Ok, questa cosa - breve
e per nulla seria perchè così deve essere - nasce da
uno dei flash più assurdi che mi
siano mai venuti da che scrivo fic e che ha lasciato
la sottoscritta a ridere da sola come una scema, per buoni cinque minuti, nel
corridoio (per mia fortuna) deserto dell'ipercoop..xD
Il tutto - infatti -
nasce stamattina, mentre accompagnavo mia madre a far la spesa, più
precisamente dal fatto che avevo bisogno di banalissimi, normalissimi cerotti
e che quindi sono capitata davanti al suddetto scaffale... Su cui stava, in
bella mostra, anche dell'altro.
E - in parte - tutto ciò
è anche colpa di una certa Chiara
(per non fare nomi!xD) che ovviamente è presente
nella fic e che, ormai tempo fa, ha deciso che Joe e
il mio personaggio sarebbero andati "oltre" un certo limite.
>///> Il che implica che il mio cervello bacato non abbia più scuse valide
per drenare via flash su determinati argomenti.>///>
Bom, che dire... Sono
giusto 650 parole saltate fuori così in una manciata d'ore, ora torno alle cose
serie (il capitolo di "Gabrielle" in primis).=3
Buona lettura, spero che
nessuno si scandalizzi troppo (ma, in fondo, non c'è poi nemmeno nulla di cui turbarsi
io penso!xD), che non ridiate così tanto della
sottoscritta e che vi piaccia. Commenti sempre benissimoaccetti!*O*
Baciatutte!:*
~ Scelte
Ci
sono scelte davanti a cui una ragazza - giovane donna, forse - si viene quasi
certamente a trovare, almeno una volta nella vita. Alcuni lo definiscono il
naturale evolversi delle cose, per me era semplicemente qualcosa di
assolutamente imbarazzante e che, di norma, non avrei fatto nemmeno sotto
pagamento.
Amore, sono finiti... Visto che vai a
fare la spesa, ci pensi tu a ricomprarli? ~
Ecco.
Una frase del genere avrebbe dovuto - come minimo - mettermi in guardia, considerato
che non lasciava fraintendere proprio un bel nulla, nonostante l'apparente
mancanza di soggetto. Normalmente sarei saltata sull'attenti ed avrei vivamente
consigliato a Joe di provvedere personalmente, fatto e considerato che gli
oggetti in questione erano qualcosa che - per buona parte - riguardava molto
più lui di me.
Probabilmente
il fatto che mi trovassi in piedi davanti a quello scaffale - dopotutto - aveva
a che fare con il modo in cui mi aveva
rivolto quella domanda, accompagnandola con un abbraccio mozzafiato e una
carezza lungo la schiena che poteva solamente far rimpiangere l'assenza di quei
dannati affari, fatto e considerato che avrei praticamente potuto lasciare che
mi saltasse addosso anche subito, anche lì,
contro il bancone della cucina.
Sbuffai.
Sicuramente era a causa delle sue labbra ipnotiche, se avevo tirato fuori un
"va bene" quasi convinto e
non avevo minimamente badato al fatto che la spesa settimanale era un rito da
compiere tassativamente in due: non osavo nemmeno immaginare quale sarebbe
stata l'esatta espressione di Chiara...! Imbarazzante
era dire ancora poco.
Ma,
poi, quante maledette marche, qualità, caratteristiche diverse possono esistere
per una cosa fondamentalmente elementare
come quella? Dannati americani megalomani...! Come se non fosse già abbastanza
difficile, per una femmina.
~
Che vuoi che ne sappia, li mette lui, non io...!
Agguantai
una confezione a caso, fra quelle che mi sembravano più normali - maledicendo Joseph e giurando a me stessa che, se non gli
fossero andati bene, li avrebbe ingoiati uno ad uno con tanto di involucro -,
poi tornai veloce sui miei passi. Lanciai la scatolina nel carrello senza
nemmeno guardare Chià, le guancie in fiamme mentre la
sentivo trattenere il fiato e tuffarlo in una risatina sommessa.
-
Non. Una. Parola. - Ringhiai.
Come
se servisse a qualcosa: sarebbe bastata anche solo la sfumatura violacea del
mio viso a scatenarle grosse risate.
°°°
Glieli
ficcai fra le mani, prima di sedermi pesantemente sul letto. Presi ad ignorare
deliberatamente il modo in cui sorrideva, mentre riponeva il tutto nel cassetto
del comodino e continuai a guardare con convinzione il pavimento.
- Niente
commenti. Fatteli andar bene, perchè non ho
intenzione di ripetere l'esperienza. -
- Perchè...? A me non dispiace l'idea che tu possa fare una
cosa tanto intima, per me. - Parlava
a voce bassa ed io riuscivo a sentirlo distintamente, solo perchè
mi stava seduto accanto e le sue labbra quasi sfioravano il mio orecchio
destro. - Mi fa sentire che siamo una coppia...
a tutti gli effetti. -
Arrossii
all'inverosimile ed affondai nel suo abbraccio, quasi senza accorgermene. Non
che non fosse stato carino... o dolce da farmi sciogliere completamente, solo
non ero incline a ripetermi, anche se - ehi! - avevo perfino azzeccato la marca
giusta, parola sua. Sospirai,
inarcando appena il sopracciglio.
-
Tesoro... io ti amo da morire, ma ti
prego, i preservativi continua a
comprarteli da solo...! -