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Autore: lolki    03/06/2010    1 recensioni
Il cuore martella sia nel petto sia nelle tempie, inarrestabile.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ansito accaldato sul sottile collo, ove corre veloce un brivido.
Gambe intrecciate. Baci rubati. Sospiri muti.
Corpi che dipendenti dallo stesso ritmo. Ritmo che non avrebbero dovuto imparare, o perlomeno sincronizzare. Corpi che si conoscono e sanno perfettamente quello che fanno.
Mani che vagano sul corpo di lei; unghie di lei che si aggrappano alla schiena di lui.
Il cuore martella sia nel petto sia nelle tempie, inarrestabile.
I bacini si incontrano, sincronizzati aumentano il ritmo.
Occhi negli occhi. Occhi indagatori. Occhi in cerca di qualsiasi titubanza, incertezza o dubbio; qualsiasi cosa che potesse interrompere quella danza proibita.
Fronti perlate, dove alcuni capelli si sono appiccicati, guance arrossate, dove sotto giacciono labbra semichiuse per il respiro accelerato, labbra che lei baciava e mordeva senza alcun diritto.
Negli occhi nessun dubbio nessuna titubanza solo sicurezza.
Con un veloce bacio a fior di labbra lui ristabilisce il ritmo e torna a torturarle il collo, lei stringe di più le gambe attorno al suo bacino.
Il cuore martella sia nel petto sia nelle tempie, ricominciando la sua corsa sempre più veloce.
I gemiti sono soffocati, dalle labbra,sulla clavicola di lei, mordendo la spalla di lui. Nessuno deve sentire , nessuno deve sapere.
Tutto nato da un gioco, uno stupido gioco nel quale loro giocavano … troppo.
Il cuore martella sia nel petto sia nelle tempie, violento … facendo anche male.
A un passo dall’apice i denti mordono le labbra, quasi fino a sanguinare.
Il corpo si contrae. Lui affonda ancora di più, in un corpo che non avrebbe dovuto trovare familiare. Lei si aggrappa con tutte le sue forze a delle spalle che non le appartenevano.
Il cuore salta un battito, il piacere invade il corpo dal bassoventre. Le membra si rilassano.
Solo una nota stona ancora.Nessun nome invocato.
Perché sono nomi, corpi, anime che non si appartengono; ma che si torturano a vicenda.

Lui si sposta di lato, togliendole il proprio peso di dosso.
Stanno ancora così, uno di fianco all’altra. L’unico rumore percepibile sono i loro respiri ancora aritmici. Lei porta una mano al petto cercando di regolarizzare il proprio respiro.
Il cuore martella sia nel petto sia nelle tempie, questa volta decelerando.
Alla faccia di chi diceva che aveva un cuore di marmo, si perché dire di ghiaccio non bastava, perché "il ghiaccio si scioglie". Curioso era il fatto che la persona che aveva fatto questa osservazione fosse quella accanto a lei. Si alzò andando in cerca della propria biancheria, per iniziare. Indossò la canottiera, trovata sul pavimento; straordinariamente entrambi i calzini, trovati nelle molteplici pieghe delle coperte; gli slip li trovò appesi (per qualche oscuro motivo, dove sicuramente non si sarebbe soffermata) appesi alla maniglia della porta solo un sospiro uscì dalle sue labbra arrossate. Si sedette sul letto con l’intento di infilarsi i jeans. Volse lo sguardo verso di lui, il quale era stato tranquillo ad osservarla,come faceva (quasi) ogni volta ( neanche fosse un animale sconosciuto), infine allungò il braccio nella sua direzione.
«Il reggiseno prego», tono asciutto piatto, forse leggermente annoiato.
Lui sorrise, un sorriso sghembo. Fece comparire l’oggetto della richiesta da dietro il proprio cuscino. Era sul consegnarlo a lei, che stava per prenderlo, ma si fermo, ritirando il braccio e mettendosi a osservare l’oggetto con interesse.
«Scemo, dammi il reggiseno, perfavore, che devi farti la doccia.»
«Vuoi farla con me?»
«No»«Alle sette e mezza devo essere a casa, e dobbiamo ancora finire fisica»
«……che palle… allora, ricapitolando, devo portare te a casa e poi andare a prendere la Vale che però deve ancora rispondermi…»
Negli occhi di lui passa un lampo e la bocca assume la forma di un ghigno
«..e i miei tornano domani…..»
«che ne dic..»
«No. Ora tu ti butti in doccia, però prima dammi il mio reggiseno, e nel frattempo io provo a finire fisica. Tutto chiaro?» Lei li lancia uno sguardo più che eloquente.
«Si Signora!!!» Lui alza la mano mimando di saluto militare.
Lei lo guardò e incapaci di fare "i seri" scoppiarono a ridere.
«… Ϫt…per…Ϫs…uguale…a….t1 meno t2….per…s2 meno s1…così trovo la velocità e poi…se sostituisco le variabili ottengo l’incognita….»«Wow…finito»
«Ma quanto ci metti a fare una doccia?!?!»urlò dalle scale che portavano al piano superiore.
Cominciò a riordinare i libri nella propria sacca. I fogli di fisica li mise nel quaderno di lui, sperando di riaverli il giorno dopo. Si mise ad osservare la cucina che da alcuni mesi aveva iniziato a "frequentare".
Venne distratta dalla vibrazione del cellulare di lui lo schermo annunciava "Un SMS ricevuto da AmOrE "
Si diresse verso il bagno, busso una volta e senza attendere risposta entrò. Si sedette sul mobile del bagno adiacente al vetro della doccia, la quale era totalmente riempita di vapore.
«Hai ricevuto un messaggio da Aaamore»Facendo la vocina stridula di proposito.
La porta della doccia si apre e lui esce coprendosi con un asciugamano.
«Cosa dice?»
«La devi passare a prendere alle otto, e che vi trovate con gli altri direttamente in piazza»
«Che scrivo?»
Lui sembrò pensarci un po’ su poi disse
«La prossima volta di avvisare prima…no dai scrivile che va bene e i soliti "ci tengo tanto a noi" o roba simile»
«ok….»
«Ti ho lasciato fisica dentro il tuo quaderno»
«Gentilissima»
Calò il silenzio per un motivo ignoto ad entrambi.
«Senti, aspettami giù che io mi vesto e ti porto a casa…ok?»
«Si si, scusa…vado in divano, mi attacco la play, posso?» Lui annuì semplicemente.
Rallentò fino a fermarsi davanti alla casa di lei.
«Bene…grazie mille per il passaggio…allora ci vediamo domani a scuola»
«Si si… certo»Il tono non era dei migliori.
«Ohi vecchio! Devi uscire con la tua ragazza! Tirati un po’ su!Mica vai a un funerale!»
Sorrise. Incredibile come lei riuscisse a farlo sorridere, lei sorrideva e inevitabilmente le labbra si tiravano anche sul proprio viso.
La sentì scendere dall’auto, gli stivali sull’asfalto , il ticchettare delle lunghe dita sul finestrino. Lui fa scendere il finestrino e lei si china alla sua altezza. Lei si sporge leggermente verso di lui e gli schiocca un bacio sulla guancia. Quando si stacca arriccia leggermente le labbra, dovuto al prurito provocato dalla barbette di lui.
«A domani bello»
«Si. Ah fammi un favore, cerca di prendere l’autobus in tempo domani, che non ho nessuna voglia di fare le corse di prima mattina!!»
«AhAhAh»
Rimise la prima e partì, con ancora la risata di lei nella testa.
  
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