NDA:
prima di leggere,date un’occhiata a questa nota,perché è ESTREMAMENTE
importante!!
Io
non possiedo i Green Day,appartengono a loro stessi e allo stesso modo Adrienne
Nesser appartiene a se stessa e tutti i minorenni citati in questa storia
appartengono ai loro genitori.
Le
vicende narrate sono INVENTATE,non è MAI successo nulla del genere che io
sappia,tutto ciò che leggerete è solo il frutto della MIA IMMAGINAZIONE!
Revenge
2002:
Billie
Joe aveva la sensazione di vivere in un incubo.
Non
poteva essere vero,non riusciva a capacitarsi del fatto che tutte quelle cose
orribili stessero succedendo davvero a lui,molte,troppe volte aveva
l’impressione di vivere in un brutto sogno o nella vita di qualcun’altro,perché
quel susseguirsi di eventi dolorosi e umilianti non aveva nulla a che vedere
con la vita che lui,Billie Joe Armstrong,aveva vissuto fino ad una settimana
prima.
Il
ragazzo si alzò dal divano,su cui passava ormai gran parte delle giornate,per
dirigersi in cucina in un raro momento di appetito.
Mentre
si stava preparando qualcosa da mettere sotto i denti,lo sguardo gli cadde su
una macchinina che si trovava,per qualche strano motivo,nel cestino del pane.
Immediatamente
Billie sentì che lo stomaco gli si chiudeva e rimise tutto quello che aveva
preparato al suo posto,ormai rassegnato,perché ogni volta che ci provava
succedeva sempre qualcosa che lo faceva desistere prima ancora di iniziare.
Prese
la macchinina fra le mani e la portò con sé in salotto,dove si mise di nuovo a
sedere sul divano,e la osservò attentamente: non era un gran intenditore,ma se
non si sbagliava quella doveva essere una Ferrari,rossa,precisa in ogni
dettaglio.
La
mise sul tavolino di fronte a lui e si ripromise di portarla a Jakob non appena
lo avesse incontrato.
‘Chissà
quando,allora...’ si disse il ragazzo.
Aveva
pensato di accendere la televisione,ma poi aveva rinunciato anche a quell’unica
distrazione,forse nel profondo si divertiva a farsi del male in quel modo,ma
preferiva di gran lunga guardarsi intorno e rendersi conto del silenzio,del
vuoto e dell’inutilità che regnavano da una settimana in casa sua,quella casa
troppo grande per lui solo,ma che non poteva lasciare.
Le
copertine dei giornali poi non lo aiutavano affatto: Mike non avrebbe voluto
portarglieli,ma Billie aveva insistito,voleva sapere cosa si diceva fuori,come
veniva vista e giudicata quella storia e quando finalmente Mike aveva
ceduto,aveva compreso il motivo della sua esitazione,perché da quello che aveva
potuto leggere la gente aveva già espresso il suo verdetto,un verdetto di
colpevolezza nei suoi confronti.
In
quel momento avrebbe disperatamente avuto bisogno di Adrienne,della sua amata
Adrienne,ma lei non era lì con lui,non poteva essere lì con lui,perché lei si
trovava in una stanza d’ospedale a combattere fra la vita e la morte e lui non
poteva nemmeno starle vicino,perché lui era accusato di averla ridotta così.
Se
solo quel maledetto pomeriggio avesse ascoltato Mike e fosse andato con lui
allo studio,ora non si sarebbe trovato in quella situazione,invece lui aveva
deciso di raggiungerlo più tardi,di passare un po’ di tempo a casa.
Ricordava
ogni singolo dettaglio come se fosse successo il giorno precedente:Jakob era
all’asilo e Joey a scuola,lui era rimasto in camera a riposare mentre Adrienne
era in cucina intenta in qualche esperimento culinario dei suoi.
Billie
si era addormentato attorno alle due e un’ora dopo la sveglia era
suonata,infatti aveva promesso a Mike e Trè che li avrebbe raggiunti alle tre e
mezzo,per cui si alzò e si cambiò,poi scese al piano di sotto per uscire,ma
prima,come faceva sempre,era andato a cercare Adrienne per salutarla.
