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Autore: jane_lisbon93    09/06/2010    7 recensioni
I personaggi di questa fanfiction non mi appartengono, purtroppo, anche se so che se non fosse così, lascierei il telefilm esattamentente come è adesso, perché va bene così.
Genere: Generale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soldi & Altruismo


Erano le otto e mezza di sera al CBI.
Nessun caso di omicidio teneva occupata la squadra di Teresa Lisbon.. era una serata particolarmente noiosa.
Tutti erano all'interno del bullpen: chi sdraiato sul divano , come Jane; chi andava su e giù per la stanza, come Lisbon; chi armeggiava abilmente la tastiera di un computer senza uno scopo ben preciso, come Van Pelt; chi guardava le persone attraversare i corridoi, come Cho; e poi chi pensava a contare le matite sparse sulla scrivania, come Rigsby.
Insomma tutti si stavano annoiando a morte.
All'improvviso Jane si alzò dal divano e propose una scommessa: disse ti poter completare il cubo di Rubik (che Rigsby teneva sempre nella sua scrivania) in meno di dieci secondi. Wayne e Kimball si schierarono assieme, mentre Teresa pensò bene di stare dalla parte di Patrick, dato che era stato lui a proporre il gioco e quindi era sicuro di vincere. Grace si astenne.
Alla fine, come previsto, il consulente vinse la scommessa. Rigsby e Cho sborsarono, a malincuore, cinque dollari a testa, e pensarono bene di tornare a casa dato che non c'erano emergenze e non c'era niente da fare. Van Pelt fece altrettanto.
Teresa si ritirò invece nel suo ufficio, seguita da Patrick. Lui si sedette nel divano e lei nella scrivania.
Si ritrovarono a discutere sulla vincita di pochi minuti prima:


-Tu sottovaluti troppo il valore del denaro, Lisbon.-

-Non è vero.- Rispose Teresa, inarcando le sopracciglia.

Jane la fissò con uno sguardo ironico, e lei assunse l'espressione di chi non sa bene se ha ragione o meno.
-Tu credi?- chiese, interrogativa.

-Beh, con dieci dollari si possono fare tante cose..- disse lui - Sai che con quei soldi un bambino del terzo mondo vive quasi un mese?-
Lei sorrise.

-Hai ragione. Non ci avevo pensato.-

-Davvero?-

-Si, beh, non mi era ve..- non finì la frase.

-No, non intendevo quello.-

Lei rifletté un attimo su ciò che aveva detto pochi secondi prima.
-E cosa?- domandò.

-Che ho ragione.-

Lisbon scrollò le spalle, irritata.
-E questo cosa centra adesso?-
Lui distolse lo sguardo dalla donna e si guardò intorno, come per scrutare ciò che lo circondava.

-Niente, era per dire..- Rispose, altezzoso. -Io ho sempre ragione.-
Teresa sorrise, sarcastica.
-Si, come ti pare- disse, divertita.

-No dico sul serio! Andiamo Lisbon, chi è che li risolve i casi qui, eh?!-

-Si si, va bene, hai ragione tu.- Lei roteò gli occhi per la disperazione, non aveva intenzione di prolungare la discussione oltre.
Jane sorrise, soddisfatto, e si distese completamente sul divano.

Rimasero neanche tre secondo in silenzio, che lui riprese a parlare:
-E comunque..-

“Oddio, ancora?” pensò Teresa esasperata, resistendo alla tentazione di prendere qualcosa, qualsiasi cosa, dalla scrivania e lanciargliela in testa. Forse non era il caso.
Forse.
E comunque non era professionale.

-Credo di sapere cosa fare con questi soldi.- continuò lui.

-Tranquillo, te li lascio, sono tutti tuoi.-
Lui alzò leggermente la testa , per riuscire a guardarla dalla posizione in cui si trovava.

-Io non volevo dire questo- replicò Patrick, come se ciò che gli aveva detto Lisbon lo avesse ferito profondamente.

