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Autore: MaryFangirl    02/06/2010    8 recensioni
Questa è la mia prima shot yaoi, con Light che si ritrova a discutere con L e...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Si erano amati e posseduti. Lì, nella stanza di L. Light si era quasi sentito lusingato, perchè quello era il suo luogo privato; davanti alla porta c'era persino un grande cartello che vietava l'accesso alla camera.
A Light era battuto il cuore per tutto il tempo, sin da quando Watari si era fermato davanti all'appartamento con la limousine nera.
Light aveva azzardato l'ipotesi che L non avesse nemmeno una casa, che ormai la sua abitazione fosse la base operativa in cui indagava e formulava complessi pensieri che ruotavano attorno a Kira. Light non faceva che domandarsi perchè si trovasse lì, con L.
L, Ryuzaki, Hideki Ryuga. Poteva chiamarsi come voleva; per Light era diventato indispensabile incontrarlo ogni giorno, parlarci...mentre il cuore tamburellava.
Light si sentiva strano, ma bene. L gli piaceva, e parecchio. Non era sicuro che fosse amore, tuttavia il trasporto era evidente, e non credeva di peccare di presunzione pensando che per L fosse lo stesso. Erano compatibili: parlavano di Kira, concludevano un discorso contemporaneamente, giungendo alle medesime conclusioni, ricostruendo un puzzle di più di diecimila pezzi insieme. Eppure Light sapeva tutto, riguardo a Kira.
Sapeva che la cosa migliore da fare era uccidere L...ma il solo pensiero gli mozzava il fiato. Così era giunto alla conclusione di essersi innamorato, o sicuramente invaghito di L. quel giorno L l'aveva invitato a casa sua per continuare le indagini. O forse per rimanere un po' solo con lui, sperava Light.
Era incredibie. Appena l'aveva visto, L gli era sembrato un imbecille, invece era la persona più acuta e sorprendente che Light avesse mai incontrato.
Avevano iniziato a parlare di Kira e del secondo Kira, di come fosse pazzesco che si servisse unicamente di un nome e di un volto per uccidere.
Light non finiva di stupirsi di se stesso, della sua capacità di nascondere eppure costruire ipotesi altrettanto articolate; L lo guardava ammirato, o almeno era quello che Light comprendeva, perchè le occhiate di L non erano semplici da decifrare.
Poi L si era alzato e aveva preparato del the, accompagnandolo con due fette di torta alle fragole. Posando i piattini sul tavolino, gli aveva sfiorato il ginocchio. E il suo cuore pulsava. L era sempre seduto nella sua maniera particolare, mangiava con calma e con gusto, Light a malapena sorseggiava il suo the. Stava impazzendo.
Si stava riscoprendo omosessuale, e per di più infatuato del suo rivale.
Come faceva a sconfiggere L, ad eliminarlo? Una persona sensata si sarebbe alzata, avrebbe ringraziato e salutato e se ne sarebbe andata da quell'appartamento. Ma lui no.
Si sentiva avvampare, ma non si fermò. Si alzò e si accostò alla poltrona di L, chiuse gli occhi e allo stesso tempo le labbra del detective con le proprie.
Dopo due secondi quasi gli venne un infarto: L stava rispondendo al bacio!
Chiuse gli occhi e desiderò spegnere il cervello; era il punto del non ritorno. Stava amando la bocca di L, e voleva di più. Non provava alcuna vergogna, il suo sentimento cresceva ad ogni movimento di labbra e di lingua.
Light si era fatto un po' più ardito e l'aveva spinto contro di sé posandogli una mano sulla nuca, proibendogli di andarsene. Esitava sempre meno, esultava dentro di sé nel sentire uguale passione da parte di L. Il suo nemico. Diversi e uguali, bambini e adulti.
L si separò ansimante e incatenò gli occhi ai suoi. Aveva la solita espressione tranquilla, ma Light intuiva la sua agitazione.
“Yagami...” sussurrò pianissimo e rocamente. “Non è normale...” aggiunse.
Light s'irrigidì. “Definisci la normalità...Ryuzaki”
L abbassò il capo e fissò i propri piedi. “Allora...tu intendi...”
Light sentì il volto in fiamme. “Beh. Sì, Ryuzaki” L deglutì. Si sollevò lentamente e si voltò. “Quella è la mia...stanza” la indicò con un dito. Light lesse il cartello.
DO NOT DISTURB-OFF LIMITS-PLEASE KNOCK THE DOOR
Light cercò di ingoiare uno strano nodo alla gola e si incamminò, preceduto da L.
Erano imbarazzati ma ormai consapevoli della realtà, del bacio appena scambiato e quindi delle labbra ancora umide, del corpo dell'uno che si protendeva verso l'altro, le mani che sudavano e ambivano la pelle dell'altro, le bocche che volevano reincontrarsi.
Entrarono nella stanza, L chiuse la porta a chiave. Sembrava impaurito; Light lo abbracciò, riscoprendosi intimorito quanto lui. L lo strinse a sua volta. Ancora una volta Light fece il primo passo e lo baciò di nuovo.
La tenerezza dei gesti e allo stesso tempo la foga del desiderio sorpresero entrambi, che non ascoltavano più la voce della ragione ma solo il bisbiglio dell'emozione.
I gemiti profondi misti a qualche rauco grido riempirono l'atmosfera, mentre le mani erano strette e gli occhi non cessavano di brillare.


Light sosteneva il capo col braccio, mentre L era voltato di spalle e dormiva. Light scosse la testa e si pizzicò la coscia; era proprio sveglio.

Si erano posseduti. Amati? Light credeva di sì. Ma ora doveva andarsene. Lanciò un'occhiata alla sveglia: 20.30. Si alzò per cercare la camicia, e noto L che apriva gli occhi. “Devo uscire con Misa” disse. L annuì.
“Yagami...ti vergogneresti a dire alla tua ragazza che sei stato con un ragazzo?”
Light non rispose. “Ti vergogneresti a dire alla tua ragazza che sei stato con un ragazzo?”
Light fremette. “Io no. Non mi vergognerei”
Light sentì il cellulare squillare. Il messaggio di Misa lo invitava a darsi una mossa.
Guardò prima lo schermo, poi L. era ancora caldo e ancora sapeva di lui; ancora sulle braccia i segni delle sue unghie.
Light digitò veloce un sms, sbattè il telefonino sul comodino e si gettò nel letto, riprendendo possesso di quel ragazzo, trattenendo una lacrima. L strinse i denti e intrecciò le dita a quelle di Light, che gli circondavano la vita. Light posò le labbra alla base del suo collo e si svuotò.
Abbandonò la fronte imperlata contro la sua schiena e sorrise appena, non sapendo se ridere o piangere. L gli sfiorava il dorso della mano dolcemente e, piano piano, Light si addormentò, quasi ipnotizzato, e L lo seguì, abbandonato al suo abbraccio.


Una sola lacrima rigò la guancia della ragazza.
Sono col mio ragazzo. Mi dispiace
Abbozzò un sorriso e tornò a casa insieme a Rem.

  
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