E' quasi l'alba ma non riesco a dormire. Le aste delle persiane sono rimaste leggermente aperte e i primi raggi del sole entrano ad illuminare la stanza e ad avvolgermi con il loro calore.
Mi rigiro in un letto troppo grande per una persona sola e sento sempre troppo forte il vuoto che scava nel mio petto la tua mancanza.

Sono passati venti anni da quando siamo tornati, e in tutto questo tempo non ho saputo aprire il mio cuore a nessun altro. Non ho mai sofferto di solitudine. Claire e Sawyer mi sono stati vicini, ma soprattutto Aaron mi ha riempito la vita.
E' un magnifico ragazzo adesso, Claire dice che ha la testardaggine degli Shephard ma ha anche il tuo gran cuore. Vuole fare il dottore e Alice nel Paese delle Meraviglie è ancora il suo libro preferito, dice di ricordare perfettamente quando zio Jack gli leggeva la sera prima di addormentarsi e io gli credo.
E' innamorato di Clementine, la figlia di Sawyer e Cassidy. Quando sono venuti allo scoperto, beh, puoi immaginare l'ironia di Sawyer, poi tutti abbiamo pensato che in qualche modo anche loro siano destinati a stare insieme.

Claire è una mamma magnifica. E' stata dura per lei tornare alla "vita civile", dimenticarsi tutte le brutte cose che le sono successe sull'isola e ritrovare un legame con Aaron. Se l'è cavata alla grande, giorno dopo giorno, passo dopo passo con il mio aiuto e quello di sua madre, e ora è il "centro del mondo" di suo figlio.

Sawyer è tornato da Cassidy per il bene di sua figlia ma non sono mai riusciti a tornare insieme come coppia. Ha avuto qualche flirt di poca importanza ma nessuna è mai riuscita a prendere il posto di Juliet. Ha cercato Rachel qualche mese dopo che eravamo tornati. Si sono aiutati molto più di quanto si potesse immaginare quando la mancanza di una sorella e di una compagna era troppo grande da sopportare. Julian, suo nipote ha i tratti più belli del carattere di Juliet e incredibile, i suoi grandi occhi azzurri.

Ogni due mesi circa ci riuniamo tutti insieme, abbiamo preso questa abitudine quasi sponataneamente dopo che eravamo tornati. Ceniamo e parliamo e spesso ci perdiamo nei ricordi dell'isola. I ricordi spiacevoli non riemergono quasi più, al contrario ci ritroviamo nel rievocare quelle storiche partite a poker, le partite a golf, le piccole cose che ci hanno unito e le risate che ci permettevano di non  impazzire.

Mi manchi.
Lo so che te ne sei andato e che non tornerai, ma qualche volta mi ritrovo a pensare di rivederti ancora, di riuscire a parlarti o di sentire la tua voce.
A volte invece, quando sento suonare alla porta, corro ad aprire, con l'assurda speranza di trovarti sull'uscio di casa, il sorriso sulla bocca, quella luce negli occhi che avevi quando mi guardavi, la cravatta allentata e un'incredibile voglia di stare insieme nonostante la stanchezza del lavoro.

E così ti scrivo perchè è come averti qui con me fino a quando saremo di nuovo insieme. Insieme per l'eternità.