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Autore: Princess Kurenai    10/06/2010    1 recensioni
[OC!Principato di Monaco/OC!Principato di Andorra] Monaco aveva sempre apprezzato la compagnia femminile - oltre a quella indispensabile di Charlotte, si intende. L'abbracciare i loro lisci e delicati corpi, l'inspirare dei dolci profumi e il bearsi dei teneri gemiti che erano in grado di emettere, era un'esperienza unica e anche alquanto utile.
Genere: Introspettivo, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Piége Aigre-Doux'
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Titolo: Piège Aigre-doux
Titolo: Parvenir à un accord
Fandom: Axis Power Hetalia
Personaggi: OC!Principato di Monaco, OC!Andorra
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Het
Conteggio Parole: 1417 (Fiumi di Parole)
Note: 1. Monaco e Andorra sono degli Original Character creati da Persychan. Io ho ovviamente il suo permesso.
2. Inutile dire che conosco il Principato di Monaco creato da Himaruya, ma quella per me è e resterà Charlotte: l'assistente del Monaco di Persy. Non lamentatevi ù_ù
3. Ambientata dopo Lei - Io di Persychan. Recensitela e non fate i taccagni! 4. OC!Monaco aveva bisogno di mostrare il suo lato maschio che, per colpa di Francis, resta sempre nascosto. Dimenticatevi il vostro caro stellino questo non è il Monaco che conoscete. Qui non c'è Francia, e Monaco non è sottomesso alla sua immensa presenza.
5. Partecipa a Fiumi di Parole

