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Autore: _AlexeTK    29/05/2010    3 recensioni
La ragazzina comincia a piangere: tutto ciò che aveva sempre sognato si sta realizzando.Lui le dice di amarla e poi lentamente si avvicina, asciuga una lacrima e la bacia...Il mio volto ora è completamente bagnato. [..] Mi siedo per terra e, senza neanche pensarci, intono un motivetto. Running through the Monsoon...(Cit. capitolo 9)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono le 19, che faccio? Accendo il computer. Apro la home page di Msn.
Una foto. Un volto. Un flashback. Due mani che si stringono.
Chiudo la pagina prima che le lacrime prendno il sopravvento. Lo sapevo, ogni
volta che accendo il computer è la stessa storia..Basta! Se continuo
così non riuscirò mai a dimenticarlo, quel maledetto viso angelico.
Tutto ciò di cui ho bisogno ora è un paio di cuffiette e un po’ di
buona musica, di quella che ti spenge il cervello e azzera i pensieri.
Telephone, Lady Gaga & Beyoncè, perfetta. Finalmente un po’ di pace
nella mia testa.
- È pronto, Aja vieni a tavola! – Mi chiama mia
madre. Mi alzo e vado in cucina, mia sorella Kamilla e i miei hanno già
cominciato a mangiare e stanno seguendo il TG. Finito il servizio su un
incidente stradale la giornalista introduce il successivo:
- È già delirio per i giovanissimi Tokio Hotel, i quattro ragazzi di Magdeburgo
hanno da poco annunciato quali saranno le tappe del nuovo Tour Europeo
e le fans di tutte le città designate sono già eccitate ed ansiose.
Ecco a voi l’intervista!
- Mamma, potresti cambiare canale, perfavore?
- Ma no, Aja, io e papà stavamo seguendo il TG!
È la solita, proprio non riesce a capire come sto? "Ok,ce la posso
fare!". Il mio battito si fa veloce e irregolare, "Ce la posso
fare!"gli occhi si riempiono di lacrime, "Ce la devo fare!", il respiro
si fa affannoso, "No, non ce la faccio..". Scappo in camera e scoppio
in singhiozzi. Ma perché ogni volta deve essere la solita storia? Prima
o poi la farò finita. Ma ora l'unica cosa che posso fare è dormirci
sopra, sempre se la mia mente riuscirà a liberarsi dal dolore che
quella foto e quella voce hanno risvegliato.

"Hello hello baby you called I can't hear a thing, I have got no ser.."
Prendo il cellulare e tolgo la sveglia. Sono già le sette e dovrei alzarmi,
mangiare, lavarmi e vestirmi di corsa..o potrei fare finta di stare
male e rimanere a casa a dormire. Ma nonostante io non ci pensi,
inconsciamente so benissimo che il vero motivo è un altro. Infatti
davanti scuola mi aspetterebbe una marea di ragazzine urlanti che sono
in delirio per l'annuncio di ieri sera al TG. Spengo il cellulare e chiamo mia madre.
- Mamma, non mi sento molto bene, potrei saltare la scuola oggi?
- Neanche per sogno! se non ci vai, non andrai neanche alla festa di Hanya!
- Ma dai, solo per oggi!
- Ho detto di no!-
Va bene, va bene. Ora mi preparo. Lo sapevo, ora mi toccherà la tortura..
Alle 8, puntuale come al solito, ecco Hanya che citofona. Prendo la borsa e
le mie cuffiette e esco, evitando di pensare a ciò che mi troverò
davanti tra pochi minuti..
Per fortuna Hanya non ha seguito il TG e
non sa niente, o forse vuole solamente farmelo credere. Per strada
chicchieriamo del più e del meno, Hanya, come al solito, mi assilla con
Christian, il suo ragazzo, e non fa che ripetermi quanto è bello e
quanto è dolce.
- Ieri mi ha bendata per farmi una sorpresa e quando
mi ha tolto la benda eravamo al parco, in mezzo al prato pieno di
margherite, allora mi ha guardata negli occhi e..Aja, ma mi stai
seguendo?
Mi da un pizzicotto sul braccio. Solo ora mi accorgo
che le sue parole, come se non fossero bastati la foto e l'intervista
del giorno prima, avevano rievocato dei ricordi che tempo fa avevo
cercato di seppellire, troppo era stato il dolore. Ancora non so
spiegarmi come ho fatto a sopravvivere..
Fortunatamente riesco a tornare al presente e ascolto il racconto sdolcinato di Hanya, ma sento qualcosa dentro.
Qualcosa
dentro di me si è rotto, era ovvio che prima o poi sarebbe
successo..d'altronde quando una cosa si spezza, anche se la ripari al
meglio delle possibilità, non sarà mai come prima.
Arriviamo davanti
scuola, eccolo il delirio di cui si parlava ieri sera: un centinaio di
ragazze, in gruppetti, urlano, ridono, piangono. Le uniche parole che
si riescono a capire in questo chiasso sono: Tokio Hotel, Tour, Bill,
Georg, Gustav e T..no, non ce la faccio proprio a dirlo, neanche a
pensarlo..
Abbasso lo sguardo. Evidentemente Hanya capisce il mio disagio e mi trascina in classe.
Continua
a chiedermi cos'ho, rispondo che non ho niente. Ovvio. Non so ammettere
neanche a me stessa che soffro ancora per lui, come posso fare a
confessarlo a lei?
Suona la campanella e per fortuna rimango sola, o
per sfortuna. Cerco di concentrarmi sulla spiegazione del prof, ma
proprio non ci riesco. I ricordi tornano tutti insieme ed è impossibile
ricaccialri via, tutto ciò che posso fare ora è piangere fino a che,
goccia a goccia, anche le lacrime finiranno..
   
 
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