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Autore: Lennoniana    28/05/2010    4 recensioni
La mia prima fanfiction tutta per John. :D
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono stanco,stressato e mi sento inutile. Certo, ho una moglie bellissima,l'amore occupa GRAN parte della mia esistenza (o meglio Yoko occupa gran parte della mia vita),la mia carriera è al massimo,sono un Dio. Voi direte: cosa vuole di più? Non mi lamento,lo ammetto, ma ho come vuoto dentro,qualcosa che né l'amore di Yoko né la mia carriera può colmare. E' un male che mi sono provocato da solo,per questo mi odio e non riesco neppure più a dormire. Tutta colpa di quel maledetto Gruppo. Ho fondato io quel gruppo e io l'ho sciolto ma mi mancano i ragazzi. George, Richard e Paul. Paul,il mio migliore amico. Dio,quanto mi manca. Non sono più un Beatle ma non è facile scrollarsi di dosso l'immagine da ragazzo-caschetto a cui tutti pensano quando sono vicino a Paul. Sono un uomo,non un Beatle. Sono John Lennon,non quel Johnny che invocavano le fans in delirio quando mi esibivo con i miei amici. Certo,ci sentiamo ancora ma con me sono freddi e distaccati. Hanno assunto il mio stesso comportamento quando ho telefonato a Paul,quella sera. Strano come può cambiare la tua vita in meno di 2 minuti di conversazione. Eppure a me è successo. Da Beatle qual ero mi sono trasformato nel genio di questo secolo (se genio posso definirmi). In ogni angolo del mondo conoscono il mio nome;tutti sanno chi sia John Winston Lennon. Prima mi confodevano con Paul o George ora sanno che sono il tizio strano che va in giro a fare il pazzo. Voglio lasciare un'impronta indelebile al mondo. Nessuno deve dimenticarsi di me e spero nessuno lo farà; sia come Beatle sia come uomo,musicista,marito,padre ed altro. Che discordi lagnosi,devo smetterla di andare a dormire così tardi. Mi specchio in una delle vetrate affisse al portone del Dakota Building. Che mostro! I capelli sporchi,la barba non fatta da giorni,il volto scarno,gli occhiali appannati. Dio,sembro un barbone. Non c'è che dire,un vero figo! L'aria fresca mi scompiglia i capelli. Ma che diavolo di giorno è? Il 7 o l'8 Dicembre? Ho perso anche la cognizione del tempo:peggio di un vecchio ed ho solo 40 anni. Sto ancora pensando a quanto il mio viso sia orribile che inizia a squillarmi quel coso. Aggeggio odioso! Yoko ha talmente insisto per prenderne uno che ho dovuto infilarlo in tasca e non separarmene più. Mi guardo intorno e l'Inno alla Gioia di Beethoven rieccheggia nell'aria. Devo ricordarmi di cambiare quella suoneria. Infilo una mano nell'enorme tasca del vecchio cappotto alla ricerca del mio mitico telefono. Trovo di tutto: carte,sigarette,accendino,fiammiferi,sassi,fiori e...il cellulare! Guardo lo schermo e nel bel mezzo compare un nome a caratteri cubitali: Paul. Paul? Paul non mi ha mai più chiamato da quando è successo. Chiamarmi è una cosa da Ringo e George proprio da lui,no! Non sono proprio dell'umore per sorbirmi qualche stronzata di Paul anche se le sue stronzate mi mancano parecchio. Okey,decisione presa. Non rispondo. Getto il cellulare alla rinfusa nella tasca e torno a guardare il cielo stellato,devono essere le 22. E' in momenti come questo che le note di una nuova canzone ronzano nella mia testa. Imagine è nata così e molte,molte altre canzone sono nate nello stesso identico modo; ma questa cazzo di suoneria non mi da tregua. Non mi passa neanche per la testa di rispondere. Ho solo voglia di andare a casa e fare l'amore con Yoko per ore e ore; ma sembra che oggi qualcuno ce l'abbia con me. Dannazione. -Ehy!-Sento chiamarmi; sarà un altro fan che mi prega per un autografo. Sorriso,John,fai la brava celebrità,interessati di ciò che dice e,per l'amor del cielo,non fare l'idiota. Ecco gli amorevoli consigli di Yoko,beh,fino a d'ora hanno funzionato. Mi volto e lo guardo. Devo dire che non è messo meglio di me. Porta degli occhiali enormi e i capelli sparati da tutte le parti. Mio Dio,sembra un pazzo! Due occhi spiritati mi fissano sconvolti da dietro le lenti,sono di un colore indefinibile eppure s'impossessa di me la certezza che non li dimenticherò mai più. -Ehy,Mr. Lennon,sta per entrare nella storia!- Conto 5 spari prima che la vista mi si offuschi. Cosa è successo? Il tempo si è fermato,cado in avanti e una strana nebbia mi circonda. Qualcosa cade ai miei piedi e si frantuma. Il rumore degli spari ritorna prepotente nella mia testa. Immagini dei miei concerti,la scritta dei Beatles ,la mamma che se ne va,zia Mimi,la targhetta con “LA CHITARRA VA BENE,JOHN,MA NON TI DARA' CERTO DI CHE VIVERE”,Cynthia, Julian, le uscite con Yoko,Sean, Elvis, Ringo e la batteria,George e la sua voce nasale; tutto mi ritorna in mente sotto forma di ricordo confuso. Prendo coscienza e capisco:gli spari hanno colpito me! Un sapore metallico mi invade la bocca. Le orecchie si tappano. Gli occhi vagano in cerca di una luce ma intercettano lo sguardo di quell'uomo. Piange? Mi passo un mano sul viso. Dove sono i miei occhiali? So che mi sto spegnendo. Tutto ciò che mi ritorna in mente è una frase di Imagine: "Niente per cui uccidere o morire". Mi farei una grande risata se non stessi per morire. L'ultima suono che sento è l'Inno alla Gioia: Paul,come ti vorrei rispondere...
  
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