All because of a Coca-Cola!
Quinto concerto dei Nightwish a cui assisto, da quando Sara è diventata loro cantante…
Esiste una sola parola per descrivere il tutto: F-A-N-T-A-S-T-I-C-O!!!
La cosa più bella è vedere la gente che esce dal palazzetto con questa faccia: O___O e qualcuno che urla “QUESTO SI CHE è METAL!” (non lo schifo che c’era prima con Annette…).
Mi alzai dai gradini, dietro le quinte (posto d’onore, naturalmente!) e mi diressi verso il camerino della mia migliore amica per farle i complimenti. ^.^
Mi fermai. E se volesse stare da sola?e se c'è Tuomas dentro?Lei credeva che non mi fossi accorta di nulla, ma l’ho capito benissimo che tra loro due c’è del tenero…. ma mooooolto tenero, eh!!
Mentre mi stavo scervellando passò di lì Jukka che mi guardò perplesso
-hem… Nana?è tutto ok?? –
Lo guardai passivamente –no… non so se entrare da Sara o se è meglio lasciarla da sola! –
Il batterista annuì con aria complice –hey, Tuomas mi aveva detto di non dirlo a nessuno, ma aveva intenzione di andare da lei… quindi non so se è il caso di… -
Non lo lasciai finire di parlare e incominciai a sbraitare come una deficiente
-ECCO, LO SAPEVO!!!SE FOSSI ENTRATA AVREI FATTO UN CASINO E AVREI MANDATO A MONTE I PIANI DI TUOMAS E SARA!!SONO UNA BUONA A NULLA… CAZZO!!!! –
Guardai Jukka e mi resi conto di avere un pugno verso l’alto e il fiatone. Lui mi guardò seriamente preoccupato
-hai mai pensato di andare da uno strizza cervelli? –
Socchiusi gli occhi –perché dovrei, scusa? –
Jukka esitò –mmh… nono, era così per dire… tranquilla –
Alzai un sopracciglio –mi stai forse prendendo per il culo? –
-no, figurati!scusa, ora devo andare… chiamami quando prendi appuntamento dallo psichiatra! –
Stavo per corrergli dietro, quando la porta del camerino si spalancò. Mi voltai e vidi Sara con i capelli bagnati, una salvietta in mano e una faccia piuttosto incazzata
-si può sapere che cazzo succede?????non si può nemmeno fare una doccia in pace che qui fuori sembra che sia scoppiata la 3° guerra mondiale?!?!?!io ci lavoro qui, mica cazzeggio tutto il giorno… ho bisogno di pace, porca di una… -
Le misi una mano sulla bocca, la spinsi e chiusi la porta con un calcio. Poi mi voltai verso di lei con un sorriso gigante
-siete stati miticiiiii!!!!!!yeah! –
Lasciai che la mia mano pallida si rivolgesse verso l’alto alzando le tre fatidiche dita metallare (ovvero mignolo, indice e pollice) in segno di vittoria. Poi caddi in una mistica adorazione per Sara, mentre mi guardavo attorno circospetta alla ricerca di… Tuomas. Sara mi osservò senza capire
-scusa… ma chi stai cercando? –
La guardai con aria innocente –eh????io????no, nuuuulla… solo, mi guardavo intorno… -
-ma se il mio camerino lo hai visto migliaia di volte!!– disse lei stupefatta.
Cazzo, stavo sparando cose a casaccio…
-hem… si, ma… sta volta le pareti sono più… metallare del solito! – saltai su con la prima balla che mi passò per la testa. Sara guardò le pareti e poi rivolse gli occhi a me sospettosa
-ma sono rosa… -
Disse quasi come se fosse incazzata perché le avevo fatto notare quel piccolo particolare (la Sara odia il rosa!)
Indietreggiai passo per passo e feci un sorriso isterico –già, è vero, non me ne ero accorta… -
-Nana si può sapere che diavolo hai???? –
Stava per perdere la pazienza, accidenti. Era meglio dileguarmi…
Sorrido divertita
-credimi lo faccio per il tuo bene… bè, comunque ora vado sul bus a vedere cosa combina Marco… divertiti!! –
Detto questo sgattaiolai fuori dalla porta prima che Sara potesse aggiungere altro.