Si
era diretto a passo deciso verso la cucina,l’ultimo posto dove l’aveva vista,ma
lei non c’era,allora l’aveva chiamata e l’aveva cercata in salotto,ma non
l’aveva trovata.
Iniziando
a preoccuparsi,Billie pensò di cercarla al piano di sopra e aveva salito la
rampa di scale che portava al piano superiore.
Aveva
guardato nella camera dei bambini,in bagno,nella sala dei giochi,aveva guardato
ovunque,finchè, ormai al culmine della preoccupazione,aveva notato una cosa che
lo aveva sorpreso:la porta del suo studio era socchiusa.
Non
era normale,perché le chiavi le aveva solo lui e normalmente chiudeva sempre a
chiave,perché temeva che Jakob e Joey entrassero e combinassero qualche
danno,tipo stracciare testi o farsi male con le chitarre.
Si
avvicinò alla porta,l’aprì completamente e subito sentì la necessità di
aggrapparsi allo stipite.
Adrienne
giaceva a terra,una piccola chiazza di sangue sotto la testa e di fianco a lei
una delle chitarre, macchiata di sangue.
Billie
si sentì mancare,poi il suo primo impulso fu quello di correre da lei per
vedere come stesse,ma per fortuna ebbe l’accortezza di non muoverla,si limitò a
chiamare l’ambulanza e la polizia.
Gli
agenti iniziarono a tempestarlo di domande non appena misero piede in casa,ma
Billie era troppo sconvolto per rispondere,forse aveva detto qualcosa,ma
fortunatamente aveva chiamato Mike il quale, insieme a Tré,si era precipitato
da lui e aveva gentilmente fatto capire alla polizia che quello non era il
momento adatto per pressarlo.
Mentre
Tré andava a prendere i bambini e li portava dalla madre di Billie,Mike rimase a
casa con l’amico e si fece raccontare tutto quello che era successo,poi Billie
si era calmato e la polizia aveva ricominciato a fargli domande.
Dal
tono e dal tipo di quesiti,Billie capì subito dove volevano arrivare,lo avrebbe
capito chiunque che lo ritenevano già colpevole.
Dopo
un’ora circa era arrivata la notizia che Adrienne era in coma e che le sue
condizioni erano critiche, notizia che aveva distrutto Billie,ma nonostante
questo Mike dovette quasi litigare con gli agenti per convincerli ad andarsene.
Trè
aveva riportato a casa i bambini e questo era servito a distrarre Billie per un
bel pezzo,infatti aveva avuto il suo bel da fare per inventare una storia che
potesse giustificare il disastro che c’era in casa,infatti il piano di sopra
per espressa richiesta degli agenti non doveva essere utilizzato e anche il
piano di sotto era conciato male,ma per fortuna Mike e Tré gli avevano dato una
mano a sistemare.
Quella
notte sia lui sia i bambini avevano dormito sul divano,o meglio,Joey aveva
dormito,Jakob era terrorizzato,anche se Billie lo aveva convinto con tutte le
sue storie,quella situazione lo spaventava,inoltre l’assenza di Adrienne
rendeva il piccolo ancora più inquieto.
Erano
passati due giorni e la polizia gli aveva ufficialmente comunicato che era
sospettato del tentato omicidio di sua moglie,dato che tutti gli indizi
sembravano portare a lui:innanzitutto la chiave dello studio,che era stata
ritrovata poco distante dalla ragazza e su cui c’erano solo le impronte di
Billie, ma questo non era l’unico elemento,la polizia aveva infatti trovato
nascoste in cortile un paio di scarpe di Billie macchiate di sangue,che era
risultato essere di Adrienne e nonostante il ragazzo avesse ripetuto
all’infinito che non aveva la più pallida idea di come le scarpe fossero uscite
dal suo armadio,non gli avevano creduto, nessuno oltre a Mike,Tré e sua madre
gli aveva creduto.
Ulteriori
elementi portavano a supporre che chiunque avesse colpito Adrienne fosse alto
all’incirca quanto lei,al massimo qualche centimetro in più,esattamente come
Billie,il quale,sulla base di tutti questi elementi, era considerato il
maggiore indiziato e il primo dei sospetti,poco importava che esistesse un
considerevole numero di persone che aveva ottimi motivi per odiarlo.
