Cuori legati dallo stesso Sangue
Il sole filtrava tra le
tende rosa, leggermente socchiuse.
Se fosse stata sveglia, le
avrebbe sicuramente
chiuse.
Un silenzio irreale,
immobile, albergava la stanza
della vampira.
Rima riposava nel suo letto
ormai da parecchie ore,
ma non accennava a muovere minimamente le palpebre.
Era come inseguire una
speranza vana in un incubo,
la sua.
Era troppo scossa e stanca
per avere anche la forza
di volersi svegliare.
Inutile negarlo, in momenti
come quelli le mancava
Shiki e per lei era l’unico sostegno.
Possibile che si fosse
legata così tanto a lui ?
Aveva notato che da qualche
tempo il ragazzo era
strano e la battaglia avuta il giorno prima ne era stata la prova.
Shiki non avrebbe mai
combattuto contro di lei.
Non l’avrebbe mai fatto.
Nonostante non sembrasse
dimostrarlo o, comunque,
non l’avesse mai detto apertamente, cosa assai normale per la sua natura
silenziosa ed introversa, teneva a Rima più della sua stessa vita e non
avrebbe
mai voluto combattere contro di lei.
Non aveva voluto farle del
male.
Il giorno precedente, la
vampira aveva combattuto
contro di lui, ma non era servito a nulla per farlo tornare in sé.
Al contrario, cosa che
l’aveva sorpresa, parlargli
era servito.
Era bastato dirgli solo tre
frasi.
Poche forse, ma d’effetto.
E quelle semplici parole
avevano fatto tornare in sé
Shiki, o almeno Rima lo sperava.
In un’altra stanza, intanto,
un ragazzo aveva appena
aperto gli occhi.
Li sbatté due volte e poi il
suo sguardo si fermò
sul soffitto.
-Rima…-, mormorò Shiki,
pensando alla ragazza.
Si alzò dal divanetto su cui
era sdraiato e si
diresse verso la camera della vampira.
Con passo felpato e
silenzioso, apparve sulla soglia
della stanza e rimase alcuni attimi fermo, poi decise di entrare.
Si arrestò davanti al letto
di Rima e la fissò per
una ventina di secondi, ripensando all’accaduto.
-Ho sentito la voce di Rima
quella volta-.
Inizio
Flash Back
La ragazza, sanguinante, si
reggeva in piedi grazie
all’aiuto di Ichijo, che la sosteneva.
Il sangue colava a fiotti
dalla sua ferita, macchiandole
la divisa scolastica.
Abbassò all’improvviso la
testa, tanto che i ciuffi
dei capelli le coprirono completamente gli occhi celesti, leggermente
scuri.
-Stupido !-, sibilò Rima,
ancora con il viso
abbassato. -Non permettergli di fare quello che vuole-.
Abbassò ancora di più il
capo, poi lo rialzò con uno
scatto, urlando -Devi avere più cura di te stesso !-.
I suoi occhi, stranamente,
trasmettevano preoccupati
tutti i sentimenti che riempivano in quel momento il cuore della
vampira.
Shiki, dapprima, si era
limitato a sogghignare, poi,
però, il sorriso era sparito.
Rimanendo con lo sguardo
coperto dai ciuffi dei
capelli, aveva iniziato a contorcersi, finché, dopo alcuni attimi, si
era
calmato.
Fine
Flash Back
Shiki si sedette sul letto,
continuando ad osservarla.
-Grazie…-, proferì il
vampiro, chiudendo gli occhi.
-Per esserti preso cura di
me-.
La voce di Rima fece
riaprire le palpebre di scatto
al ragazzo.
-Rima…-.
Quello che uscì dalla sua
bocca era un sussurro
strozzato, un misto tra gioia e meraviglia.
Ciò venne notato da lei, che
conoscendo il ragazzo,
lo intuì e sorrise flebilmente.
Una qualsiasi persona che
non conosceva Shiki sotto
questo aspetto non l’avrebbe mai capito, ma lei era diversa.
Rima era una delle rare
persone, anzi, l’unica,
perché nemmeno con Ichijo aveva questo tipo di rapporto, con cui il
vampiro
riusciva veramente ad aprirsi.
Loro non si raccontavano di
avvenimenti che li
preoccupavano o di cose vissute e si parlavano ben poco per delle
persone che
si conoscevano così bene l’una con l’altra; non che in genere parlassero
moltissimo.
Il loro modo di parlarsi era
attraverso gli sguardi
e alcune volte con i gesti, ma non abbracci mielosi e baci sdolcinati.
Attraverso quegli occhi di
ghiaccio, apparentemente
indifferenti e distaccati, molto simili, riuscivano a capirsi e
comprendersi.
E anche quella volta, bastò
un solo sguardo per
capire tutta la situazione.
Rima rivolse uno sguardo
dolce a Shiki e lui capì
che quello sguardo significava che a lei non importava nulla di quello
che era
successo e che non c’era nessun motivo per scusarsi.
Rimase alquanto stupito,
anche se non lo dimostrò
minimamente.
