La
gente
urla, canta e spinge. La musica sovrasta qualsiasi cosa, arriva quasi a
coprire
i miei stessi pensieri.
Tutti gli occhi sono puntati sul palco, ma non i miei.
I
miei
guardano te, ed i tuoi invece fanno finta di non notarmi. Sfuggono
dalla mia
posizione, come se il punto in cui mi trovo non esistesse.
È questo il coraggio che hai sempre detto di avere?
È questa la tua maniera per
sistemare le cose?
Poi il silenzio.
La band ha finito di suonare, ma tu continui ad evitarmi. Ti vedo raggiungere il bancone del bar con i tuoi amici ed ordinare una birra, parlare e scherzare con loro. Ti vedo far finta di niente quando finalmente incroci il mio sguardo.
Io però non sono come te, io so affrontare le situazioni difficili. L’ho sempre fatto, e di certo tu non sarai la mia eccezione.
Finisco la mia birra in un sorso, un respiro profondo e m’incammino.
Ora
sono
davanti a te, ma tu ancora non parli. Ti limiti a fissarmi, come se non
potessi
fare altro. E nei tuoi occhi vedo già la risposta al mio
quesito; sei solo uno
stronzo.
“Scusa, hai ragione”
Strano, non mi sono resa conto di aver formulato il pensiero ad alta
voce, ma a
questo punto non mi importa visto che sono riuscita ad ottenere una
parola da
te.
Ti guardo sperando che una voragine si apra ai tuoi piedi e ti inghiotta, facendoti capire quanto nera e triste può diventare la vita.
E tutto ciò solo a causa di una persona. Si, in questo caso quella persona sei tu.
“Credo
di
non voler più stare con te”
Credi? Cosa significa? Domani mattina potresti svegliarti e capire che
invece
vuoi ancora qualcosa?
No,
vuol
dire che ancora una volta non riesci a prenderti le tue
responsabilità, vuol
dire che ancora una volta stai mentendo, vuol dire che non hai il
coraggio di
dirmi ciò che io già so.
“So che ti vedi con un’altra persona”
Secca, fredda, glaciale. La voce che ha parlato appartiene davvero a me?
A quanto pare si; vedo il panico nei tuoi occhi, non te
l’aspettavi questa,
vero? Ti capisco: chi poteva immaginare che la tua piccola e dolce
fidanzata
che ha sempre creduto in te fosse a conoscenza del tuo piccolo segreto?
Forse non sei nemmeno così furbo, avresti dovuto pensare ad
una scusa per un
momento come questo.
“Io..
io. Mi
dispiace, non volevo farti soffrire”
Certo, non volevi farmi soffrire nemmeno mentre scopavi con quella
morettina,
giusto? Non volevi farmi soffrire quando mi scrivevi che eri con i tuoi
amici,
mentre io sapevo che eri con lei. Non volevi farmi soffrire quando le
tue
labbra – le stesse labbra che ancora profumavano di quella – mi sussurravano
“Ti amo”.
No, non volevi.
Non volevi perché ci tieni a me, perché comunque sia mi vuoi bene, ma non mi ami più. E questo l’hai capito portandoti a letto un’altra.
“All’inizio non era niente per me, ma dopo..”
La mia mano è partita da sola, un rumore secco e deciso, il mio palmo sulla tua guancia. I tuoi amici si girano e guardano sbigottiti la scena, ma non osano fare nulla. Vedi, anche loro sanno che la colpa è tua e che ti meriteresti molto di più, non solo un semplice schiaffo.
E poi, in fondo, cosa può importare ai tuoi amici, considerando che è stato proprio uno di loro a confessarmi cosa facevi.
“Tu
sei
morto per me”
Sto per incamminarmi il più possibile lontano da te,
sperando di non dover vedere
mai più la tua faccia, quando la noto.
Quindi
anche
lei era qua stasera? Ha visto tutta la scena?
Cambio idea e mi dirigo verso di lei. Non sono mai stata una tipa
vendicativa,
ma ho sempre chiesto solo una cosa: la verità.
La morettina - la stronza - si guarda in giro. Ha paura, lo so.
Ora che sono ad un passo da lei inizio a sentire anche la tua presenza, stai cercando di fermarmi, mi blocchi prendendomi per il polso
“Andiamo,
non fare cazzate. La colpa non è sua, prenditela con me. Lei
non sapeva nemmeno
della tua esistenza”
Cazzate, cazzate, cazzate. Perché non smetti di dire bugie?
Guardo il mio polso imprigionato, so che non posso fare niente per
liberarmi,
ma forse tu non hai calcolato bene i miei assi.
Lancio uno sguardo dietro di te ed in un secondo il tuo amico ti porta lontano da me. So che sei confuso ora, so che non capisci più di chi ti puoi fidare.
Fa male, vero? Sapere che qualcuno in cui hai riposto te stesso ti ha tradito così.
La morettina non si è mossa, bene.
Lo schiaffo questa volta è stato premeditato ed arriva più potente del primo. Lei si accascia al suolo, piange, chiede scusa.
Cosa
me ne
posso fare delle tue scuse?
“Starete bene insieme, sapete già quanto siete
bastardi!”
Me ne vado così, vuota e senza speranze. Arrivo al bar ed
ordino due shot di
tequila.
La musica riprende e, di nuovo, copre i miei pensieri.