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Autore: CloyingCyanide    06/06/2010    2 recensioni
Questa FF nasce il 17 giugno '09 e deve il suo titolo sia ad una frase di "The Fantasy", sia all'omonima canzone dei The Cure.
Tutto ruota attorno alla storia tra Shannon e Maya, una ragazza italiana con un segreto troppo doloroso da svelare e molte decisioni importanti da prendere.
Se questa fan fiction è qui, lo si deve ad una persona che adoro: Mary. Enjoy it!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Los Angeles, 9 Marzo 2009

Le prime luci dell’alba illuminavano Los Angeles, splendida città sul Pacifico: stava per iniziare un nuovo giorno, uno come tanti, forse, ma non per tutti. Nel suo enorme letto, avvolto tra lenzuola bianche, un uomo aprì gli occhi a quei primi raggi di sole che gli accarezzavano il viso. Avrebbe voluto rimanere a dormire ancora per un po’, ma ormai era sveglio e, nonostante fosse mattina presto, in casa sua c’era già molto movimento.
“Tomooooooo! Fai piano!! Non vorrai mica svegliare il cucciolo!” diceva una voce dalla cucina, ridendo piano per non fare rumore.
“Smettila, dai” rispose l’altro. “Se sei pronto usciamo.”
“Certo che sono pronto, andiamo e attento a non sbattere la porta.”
Tomo girò gli occhi in modo drammatico e uscì insieme all’amico.

Dal suo letto, l’uomo rise: aveva proprio delle splendide persone accanto. Si tolse il lenzuolo di dosso e camminò lentamente, ancora insonnolito, verso il bagno. Si specchiò, come ogni mattina, ma quel giorno si perse ad ammirare i suoi lineamenti. “Sono patetico” pensò. Ma non smise di guardare la sua immagine riflessa: i suoi splendidi occhi nocciola, il suo naso, le sue labbra, quel viso così espressivo che aveva sempre divertito sua madre. Eh già, sua madre, Constance. Forse l’unico amore della sua vita: la mamma è sempre la mamma. Sorrise pensando a lei e uscì dal bagno.
Scalzo, come sempre, non con quelle stupide infradito che tanto piacevano a suo fratello. Si diresse verso la cucina: la luce che passava attraverso la finestra illuminò il suo corpo, così forte e muscoloso. Sul tavolo, c’erano una scatola di cupcakes provenienti da New York e che avevano quindi attraversato tutta l’America per venire da lui, insieme ad un biglietto. Lo lesse. “Happy Birthday, Shannon!! We love you soooooo much! Jared & Tomo” E sotto, un disegno, fatto sicuramente da suo fratello, visto che, a disegnare, Tomo era peggio di un bambino dell’asilo. Lo osservò attentamente: era una rock band di animali che suonavano. Un coniglio con occhi di ghiaccio cantava, un orsacchiotto marrone e dolcissimo si dava da fare con la sua chitarra, mentre, dietro di loro, un gattone massiccio ed energico con degli occhi belli come quelli del festeggiato, appunto, seduto alla sua batteria, batteva con forza le bacchette sui piatti. Shannon rise, con quella risata che aveva tenuto compagnia a Jared e Tomo in tanti momenti divertenti passati insieme in giro per il mondo, in qualche locale, o anche solo a casa, davanti a un piatto di quelle prelibatezze che Tomo cucinava così bene. Mangiò il suo cupcake e andò a farsi una doccia, divertito, e chiedendosi dove fossero quelle due straordinarie persone. Magari erano usciti e avrebbero aspettato il suo risveglio per fargli la sorpresa. Shannon si sentì quasi in colpa per essersi svegliato. Avrebbe proprio voluto vedere quelle due facce ridere e divertirsi, magari più di lui stesso… Beh, visto che le cose erano andate diversamente, era stato lui a fare una sorpresa a loro. Non ci si annoia mai con questi ragazzi.
Aprì l’acqua della doccia, fredda come piaceva a lui, e mentre si insaponava cantava una delle loro canzoni imitando la voce del fratello. Fortunatamente per tutti, Shannon aveva deciso di fare solo il batterista.

Nel frattempo, la porta di casa si aprì. Entrarono, sgattaiolando silenziosi come due ninja per non far rumore, Jared e Tomo. “Secondo me ancora dorme” disse quest’ultimo.
"Ma no” rispose l’altro, “guarda sul tavolo. Si è già spazzolato il suo cupcake. E allora dov’è? Non sarà mica uscito?”
“A quest’ora, Jay? E’ prestissimo e le strade sono deserte! Solo te vresti potuto uscire all’alba e portarmi con te a prendere il regalo.”
“E dai, Tomo, ti ho detto che l’avevo lasciato da mamma e volevo darlo a Shannie quando si sarebbe alzato, ma ho visto che ci ha battuti sul tempo”
Iniziarono a cercare il festeggiato, ma poi si resero conto che dal bagno si sentiva il rumore dell’acqua della doccia accompagnata dall’inconfondibile voce poco angelica del loro batterista che cantava “Battle of one” , simulando il rumore del suo strumento battendo i piedi per terra. Tomo rise, scuotendo la testa. Jared, che era un po’ la casalinga del gruppo, rifece il letto di suo fratello e sistemò i vestiti del giorno prima, che quel pigrone aveva lasciato in giro per la camera. Appena finito, i due amici si appostarono dietro la porta del bagno, pronti per far prendere un bello spavento al povero Shannon. Appena videro la porta aprirsi, gli saltarono addosso come dei bambini. “Buon compleanno!” urlarono, in coro. Il batterista riuscì a reggere il peso piuma del fratello, un po’ meno quello di Tomo, ma comunque ce la fece.
“Fratellone” disse Jared, con tono solenne, ”abbiamo visto che hai già scoperto metà sorpresa. Ora ti siedi sul letto, che arriva l’altra metà”.
Shannon amava le sorprese. Jared tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una busta e la diede al fratello. Lui la aprì: erano dei biglietti aerei per Roma. “Ci siamo ricordati che ti è piaciuta l’Italia, e visto che siamo stati a Milano, non possiamo non andare a Roma! No?” disse Tomo, felice. Shannon non credeva ai suoi occhi. Era il suo sogno. O meglio, uno dei tanti.
“Dài, fratellone, mettiti le scarpe che andiamo” urlò Jared, raggiante.
“Jay, non ho problemi a partire subito, ma… sono in mutande, devo vestirmi”
Tomo rise: “Non credo che troverai niente nel tuo armadio. Abbiamo già messo tutto in valigia” e tirò fuori da dietro la porta la valigia che avevano preparato la sera prima, mentre Shannon ancora non era tornato a casa, e prese da lì una canottiera nera, un paio di jeans scuri, dei calzini neri e un paio di scarpe e glieli tirò. “Ok. Vèstiti. E’ già tardi”, aggiunse. Shannon fu velocissimo, poi scesero le valigie, le caricarono in macchina di Jared e partirono, per una settimana non da star, ma da ragazzi comuni che vogliono divertirsi.
  
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