Ovviamente,nonostante
il loro manager,James,avesse fatto di tutto per impedirlo,la notizia divenne di
dominio pubblico e la stampa cominciò ad assediare il giardino di casa
Armstrong,ma a Billie non importava nulla.
Non
era stato portato al commissariato proprio per evitare che i giornali
costruissero storie più assurde di quelle che già creavano,in compenso c’erano
agenti che lo controllavano giorno e notte,per evitare che scappasse,ma il
ragazzo non ci pensava nemmeno,a scappare,non aveva più voglia di fare
nulla,organizzare una fuga era proprio l’ultimo dei suoi pensieri
Tutto
questo,però,sarebbe stato in qualche modo sopportabile se non fosse arrivato un
altro brutto colpo: dal momento che sul suo capo pendeva un’accusa di gravità
notevole,gli era stato impedito di vedere sia Jakob sia Joey se non in giorni
stabiliti e comunque sotto stretta sorveglianza.
I
bambini ora stavano da sua madre e Billie ci stava male,perché loro erano le
cose più belle e più importanti della sua vita e non poteva sopportare che gli
impedissero di stare con loro,era come togliergli l’unico motivo di vivere,ma
non era solo questo il problema,c’era altro,sapeva che anche loro stavano male,
soprattutto Jakob, aveva parlato con sua madre,almeno quello glielo lasciavano
fare,e lei gli aveva detto che il bambino piangeva sempre,non voleva mangiare
né giocare,stava tutto il giorno semplicemente seduto sul suo lettino a
piangere,si addormentava con le lacrime agli occhi e si svegliava triste,sua
madre aveva detto che non lo aveva mai visto sorridere e Billie Joe,già
abbastanza depresso per tutta quell’assurda situazione,se possibile si era
ulteriormente innervosito e intristito.
L’unica
cosa che gli aveva impedito di lasciarsi completamente andare erano le visite
praticamente giornaliere di Mike e Tré,che gli portavano anche notizie di
Adrienne,purtroppo mai particolarmente buone,ma almeno sapeva
qualcosa,altrimenti,ne era certo,sarebbe impazzito sul serio.
I
suoi amici inoltre stavano facendo un ottimo lavoro con la stampa,insieme a
James stavano tenendo a bada praticamente tutta la stampa nazionale e Billie
gliene era profondamente grato,perché se fosse stato per lui avrebbe mandato
tutti quanti a quel paese e aveva la netta sensazione che questo non avrebbe
giovato alla sua reputazione,al momento già piuttosto compromessa.
Come
evocato dai suoi pensieri,in quel momento Billie vide Mike entrare in
salotto,lo sguardo piuttosto nervoso,probabilmente gli agenti lo avevano
perquisito o qualcosa del genere.
Mike
‘ehy,come va?’
Billie
‘cambiamo domanda?’
Mike
‘niente novità?’
Billie
‘secondo e non stanno nemmeno facendo ulteriori ricerche,hanno il loro
colpevole e questo gli va bene...’
Mike
‘non essere così pessimista Billie...’
Billie
‘dammi un buon motivo per non esserlo Mike...passo tutto il sacrosanto giorno
chiuso qui dentro guardato a vista,ci manca solo che mi filmino,mia moglie è in
ospedale in bilico fra vita e morte e mi accusano di esserne il
responsabile,non mi fanno vedere i miei figli,il mondo mi considera un
assassino...dimmi tu che cosa ci vedi di buono in tutto questo!’.
Mike
rimase interdetto per qualche secondo,non sapeva davvero cosa rispondere,perché
si rendeva conto che non c’era un lato positivo in quella storia,ma era anche
vero che era vitale che Billie non si lasciasse andare completamente.
Billie
‘scusa,ma sai com’è...quando passi le giornate a prendertela col divano,appena
vedi un essere umano ti viene naturale usarlo come capro espiatorio...’
Mike
‘nessun problema’
Billie
‘novità?’
Mike
‘su che fronte?’
Billie
‘quanti fronti abbiamo?’
Mike
‘stampa,indagini...’
Billie
‘Adrienne’
Mike
‘su quel fronte non c’è nulla di nuovo...la situazione è sempre la stessa,i
dottori dicono che ci sono dei lievi miglioramenti,ma per il momento non se ne
vede l’effetto...’
Billie
‘come diavolo fanno a credere che sia stato io?!’