{ Piège Aigre-doux ~
- 1. Parvenir à un accord -



Monaco aveva sempre apprezzato la compagnia femminile - oltre a quella indispensabile di Charlotte, si intende. L'abbracciare i loro lisci e delicati corpi, l'inspirare dei dolci profumi e il bearsi dei teneri gemiti che erano in grado di emettere, era un'esperienza unica e anche alquanto utile. Questo perché aveva preso tante cose da Francia - anche se spesso stentava quasi a crederci - e il fare sesso per dimenticare tra le braccia di altri la persona che si desiderava, spesso alla ricerca di minime somiglianze legate ad essa, era una di quelle cose. Indubbiamente era piacevole - soprattutto quando erano delle belle donne ad attirare la sua attenzione e a diventare le compagne di una o più notti - ma, come in tutte le cose, c'era una piccola eccezione.
Lei era l'eccezione. Poteva anche essere la persona che più somigliava alla sua ossessione con i suoi capelli color del miele e i ricercati profumi della bassa Provenza, che sulla sua pelle di seta diventavano quasi naturali, e, se non fosse stato per quella sua carnagione dai caldi toni e gli occhi di smeraldo, sarebbe stata esattamente come lui, anche per alcuni tratti del suo carattere che, spesso, aveva avuto modo di considerare sgradevoli, indisponenti e infantili.
Lei che, nonostante gli ultimi avvenimenti, era lì seduta nel salotto della sua abitazione con le gambe elegantemente accavallate, coperte da dei fini collant da un vestito scuro con pizzi e fronzoli e scollato quel che bastava per lasciar intravedere la sensuale curva del prosperoso seno.
Lei che era la sua eccezione: sua, perché quella giovane donna poteva anche essere il sogni di molti uomini ma non per Monaco, Andorra sarebbe sempre rimasta solo una ragazzina viziata in un corpo da donna.
Nonostante ciò, si sarebbe come sempre comportato in modo educato e non avrebbe mai mancato di rispetto all'altro Principato - non come era successo in quell'ormai famosa riunione tenutasi solo il mese prima ma, sinceramente, si era meritata quella sfuriata e non era propriamente pentito di quel che aveva detto e fatto.
Sfoggiò quindi uno dei suoi migliori sorrisi di circostanza - falso come la menzogna che stava per dire.
" A cosa devo questa tua gradita visita, Andorra?"
" Non fare il finto tonto, Monaco.", ribatté lei con voce quasi calma, muovendo la mano per ritirare dietro la schiena i lunghi boccoli biondi, scoprendo la liscia e ambrata pelle del collo e della spalla. " So che la mia non è una visita gradita e so perfettamente che tu sei al corrente del perché sono qui."
" Effettivamente.", ammise semplicemente il Principato senza però esporsi troppo. " Suppongo sia per il fatto che potrebbero insorgere alcuni problemi di natura politica a causa del nostro piccolo diverbio.", continuò, mantenendo sempre un tono volutamente neutro, minimizzando l'accaduto come per studiare la reazione dell'altra.
" Mi sono rimasti i segni per due settimane.", si lamentò prontamente Andorra, senza nascondere la sua infantilità. " Due settimane.", ripeté, come a dare più importanza a quel lasso di tempo che per lei, che basava la sua esistenza sulla bellezza esteriore, era lunghissimo. Monaco, dalla sua ottica, avrebbe volentieri ribattuto che le ferite che avevano piegato e straziato il suo corpo non erano sparite in sole due settimane ma che, a distanza decenni, erano ancora lì sul suo corpo sottoforma di indelebili e perlacee cicatrici. Riuscì però a trattenersi, ma anche se non intendeva far nascere altre discussioni, che avrebbero portato solo del lavoro in più, non voleva neanche piegarsi dinnanzi a quella ragazzina viziata.
" Comprendo.", mentì. " Ma non intendo scusarmi per le mie azioni.", aggiunse serio fissando Andorra che, nonostante la risposta, non si scompose.
" So qual è la tua posizione in questa situazione. Era abbastanza chiara sin dall'inizio."
" Lo è anche la tua in questo momento.", dichiarò Monaco, mettendosi più comodo sul divano sul quale si era seduto fissando negli occhi l'altro Principato dinnanzi a sé.
" Dobbiamo in ogni caso raggiungere un accordo.", continuò lei, aggiungendo poi un acido: " Per quanto sia sgradevole dover trattare con te."
" Temo sia reciproco."
" Quanto meno su questo punto siamo già d'accordo.", convenne Andorra puntando subito dopo il dito indice contro l'altro. " Ma penso che tu dovresti scusarti per aver alzato le mani su di me."
" E tu dovresti scusarti per aver mancato di rispetto a me e a tutte le Nazioni che erano lì riunite."
" Questo lo dici solo perché sei geloso delle attenzioni che Francis mi riserva. In fin dei conti non stavo facendo nulla di male.", il tono si fece ancora infantile ed ignorò il leggero scatto della mascella di Monaco. " Mi sono sempre seduta sulle gambe di Antonio e..."
" Durante una riunione è un atteggiamento indecente.", la interruppe l'altro.
" E il sperare di ricevere dei complimenti dal proprio fratello è normale.", continuò lei senza prestare attenzione all'altro Principato.
" E il farlo nel modo in cui l'hai fatto che non andava bene."
" Almeno il mio corpo è quello di una bella donna e non mi vergogno di metterlo in mostra, scricciolo."
" Almeno il mio cervello non è quello di una donnaccia infantile."
Andorra a quell'affermazione ghignò, per nulla offesa dall'insinuazione e dal mal celato insulto.
" Quello che fai è solo per sopravvivenza, allora?", domandò.
" Cosa?"
" Quello che il tuo tanto stimato cervello fa fare al tuo piccolo corpicino, intendo."
Non aveva la certezza su quanto stava insinuando, era solo un discorso che aveva causalmente sentito al ristorante da dei tizi che tessevano le lodi del Principato - avevano più volte ripetuto che era solito scommettere proprio delle cosiddette ore del suo tempo -, erano le classiche malelingue che, in quell'occasione potevano rivelarsi molto utili.
Osservò infatti la mascella di Monaco contrarsi ma questo non reagì in alcun modo esagerato come, un po', si era aspettata.
" Non sapevo ti interessasse tanto la mia vita privata, Andorra.", rispose calmo, donandole un sorrisetto sbieco che la fece arrossire.
" Infatti non mi interessa.", esclamò come se quell'affermazione potesse metterla in una strana situazione. " Mi stavi accusando di essere una donnaccia e ti ho dimostrato che..."
" Che non siamo diversi?"
" Assolutamente no!", Andorra iniziava ad agitarsi, e questo poteva solo favorire la posizione di Monaco in quel piccolo accordo a porte chiuse che dovevano stringere.
" Sei tu quello che va a fare sesso con chiunque! Io, al contrario tuo, vado solo con chi merita la mia attenzione.", dichiarò con un tono dai colori orgogliosi che non scoraggiò però l'altro.
" Potrei dire la stessa cosa. Scelgo con cura i miei amanti."
" A quanto pare no, se sono arrivata a scoprire queste cose."
" I fatti sono due in tal caso.", Monaco sorrise quasi pacifico e si piegò verso l'altra. " O tu sei andata a fare domande sul mio conto..."
" Ma neanche morta! È stato un caso!", esclamò, ma il Principato proseguì tranquillamente.
" O sono così bravo a letto da essere sulla lingua di tutti.", concluse piegando le labbra in un leggero ghigno malizioso che cancellò l'espressione pacifica di poco prima. " Ne dubito fortemente. Sei solo un ragazzino."
" Un ragazzino che ti ha lasciato dei cattivi segnacci per due lunghissime settimane.", la schernì.
" Fortuna. Solo fortuna.", dichiarò. " Ma stiamo divagando, io non intendo chiederti scusa e tu nemmeno. Non possiamo neanche mentire ai nostri capi, quindi dobbiamo fare qualcosa."
" Siamo d'accordo anche su questo, non staremo bruciando un po' troppo le tappe?", scherzò Monaco, nonostante la calma e l'ironia che stava dimostrando, quella situazione lo stava sfiancando: raggiungere un accordo con un simile elemento era molto più difficile di quel che sembrava.
" D'accordo.", sospirò Andorra alzandosi in un movimento elegante che fece frusciare l'abito e ondeggiare i suoi lunghi capelli. " Risolviamola nell'unico modo che conosciamo. Non piacerà a nessuno dei due ma potremo dire che abbiamo stretto una sorta di accordo."
" In che modo allora?"
Andorra sorrise divertita, facendo qualche passo verso l'altro Principato.
" La tua ignoranza mi stupisce sempre, piccoletto.", rispose piegandosi in avanti per poterlo spingere indietro e farlo appoggiare sullo schienale del divano. " Alla francese, ti dice niente?", continuò sedendosi a cavalcioni su Monaco, dal quale si aspettò una miriade di reazioni ma non di certo quella che vide. Il Principato infatti non si scompose, anzi allungò le mani sulle gambe dell'altra carezzandole e scostando ulteriormente la stoffa dell'abito che indossava.
" Non sapevo ti interessasse tanto verificare le mie capacità. Sei riuscita a stupirmi.", commentò tranquillo, muovendo lentamente le dita sulle cosce di Andorra.
" E tu non vedevi l'ora di mettermi ancora le mani addosso.", ribatté a sua volta lei storcendo il naso. " Quindi vedi di stare zitto: cerca di stupirmi, scricciolo."




   
 
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