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Autore: TheBlackSheep    10/06/2010    2 recensioni
Questa storia è nata durante un periodo strano della mia vita, che per un certo verso continua, e per un altro è ormai roba passata. Va e torna, e credo ve ne accorgerete leggendo questa fan fiction. Rispecchia, quindi, delle vicende realmente accadutemi. Ovviamente, i personaggi della storia non corrispondono ai reali, ma ho scelto comunque di mettere loro per una questione di lucidità. Ne perderei parlando strettamete del reale. Ho scelto il loro periodo di pura adolescenza, per rispecchiare bene le cose. E' tutto, vi lascio alla mia storia.
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mian Derth continuava imperterrita a fissare fuori dal finestrino l'asfalto ormai gelato.
"Sei il solito idiota!"
"Io sono un'idiota?! Tu sei un'idiota!"
Charlie, la madre di Mian, raggiunse i due gemelli seduti dietro in auto con un'occhiata fugace.
I due si zittirono.
Charlie sorrise soddisfatta e continuò a guardare la strada, non prima di aver lanciato un'occhiata veloce a sua figlia.
"Mian, c'è qualche problema?" le chiese apprensiva.
Mian, che prima sembrava incantata, si voltò di colpo verso la madre.
"Eh? Cosa?" chiese senza capire.
"La solita principessina dispersa nel mondo dei sogni!" esclamò un ragazzino dai rasta biondo scuro, ridacchiando.
Lei si girò fulminandolo con lo sguardo, poi guardò la madre.
"Mamma non potevamo lasciarlo a piedi?!" piagnucolò.
La madre e l'altro gemello risero, mentre il rastino si mise con le mani conserte, sbuffando.
"Oggi il primo giorno di superiori." disse pimpante Charlie, per allentare la tensione.
"Non siete entusiasti?" chiese con un sorriso a 32 denti, ricordando il suo primo giorno di liceo.
"Oh, come una pasqua." disse ironica Mian.
Sua madre la guardò di sbieco per qualche secondo.
"Qual è il problema Mian? La scuola superiore rappresenta tutto un altro mondo! Nuovi amici, nuove materie, nuovi professori.. vedrai, sarà fantastico!" le disse al settimo cielo.
Lei guardò preoccupata i due ragazzi dietro.
Il rastino le rispose con un sorriso molto ambiguo, il secondo ricambiò la sua occhiata preoccupata.
"Bill, diglielo tu che sarà fantastico." quasi ordinò Charlie al moretto.
"Ehm.. sì, sì.. fantastico.." disse poco sicuro.
La macchina accostò e i tre ragazzi si voltarono verso sinistra per osservare quella grande struttura.
"Siamo arrivati!" disse raggiante Charlie.
"Bene ragazzi, all'uscita vengo a prendervi eh, aspettatemi in un posto visibile, altrimenti fra tutti questi ragazzi non vi trovo più!"
Esclamò Charlie ridacchiando.
"Certo Charlie!" rispose con un grosso sorriso il rastino.
Gli altri due si limitarono a ridacchiare nervosi.
"Bene, scendete! Non vorrete passare il vostro primo giorno in macchina!"
"No, mamma.. no.."
Mian abbassò la testa, contò fino a dieci ad alta voce e poi scese. Seguita da Bill e da Tom.
La madre abbassò il finestrino.
"Buona fortuna ragazzi!" esultò, per poi andare via sgommando.

I tre si fermarono per guardarsi intorno.
E notarono che il resto delle persone stava facendo lo stesso.

Tom, il ragazzino con i rasta, aveva pantaloni di almeno tre taglie più grandi, una maglia verde e bianca, una fascia verde e un cappello come la maglia. Piercing al labbro e un sorriso che non ne voleva proprio sapere di andar via.
Bill, l'altro gemello, era ancora più strano.

Capelli neri, con una frangia piena di gelatina che gli copriva un occhio, vestiti strettissimi, pantaloni strappati qua e la, maglia dei green day, piercing al sopracciglio e alla lingua.

Mian, aveva un piercing al labbro superiore, capelli neri lunghi fino alle spalle, occhi dello stesso colore, pantaloni neri, maglia grigia.

Mian strinse la mano di Bill.
"Dio, Bill, ci stanno guardando tutti.."
Lui rise.
"Mì, lo fanno sempre!"
Lei diventò rossa.
"Si, ma questi non ci conoscono.." disse intimorita.
"Be, vorrà dire che ci conosceranno."
Rispose per tranquillizzarla.
Il rastino si guardò attorno: ragazze da tutte le parti.
Sorrise ancora.
"Benvenuto Tom." si disse da solo.
Mian lo guardò in malo modo, poi i tre iniziarono a camminare.

Ad un certo punto il rastino si bloccò.
"Oh, che stupidi, abbiamo bisogno delle indicazioni!" disse con l'aria del finto ingenuo.
Bill rise, Mian inarcò un sopracciglio.
"Ma se.." il rastino le tappò la bocca.
"Faccio io." disse prima di dirigersi verso un gruppetto di ragazze.
Mian e Bill lo seguirono imbarazzati.

"Salve ragazze!" disse esaltato.
Loro lo guardarono, e ricambiarono il sorriso.
"Salve ." risposero.
"Abbiamo bisogno di indicazioni per.."

"Bill tuo fratello è sempre il solito!" disse a bassa voce Mian, strattonando il moretto per un braccio.
"Lo so, Mì, non posso farci niente."
Lei sbuffò.

Tom si avvicinò a loro e li prese entrambi per mano.
"Lui è Bill!" disse alle ragazze.
Un po' intimorito il ragazzo strinse la mano alle altre, che risero fra loro.
"Ma quella è matita nera?" disse una, trattenendo a stento le risate, indicando il volto di Bill.
"Ehm.. si." rispose imbarazzatissimo.
Le ragazze risero.