Mike
‘Billie,è la stessa domanda che puntualmente mi fai ogni giorno ed io
puntualmente ti fornisco la stessa risposta...non gli pareva vero di avere un
colpevole a disposizione e hanno fatto di tutto per trovare prove a tuo
carico...’
Billie
‘ho bisogno di sentirmelo ripetere...ci devo fare l’abitudine,sai’
Mike
‘ti prego,piantala di fare il disfattista!’
Billie
‘ok,ok,la smetto...’
Mike
‘così ti voglio!’
Billie
‘non è che hai visto Joey e Jakob?’
Mike
‘tua madre è casualmente passata davanti a casa mia con i bambini e
quando hanno visto Estelle non c’è stato verso di dividerli per un’ora
buona...’
Billie
e stanno bene?’
Mike
‘beh,ieri si sono distratti,sembravano tranquilli e tua madre ha detto che
Jakob sta meglio...non che sia al settimo cielo,ma per lo meno gioca,mangia e
parla... Joey è un po’ triste,ma è un bambino intelligente,cerca di reagire al
meglio’
Billie
‘non sai che sollievo...già non poterli vedere è terribile,ma sapere che stanno
male è ancora peggio’
Mike
‘lo posso solo immaginare,ma ti capisco...ah,Jakob mi ha detto di darti
questo!’ ed estrasse un foglio dalla tasca.
Billie
lo guardò e vide che suo figlio aveva fatto un disegno.
Mike
‘se non ho capito male dovremmo essere noi tre...’.
Billie
Joe sorrise osservando come suo figlio aveva rappresentato un ideale concerto
dei Green Day: dietro a tutti c’era quello che voleva essere Tré,raffigurato
dietro la batteria con le bacchette in mano e gli occhi azzurri
spalancati,situazione che aveva sempre fatto morire dal ridere suo figlio e,a
dire il vero,anche lui e Mike,poi ‘era Mike,i capelli biondi esageratamente in
piedi e il basso in mano e infine c’era lui,con la chitarra blu a tracolla
mentre cantava al microfono.
Mike
‘certo che è un piccolo artista...’
Billie
‘non direi’
Mike
‘e perché?’
Billie
‘ti ha fatto bello,amico’
Mike
‘...ah ah...’
Billie
‘dai,qui sembri bello quanto me!’
Mike
‘si dà il caso che lo sia,molto più di te’
Billie
‘credici,credici...scherzi a parte,grazie,questa è la cosa migliore della
settimana’
Mike
‘figurati...a proposito di cose belle,ti saluta Tré,oggi doveva andare a non so
quale incontro scolastico per Ramona’
Billie
‘ok,salutalo.
I
tre rimasero a parlare ancora per un’oretta circa,poi Mike dovette salutare il
suo amico,quella settimana Estelle stava con lui e aveva approfittato anche
troppo della disponibilità di sua madre.
Billie
accompagnò l’amico alla porta,poi,una volta che se ne fu andato,si preparò ad
affrontare i momenti peggiori di tutta giornata:la sera e soprattutto la notte.
****************
Erano
passati altri tre giorni e la situazione era sempre la stessa,con un’unica
differenza:Billie Joe era più vicino alla follia.
Nell’unica
conversazione che aveva avuto con la polizia,che proprio per la sua unicità era
stata anche civile,aveva chiesto quando avrebbe potuto incontrare i bambini e
l’argomento era stato liquidato con un “non si sa ancora” e il ragazzo aveva il
sospetto che stessero sì continuando le indagini,ma in un’unica
direzione,quella per accusarlo.
Questa
era un’opzione,l’altra era che,oltre che pazzo,stesse diventando anche
paranoico.
Ormai
non se la sentiva di escludere nulla,in fondo aveva conservato la lucidità per
capire che parlare con la sua immagine riflessa nello specchio non era quello
che comunemente era considerato un sintomo di sanità mentale.
Mentre
si stava chiedendo se rendersi conto del fatto che certi suoi atteggiamenti non
fossero normali fosse o meno un passo avanti verso la guarigione,sentì qualcuno
che bussava alla porta del soggiorno e senza aspettare la risposta entrava.
