Titolo: Quanto è grande il mondo?
Fandom: KHR
Personaggi: Irie Shouichi, Byakuran
Pairing: ByakuranxShouichi
Genere: Introspettivo, Drammatico, Angst
Avvertimenti: What if...?, Spoiler Future!Arc, One Shot, Shonen-ai
Note: What if...? E se il TYL!Irie non avesse avvertito Irie e Byakuran avesse conquistato tutti i mondi possibili?
Le parti in corsivo rappresentano il Futuro, quelle normali il presente.
Buona lettura!

Note 2: Sul perché di questa apparizione c'è il mio profilo ^^

Bella.

Quanto è grande il mondo?

Byakuran sa sempre cosa dire, anche quando quella è la cosa sbagliata. Lui riesce a dirla in modo giusto, riesce a convincerti che le cose stiano così e che non potrebbe essere diversamente, perché se lo fosse lui ne sarebbe dispiaciuto, e Irie prova quasi un brivido di paura quando Byakuran dimostra disappunto. Ma è solo una sensazione, perché dargli peso?

“Il mondo è grande, vero, Shou-chan?”

Gli piacerebbe dirgli di no, che per lui il mondo è piccolo, talmente piccolo che può inglobarlo nelle melodie che adora ascoltare. Non è il mondo ad essere grande, si dice Irie, ma la percezione che noi stessi, poveri umani minuscoli, abbiamo dell’infinito. Ed è una concezione distorta, perché l’infinito è più di una massa d’acqua e terra.

“Sì... è grande.” risponde, tuttavia. Cos’altro può fare? Quel brivido è la password che serve a Byakuran per dimostrare disappunto, è la password che Irie custodisce gelosamente senza neanche sapere perché. Sempre e solo sensazioni.

“Secondo te, allora, come abbiamo fatto a incontrarci, Shou-chan?” se lo chiede spesso anche lui, ma non perde tempo a costruirsi ipotesi troppo intricate. Davvero ne varrebbe la pena?

Ci sono mille ragioni, ma lui non riesce a coglierne nemmeno una. E sembra costantemente sull’orlo di un baratro colmo di conoscenza; ma ha troppa paura per gettarsi nel vuoto.

Forse è stato così anche per il mondo. Ha avuto paura di vedere cosa sarebbe successo se non si fossero incontrati. Perché Byakuran così ha voluto, e neanche il mondo ha voluto contraddirlo.

Nel futuro distrutto da Byakuran, gli occhi vuoti, Irie ride amaramente ripensando a quel giorno. Così facendo, il mondo ha semplicemente condannato se stesso. Ha avuto paura, come lui.

E se la paura li ha condannati, allora il semplice coraggio non potrà salvarli.

“Shou-chan, e se il mondo fosse una scelta?”

“Una... scelta?”

“Una scelta immensa che si dirama in tante piccole possibilità.”

Piccole possibilità, già, quella che loro stavano vivendo.

Nello stesso futuro distrutto, Irie rabbrividisce e si rende conto del suo grande errore. Il grande mondo, per Byakuran, era l’insieme di tutte quelle piccole possibilità. E lui gliele aveva donate una per una, alimentando la sua fame.

“Quanto è grande il mondo, Shou-chan?”

“Io non lo so.”

Ombra di disappunto, sorriso cordiale. A Byakuran piace toccarlo quando cela la rabbia, e poi sorride ancora. Gli piace sapere che ogni possibilità che ha di toccare Irie non smetterà mai di esistere in quella grande scelta. Perché è lui a muovere quei fili e finché Irie non si getterà nel baratro potrà sempre sfiorarlo. Lasciando il segno.

Nel futuro, Irie osserva le cicatrici sul corpo, nell’anima, nella mente. Sanguina sull’orlo del baratro, sapendo che ormai sarebbe troppo tardi, odiandosi, perché in ogni caso il coraggio non riesce a trovarlo. Odiandosi, perché ora sa quanto sia grande il mondo e quanto piccolo sia lui. Odiandosi, perché sarebbe potuto restare nella sua piccola possibilità, senza odiarsi perché incapace di compiere una scelta. Incapace di affrontare il mondo.

“Hai voluto tu che ci incontrassimo, vero, Shou-chan?”

Ed è sempre così.

“Sì, Byakuran-san.”

Ogni scelta è nelle mani di Byakuran, lui può solo sopravvivere forzatamente, senza neanche essere libero di sperare nella morte. Ormai non è più contemplata tra le scelte possibili. Ormai, si tratta solo di morire nell’anima, donando ogni volontà a Byakuran.

“E’ taaanto bello stare con Shou-chan. Non ti lascerò mai, lo sai?”

Neanche piangere, ormai, dona conforto. E’ come lasciare i rubinetti aperti e non accorgersene. L’acqua scorre, ma nessuno lo sa. L’acqua scorre e allaga ogni cosa. Ma nessuno lo sa. Le lacrime invisibili sgorgano, ma Irie non lo sa. Irie muore, ma non lo sa.

“Nemmeno io, Byakuran-san.”

“Shou-chan. Facciamo un giuramento, ti va?”

Non può dirgli di no, non quando il suo sguardo sorride in quella maniera. Non può dirgli di no, non ora che si sente felice.

“Va bene.”

“Io giuro che non ti lascerò mai, e tu giuri che non lascerai mai me. E’ tanto facile, vero?” ancora sorride, ancora lo rende felice, perché quella vita ha ancora il sapore della serenità, anche se comincia a macchiarsi di stranezze. Ma cosa sono piccole macchie nere quando davanti ai tuoi occhi dilaga la felicità? E’ solo insicurezza passeggera, è solo che Byakuran a volte è strano e lui vorrebbe essere come lui e sorridere sempre, avere quella sicurezza ed essere brillante. E’ solo che lo ammira troppo per dirgli di no. E’ solo che, se scruta dentro di lui, Irie sa già che ha giurato a se stesso di non lasciarlo mai. Perché altrimenti ogni sua scelta sarebbe stata sbagliata.

“Lo giuro, Byakuran-san.”