[Reed Mustang VS Edward and Alphonse Elric]
- No! -
- Sì! -
- No! -
- Per l’ultima volta: ti dico che è così! Devi credermi! -
- …
No. -
Ed una testa d’acciaio, con un ciuffo di peletti bruciacchiati in cima, volò via ancora una volta.
Edward Elric la evitò, come ormai stava facendo da un buon quarto d’ora, e continuò a fissare un punto indefinito appena oltre la finestra.
Ancora faticava a credere di aver accettato un compito tanto ingrato.
Non che, a dirla tutta, avesse avuto davvero tutta questa gran facoltà di scelta.
Lui e suo fratello si erano semplicemente ritrovati ad annuire, ancora prima di afferrare cosa esattamente gli fosse stato proposto, fin dal momento in cui il Tenente Riza Hawkeye era entrata con passo cadenzato nel loro spogliatoio, stringendosi la fibietta della fondina intorno alla vita e mormorando qualcosa circa un presunto favore.
Tre ore dopo si erano ritrovati l’erede della famiglia Mustang placidamente seduto in soggiorno, intento a dar fondo alle scorte di latte sapientemente acquistate da Al.
Non che ad Edward la cosa spiacesse, in fondo.
Ma la valigia su cui il bambino era rimasto poggiato a fissarli era stato un groppo difficile da mandare giù.
Ed il modo in cui l’aveva guardato, dall’alto in basso… beh, quello aveva semplicemente fatto male. Parecchio anche.
Ma Edward Elric era un adolescente che crescendo aveva imparato a guardare al futuro con rinnovata fiducia.
Il fatto che il piccolo Reed Mustang portasse intrinseco il fastidioso patrimonio genetico del Colonnello Mustang, di certo non implicava che dovesse anche rispecchiarne gli evidenti difetti.
Anzi, dal punto di vista del giovane alchimista, la possibilità di un presunto salto generazionale sarebbe forse persino potuto essere il punto d’incontro per una nuova alleanza.
- Zio Ed? -
- Dimmi, caro. -
- Tu hai meno di cinque anni, vero? -
- … -
Tutti nella stanza, mobilia compresa, parvero trattenere il respiro.
Alphonse Elric ne approfittò per riafferrare la propria testa e, il più velocemente possibile, sgattaiolare fuori dall’uscita sul retro.
- Perché. Mai. Dovrei. Caro? –
Il bambino rimase in silenzio per alcuni istanti, meditabondo.
Al con un solo balzo scavalcò la staccionata della vecchia Pinako e Den intento a sonnecchiare al sole.
- Perché se fosse davvero come dice zio Al, allora saresti un fagiolino microscopico per uno della tua età. -
…
Al diavolo l’alleanza.
Quella era una dichiarazione di guerra.
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Una raccolta. Sul piccolo Mustang. .-.
…
Gambizzatemi.
L’idea francamente non so da dove mi sia esattamente venuta. So solo che stavo guardando il mio gatto sbrindellarmi una pantofola ed ho pensato “ Ehi! Quasi quasi faccio una raccolta! °ç° ”
Il punto di partenza è relativamente semplice: il babysitting.
Essendo Riza e Roy entrambi militari, ed appartenendo entrambi ad un certo grado, mi è venuto quasi naturale pensare che, al momento di doversi recare in missioni necessariamente lontane da casa, siano costretti ad affidare a qualcuno il
E chi meglio dei cari sottoposti? °ç°
In conclusione, la raccolta si propone di raccontare i vari “scontri” fra il piccolo Reed ed i militari della divisione del Colonnello.
Tutti, nessuno escluso.
* si inabissa ridendo selvaggiamente