Billie
si voltò e si trovò davanti a quello che lui aveva ribattezzato il “Divino
Commissario Johnson”,perché aveva la netta impressione che tutti dipendessero
da lui e dalle sue decisioni e ultimamente aveva avuto l’impressione che anche
la sua vita dipendesse dalla sua volontà.
C.
Johnson ‘buongiorno signor Armstrong,potrei parlarle per qualche minuto?’
Billie
prego,si accomodi’.
Il
commissario si sedette davanti a lui e sembrò esitare,ma poi iniziò.
C.
Johnson ‘bene...innanzitutto le dobbiamo delle scuse’.
Billie
lo fissò senza capire:scuse?
Billie
‘prego?’
C.
Johnson ‘certo...le porto due buone notizie,la prima è che sua moglie oggi si è
risvegliata e secondo i medici sta bene...’.
Il
cuore di Billie Joe mancò un battito per la felicità e trattenne l’impulso di
abbracciare il commissario,in quel momento avrebbe abbracciato persino gli
Slipknot se fossero stati lì.
C.
Johnson ‘la seconda buona notizia è che lei ha affermato che non è stato lei a
colpirla,anche se non ha visto il colpevole,dice che aveva un passamontagna,ma
è certa che era molto più alto di lei,pertanto da questo momento lei è
prosciolto da ogni accusa...tuttavia c’è una cosa molto importante:la notizia
dovrà essere assolutamente riservata,ho già parlato con i medici e loro faranno
in modo che la notizia non trapeli,di modo che il colpevole creda di essere
ancora al sicuro...tutto questo sarà ovviamente chiarito con comunicati stampa
alla risoluzione del caso...per quanto riguarda i suoi figli, torneranno a casa
oggi stesso,facendo attenzione che nessun giornalista se ne accorga o la nostra
copertura cadrebbe...lei ha qualche idea di chi potrebbe essere il colpevole?’
Billie
‘come ho già ripetutamente affermato,più di una persona ha delle buone
ragioni per odiarmi...’.
Il
commissario incassò l’affermazione piuttosto ironica di Billie senza
scomporsi,disse che avrebbe controllato i nomi che il ragazzo da subito aveva
dato alla polizia e se ne andò,porgendogli di nuovo le sue scuse.
Una
volta che gli agenti se ne furono andati,Billie corse verso il telefono per
chiamare Mike e Tré,ancora euforico per la notizia ricevuta.
Non
era passata mezz’ora che i due erano a casa sua e avevano un bel da fare a
calmare Billie,decisamente su di giri.
Mike
‘ma sbaglio o ci sono ancora gli agenti fuori?’
Billie
‘copertura,se se ne vanno la stampa capisce ed è la fine...devo restare ancora
tappato in casa,ma non me ne importa più nulla,i bambini tornano,Addie sta
bene...Dio,mi sembra di essere uscito da un incubo!’
Trè
‘sei uscito da un incubo,amico’
Billie
‘già…anche se resta sempre un’incognita...’
Mike
‘chi è stato,giusto?’
Billie
‘già...in fondo è meglio che gli agenti restino qui,non mi sento affatto
sicuro...Addie non ha nemici,non che io sappia almeno,perciò credo che si
tratti di qualcuno che ce l’ha con me...’
Trè
‘una cosa per volta,adesso goditi la felicità del momento!’.
In
quel momento i tre videro gli agenti accompagnare nella stanza la madre di
Billie con i bambini,che non appena videro il padre gli corsero incontro e un
attimo dopo Billie si ritrovò sul divano con addosso Jakob e Joey e il ragazzo
pensò che probabilmente quello era il momento più bello della sua vita.
****************
Billie
aveva appena messo a letto i bambini,i quali si erano addormentati praticamente
subito,dal momento che avevano passato tutto il giorno a giocare e rincorrersi
per la casa.
Quei
quattro giorni erano stati favolosi,i bambini avevano ridato un senso alla vita
di Billie Joe,finalmente era tornato quello di un tempo,quello che era prima
che succedesse tutto e a questo aveva contribuito in modo determinante la
telefonata che Adrienne gli aveva fatto il giorno prima,si capiva chiaramente dalla
sua voce che era ancora abbastanza debole,ma Billie aveva capito che stava bene
e questo gli bastava per sopportare il fatto di non poterla vedere.