Risi tra me e me senza un motivo ben preciso…
Arrivata sul bus vidi Marco con una bottiglia di vodka in mano che gettava le carte da 1 sul tavolino con malinconia. Mi avvicinai in silenzio
-che fai? –
Il bassista fece un salto di un metro e mezzo e si voltò con gli occhi fuori dalle orbite.
-OmmioDiosalvami!!che succede???? –
Urlò tremando di paura. Scoppiai a ridere
-n-niente…hahaha…volevo solo…hehehe hihihi…sapere che facevi…wuhahahah!!!–
Crollai sul divanetto lì di fronte e risi per altri cinque minuti. Marco mi guardò alzando un sopracciglio e si voltò di nuovo concentrandosi sul gioco.
Decisi di provare di nuovo
-senti, ma che stai facendo con le carte da 1 di Jukka? –
-gioco, no?cos’altro si può fare con le carte??? –
…. spesso mi chiedo come si fa a vivere con questi tizi, sono uno più sbandato dell’altro… xD
-cioè, tu stai giocando da solo a 1??? –
Marco annuì pensieroso su che carta buttare giù e mi guardò con aria furba
-e sai che ti dico??... – aspettai ansiosa il seguito di quella frase… -sto perdendo… -
Scosse la testa e gettò un jolly cambia colore. Poi urlò “Blu!!”
Sta volta ero io a scuotere la testa senza parole… quella era una gabbia di matti!xD ma volevo loro troppo bene, soprattutto a Sara.
I miei dubbi sulla sanità mentale di Marco vennero subito messi a tacere alla vista di 5… no 6… anzi 7 bottiglie di birra buttate sotto il tavolo. Sospirai… era praticamente ubriaco fradicio a meno di 15 minuti dalla fine del concerto… incredibile!avrebbe potuto vincere un Guinness dei Primati…
Mi stiracchiai e sentii la maglia tirarsi su fino all’ombelico e scoprire il tatuaggio che mi ero fatta tempo fa. Voltai lo sguardo e mi accorsi che Marco mi stava fissando con una strana espressione… istintivamente abbassai le braccia e feci un passo verso la porta
-bhe… vado a comprarmi una coca-cola, ci vediamo dopo!Se torna Jukka digli di non entrare in camera mia sennò lo trucido!! –
Scesi e tirai una grande boccata d’aria fresca (fresca per modo di dire perché era pieno di macchine che sgommavano e andavano via).
Mi avvio verso il bar infilandomi gli occhiali da sole scuri, coperti per metà dal mio lungo ciuffo biondo.
Sara, Tuomas, Jukka e Emppu entrarono in fila, uno dopo l’altro sul bus. Tutti e tre si fermarono a guardare Marco che tirava le carte sul tavolino come un assatanato e gridava “ho perso di nuovo!!”.
Tuomas si mise una mano davanti agli occhi e sospirò pensando “ma dove diavolo l’ho trovato questo…”, mentre Sara gli dava leggere pacche sulla spalla per consolarlo. Intanto Jukka e Emppu cercarono in tutti i modi di trattenere le risate, che dopo meno di 2 minuti scoppiarono dalle loro bocche come una cascata in piena. Avevano le lacrime agli occhi e si rotolavano per terra cercando disperatamente di smettere. Sara sbuffò
-Marco, dov’è Nana?devo raccontarle un po’ di cose… - si voltò verso Tuomas sorridendo. Marco la guardò stringendo gli occhi e riducendoli a due fessure. Ricordava molto vagamente cosa avesse detto l’Emo e soprattutto dove fosse andata… qualcosa che riguardava la sua stanza e Jukka…
-hem… sta dormendo in camera sua… e ha chiuso la porta perché non voleva che Jukka entrasse… -
Il batterista sospirò sconsolato, visto che non poteva disturbare la ragazza come suo solito. Sara lo imitò, ma per una ragione diversa… doveva assolutamente parlare con Nana! Marco invece lasciò andare le carte sul tavolo. Non era sicuro che Nana avesse detto quelle parole e non voleva certo combinare un casino. L’ultima volta che aveva detto qualcosa di sbagliato Emppu lo aveva minacciato di lanciargli la batteria di Jukka in testa… quindi il batterista si era arrabbiato urlando che nessuno poteva toccare la sua batteria e i due avevano iniziato a fare rissa. Ok, è vero, quella volta Marco si era divertito un sacco a guardarli mentre si azzuffavano nell’erba di fianco al bus, solo che poi Tuomas se l’era presa con lui e a quel punto aveva davvero rischiato troppo!!