Senza che nemmeno lui se ne
accorgesse, una strana
sensazione di affetto nei confronti della ragazza, lo avvolse.
D’improvviso, si chinò su di
lei e l’abbracciò,
stringendola contro il suo petto, non volendo lasciarla più.
Quello sguardo e quel
bellissimo sorriso erano
ancora immobili, fissi, nella mente di Shiki.
Rimbombavano, quasi fossero
delle parole,
continuamente, come l’eco di una grotta.
Il tempo pareva essersi
fermato, come in un film in
qui le scene si fermano.
Inerti specchi di ricordi,
magici e toccanti.
Nessuno aveva mai fatto
sentire Shiki così amato,
perdonato.
E, infondo, quello era il
modo della vampira di
trasmettere l’immenso amore che provava nei suoi confronti, ancora
incapace di
pronunciare quelle parole.
Forse troppo presto.
Forse troppo affrettato.
Forse troppo sbagliato.
Forse troppo incompreso.
Forse troppo imperfetto.
Forse troppo impossibile.
O… forse troppo perfetto.
Forse troppo amato.
Forse troppo desiderato.
O semplicemente del tutto
irreale, per quanto
magico.
Non lo sapeva nemmeno lei.
Troppe emozioni, sensazioni,
sentimenti, l’avevano
travolta.
Comprensione,
tristezza, desiderio, tenerezza,
rabbia… ?
Amore…
Forse.
Non lo sapeva neanche lei.
Nonostante fosse
meravigliata e felice al tempo
stesso, non sgranò gli occhi.
Si limitò a chiuderli e
stringersi al petto di
Shiki, volendo fermare quell’attimo di eterna felicità.
Non solo per lei, per
entrambi.
Non si dissero nulla.
Quel gesto era bastato per
far capire tutto.
Le parole non servivano in
quei momenti.
Erano inutili e, comunque,
nessuno dei due le
avrebbe ascoltate.
Rimasero a lungo
abbracciati, uniti come un solo
essere.
Shiki non aveva alcuna
intenzione di sciogliersi da
quell’abbraccio, che trasmetteva calore e conforto, insieme a nuovi
sentimenti
che non aveva mai provato, nemmeno con Ichijo.
Strinse più forte la presa
attorno alla vita della
ragazza, appoggiando la sua testa sulla sua spalla.
Anche Rima rafforzò la
presa, avvinghiando le
braccia attorno al collo del ragazzo.
Altri minuti passarono, ma
nessuno dei due ebbe
intenzione di staccarsi.
L’atmosfera che c’era nella
stanza sembrava
ricalcare i sentimenti dei due ragazzi.
Abbracciati, come la luna
stringeva le stelle,
creando uno spettacolo meraviglioso.
Rima inspirò il profumo del
ragazzo, che steso su di
lei, aveva chiuso gli occhi, godendosi il calore che lei emanava, come
fosse
stata una consolazione ad una tristezza provata fino a quel momento,
chiusa in
un angolo del cuore e lasciata nella sua immensa solitudine.
E, infondo, era così.
Shiki si era sempre tenuto
per sé i sentimenti che
provava.
Non importava quali.
Dalla gioia alla tristezza,
dalla comprensione alla
rabbia, dall’odio all’amore.
Non ne aveva mai parlato con
nessuno, a parte, per
la prima volta, con Rima.
Quell’abbraccio era il suo
unico riparo, la sua
unica consolazione, il suo unico angolo di comprensione, ma con questo
non la
stava utilizzando.
Lei era l’unica persona,
assieme a Ichijo, che lo
amava (E qui non si intende voler bene, amare) per quello che era.
Tuttavia, l’amore che Shiki
provava per la ragazza
era ben diverso dall’amore che provava per Ichijo, simile ad un amore
fraterno,
ma molto più forte.
L’amore che provava per Rima
era qualcosa di
speciale, che gli faceva battere forte il cuore quando i loro sguardi si
incrociavano, che lo faceva star male se vedeva la ragazza triste, che
lo
faceva star bene quando anche lei loro era, che lo faceva sentire felice
quando
stavano insieme.
L’amore che provava per
Ichijo, invece, era simile,
ma, fondamentalmente molto diverso. Era un amore fraterno molto forte,
che
riusciva a sostenere uno e l’altro nei momenti difficili, perché
sapevano che
se uno aveva bisogno dell’altro, quest’ultimo c’era sempre.
Eppure, tra questi due
sentimenti, sentiva “più
amore”, o forse era solamente perché era completamente diverso, che un
semplice
bene, quello che provava per Rima.
Anche se questo non voleva
dire che non volesse
davvero bene a Ichijo e che il sentimento che nutriva per lui non fosse
importante.
Shiki sospirò leggermente,
contento e felice in cuor
suo che Rima si fosse svegliata.
Il vampiro si sciolse
lentamente dall’abbraccio e ritornò
a sedersi affianco a lei, ma più vicino.
La ragazza gli donò un altro
sorriso, questa volta
carico di amore.
