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Autore: Jillian Greenleaf    05/09/2005    4 recensioni
…Accanto ad un albero sradicato c’era una figura aggraziata, dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta, i vestiti color terra, sporchi e stracciati. Rivoli di pioggia contornavano quella figura così bella, con quelle orecchie leggermente a punta. Sul fianco quei rivoli di pioggia assumevano un colore rossastro e fu proprio in quel punto che il giovane notò la freccia conficcata nella carne. La ragazza scosse con movimento leggero la nuca, socchiudendo quei suoi occhi incantatori, color dell’oceano, per poi chiudergli subito dopo. Il giovane la sollevò tra le braccia, portandola via, mentre dei cavalieri mascherati perlustravano le rive del fiume alla sua ricerca…
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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1. Iniziò così…

 

C’è stato un tempo remoto dove antichi cavalieri e forze magiche si scontravano continuamente. Anche le razze che popolavano quel mondo erano in perenne conflitto tra loro. Dopo un lungo periodo di conflitti, sulla Terra di Mezzo vi erano rimaste poche razze: i nani, che si nascondevano nelle grotte per riuscire a sfuggire alla morsa della distruzione; i maghi, rinchiusi nelle protezioni create dai loro incantesimi. Gli uomini, continuamente spronati alla battaglia dai loro sovrani; gli elfi, nascosti nei boschi ma pronti alla battaglia se si rivelava necessario. Orchi, Hobbit e altre creature parevano scomparse per sempre.

Tuttavia c’era un’altra stirpe che aveva provato l’estinzione sulla propria pelle: erano le creature solitarie, le cui poche rimaste si erano imbarcate alla ricerca di terre lontane e sicure, dove avrebbero condotto la loro vita in piena tranquillità, senza partecipare mai ai conflitti. Ricerca inutile! Le creature solitarie avevano sempre vissuto in pace, senza conoscere gli orrori della battaglia, nascoste nella Terra Piangente, terra che nessuno ha mai trovato dopo la loro partenza.

Ma tra quelle creature, una era rimasta!

Cresciuta dagli uomini, con un perenne rancore verso le altre razze, convinta d’essere come tutti gli altri uomini, era divenuta una cacciatrice esperta alla giovane età di 15 anni. Compiuti i 19 avrebbe dovuto, per volere della madre, sposarsi e badare alle faccende domestiche, questioni che a lei non interessavano.

Quella era una bella mattina d’autunno e le era appena giunta l’ennesima convocazione a palazzo.

Il sovrano era lì, seduto sul trono, ad impartire ordini. Lei odiava anche lui!

-sei stata molto brava ragazza, ma questa sarà la tua ultima missione, le donne non dovrebbero brandire armi! La tua missione consiste nel raggiungere il palazzo di sire Aragorn e riferirmi i suoi piani d’attacco. Dopo di che ti scioglierò dall’incarico di cacciatrice! Le donne in battaglia…figuriamoci!- disse il sovrano con aria di superiorità, quasi ridendo della ragazza che aveva d’innanzi.

-perdonate la mia contraddizione sire, ma io sono una cacciatrice, non certo una spia! Se avete nani, elfi o maghi dovete rivolgervi a me, anche se dubito che ci siano ancora certe creature in libertà!- rispose. Il sovrano, non ricordandosi il nome della ragazza che riteneva di gran lunga inferiore a lui, chiamò uno dei suoi consiglieri affinché gli rivelasse il suo nome.

-Alicia, questa tua insubordinazione potrebbe costarti caro, e poi ho già deciso! Questa sarà il tuo ultimo incarico, vedi di non deludermi!- concluse poi facendole segno di allontanarsi.

Così fece.

Ma quando fu abbastanza lontana, una delle guardie si avvicinò al re e quest’ultimo gli impartì l’ordine:

-fuori dai confini, non fatevi riconoscere!- e la guardia andò.

 

La sua cavalcatura era pronta: un magnifico bretone nero, dal manto lucido e gli occhi glaciali. Con se la ragazza prese un’antica spada dalla lama leggermente rovinata e l’impugnatura in ferro con lo stemma di un drago e altre figure scolpite. Nascose sotto i lembi della tunica e negli stivali dei pugnali, armò l’arco e preparò le frecce. Montò in fine il cavallo mentre due persone anziane le venivano incontro.

-fai attenzione Alicia, si dice di sire Aragorn abbia alleanze con le altre creature!-

-madre, padre, sono abituata a rischiare, senza un po’ di pericolo non mi diverto! E poi Nafer non ha eguali in velocità!-disse la ragazza accarezzando il collo del cavallo.

Partì così, lasciandosi alle spalle la città, attraversando le terre con una velocità sorprendente.

Adorava sentire il vento che le scompigliava i biondi capelli, il profumo del bosco che le inebriava i polmoni…adorava correre incontrastata con quel cavallo che sembrava sapesse volare sull’acqua.

Qualcosa la distrasse dai suoi pensieri: un altro suono si unì a quello della sua cavalcata, un suono pesante contornato dal tintinnio del ferro. Accanto a lei comparvero presto delle figure incappucciate che le sbarrarono la strada, costringendola ad un’inversione. Tagliò per il fitto del bosco, evitando tronchi e frecce che le venivano scagliate addosso da quegli uomini.

Ma loro erano troppi!

A stento riuscì a raggiungere una cascata, ma poi avvertì un dolore cieco al fianco e lasciò andare le briglie per poi gettarsi nella cascata: era la sua unica possibilità dato che aveva già oltrepassato i confini e, continuando, si sarebbe ritrovata nelle terre dei pochi Ent rimasti. Chiuse gli occhi color oceano e lasciò che l’acqua e il vento la trasportassero via.

 

Un giovane si ritrovò a passare accanto al fiume, per controllare i confini e ricercare la certezza di essere al sicuro, certezza che molti popoli andavano ricercando invano. Aveva iniziato a piovere da poco e una sorta di preoccupazione lo attanagliava: era in quei momenti che colpivano i cacciatori. Ma il suo era un compito troppo importante!

Chiuse gli occhi concentrandosi sui suoni coperti dalla pioggia e lì, travolto dalle acque del fiume, percepì un suono bizzarro, intruso alla solita calma.

A largo della riva scorse una figura piuttosto insolita e le si avvicinò con passo leggero. Accanto ad un albero sradicato c’era una figura aggraziata, dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta, i vestiti color terra, sporchi e stracciati. Rivoli di pioggia contornavano quella figura così bella, con quelle orecchie leggermente a punta. Sul fianco quei rivoli di pioggia assumevano un colore rossastro e fu proprio in quel punto che il giovane notò la freccia conficcata nella carne. La ragazza scosse con movimento leggero la nuca, socchiudendo quei suoi occhi incantatori, color dell’oceano, per poi chiudergli subito dopo. Il giovane la sollevò tra le braccia, portandola via, mentre dei cavalieri mascherati perlustravano le rive del fiume alla sua ricerca.

 

To be continued…

 

 

 

Si lo so, questo primo capitolo è un po’ penoso, ma mi riprometto di migliorare nel corso della storia, intanto…che ve ne pare? Aspetto commenti!

 

Jilly

  
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