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Autore: ChelseaH    04/06/2010    9 recensioni
[Missing Moment della longfic GODFORSAKEN LAND] Già si immaginava la fila di stivali da pulire, il mucchio di vestiti da lavare, l’armatura piena di terra da lucidare alla perfezione e una stalla illuminata solo dalla flebile luce di una lanterna che attendeva di essere pulita insieme ai suoi ospiti. Esattamente come si immaginava la ramanzina che avrebbe avuto il coraggio di fargli per essere mancato ai suoi doveri, poco importava se era in gran parte colpa sua il fatto che il Re l’avesse spedito alla gogna di gran carriera.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Godforsaken Land'
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DISCLAIMER: Merlin e tutti i suoi personaggi sono proprietà della BBC e degli aventi diritto, con questo scritto non traggo profitto alcuno.


NOTE.

Questa breve one shot è un piccolo missing moment della mia longfic Godforsaken Land. Nonostante questo è perfettamente comprensibile anche senza averla letta, in ogni caso si colloca alla fine della stessa, dopo che Merlin è stato messo alla gogna da Uther (che novità xD)


Le premure di un Principino.

Merlin tornò nelle stanze sue e di Gaius appena prima del coprifuoco, sognando un pasto caldo e il suo letto e, con esso, la possibilità di potersi finalmente distendere. Era tutto dolorante, Uther aveva preteso che rimanesse alla gogna fino a dopo il calar del sole, un record perfino per lui e, considerando che la mattina seguente si sarebbe dovuto alzare prima dell’alba per i suoi quotidiani doveri come servo di Arthur, l’idea di dormire gli pareva l’idea migliore che una persona potesse mai concepire.

Quando entrò nella stanza venne investito da un odore di zuppa oltremodo invitante sulla quale si avventò voracemente, salutando a mezza voce il guaritore che glie’aveva tenuta premurosamente in caldo.

“Finito di cenare devi andare da Arthur.” gli disse l’uomo sedendosi di fronte a lui ed esibendo un sorrisetto ambiguo che il ragazzo ignorò.

“Perché?” chiese, mentre i suoi sogni di riposo e beatitudine svanivano all’improvviso.

“Ha ordinato che tu corressi da lui non appena ti avessero liberato dalla gogna, ma possiamo fare finta che tu non sia qui mentre mangi.” così dicendo strizzo un occhio.

Merlin sbuffò all’idea di tutte le mansioni che il Principe gli avrebbe rifilato, ignorando la pessima giornata che aveva passato chino sotto il sole a farsi sbeffeggiare dall’intera Camelot e soprassedendo sul fatto che si meritasse un po’ di riposo. Probabilmente quell’asino aveva lasciato in sospeso tutte le sue faccende quotidiane e avrebbe preteso che le sbrigasse nottetempo, per essere pronto la mattina seguente a ricominciare da capo.

Già si immaginava la fila di stivali da pulire, il mucchio di vestiti da lavare, l’armatura piena di terra da lucidare alla perfezione e una stalla illuminata solo dalla flebile luce di una lanterna che attendeva di essere pulita insieme ai suoi ospiti. Esattamente come si immaginava la ramanzina che avrebbe avuto il coraggio di fargli per essere mancato ai suoi doveri, poco importava se era in gran parte colpa sua il fatto che il Re l’avesse spedito alla gogna di gran carriera.

Fu con questa predisposizione d’animo che lavò la ciotola dalla quale aveva mangiato cercando di temporeggiare il più possibile, e che poi si avviò nelle stanze di Arthur. Percorreva il corridoio a passo di lumaca, lamentandosi mentalmente di tutti i muscoli che gli dolevano e meditando che se il Principe gli avesse seriamente affibbiato tutti quei compiti, sarebbe spudoratamente ricorso all’uso della magia pur di far tornare il miraggio del suo letto qualcosa di concreto e reale. In fondo ormai Arthur sapeva, che male c’era a trarre vantaggio dalle proprie abilità giunti a quel punto? Gaius probabilmente gli avrebbe sciorinato un elenco infinito di motivazioni per le quali proprio perché Arthur sapeva, era meglio essere ancora più cauto di prima, ma mai come in quel momento Merlin era stato consapevole del perché era nato con quei poteri: per salvarsi dal regime schiavista di quel borioso del suo Principe, ne era più che certo.