Tutti quei pensieri lo stavano mandando in confusione… scosse la testa e decise di non pensarci più
-hey ragazzi, io vado al bar! – disse Emppu. Tuomas lo fermò
-ma dai, siamo in ritardo, dovevamo essere in hotel un quarto d’ora fa!andiamo!!Al bar ci andrai un’altra volta! –
Emppu provò a fare gli occhioni dolci al frontman, ma dopo essere stato mandato a quel paese da tutti, decise di arrendersi e andò a farsi una doccia.
-bene, partiamo!! – disse Jukka allegramente prendendo posto (perchè guidasse lui non si è mai capito). Sara sorrise
-ci siamo tutti???? –
Aspettò le varie risposte. La prima fu quella di Emppu, proveniente dalla doccia, poi quella di Jukka, quella di Marco ed infine quella di Tuomas. Sara si sedette
-bene, si parte allora… -
Il batterista mise in moto il bus, diede gas e suonò forte il clacson, tanto per fare casino.
C’era una fila strepitosa al bar. Solo per pagarmi una coca ci stavo impiegando una vita, che palle. Incominciavo ad innervosirmi e la coca stava diventando calda… che senso aveva bere una coca calda??(|-(
Alzai la testa al cielo e sbuffai. Mi guardai intorno… tutta la massa di gente era ammucchiata davanti alla cassa, a parte un gruppo di 5 ragazzi seduti ad un tavolo, con una schiera di birre, che facevano un gran casino. Cominciai già ad odiarli, se non la smettevano li avrei volentieri uccisi…
Sentii il rumore di un motore che si avviava. Beato chi se ne stava già andando da lì… probabilmente era un bus a giudicare dal rumore…
Guardai l’ora. In effetti noi dovevamo essere in hotel circa un quarto d’ora fa…
Il bus che aveva acceso il motore partì e diede una bella suonata di clacson. Sorrisi, lo faceva sempre anche Jukka quando partivamo.
Strano… il rumore di quel clacson mi era familiare… era particolarmente somigliante… al nostro.
Oh Cazzo.
Spalancai gli occhi e la coca mi cadde di mano con un tonfo. Uno dei 5 ragazzi casinisti smise di parlare e mi guardò con una specie di mezzo sorriso.
Che cavolo ci faccio ancora qui??
I Nightwish stavano partendo senza di meeeeeee!!!!
Mi precipitai fuori spintonando le persone che stavano cercando di entrare nel bar e arrivai al parcheggio dove un attimo prima c’era il bus.
Già,un attimo prima… ora era rimasto solo uno spiazzo di ghiaia asfaltata e bruciante per via del sole e qualche segno di sgommata appena fresca proveniente dalla guida spericolata di Jukka.
Porca miseria…
Mi hanno lasciata a piedi… e io ora che faccio????
Presi il cellulare e cercai di chiamare Sara. Niente. Zero assoluto. Non c’era nemmeno la segreteria telefonica… T.T
Tirai un calcio ad un sassolino per terra, avrei voluto urlare come una pazza, ma cercai di contenermi. Alzai lo sguardo verso il bar e mi accorsi che il ragazzo che mi guardava prima aveva ancora gli occhi fissi su di me, attraverso la finestra. Ancora con lo stesso sorriso ironico, gli stessi occhi grigio-azzurri un po’ tristi e la stessa faccia imbronciata. Ero sicura di averlo già visto da qualche parte, ma non me ne fregava proprio niente… mi diressi verso la porta del bar. Oltretutto avevo lasciato cadere per terra la coca-cola, quindi mi toccava andarla a riprendere e rifare la fila da capo… che sfiga.