Shiki rispose a sua volta
con un sorriso.
Passarono alcuni attimi,
passati ad osservarsi
continuamente.
-Mi dispiace…-, mormorò ad
un tratto Shiki.
Rima lo fissò, senza capire,
poi ricordò a cosa si
riferisse.
-Te l’ho detto, non
importa…-.
“Sono fortunato ad averti al
mio fianco…”, pensò il
vampiro.
Il ragazzo aveva assunto
un’aria preoccupata e allo
stesso tempo cupa e Rima se ne accorse.
-Cosa c’è ?-
-Mh ?-
-Cosa c’è ? Ti vedo
pensieroso-
-Mi dispiace. Se certe cose
non fossero successe, tu
ora non staresti così male-.
Shiki abbassò il viso,
mormorando fiocamente
-Scusa…-.
Rima sorrise e si alzò,
mettendosi seduta.
Si avvicinò a lui e disse,
posandogli un mano sulla spalla, -Non è stata colpa tua-.
Il ragazzo si voltò di
scatto, sentendo la mano
della vampira su di lui.
La osservò per alcuni attimi
e si ritrovò a pensare
che poter stare con lei tutti giorni era una cosa bellissima.
Non era la prima volta che
stavano così vicini,
anche perché erano due modelli e quindi lavoravano assieme e certe volte
serviva mettersi in certe pose molto ravvicinate, ma loro non avevano
mai
protestato.
Il lavoro è sempre lavoro,
d’altronde, no ?
“Conoscere te è stato la cosa più bella che mi sia
mai successa”, si ritrovò a pensare la ragazza.
Il vampiro continuava a
guardarla non capendo.
Perché si stava comportando
in quel modo ?
Nonostante non capisse il
suo comportamento, era
attratto da quei grandi occhi celesti scuro che lo scrutavano.
Improvvisamente, Rima si
avvicinò al viso di Shiki,
ma poi si bloccò improvvisamente a pochi centimetri dalla sua bocca.
Guardandolo dritto negli
occhi, mormorò -Non ho mai
avuto il coraggio di dirtelo. Ora l’ho trovato-.
Inspirò profondamente e poi
rilasciò l’aria.
-Ti amo-, disse, concludendo
la frase.
Shiki rimase un attimo
attonito, poi sorrise.
Si avvicinò al viso della
vampira e le
sussurrò all’orecchio -Ti amo anche io-.
Rima sentì le lacrime
premerle sulle iridi celesti; cosa rara.
Tante, calde e copiose.
Non uscirono, però.
La vampira le trattenne,
ricacciandole indietro con
forza.
Entrambi, lentamente, si
avvicinarono di più, fino a
che le loro labbra si congiunsero r si unirono in un dolce e allo stesso
tempo ardito, bacio.
Shiki sentì una strana
sensazione quando avvertì le
labbra di Rima premere sulle sue.
Una strana sensazione,
indescrivibile, ma
bellissima, magica.
Rima, dal canto suo, era
troppo felice ed emozionata
per poter percepire lo stupore iniziale del vampiro.
Aveva chiuso gli occhi
appena le loro labbra si
erano unite in quel lungo e passionale bacio, non riuscendo più a
trattenere le
lacrime, che erano scese copiose e silenziose lungo le sue guance.
Approfondendo quel bacio, si
sfiorarono le lingue,
dapprima incerti, poi sempre più passionali e decisi, finché le loro
lingue
sembrarono unirsi in una sola.
Amore, era quello allora che
si provava quando si
baciava la persona amata ?
Questo si domandò Shiki,
aprendo leggermente le
palpebre, poiché anche lui le aveva chiuse.
Quello che vide, gli riempì
il cuore di tenerezza e
affetto.
Rima stava ancora piangendo,
molto meno di prima e
con le mani si stringeva a lui.
Il vampiro si staccò
lievemente e asciugò le lacrime
alla ragazza.
Rima gli sorrise.
Quello era il suo modo per
ringraziarlo.
Il ragazzo la abbracciò e la
vampira si accoccolò
sul suo petto.
Facendo attenzione a non
farle male, Shiki si stese
sul letto e la strinse di più al suo petto.
-Grazie-.
Si udì ad un tratto la voce
di Rima.
Shiki si voltò a guardarla e
lei lo osservò
intensamente.
Quello sguardo, come poco
prima, aveva spiegato
tutto.
Quello sguardo profondo
significa -Grazie, Shiki. Grazie
per tutto. Grazie. Ti amo-.
Il vampiro la guardò
intensamente a sua volta,
facendole capire che l’unico che doveva ringraziare era lui. Lei l’aveva
perdonato, lei lo aveva amato, lei gli era stato vicino, lei lo aveva
fatto
tornare se stesso. Era lui che la doveva ringraziare.
Si scambiarono un sorriso,
prima che le loro labbra
si riunissero di nuovo in un altro dolce e romantico bacio.
Il sole stava tramontando e,
pian piano, il buoi si
apprestava a scurire il cielo.