce meglio; pensa anche che potrebbe scrivere una lettera ai bambini, una di quelle del tipo "se state leggendo questa lettera significa che non sono tornato" ma non fa neanche questo, perché lo trova davvero di cattivo gusto.
Quello che fa è mettere le mani sulle spalle di Raven, baciarle la guancia e sussurrarle alcune parole nell'orecchio, poche, che resteranno solo sue.
« ...dai la buonanotte ai bambini anche da parte mia. » Conclude avvicinandosi alla porta della camera, poi stringe i pugni per farsi coraggio e raggiunge i compagni in salotto.
   
 
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