-Ah no?-
Lui, sorpreso, spalancò gli occhi e aprì leggermente la bocca.

-Davvero pensi che io sia così egoista?- domandò, offeso.

-Scherzavo prima..- ridacchiò Teresa, e lui quasi fece un sospiro di sollievo, ma lei continuò -voglio cinque dollari.-
Ci mancava poco che Jane cadesse dal divano.

-Non dirai sul serio!?- sentenziò, incredulo.

-Ti sembro una che scherza?-

Patrick iniziava ad avere paura.
Sapeva che Lisbon si portava sempre una pistola a presso (in macchina ne aveva addirittura tre), o perlomeno ne teneva una all'interno dei cassetti della scrivania. A lui non piaceva essere minacciato con le armi; ovviamente lei scherzava sempre.
Ma non si sa mai.

-NO- si affrettò a rispondere. -Assolutamente.-

Intanto Teresa tratteneva a stento le risate.
Lo stava prendendo in giro.. e probabilmente lui lo sapeva. Insomma, è o no un mentalista?
Eppure avrebbe giurato che Patrick, anche solo per un secondo, se la fosse bevuta, e adesso stava semplicemente reggendo il gioco. Uno stupidissimo gioco.
É incredibile come quest'uomo sia capace di influenzarti, e indurti a fare certi giochetti demenziali.
Non le importava. Voleva solo godersi questo momento di gloria.

-A dirla tutta- cominciò Jane -stavo pensando che potevamo festeggiare la vittoria assieme.-

Lei alzò lo sguardo dal foglio che stava compilando.
-Continua.-

-Che ne dici se ci ordiniamo una pizza??- domandò Jane con un sorriso a trentadue denti, più eccitato di un bambino che aspetta la risposta dalla mamma prima di andare al parco giochi.

-In effetti.. No.-
Per un secondo Teresa pensò che Patrick potesse mettersi a piangere da un momento all'altro.

-Perché no?- chiese, abbattuto.

-Dai Jane, era solo una stupida scommessa. Non c'è bisogno di festeggiare, e poi..-

-E poi?-

Lei rifletté un attimo prima di parlare, ma lui la precedette.
-Stavi per dire che non è professionale?-

“Uff..” pensò Teresa. “Sono così prevedibile?”
Si sarebbe volentieri sotterrata anche lì, sotto la scrivania, ma si convinse che non era..
“Cazzo, ancora?!?!”
Beh avete capito.

-Ma no, che dici..- si affrettò a rispondere, arrossendo di botto.
Lui l'analizzò per pochi attimi.

-Cavolo Lisbon.. ancora con questa storia della professionalità?-

Teresa lo fulminò con lo sguardo, poi pensò che non era il caso di prendersela più di tanto.
Era di Patrick Jane che si trattava dopotutto.. lui sapeva come ferirla nell'orgoglio quando si trattava di lavoro..
Non si trattenne.
-Fottiti-

Il sorriso di Jane, che pochi secondi prima illuminava il suo viso, fu improvvisamente sostituito da un'espressione da cane bastonato.

Teresa non capiva bene se provava piacere o compassione.
Forse tenerezza.

-Come ti pare.- concluse lui, alzandosi dal divano e dirigendosi verso la porta.

Lisbon continuava a fissarlo impassibile mentre usciva dall'ufficio.
-Buona notte Jane- disse, senza neanche essere sicura che lui l'avesse sentita, dato che era fuggito in quel modo.


Teresa restò un po' delusa.
Non tanto per il fatto che Patrick l'avesse lasciata lì senza neanche salutarla, quanto per il fatto che fosse riuscita a farlo arrendere troppo, troppo, facilmente.

Non passarono neanche dieci minuti che il suo naso captò qualcosa.
“Lo sapevo.” pensò. I suoi presentimenti erano fondati.
“Questo è odore di..”