Sbuffò irritato, non era giusto che Arthur continuasse a trattarlo in quella maniera, non dopo tutto ciò che c’era stato fra di loro, non dopo che erano divenuti così intimi. Insomma, era un’ingiustizia bella e buona, gogna e compiti notturni da sbrigare e il tutto a meno di ventiquattrore dal suo rientro a Camelot. Possibile che i servi non meritassero periodi di congedo? E soprattutto, possibile che Uther non si rendesse conto che l’unico da mandare alla gogna era il suo stesso figlio e non il povero servo usato sempre da capro espiatorio?

Entrò nelle stanze del Principe senza nemmeno bussare per annunciare la propria presenza, con un muso che arrivava a terra e la risposta irriverente sulla punta della lingua per qualunque cosa il Principe fosse stato pronto a fargli fare.

“Alla buon’ora, Merlin! - lo accolse questi – Sono abbastanza sicuro che i miei uomini ti abbiano liberato dalla gogna più di un’ora fa.” aggiunse, a sottolineare che sapeva che si era perso in temporeggiamenti e che probabilmente stava per pagarla con lavoro extra.

“Sire.” si limitò ad annuire lui, mordendosi la lingua e riservandosi la rispostaccia per quando sarebbe arrivato l’elenco infinito delle mansioni da sbrigare.

“Posso sapere cosa hai fatto in tutto questo tempo libero che ti sei auto concesso? - gli chiese l’altro avvicinandosi e annusando con circospezione l’aria intorno a lui – Puzzi.” constatò poi.

“Dev’essere grazie alla mia nuova attività di fruttivendolo di corte.” rispose sarcastico Merlin, alludendo al fatto che la gente del popolo trovava particolarmente divertente lanciargli ogni genere di verdura addosso quando lo trovava alla gogna.

“Ti pare il caso di presentarti in questo stato di fronte al tuo Principe?”

“Voi mi avete convocato d’urgenza.”

“Abbiamo due visioni alquanto differenti dell’urgenza, dato il tuo ritardo. Lavati.” così dicendo Arthur lo spinse con malagrazia, facendolo atterrare dritto nella tinozza dell’acqua.

Con suo immenso stupore, Merlin la trovò piena d’acqua ne troppo fredda ne troppo calda, la temperatura perfetta per un bagno, come se fosse stata preparata apposta per quel momento.

Ed era evidente che Arthur aveva già provveduto al proprio bagno, possibile che....

“L’avete preparata per me?!” esclamò Merlin incredulo, mentre si spogliava della casacca e del resto dei vestiti e si accoccolava nell’acqua, notando con ancor più stupore che non c’era nessun vestito sporco, armatura o stivale sparso per la stanza e che richiedesse le sue cure.

“Non essere stupido Merlin, è l’acqua avanzata dal mio bagno e tu ti sei presentato qui in maniera indecente per essere il servo del futuro erede al trono.” replicò l’altro in tono burbero.

Ma quell’acqua era perfettamente pulita, ed era perfino alla temperatura giusta.

Quasi che Arthur fosse stato in grado di calcolare perfino il suo ritardo da tanto bene lo conosceva.

“Mi avete preparato un bagno caldo!” ripeté Merlin sorridendo.

“Ripetilo ancora e passerai il resto della tua esistenza alla gogna.” lo minacciò Arthur chinandosi verso il bordo della vasca e spruzzandogli un po’ d’acqua in viso prima di tornare a visionare delle carte che aveva sul tavolo.

Merlin si lasciò andare al tepore di quell’acqua, se il giorno in cui era arrivato a Camelot gli avessero detto che nel giro di un paio d’anni il Principe ereditario gli avrebbe preparato con premura un bagno caldo, non ci avrebbe mai e poi mai creduto.

   
 
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