Uscì
dalla cameretta e si diresse verso il suo studio:il giorno prima ci era entrato
per la prima volta dopo molto tempo e gli erano venuti i brividi,ma non al
pensiero di quello che era successo,bensì quando si era reso conto del disastro
che la polizia aveva provocato:lui,che era un maniaco dell’ordine,si era
ritrovato tutti i testi, vecchi e nuovi,sparsi qua e là,le chitarre appoggiate
alla buona l’una sopra l’altra,biro,plettri,fogli sparpagliati ovunque.
Il
primo impulso era stato quello di andarsene e lasciar perdere ed in effetti era
quello che aveva fatto,ma quella sera aveva deciso di affrontare il problema
e,anche se sapeva che probabilmente ci sarebbe voluta quasi tutta la
notte,aveva deciso di sistemare tutto.
Si
sedette alla sua scrivania e cominciò a dividere i testi vecchi da quelli
nuovi,per poi raggrupparli a seconda del cd di appartenenza,della data di
stesura o secondo altri canoni,poi si dedicò al resto degli oggetti distribuiti
ovunque sul pavimento.
All’incirca
alle due decise di sospendere l’attività e di andare a dormire,era stanchissimo
anche lui dal momento che Jakob e Joey ad un certo punto avevano deciso che era
più divertenti mettersi insieme ad inseguire papà.
Stava
radunando gli ultimi fogli,dando le spalle alla porta,quando sentì che questa
si apriva.
Istintivamente
si alzò in piedi e si voltò,convinto che Jakob avesse fatto di nuovo qualche
brutto sogno,ma non si trovò davanti né Jakob,né Joey né uno degli agenti che
normalmente controllavano casa sua:davanti a lui c’era un uomo di circa
trent’anni,molto alto,con due occhi neri da far paura e i capelli del medesimo
colore.
Billie
lo fissò confuso e spaventato,perché l’uomo teneva in mano una pistola e gliela
stava puntando.
‘Ti
ricordi di me,Armstrong?’.
Billie
lo guardò più attentamente e all’improvviso si ricordò:quell’uomo era Jason
Gills.
Ricordava
perfettamente l’episodio che aveva fatto entrare quell’uomo nella sua vita,come
se non fosse passato un anno da allora.
Stava
tornando a casa dallo studio ed era tardi,le undici di sera circa stava
percorrendo la solita strada,scarsamente illuminata dai pochi lampioni che
funzionavano.
Billie
non stava andando eccessivamente forte,anzi,per i suoi standard andava
decisamente a rilento,ma non fu questo la causa scatenante di quello che
successe,fu il furgoncino dietro di lui la causa di tutto.
Si
era fermato al semaforo rosso,ma il conducente del veicolo che lo seguiva era
ubriaco e non aveva nemmeno frenato,lo aveva tamponato e Billie,nel tentativo
di controllare la macchina,era finito sulla corsia opposta.
Aveva
visto la macchina arrivare e aveva fatto di tutto per sterzare in tempo,ma
l’impatto era stato inevitabile:lui ne era uscito illeso e lo stesso valeva per
il conducente della terza vettura,ma non per la moglie di quest’ultimo,che era
senza cintura e che aveva sbattuto violentemente la testa contro il
parabrezza,morendo sul colpo.
Suo
marito si chiamava Jason Gills e aveva dato la colpa della morte della moglie a
Billie,lo aveva denunciato e trascinato in tribunale,ma la giuria gli aveva
dato torto, la colpa non era di Billie,ma del conducente del furgoncino che
aveva spinto la macchina del cantante sull’altra corsia.
Dallo
sguardo che aveva,Billie capì perfettamente che lui non la pensava così.
Jason
‘tu mi hai rovinato la vita...è colpa tua,solo tua...’
Billie
‘non sono stato io...’
Jason
‘non è vero! È facile per quelli come te...siete famosi e credete che con i
soldi si possa fare tutto…avrai anche convinto i giurati che non era colpa
tua,ma io lo so che non è così,so che sei stato tu ad uccidere la mia Jane...tu
mi hai rovinato la vita ed ora io rovino la tua...’.
Billie
Joe capì immediatamente cosa voleva dire:era lui che aveva tentato di uccidere
Adrienne.
