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Autore: SissiCuddles    02/06/2010    2 recensioni
L'ho scritta dedicandola ad una mia amica che ho conosciuto in un forum. House e Cuddy, poche parole, solo un abbraccio.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thinking about a few things


Delle mie amiche mi hanno fatto ascoltare due canzoni di cui ignoravo i suoi artisti. Ma il loro testo mi ha messo voglia di scrivere qualcosa. E infine ecco questa fanfiction che raccoglie un momento speciale. Non contiene spoiler, è solo la mia fantasia ad aver dato vita a ciò che ho scritto.



L’ho scritta con le lacrime agli occhi, guadagnandomi degli sguardi incavolati da mia madre. E’ un “qualcosa” che voglio dedicare ad una persona che da poco tempo è diventata importante per me, anche se non l’ho mai vista. Abbiamo condiviso delle lunghe ore insieme e anche se non ho la più pallida idea di come sia la sua voce, me la sono immaginata mentre leggeva quello che avevo scritto per lei.



E’ una cosa assurda questa, ma io sono una folle e la cosa non mi dispiace per niente. Ma ora banco alle chiacchiere perché mi sto dilungando troppo.



Gì, questa è per te…


***


Sta piovendo oggi, le persiane sono chiuse…



Le gocce di pioggia scendevano velocemente lasciando solchi sulle finestre oscurate del suo ufficio. Le osservava abbattersi contro il freddo vetro e poi scendere fino al suo terrazzo. Osservata tutto, ogni minimo dettaglio che i suoi occhi potevano percepire, lui lo immagazzinava nella sua memoria. A lui piaceva la pioggia. Gli piaceva il cielo scuro sia di giorno che di notte, non ne aveva paura nemmeno da bambino. Se ne stava seduto sulla sua sedia, dando le spalle alla porta, come se volesse buttare via tutto ciò che intorno a lui era successo negli ultimi mesi. Rigirò la sua pallina tra le mani e la scagliò con violenza contro la finestra, creando delle crepe nelle ombre che si riflettevano dal corridoio. La osservò rimbalzare, sempre con intensità minore, finchè qualcuno la bloccò con un piede.



Per ogni singolo uomo esiste un sole, che nasce con te e sorride quando muore.



Lui aveva perso il suo sole. Quel raggio di sole, che immaginava svegliarsi accanto a lui la mattina. O quello che si addormentava con la testa appoggiata al suo petto. Quel raggio di sole a cui lui non poteva resistere. Quello che per lui era diventato essenziale, piano piano, si stava allontanando inesorabilmente da lui. Quella sua luce si era sbiadita e aveva reso tutto opaco, compreso il suo cuore. Vedeva questo raggio di sole varcare i corridoi senza badare attenzione, senza nemmeno lanciargli uno sguardo, facendo finta di non averlo visto. Il suo raggio di sole aveva trovato un altro fiore da illuminare e rendere felice. Ma chi poteva rendere felice il sole?



E’ sempre uguale. Ho provato tutti i giochi che fanno. Mi fanno impazzire. Tutto è imprevedibile, non ha significato per me.


Rigirò la sua sedia, verso il corridoio. Continuò a fissare la pallina. Seguì la linea del piede, per poi salire al polpaccio, al ginocchio e poi alla coscia. La vide davanti a lui, le sue braccia scendevano lungo i fianchi, morbide. Avrebbe voluto chiedergli che cosa ci facesse lì, ma nemmeno una parola nel suo vocabolario sembrava giusta in quel momento. Osservò la sua ombra accorciarsi sulla moquette, mentre lei camminava lentamente verso la parete al suo fianco. Si appoggiò alla parete come se dovesse sostenere quel peso con il suo esile corpo. Alzò lo sguardo verso di lui, ma rimase in silenzio.



Dobbiamo solo dare il nostro amore a chi lo vuole. Stare in pace anche se non si è dove ci piace. Capire se è il momento di parlarsi sottovoce.


