Cruel Fate
Questa breve descrizione è ispirata a questi versi di Shakespeare, la morte di Giulietta.
“Oh happy dagger! This is thy sheath.
There rust, and let me die.”.
Il mio risveglio si tramuta nella mia fine.
Il tuo corpo morto giace ai miei piedi.
Ti
scuoto: non rispondi.
Ti sfioro il volto e capisco all’istante
il perché di ciò.
Veleno...
Cattivo, perché non me ne hai lasciata qualche goccia?
Un
ultimo bacio; addio, mio amore.
Stupido corpo umano che ci tiene
legati a questa terra.
Fragile membra, carne umana.
Oh pugnale, lacerala!
Sangue scarlatto e purpureo macchia queste inutili vesti e, insieme ad esse, anche le mie mani e la tua Argentea lucida lama.
Vedo ora solo il rosso vermiglio, poi tutto si fa grigio piombo.
Tutto tace.
Sento solo i miei respiri mozzarsi e il battito del mio cuore.
Pulsa il sangue e il ritmo rallenta.
Ho paura, per un istante temo queste tenebre che mi avvolgono, temo di non poterti rivedere, di non arrivare dove sei tu.
La stanza si fa sempre più buia, cupa ed opprimente.
Le forze mancano e mi accascio su me stessa come lo stelo di un fiore piegato dal vento.
Un brivido scende lungo la schiena.
Il dolore mi lacera l’animo, come questo pugnale lacera il mio ventre.
Ora nero, tutto tace.
L'ossigeno manca.
Infine bianco.
Il cereo pallore di un corpo esanime.
Liberazione.
Amore mio, eccomi.