Jason
‘sai,è stato fin troppo facile entrare in camera tua quel pomeriggio e rubarti
chiavi e scarpe...per attirare tua moglie è bastato fare un po’ di rumore...’.
Billie
finalmente cominciò a capire molte cose,era come se i pezzi di un puzzle si
stessero finalmente incastrando,dando un senso a tutto.
Jason
‘come ci si sente,eh? Come ci si sente sapendo che qualcuno ha ucciso tua
moglie? Male,vero? Si sta male...ma tu ti meriti di stare molto peggio...ti
meriti di morire per quello che hai fatto al mio amore...pensa un po’ ai titoli
dei giornali... “Roso dal rimorso per aver ucciso la moglie,Billie Joe
Armstrong si toglie la vita con un colpo di pistola dopo aver soffocato i figli
nel sonno”..’.
Billie
Joe si sentì mancare:no,Jakob e Joey no.
Billie
‘loro non c’entrano nulla,sono solo dei bambini!’
Jason
‘lo vedi cosa significa,soffrire? E tu non potrai fare niente...chissà,chiameranno
il loro papà perché venga ad aiutarli,ma tu non ci sarai,perché sarai già
morto...’
Billie
non riusciva a sopportare nemmeno il pensiero di una cosa del genere,di quel
pazzo che osava anche solo avvicinarsi ai suoi bambini.
Jason
‘bene...addio!’ e sparò.
Billie,colto
di sorpresa,fece appena in tempo a scansarsi e ad evitare il colpo,ma Jason non
si scoraggiò e continuò a sparare.
Un
proiettile colpì di striscio sul braccio il cantante,che cadde a terra.
Fortunatamente
però gli spari avevano attirato l’attenzione degli agenti,che erano corsi in
casa ed ora bloccavano a terra l’uomo.
Una
volta che questo fu reso innocuo,Billie corse in camera dei bambini per
assicurarsi che stessero bene,ignorando il dolore al braccio e quando aprì la
porta li vide seduti nei loro letti,evidentemente spaventati da tutto quello
che avevano sentito.
Billie
gli fece segno di avvicinarsi e non appena li ebbe vicino a lui li abbracciò
entrambi,sollevato nel vedere che stavano bene.
Joey
‘papà,cos’hai fatto al braccio?’.
Solo
in quel momento Billie si rese conto che nel punto in cui la pallottola lo
aveva sfiorato la sua maglietta era sporca di sangue.
Billie
‘va tutto bene,non è niente...voi state bene?’
Joey
‘sì’
Jakob
‘sì’
Billie
‘bene,questo è quello che conta...adesso andiamo a dormire,ok?’
Joey
‘va bene’
Jakob
‘mi racconti una storia?’
Billie
‘tu mettiti sotto le coperte,vado un attimo di là e poi torno a raccontarti
tutte le storie che vuoi,ok?’
Jakob
‘evviva!’.
I
bambini si rimisero a letto e Billie uscì dalla stanza proprio nel momento in
cui Jason veniva portato via.
Quando
finalmente tutti i poliziotti se ne furono andati,Billie andò a medicarsi la
ferita e si cambiò la maglietta,poi si diresse verso la camera dei figli.
Il
giorno dopo finalmente avrebbe rivisto Adrienne e ne avrebbe avuto di cose da
raccontargli,eccome!
Entrò
nella cameretta e si sedette sul bordo del letto di Jakob e quando lo vide
sorridere capì per la prima volta che era davvero tutto finito.
Ciao
ciao ciao!!
Con
questa fic sono tornata sul genere drammatico,che,se qualcuno non lo sapesse,è
il mio preferito... lo so,ho un immaginario quanto mai cupo e tragico,ma che ci
volete fare...
Spero
che questa piccola invenzione (e sottolineo,INVENZIONE) della mia
fantasia malata vi sia piaciuta e spero anche che vorrete lasciarmi una
recensione,tanto per farmi contenta!!
Un
bacione schioccoso!!!
P.S.
un po’ di pubblicità...se questa fic vi è piaciuta,potrebbero interessarvi le
altre fic sui Green Day che ho scritto,ossia “When the elevator stopped”, “High
Voltage”, “2000 light years away” e “Why I wrote that song”...se
volete,leggetele e recensite,mi raccomando!!!!!!!^___^