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Autore: maccioccafrancesca    03/06/2010    9 recensioni
Ok, questa fic l'ho scritta perchè è così che mi immaginavo la scena della puntata 2x10 e anche perchè su questa coppia ce ne sono davvero poche!! Spero vi piaccia! Attenzione: spoiler seconda stagione!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Deluded.


 

Mi aveva illusa, poi disillusa e illusa nuovamente. Da tempo mi tempestavo di pensieri e riflessioni sul tanto bramato principe di Camelot, e lui per qualche istante mi aveva anche assecondata.

Un giorno mi aveva baciata, quando l'avevo ospitato nella mia misera casetta in legno. Quel giorno aveva cambiato la mia vita, ma non voleva dire che anche quella di Artù sarebbe dovuta necessariamente giungere a grandi mutamenti. Era da allora che quando mi camminava accanto avvampavo visibilmente e mi affrettavo ad allontanarmi da lui.

Non sopportavo la sua vicinanza, cioè, altrochè se la sopportavo, ma non in quelle condizioni. Mi sentivo denudata della mia corazza che lui stesso aveva frantumato e pertanto ogni volta che incontravo il suo sguardo serviva a ricordarmi che io ero una semplice serva che si era illusa di poter conquistare il cuore di un principe.

Poi quest'oggi ero stata io a baciare lui. Intendiamoci, l'avevo fatto solo per liberarlo da un incantesimo, non per altro, o perlomeno non per altri motivi resi pubblici.

L'avevo baciato e in quei secondi mi ero sentita come una vera principessa: il mio vestito sporco si era trasformato in un elegante abito signorile e i miei capelli erano raccolti in complicate acconciature. Ma finito quel momento ero tornata ad essere io, Gwen, una serva.

Rientrai a casa sincerata che il duello tra Artù e il re fosse finito nel migliore dei modi. Aperta la porta mi stupii di trovare sul tavolo una rosa con un piccolo bigliettino accanto. Anzi, un'altra rosa con un altro bigliettino accanto. Non feci in tempo a leggerlo che qualcuno alle mie spalle mi fece sobbalzare.

< Ho preferito consegnarlo di persona >, mi girai riconoscendo quella voce tremendamente famigliare. Artù avanzò di qualche passo verso di me. < Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare >.

< No >, lo interruppi. < Non avete niente di cui scusarvi >.

Si strinse nelle spalle.

< Anche io ho causato una parte di sofferenze >, continuai. Avevo intenzione di non cascarci più. Il principe Artù sarebbe rimasto solo ed esclusivamente il mio sovrano e futuro re di Camelot. Niente di più, certo, se quello poteva considerarsi poco...

< Devi credermi, i miei sentimenti per Vivian >, al pronunciare il suo nome la sua bocca si piegò in una piccola smorfia. < Non erano veri >, fece una pausa inchiodandomi con quegli occhi penetranti che tante volte mi avevano già catturata. < Non ho amato nessun' altra >.

A quelle parole mi sciolsi, metaforicamente. Avrei voluto dirgli che un giorno l'avrebbe fatto, un giorno avrebbe amato una donna che non ero io e che soprattutto sarebbe stata una nobile, una donna bella e di alto rango, ma quando feci per aprire bocca non riuscii a dire nulla. Ci provai, ma con lui a pochi passi da me, che mi guardava intensamente non ebbi neanche la forza di respirare. Mi limitai ad arretrare verso il tavolo ligneo.

Non volevo cedere.

Non dovevo cedere.

Se gli avessi permesso di insinuarsi nel mio cuore avrei finito solo col soffrire. Quello era solo un sogno campato in aria, non poteva che essere un'illusione, nulla di reale, perchè se lo fosse stato, se fosse anche lontanamente assomigliato a qualcosa di vero sarei crollata tra le sue braccia.

< Mio Signore, credo sia meglio che ora vi congediate >, dissi a malincuore dopo una brave ma imbarazzante pausa.

< Ginevra >, pronunciò il mio nome per intero e lì addolcii lo sguardo riportandolo sul suo. < Voglio che tu mi ascolti >, disse prendendo le mie mani tra le sue. Rabbrividii al contatto con la pelle delle sue mani, curata e liscia, al contrario della mia.

Non dissi nulla e lo lasciai continuare. < Non mi importa se tu sei una serva oppure no, non è questo che conta >.

< Conta molto più di quanto voi pensiate >, cercai di ritrarre le mani, ma Artù le teneva ben strette.

< Ginevra >, ripetè il mio nome, forse aveva capito che era il mio punto debole. < Io provo per te ciò che non ho mai provato per alcuna donna >.

< Ne avrete di tempo per innamorarvi, siete giovane >.

< Ma io non ho bisogno di tempo, tutto quello che voglio è già qui davanti a me >, lo fissai. Quello che stava dicendo era esattamente ciò che ogni donna avrebbe voluto sentirsi dire, da un principe affascinate come lui, poi!

< Davvero pensate questo? >, chiesi come se mi servisse conferma di ciò che aveva detto, come se me lo fossi solo immaginata.

< Si >, si avvicinò senza lasciarmi le mani ancora imprigionate tra le sue. Ero pietrificata. Mentre lui si avvicinava cauto io restavo apparentemente impassibile, ma dentro di me si stava svolgendo una guerra di sensi: avrei voluto scappare ma anche restare, volevo scansarmi ma volevo anche baciarlo, volevo dirgli di fermarsi ma volevo sentire la sua bocca sulla mia. E così fu.

Mi accarezzò delicatamente la guancia con le labbra umide, poi le poggiò sulle mie. Con le mani trovò il mio volto prendendolo saldamente, ma al tempo stesso delicatamente.

Lo potei sentire mio, in tutti i sensi. Non era come quando ci eravamo baciati la prima volta, perchè era stato inaspettato, nè come la seconda, che era stato per salvarlo da morte certa. Quel bacio era vero perchè subito preceduto da una dichiarazione bella e buona.

Si staccò tenendo ancora il mio viso tra le mani forti.

< Ti prometto che Uther saprà di noi e che non gli permetterò in alcun modo di dividerci >.

< Ma succederà, lui ci dividerà >, dissi flebilmente.

< No, non ci riuscirà >.

< Come fate a saperlo >.

< Perchè, Ginevra, io ti amo >.

Detto questo mi lasciò e uscì dalla porta ancora socchiusa.

Non sapevo se avrebbe davvero detto a Uther di noi e non sapevo neanche se davvero aveva intenzione di dirglielo. Ma in quel momento non importava.

Non mi importava se mi stava solo illudendo con qualcosa che magari sarebbe rimasta solo una parentesi tra di noi. Non mi importava se alla fine sarei uscita distrutta da quella situazione.

Dovevo pensare al presente, e non alle conseguenze che questo poteva provocare.

 

Fine.

 

Spero vi sia piaciuta, io ce l'ho messa tutta. La scena l'ho sempre immaginata così e non come fanno succedere nel telefilm, ci sono rimasta male qundo l'ho visto...!

Un bacio.

Francesca.

  
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