-PIZZA!- la porta dell'ufficio si spalancò, per poco non venne scaraventata al suolo.
Jane entrò trionfante nella stanza, con due cartoni di pizza in mano.
-Brava Lisbon, hai indovinato!-

Teresa ormai non si scandalizzava più davanti a nulla, aveva visto e sentito tutto ormai.
Comunque non credeva che si potesse leggere il pensiero anche a diversi metri di distanza.
Beh, adesso lo sapeva.

Abbandonò i suoi pensieri più profondi per tornare sulla terra, anche se forse il subconscio era decisamente meglio della realtà in quel momento.

-Dannazione Jane, ti avevo detto..- si bloccò.

-Suvvia..- lui si piazzò davanti alla scrivania, porgendole la cena.

-No, non la mangio.- disse lei con fermezza, anche se sapeva di non poter mentire al suo stomaco.

-Dai, ormai l'ho presa.- la stava quasi supplicando, poi aggiunse -sai che con questa..-

-..un bambino del terzo mondo può vivere quasi un mese, si lo so.-
Voleva farle venire i sensi di colpa per caso?

Lui la guardò perplesso.
-Beh, un mese forse no.. ma una settimana si- rispose, pensieroso.

Lei sorrise, e lui ricambiò.
Gli piaceva farla sorridere.. lo gratificava, lo faceva sentire una persona migliore.

A quel punto Lisbon cedette, e prese il cartone di pizza.
-Ma sappi che lo faccio solo per i bambini meno fortunati..-

-Come vuoi..- Patrick fece per avvicinarsi al divano. -Però non mi sembra particolarmente altruista quello che stai facendo.. insomma, ti stai mangiando una pizza alla faccia di chi muore di fame!-

-Vuoi che mangi 'sta pizza o NO!?-

-Va bene, ok, scherzavo!- (mica tanto).

Teresa cominciò finalmente a mangiare. Jane si posizionò comodamente sul divano, e prima che potesse addentare uno spicchio, infilò la mano nella tasca dei pantaloni.
-Ah già- tirò fuori qualche spicciolo -questo è il resto delle vincita.. tieni.-

-No non fa niente, tienili tu.-

-Insisto. Non mi servono.. sono solo qualche spicciolo infondo.-

-Sai Jane,- replicò lei -forse sottovaluti troppo il valore del denaro..-

-Eh brava Lisbon. Volevo metterti alla prova.-

-Ho superato il test?- chiese lei, divertita.

-Diciamo di si.- disse Patrick poco convinto.

Teresa scrollò le spalle.
-Beh, una cosa l'ho imparata..- lui la guardò incuriosito.
-..non devo più scommettere con te, Jane!-

Risero entrambi.

Mangiarono, chiacchierarono, discussero, risero.
“Tutto sommato non è stato poi così male”, pensò Teresa.
“Bisogna farlo più spesso”, pensò Patrick.

Lasciarono la sede del CBI insieme, e tornarono a casa col sorriso sul volto.



















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Salve a tutte :)
Ecco la mia seconda storia!
Da quando mi sono registrata avrei voluto scrivere di più e recensire più spesso, ma la scuola e lo studio melo hanno impedito!!
Sta mattina ho ufficialmente concluso il mio anno scolastico, e la cosa più bella è che non ho debiti!!!
Quindi considerate questa one-shot come una manifestazione della mia felicità XD
Ovviamente mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate ;D
Terrei anche a precisare che non sono brava a scrivere, quindi se recensite datemi tanti bei consigli, voi che siete brave, così miglioro un po!! ^-^
Ho cercato di scrivere in modo tale che la storia fosse il più IC possibile.. ditemi un po come sono andata! =D

Volevo poi ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito la mia prima piccola fanfiction: ho letto tanti bei commenti che, ad essere sincera, non mi aspettavo di ricevere! Quindi davvero tante grazie :)

Un bacio, alla prossima ;)
Sonia.

Dimenticavo: POLVERE FOR PRESIDENT & LA SENSITIVA RESTI DOV'E'!
  
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