Mian stava iniziando a perdere la pazienza.
Tom cinse un braccio attorno alle sue spalle e l'avvicinò alle ragazze.
"E lei è Mian!" disse, sempre tenendo il braccio sulle sue spalle.
Le ragazze la guardarono in malo modo.
"Tu saresti?" le chiese una, in modo allusivo.
"Mian, te l'ha detto lui chi sono." rispose, mostrando il suo caratterino.
"Calmati, ti ho solo fatto una domanda." rispose a sua volta quella.
"E io.."

"Stop, stop, stop, stop!"
Si intromise Tom.
"Litigherete per me dopo!"
Le ragazze risero, lei lo fulminò con lo sguardo e tolse il suo braccio dalle sue spalle. E iniziò a camminare velocemente verso l'entrata.

Bill la seguì di corsa, Tom la richiamò, ma visto che non si girava, salutò tristemente le ragazze e la raggiunse correndo.

"Ma dico sei scema!" disse mettendosi davanti a lei.
"Ah io?!" chiese isterica.
"Si! Che fai, io ti faccio conoscere nuove persone e tu fai così?!"
"Si da il caso che quelle persone le hai conosciute perchè faceva comodo a te, non a me!" rispose piantando i piedi per terra.
"Si, ma.." il suono della campanella lo interruppe.
"Merda.." sussurrò il moro.

"La scuola è iniziata." disse il rasta con aria afflitta.
Mian roteò gli occhi al cielo, poi si incamminò, seguita dai due.




***

Tutti i ragazzi del primo erano riuniti nell'auditorium ad aspettare l'appello di tutte le classi.
Mian era seduta al centro, a destra Bill, a sinistra Tom che parlottava con un biondino conosciuto da poco.

"Bill stanno per chiamare la nostra classe!" disse Mian tremante.
"Hey, calmati.. è solo un appello!" rispose lui per rassicurarla.. come al solito.
"Lo so, ma.. cavolo.."
Bill le sorrise e le prese la mano.
"Va meglio ora?" le chiese.
"Un po'.." rispose lei titubante.

"Derth Mian.." esclamò la preside.
"Dio, Dio Bill! Hanno chiamato me!"
Tom si voltò di colpo verso la ragazza.
"Mian muoviti! Stanno aspettando te!"
Lei lo guardò di sbieco.
"Ma va, ci volevi tu!"
"Derth Mian." insistette la preside.
"Mì alza le chiappe da quella cazzo di sedia!"

Lei si abbassò quanto poteva sulla sedia.
"Ma.. stanno guardando tutti.."
Tom sospirò.
"E va bene.."

La prese per la mano e la fece alzare, intimando Bill a seguirli, portandoseli con se dalla preside.
Li guardarono tutti.

"Hey, chi delle due è Mian? La moretta con il piercing al labbro o quella con il piercing al sopracciglio?" chiese un ragazzo ridacchiando.
I tre ragazzi lo fulminarono con lo sguardo e quello si indispettì.

"Allora? Chi è delle due?"
Tom strinse i denti, stava per dire qualcosa, ma fu bloccato da Bill.
"Lascia perdere, è il nostro primo giorno, non facciamoci già nemici.." sussurrò in modo da non farsi sentire dagli altri ragazzi.

Il rastino fece un passo indietro e guardò la preside.
"Siamo tutti e tre in classe insieme." disse atono.
"Io sono Tom, Tom Kaulitz, lui è mio fratello Bill e lei è Mian Derth."
"Ragazzi dovevate aspettare l'appello voi due."
Tom sbuffò sonoramente, cosa che diede parecchio fastidio alla preside.
"Tanto non manca molto, aspettiamo qui."
"Va bene." concesse la preside, andando avanti con l'appello.



***

I ragazzi si stavano recando in classe con le rispettive professoresse, quando un gruppetto di ragazzi si avvicinò ai tre.

"Hey Bob Marley, cazzo avevi da guardare in auditorium?!" chiese uno minaccioso rivolto verso Tom.
"Cazzo hai tu da prendere per il culo." rispose avvicinandosi a lui.
Tom non era basso, infatti aveva qualche centimetro di vantaggio rispetto al bulletto.. peccato che erano in quattro.

"Oh, sentitelo, vuole fare il superiore." disse ironico Ben, cioè il bulletto.
Vista la pericolosa vicinanza dei due, Bill si mise in mezzo, tirando via suo fratello.

"Tom, andiamo in classe.."
Il rasta non tolse gli occhi di dosso a Ben, che ricambiò.

"Hai sentito la checca, è meglio se te ne vai."
Lo invitò Ben.
Tom strinse le mani a pugno.

"Chiamalo un'altra volta checca e ti ammazzo."
Sta volta fu Mian ad avvicinarsi.

"Senti un po'.." disse. "Non hai niente di meglio da fare oggi , che rompere le palle a noi? Ma trovati un passatempo, suona la batteria, scarichi la rabbia. Ti assicuro che è più divertente." esclamò con la sua solita ironia tagliente.

Ben passò il suo sguardo da Tom a Mian.
"E questa puttanella da dove se ne esce?!"

Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Istintivamente Bill tirò Mian a sè e si avvicinò a Ben, ma fu preceduto dal fratello.

"Chiedilo a tua madre, è lei l'esperta."
Ben non ci vide più. E neanche Tom per qualche secondo.
Un pugno lo colpì in pieno volto e cadde per terra. Si rialzò subito e lo colpì pure lui, gli amici di Ben stavano per intromettersi, ma furono fermati dai professori.

"Adesso andiamo immediatamente dal preside!" esclamò una donna sulla sessantina.




Note finali: ringrazio anticipatamente i lettori. :)
  
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