Avrebbe voluto dirgli il motivo per cui eri lì, ma non gli piaceva stare nel suo ufficio. Quello era il suo regno, aveva varcato quel fossato tra di loro e non sapeva cosa fare. Aveva programmato tutto, ma davanti a lui tutto era cambiato. Sapeva già in precedenza che il suo piano non sarebbe funzionato, perché con lui non funziona niente. Un suo sguardo e lei si dimenticava tutto, un altro sguardo e lei sarebbe caduta a suoi piedi in quell’istante. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma la sua voce era sparita. Si ritrovò a sussurrare qualcosa. Un suono quasi impercepibile, ma che lui non aveva mancato di sentire.



Tutto quanto accade in modo così rapido e veloce. Tutto quanto accade in modo così naturale.


Aprì gli occhi dopo qualche secondo, nel sentire le mani di lui cingerle le spalle delicatamente. Si era alzato e lei non l’aveva nemmeno sentito. Stava piangendo e non era ancora sicura del perché di quell’azione. Aveva sussurrato una sola parola e poi aveva disconnesso qualsiasi altro pensiero dalla realtà. Ora lui la stava osservando. I suoi occhi blu celavano le sue emozioni, troppo complicate per poterle capire in quel momento. Ma qualcosa gli diceva cosa fare e lui senza esitare seguì quelle indicazioni alla lettera. La strinse a sé, senza farsi alcun problema.



Il sole splenderà come non mai. Un giorno mi sentirò pronto per scoprir il mondo dietro quel muro.


La stava abbracciando forte a sé come non aveva mai fatto. Lei stava ancora piangendo, ma le sua braccia si strinsero intorno alla vita dell’uomo. Le sussurrò qualcosa e lei sorrise per la prima volta dopo tanto tempo. Per l’ennesima volta lui riusciva a farla sorridere tra le lacrime. Lui era l’unico a riuscire a farla sorridere in quel modo. Lo strinse ancora di più tra le sue braccia e lui non si sottrasse a quell’azione. Rimase lì con lei e la strinse più forte, mentre la testa di lei cercava rifugio nell’incavo del collo di lui. Sentì le sue guance bagnate, inumidire il suo collo, ma non gli importò.



I treni vagano nel cielo attraverso frammenti di tempo, mi portano in posti della mia mente sconosciuti. Sono pronto a cadere. Sono pronto a strisciare sulle mie ginocchia, scoprire tutto. Sono pronto a guarire. Sono pronto a sentire…portami lì.


E se fosse stato possibile avrebbe voluto stringerla ancora più forte, farle capire che lui era lì per lei, con lei. Non aveva paura di mostrarle i propri sentimenti, non questa volta. Lui aveva preso tutto il coraggio e abbandonato il suo orgoglio e tutti i suoi altri difetti. Sarebbe stato l’uomo per lei, il suo amico, il suo amante. Ciò che lei voleva, lui l’avrebbe fatto. Era cambiato per lei, solo per lei. Era pronto ad abbattere quel muro tra di loro. Quella sorta di muraglia cinese che li divideva da troppo tempo. Avrebbero passato dei bei momenti e in altri avrebbero voluto uccidere l’altro. Ma loro erano sempre stati così e ne erano felici. Erano sempre stati insieme, ma era come se i loro orologi non fossero sincronizzati.



E vale la pena di evadere, senza regole, come nelle favole. Senza paura di sentirsi inutile.


Sarebbe stato lì per lei. Lei avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. Sarebbero stati una coppia nel loro strano modo: in quell’assurdo gioco di ruolo che mai era stato praticato da altri. Loro erano unici nel loro genere, soli in quel mondo troppo complicato. O forse erano loro ad essere troppo complicati? Ma questo non importava a loro. Erano ancora abbracciati, tenevano strette quelle emozioni con loro, come a non volerle farle fuggire lontane da loro. Lei alzò il suo viso da quel comodo nascondiglio, si fissarono per qualche secondo, mentre sulla labbra di entrambi spuntava un sorriso imbarazzato. Lui avvicinò le sua labbra a quelle di lei. Un semplice, dolce bacio.



Un giorno mi sentirò pronto per scoprire il mondo dietro quel muro.

E il sole splenderà come non mai.

   
 
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